domenica 24 agosto 2025

Come va? Tutto bene grazie.

 


cum merge? mulțumesc, totul este bine
كيف الحال؟ شكرا، كل شيء على
怎么样?谢谢,一切都很好
מה קורה? -בסדר. תודה, הכל בסדר
どうだ?ありがとう、すべて大丈夫です
πώς πάει; ευχαριστώ, όλα είναι καλά
چه خبر؟ اوضاع چطور است؟ ممنون همه چیز خوب است
Как дела? спасибо, все в порядке
як справи? спасибо, все в порядке
Wie geht’s? Danke
Cument'andada? Beni meda gratzias
 
Sono riusciti a farci amare carbone e petrolio, ad aver paura di qualunque siringa e di tutti gli ospedali, a guardare lo spettacolo degli orrori delle guerre e dei genocidi, a confondere antisionismo con antisemitismo, a odiare la libertà e apprezzare la sicurezza, a ripudiare qualunque "verità" scientifica, a sospettare di chi ci sta accanto, a pensare che in fondo i manganelli sono cosa buona e giusta, a non avere più il coraggio di alzare lo sguardo al cielo, a preoccuparci persino quando in estate fa caldo.
Immagina di vedere uno scontro tra polizia e dimostramti, un bimbo che piange in mezzo alla devastazione, una finestra incorniciata dalla scritta "andrà tutto bene", un vecchio che fruga in un cassonetto, un conducente di bus corredato da siero magico che va fuori strada, un atleta che si accascia a terra esanime, un cagnolino legato a un guardrail in una giornata estiva di vacanza, tonnellate di plastica vomitate dal mare, il cielo orrendamente haarpeggiato, la serpe sionista libera di compiere qualunque porcheria,  lo spettacolo che offrono candidati e votanti, la corsa di quel mio conoscente in monopattino e mascherina, un nuraghe asfissiato da pale eoliche, una bomba che scoppia, meglio se in modalità a grappolo, un missile lanciato da un aereo su un ospedale o una scuola, o contro chi fa la fila per sfamarsi, un popolo, qualunque popolo costretto a lasciare la propria terra, immagina e chiediti "come va"? Immagina con un filo di preoccupazione qualcuno che risponde "tutto bene grazie".

mercoledì 20 agosto 2025

La forza ancestrale di chi è nato libero.

 












































 

 Aspettando il liberatore, testo di Mariano Abis 


Perchè il popolo sardo non ha bisogno di essere liberato.

La differenza tra due termini che sembrano simili non viene colta dai più.
 

Sento tanti indipendentisti anche di ampio spessore affermare che la Sardegna deve essere liberata.

Niente di più controproducente.

Chi viene liberato ha dei doveri, quanto meno morali, ma anche fisici, verso il "liberatore".

La strada per la libertà del popolo sardo passa per un'altra via, molto più immediata e conveniente, oltre che fattibile.

 Diceva Macchiavelli che a liberare un popolo che vuol restare servile, si rischia quanto voler schiavizzare un popolo che vuole restare libero.

Non mi stancherò mai di ripetere che la libertà del popolo sardo passa indispensabilmente per la riappropriazione della propria cultura, e la rivalutazione della sua storia.

In questo non interferiscono fattori economici, possiamo essere poverissimi, oppure ricchissimi, ma se non abbiamo ri-assimilato fattori culturali propri del nostro popolo, la nostra libertà sarà parziale, fittizia e illusoria.

Prima di impegnarci in lotte di liberazione, occorre agire sul substrato culturale dei sardi, occorre che il popolo sardo si riappropri del suo orgoglio ancestrale.

Non facciamo l'errorre di fondo che stanno commettendo i catalani o gli scozzesi, che vorrebbero liberarsi dalla spagna e dalla gran bretagna, per abbracciare la piovra delle fetenzie europee.

oncludendo, non crediate alle fandonie di chi si offre per liberarvi, credete piuttosto nella possibilità che abbiamo di agire mirando alla nostra piena autodeterminazione.

Così come ogni uomo e ogni donna, sia esso sardo o meno, ha dentro se stesso i cromosomi che lo rendono libero dalla sua nascita, così anche il popolo sardo ha dentro di se la forza ancestrale che certifica che è nato libero.