il gioco delle tre carte ,
Romanzi:
Romanzo completo in 15 puntate.
Prima pubblicazione a cura de Ilsovranista.it
Inoltre...
Una fondamentale pubblicazione di Paolo Maleddu
Perchè le tasse non sono dovute
di Paolo Maleddu
un sentito grazie all'ottimo Jacopo Cioni e
a tutta la redazione de ILSOVRANISTA
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Il gioco delle tre carte
romanzo e illustrazioni di mariano abis
Settembre millenovecentoquarantatre, la sicilia era sotto il controllo delle truppe anglo americane, le truppe tedesche avevano abbandonato anche molti territori del sud italia, e l’esercito italiano era praticamente allo sbando, impossibilitato ad agire perché erano diventati problematici i rifornimenti, e così i rappresentanti del regno d’italia, chiesero un armistizio all’esercito destinato a occupare l’intero territorio nazionale, non più difendibile. Sotto una grande tenda militare, in un uliveto a pochi passi da siracusa vennero firmati, non uno, ma due documenti, che sarebbero dovuti restare segreti, come di comune accordo. Il primo per un periodo limitato, il secondo non dovrà mai essere divulgato, e regolerà pesantemente gli accordi tra l’italia e gli stati uniti, per sempre.
Uno dei firmatari, tra i vincitori, era quello che sarebbe diventato in seguito il numero uno dei servizi segreti americani. Il primo accordo, dopo pochi giorni, venne reso pubblico, e decretava la sconfitta formale della nostra nazione, ma non si trattava di un armistizio, bensì di una resa incondizionata, in particolare si stabiliva che l’esercito italiano avrebbe dovuto consegnare armi, aerei, navi e territorio, ai vincitori, e obbligava i suoi soldati a mettersi al loro servizio, non si capiva come essi avrebbero potuto essere utili, in quanto disarmati. Non una parola su eventuali diritti degli sconfitti, in ottemperanza a regole scritte dai vincitori in fretta e furia, sintetiche, e lette, forse, dai rappresentanti del nostro governo, in maniera superficiale. Ma il secondo documento, presumibilmente, era qualcosa di quanto di più raffinato potesse esprimere il pensiero di militari, che hanno tra i loro cromosomi l’istinto di dominare. Non solo il nostro governo ha dovuto sottostare a regole palesi dalla dubbia utilità, ma ha dovuto siglare anche pesanti impegni nascosti e iniqui, che condizioneranno per sempre la regolare vita democratica del nostro popolo, sarebbe stato molto più utile dichiarare che l’esercito italiano avrebbe cessato ogni attività militare, senza firmare alcun documento.
Uno dei firmatari, tra i vincitori, era quello che sarebbe diventato in seguito il numero uno dei servizi segreti americani. Il primo accordo, dopo pochi giorni, venne reso pubblico, e decretava la sconfitta formale della nostra nazione, ma non si trattava di un armistizio, bensì di una resa incondizionata, in particolare si stabiliva che l’esercito italiano avrebbe dovuto consegnare armi, aerei, navi e territorio, ai vincitori, e obbligava i suoi soldati a mettersi al loro servizio, non si capiva come essi avrebbero potuto essere utili, in quanto disarmati. Non una parola su eventuali diritti degli sconfitti, in ottemperanza a regole scritte dai vincitori in fretta e furia, sintetiche, e lette, forse, dai rappresentanti del nostro governo, in maniera superficiale. Ma il secondo documento, presumibilmente, era qualcosa di quanto di più raffinato potesse esprimere il pensiero di militari, che hanno tra i loro cromosomi l’istinto di dominare. Non solo il nostro governo ha dovuto sottostare a regole palesi dalla dubbia utilità, ma ha dovuto siglare anche pesanti impegni nascosti e iniqui, che condizioneranno per sempre la regolare vita democratica del nostro popolo, sarebbe stato molto più utile dichiarare che l’esercito italiano avrebbe cessato ogni attività militare, senza firmare alcun documento.
L’anno è sempre lo stesso, ma cambia la nazione, siamo in francia, nascono dal pensiero di un economista, concezioni finanziarie che dettano regole in materia di sovranità monetaria, e che verranno acquisite e regolamentate ancora più dettagliatamente da uno stuolo di suoi seguaci, che le reputano valide e applicabili anche al giorno d’oggi. Il pensiero guida di quella filosofia finanziaria, in sintesi, affermava che se si vuole assoggettare una nazione, non sono indispensabili colpi di stato, guerre, o quant’altro, sarebbe bastato semplicemente impedirle di stampare moneta autonomamente. E i metodi raccomandati per ottenere ciò, sarebbero più di uno, ciascuno dei quali spiegati dettagliatamente. Tutti gli avvenimenti successivi, perdita di sovranità popolare, condizionamenti pesanti sulla vita democratica, la perdita di prestigio internazionale, l’asfissia delle economie, e tanti altri fattori, sarebbero stati semplicemente una conseguenza di quelle teorie.
Una mendicante conosciuta come strega, camminava per le strade di un paese siciliano, e ripeteva continuamente la stessa frase:
Andate, andate, alla festa dei comunisti, gli americani vi regaleranno le caramelle.
Un ampio spazio aperto accoglieva tante persone dalle camicie e dai fazzoletti rossi, avrebbero festeggiato la festa dei lavoratori. Nella piazza del paese, quel giorno, la statua di Garibaldi, aveva cambiato posizione, e guardava verso il cimitero. La guerra era terminata da due anni, ed era ormai chiaro che il mondo era diviso in due zone d’influenza, quella atlantica e quella sovietica. L’italia era uno di quei paesi situato ai confini di una linea immaginaria, e, se pure era chiara la sua appartenenza al primo blocco, forze al suo interno lavoravano per cambiare quel dato di fatto. La festa dei lavoratori stava per cominciare, si sentirono dei botti, tutti pensarono che fossero dei mortaretti, ma ad uno ad uno, molti restarono in terra, feriti o uccisi: trentatre feriti e dodici morti. Le successive indagini attestarono che la strage era stata compiuta dalla banda di un bandito che vantava strette relazioni con la mafia, ma i mandanti restarono sconosciuti, si sarebbe scoperto in seguito che furono sparate delle granate, da particolari fucili in dotazione solo ai servizi segreti americani. L’avvenimento faceva parte di una strategia molto ben orchestrata, dato che in seguito furono assaltate camere del lavoro, e uccisi sindacalisti e comunisti, di quei crimini venne accusata la stessa banda di delinquenti.
Il pomeriggio tranquillo e silenzioso della cittadina di cerignola, venne turbato da un urlo disumano di donna: è nato un bel bambino dall’aspetto meridionale molto spiccato. Scurissimo di pelle, quasi da sembrare provenire da un altro continente.
Non preoccupatevi per questo, pian piano la sua pelle diventerà sempre più chiara.
La levatrice metteva in campo tutta la sua esperienza. E si vedeva uno stuolo di donne indaffarate a rifornirla di acqua calda per rendere più presentabile la creatura. Quando il bimbo e la madre furono ripuliti per benino, fu messo in braccio a Carmela, che si lasciò andare ad un pianto di liberazione incontrollabile. Non si può dire quali fossero le sue sensazioni in quel momento, certo è che la nascita del piccolo, era accompagnata naturalmente da una grande gioia, ma una parte di quel pianto era derivato da un senso aleatorio di preoccupazione: come avrebbero potuto dare un futuro a quel bimbo, lei e il marito Michele, dato che la situazione economica della famiglia era, in quel momento, a dir poco disastrosa? Lei, prima della gravidanza, prestava servizio saltuario in casa del medico del paese, e racimolava qualche soldo a furia di strofinare, pulire, lavare, e strizzare, e tornava a casa, quei tre giorni alla settimana, letteralmente distrutta. Michele, invece, era un operaio agricolo, dipendente di vari latifondisti, si barcamenava tra lavori saltuari, imposti da un’economia rurale che assicurava lavori intensi solo in determinati periodi dell’anno, mentre nella maggior parte delle giornate era costretto a stare a casa per mancanza di lavoro. Lavori eseguiti sempre in emergenza, costretto a dare il massimo, perché le attività agricole non possono aspettare, il grano deve essere mietuto rapidamente, per la paura di qualche acquazzone estivo, l’uva aveva bisogno di lavorazioni in determinati periodi, sempre quelli, mentre lasciava liberi da impegni gli operai per quasi tutta l’annata agraria, e gli ulivi erano soggetti a lavori solo in due periodi cruciali dell’anno: durante la raccolta delle olive e durante la potatura. Nei lunghi periodi di inattività, partecipava all’appuntamento collettivo, prima del nascere del sole, che gli operai agricoli compivano ogni giorno come se stessero praticando un rito, nella piazza principale del paese. La piazza, ogni mattina, era affollata da una miriade di disgraziati, speranzosi di trovare lavoro almeno per una giornata, e Michele non mancava mai all’appuntamento con i vari caporali. Quello era uno dei periodi in cui era probabile trovare lavoro, e quasi tutti gli operai presenti sulla piazza venivano assunti per la mietitura. E quando la moglie era in procinto di mettere al mondo il figlio, lui non avrebbe potuto rinunciare al lavoro, per via della situazione economica della coppia, a dir poco problematica. E quando tornò, all’imbrunire, si accorse subito che era diventato padre per la prima volta, per via dell’aria strana che aleggiava intorno alla casa. Abbracciò la moglie in maniera intensa, come mai aveva fatto fino ad allora, e coprì di baci il nuovo arrivato. In casa non c’era un soldo, i pochi, piccoli risparmi di entrambi, erano stati spesi per rendere decente la casa che li avrebbe accolti, ricavata da un fienile che il padre gli aveva concesso, e la piccola festa di matrimonio, era risultata essenziale. Molti invitati, conoscendo la situazione dei due, arrivarono alla festa con alimenti, grandi pacchi di dolci, e qualche bottiglia di vino. Carmela, all’atto del matrimonio, era già in attesa del bimbo, e il fatto che l’evento non era stato programmato, aveva posto a entrambi grossi problemi etici, con Carmela che non avrebbe mai rinunciato al piccolo, mentre Michele avrebbe evitato volentieri, per ora, i due avvenimenti dispendiosi, matrimonio e nascita del figlio. Il giorno stesso, Michele pregò il sindaco di avvicinarsi a casa sua, per certificare la nascita del bimbo. Gli fu imposto l’inusuale nome di Igor. Carmela avrebbe voluto che il piccolo fosse battezzato nei giorni successivi, ma il marito, che pure accontentava sempre la moglie nei suoi desideri, su questo fatto era inamovibile: Igor avrebbe deciso lui stesso se e quando venire accolto nella comunità parrocchiale del paese, in assoluta libertà, per Michele la decisione doveva essere solo sua, non si sarebbe opposto se il figlio, una volta in grado di decidere, avesse voluto essere battezzato. Mai prima di allora ad un bimbo nato nel paese venne negata la possibilità del battesimo, e il fatto fece molto scalpore. Ma Michele su questo fatto era risoluto, e la sua vita lavorativa, fino ad allora, aveva subito rallentamenti, per via della voce che circolava in paese che fosse un anarchico. Ma lui non aveva mai espresso quale fosse la sua posizione politica, certo è però, che alcuni suoi atteggiamenti sul lavoro, avevano creato qualche problema ai vari datori di lavoro, e il caporalato esistente in zona non sopportava atteggiamenti che non fossero per lo meno succubi, al sistema creato da secoli di ininfluenza di diritti dei lavoratori. Ma era un ottimo operaio, specie nel difficile campo della potatura degli ulivi, e solo un paio di padroni non volevano la sua presenza sulle loro terre. Nei periodi di inattività, Michele si dava da fare per rendere più vivibile la sua casa, e, cosciente di non essere realmente competente nella pratica di costruttore di case, si faceva aiutare da colleghi di lavoro, anch’essi momentaneamente disoccupati, e sensibilmente più esperti di lui nel settore, verso i quali ricambiava le giornate spese in altri lavori a loro utili, un collaborare tra povera gente che rinsaldava amicizie e intenti. E Igor cresceva, all’ombra di un padre che per certi versi era persino ingombrante, vista la sua personalità che spesso non poteva fare a meno di esporsi, in presenza di ingiustizie in ambito lavorativo; già prima di frequentare le elementari era chiamato il figlio dell’anarchico. Tra i compagni di giochi godeva di un certo carisma, e quando, per esempio, si doveva decidere il da farsi, le sue proposte venivano in genere accolte favorevolmente. E una volta entrato a scuola, Igor dimostrava predisposizione per lo studio, aveva una capacità di assimilare concetti in modo istintivo, come se l’atto di apprendere fosse la sua principale dote naturale. Dimostrava, già dai primi giorni di scuola, una manualità inconsueta per un bambino di quell’età, che si ripercuoteva sulla sua calligrafia, che diventava sempre più bella con l’avanzare degli studi, e osservando la totalità del foglio sembrava di essere di fronte agli scritti di un piccolo cultore di estetica. E per lui era un piacere accontentare genitori e maestra, e non avrebbe mai pensato al gioco, se prima non avesse svolto i compiti a casa che gli erano stati assegnati. In quegli anni, la sua vita domenicale era diversa da quella dei suoi compagni, unicamente per il fatto che non doveva sprecare tempo prezioso per partecipare al catechismo. E se, però, la situazione economica della famiglia era troppo dissimile da quella dei suoi compagni di giochi, questo fatto non aveva avuto alcuna influenza sulla corretta crescita del ragazzino, in una civiltà contadina l’ultimo problema è sempre stato quello di approvvigionamento del cibo, piuttosto a lui pesava un po’ il fatto che le mattinate festive le trascorreva in maniera diversa dai suoi compagni di giochi, e questo fatto lo faceva sentire un po’ diverso da loro. Ma era un ometto in miniatura, responsabile e volitivo in maniera quasi innaturale per la sua età, come se avesse capito già da piccolo di essere chiamato ad una vita di impegno e sacrifici; del resto l’esempio dei genitori era chiarissimo: sempre impegnati e mai in ozio. E quando vedeva i genitori che eseguivano qualche lavoro casalingo, cercava di aiutarli, pur con le limitazioni che la sua giovane età comportava. Era benvoluto pressoché da tutti, maestra, genitori e compagni, anche se i suoi atteggiamenti da piccolo uomo davano fastidio a qualcuno di questi ultimi, che forse provavano una sorta di invidia mal celata. Ma tant’è, veniva considerato dai coetanei un ometto, e quando esprimeva un parere, si faceva silenzio intorno a lui, per cogliere le sue impressioni. Era benvoluto, in particolare, dai due farmacisti del paese, che gestivano insieme, marito e moglie, l’unica farmacia; pur essendo sposati da decenni, non avevano avuto la fortuna di avere un figlio, e consideravano Igor il prototipo del figlio che avrebbero voluto avere, sempre pronto per loro ad eseguire piccoli servizi, ricambiati da una manciata di monetine. Lo invitavano qualche volta a pranzo, e quasi consideravano il ragazzo come facente parte della loro striminzita famiglia. E viste le pessime condizioni economiche dei genitori, gli impedirono di abbandonare la scuola una volta terminate le elementari, assumendosi l’onere di sostenere le spese per la sua istruzione. Michele e Carmela, pur apprezzando la considerazione che i due dimostravano, vedevano ridotti gli aiuti che il ragazzo poteva dare alla famiglia, dato che a quell’età i ragazzi poveri collaboravano secondo le loro possibilità al bilancio familiare, ma non avrebbero voluto mai precludere al figlio la strada che lo avrebbe potuto portato a distinguersi in ambito studentesco, Igor meritava abbondantemente la possibilità che gli veniva offerta. Solo durante l’estate, libero da impegni scolastici, il ragazzino era a disposizione dei genitori per qualsiasi lavoretto si presentasse, e in periodo di mietitura era lui che portava il cibo e l’acqua fresca agli operai. E Michele e Igor, se scoprivano che i farmacisti avevano bisogno di qualche lavoro in casa, si offrivano spontaneamente per la sua esecuzione, ben poca cosa, comunque, se raffrontata all’impegno finanziario che i due erano disposti a sostenere per non vanificare le indubbie capacità del ragazzo. Terminò le scuole medie, e si decise che avrebbe frequentato le scuole superiori a foggia, vitto, alloggio, e spese di istruzione, pagate da loro. Era quasi diventato il figlio che le contrarietà della vita aveva loro negato, loro che non avrebbero avuto nessun problema a sostenerne la sua crescita sia fisica che intellettuale, mettendolo nelle migliori condizioni di portare avanti una vita serena. Divideva una grande stanza nei pressi dell’istituto tecnico industriale di foggia in cui studiava, con due compagni di classe, Marco, di barletta, e Fabio di bisceglie.
Marco, classica aria da intellettuale, occhialini microscopici, magro e alto, il più alto dei tre, figlio di un esattore delle imposte, e Fabio, corporatura normale, sempre alla ricerca di conquiste femminili, come se quella fosse la sua unica missione da compiere nella vita. Era figlio di possidenti agricoli. Igor, intanto, era diventato un bel ragazzo, con capelli inusualmente chiari per essere un Pugliese, portati sempre lunghi, e dagli occhi spruzzati da impercettibili sfumature verdi, che si evidenziavano solo fuori da ambienti chiusi, se scrutati attentamente; aveva interesse solo per la scuola, e non dava troppa importanza ad uno stuolo di compagne che sarebbero diventate volentieri le sue ragazze, se solo avesse avuto la predisposizione di Fabio. E mentre Marco e Igor ottenevano buoni riscontri scolastici, Fabio dedicava allo studio il tempo minimo indispensabile per essere promosso ogni anno, ma solo dopo aver trascorso sui libri l’estate, costretto a rimediare pessimi voti in più di una materia. E la convivenza del terzetto durò per tutte e cinque gli anni dell’istituto superiore. Gli anni che per i tre, ma soprattutto per Igor, sono stati i più significativi, erano il sessantotto e il sessantanove, anni di impegno sociale e politico esasperato, soprattutto il secondo, con gli studenti più politicizzati a dar corso alle proteste di quegli anni, e lui era generalmente in prima fila tra i dimostranti, con il suo impegno di organizzatore, che lo metteva alla pari con gli impegni che gli universitari più motivati, e molto più grandi di lui, dedicavano alla protesta, e che riscuotevano il maggior credito tra gli studenti. Fu fermato più volte dalla polizia, e conobbe la detenzione per qualche giorno, ma evidentemente in possesso, come il genitore, di cromosomi che lo invogliavano a contestare scelte innaturali del potere politico, non abiurò mai le sue convinzioni, e dimostrò di meritare abbondantemente l’antico appellativo che gli avevano affibbiato già da piccolo. Fu coinvolto più di una volta in accese scaramucce con la polizia e gruppi neofascisti, e dovette farsi curare ferite che sanguinavano abbondantemente. E la sua decisione nel portare avanti le proprie idee non passava inosservata, fu invitato più di una volta a far parte di organizzazioni giovanili di partiti di sinistra, sia parlamentari che extra parlamentari, ma non accettò mai in quel periodo di venire coinvolto, dando grande importanza alle sue concezioni che non voleva tradire, e che facevano parte di lui, come una seconda pelle. In quei due anni turbolenti, l’impegno scolastico diventò meno assiduo, ormai era coinvolto dal vento di rinnovamento che soffiava forte, e la generalità dei ragazzi si sentivano parte di un sogno che stavano realizzando, un impegno che mirava a costruire per se stessi un mondo più vivibile. E se fino ad allora aveva scansato con noncuranza l’altro sesso, ora ogni occasione era buona per fraternizzare con esso, e le innumerevoli occupazioni di scuole e università lo vedevano trascorrere le notti accanto a ragazze, che non chiedevano altro a un così bel ragazzo, per giunta dal carisma rilevante. E tra soggiorni e nottate trascorse in improvvisati giacigli all’interno di scuole e università, e qualche sporadica incursione in giacigli altrettanto scomodi in stanze di proprietà dello stato, trascorsero quegli intensissimi anni, le rivendicazioni degli studenti, l’anno successivo, si assopirono, e Igor riprese la sua esistenza rivolta allo studio, si diplomò con il massimo dei voti, e si mise immediatamente a cercare un lavoro adeguato alla sua preparazione scolastica. E arriva finalmente la tanta agognata lettera:
In relazione ai contatti intercorsi, e valutato il suo colloquio sostenuto presso di noi, siamo lieti di comunicarle che potrà prendere servizio presso la nostra azienda a partire dal diciotto corrente mese, in qualità di capotecnico, la invitiamo a prendere contatti col direttore del personale alle ore nove e trenta del giorno precedente.
Il viaggio verso cerignola è di quelli che non si scordano, finalmente avrebbe dato la splendida notizia ai genitori, che forse non per se stessi, ma per la loro naturale emanazione, avrebbero avuto una parvenza di riscatto dalle vicissitudini che la vita aveva finora loro riservato, e Igor cerca continuamente la frase più adatta per l’importante comunicazione, poi decide che basta far ammirare loro semplicemente il foglio ricevuto. Mamma Carmela e papà Michele, alla vista del foglio, sono assaliti da una forte commozione, il loro figlio avrebbe svolto un lavoro adeguato alla sua preparazione, ma soprattutto avrebbe goduto di diritti a loro costantemente negati, presi dalla morsa di consuetudini anacronistiche, che decretavano che i lavoratori precari o stagionali come loro, non potevano pretendere agevolazioni o diritti contemplati dalla legge. Finalmente uno spiraglio di normalità per il loro figlio, di cui loro non avevano mai potuto godere. L’incontro di Igor con i farmacisti è stato anch’esso molto intenso, come se quel giorno fosse uno spartiacque che decretava la fine del loro impegno finanziario verso di lui, e se da un lato erano contenti del fatto che finalmente Igor avrebbe potuto portare avanti in totale indipendenza la sua esistenza, dall’altro mettevano in evidenza il fatto che ormai il loro disinteressato e gradevole impegno verso il ragazzo, doveva cessare. Bene, Igor, ora potrai camminare con le tue gambe, sappi che per noi è stato un piacere darti la possibilità di studiare, e questo foglio che stringi in mano, è per noi una grande gratificazione, dimostra che abbiamo preso la decisione giusta, ma il merito per ciò che hai raggiunto è unicamente tuo.
Non so in che modo potrò ricompensarvi per la bontà che mi avete dimostrato, ma se un giorno aveste bisogno di me, sappiate che per voi sarò sempre a disposizione.
In ambito lavorativo, Igor dimostra di sapersi adattare ai meccanismi produttivi, la sua predisposizione a contestare diviene sempre meno importante, e per forza di cose viene inglobato da meccanismi che necessitano di maturità e scelte decisionali ponderate, lui che dirige un gruppetto di operai, e verso i quali si sente responsabile. Un anno dopo è il principale rappresentante dell’organizzazione sindacale dell’azienda, due anni dopo diviene il segretario della stessa organizzazione in ambito regionale, e ormai diserta spesso il lavoro, impegnato anche a livello nazionale, fa parte infine del ristretto gruppo dirigenziale del sindacato più numeroso d’italia, e ormai la sua figura è abbondantemente conosciuta in tutta la nazione. Il passo successivo è quasi una conseguenza, viene eletto come deputato al parlamento, si licenzia dall’azienda e si dedica per l’intera legislatura al benessere degli operai. L’enorme visibilità che conquista, invoglia il maggior partito di sinistra a candidarlo per rappresentare la nazione in ambito comunitario, passo azzeccato, dato che ottiene di essere eletto con una miriade di voti ben più corposi del minimo necessario.
Nasceva a montappone, nelle marche, in una grande casa del centro, un bimbo destinato a condurre una vita senza sacrifici, almeno economici, dato che i genitori erano proprietari di una florida attività, un’azienda che poteva essere definita una via di mezzo tra industriale e artigianale, industriale perché produceva una grande quantità di cappelli di paglia, artigianale perché la loro realizzazione aveva bisogno di grande manualità, e i processi produttivi meccanizzati, per volere dei proprietari, alla ricerca della migliore qualità, erano ridotti al minimo indispensabile. La festa del battesimo del piccolo Cristiano fu un’occasione da non perdere, e le molte persone che vennero invitate, si sentivano orgogliose del fatto che i genitori avevano pensato a loro. Gli innumerevoli parenti della coppia, amici e conoscenti, i più importanti rappresentanti della comunità paesana, e tutte le persone che ruotavano a vario titolo intorno all’attività produttiva, operai compresi, erano onorati di partecipare alla grande festa. Non mancavano alcuni politici regionali, visto che il padre di Cristiano, Romano, intratteneva rapporti costanti col maggiore partito di centro italiano, condizione necessaria per gestire al meglio i processi commerciali che una così rilevante produzione comportava. La madre, Lucrezia, portava avanti con competenza la gestione dell’ufficio, ma il suo ruolo principale era quello relazionale, era forse più conosciuta del marito stesso, in quanto a contatto continuo con i rappresentanti commerciali dell’azienda stessa, e con chi poteva essere utile per la diffusione dell’immagine aziendale. Si dava un gran da fare per la buona riuscita della festa, e trascorreva il suo tempo durante la stessa, a far sentire a proprio agio tutti gli invitati. Ma naturalmente il personaggio principale dell’evento era Cristiano, carnagione chiara, occhi scuri e capelli castani, paffutello e stranamente a proprio agio tra quella moltitudine chiassosa di sconosciuti. Ancora non lo sapeva, ma il fatto di stare continuamente a contatto di molte persone sarebbe diventata per la sua infanzia, pratica ricorrente; una, due volte la settimana, mamma Lucrezia organizzava cene e rinfreschi nella loro villa, dato che l’aspetto relazionale aveva grande importanza per la diffusione di ciò che producevano, ed era sempre impegnata in qualsiasi evento che il paese registrava, feste, sagre, e avvenimenti vari, sempre in prima fila. L’azienda era il principale sponsor di qualsivoglia manifestazione, sia essa sportiva o di altro genere, e non mancavano mai in tutti gli eventi paesani, grandi striscioni e manifesti che ricordavano a tutti la grande rilevanza dell’azienda. Una strategia corretta, un modo di propagandare il prodotto ottenuto, consentivano alla famiglia di avere grandi disponibilità finanziarie, e per diversificare le entrate, in pochi anni, misero su altre due realtà produttive, la prima era una piccola industria di confezionamento di scarpe da lavoro, che con l’andar del tempo acquisivano fama di essere indistruttibili, anche se dai prezzi non proprio abbordabili, ma dalla fattura eccellente. E, date le conoscenze politiche di cui i genitori disponevano, il maggiore acquirente del nuovo prodotto divenne lo stato. L’altra attività in cui la famiglia aveva deciso di cimentarsi, era la produzione di vino. Hanno acquistato ad un ottimo prezzo, un appezzamento di terreno, che hanno destinato alla viticoltura, e dopo qualche anno costruito una piccola, ma funzionale cantina, e anno dopo anno la loro produzione, spinta da campagne pubblicitarie spietate, ha acquisito grande visibilità prima in italia, poi a livello più globale; nel corso del tempo l’attività agricola divenne la più importante delle tre, soprattutto dal punto di vista della riconoscibilità aziendale, tre attività portate avanti con marchi simili tra loro, e riconoscibili come appartenenti alla stessa famiglia. Uno spendere risorse per uno qualunque dei tre marchi che di riflesso portava benefici anche agli altri. Cristiano cresce in questo ambiente, non ha modo mai di vedere i suoi genitori rilassati o in ozio, sempre in attività, e si sa, l’esempio dei genitori, si ripercuote sui futuri comportamenti del fanciullo, la sua infanzia è equiparabile alla vita dei genitori, anche lui con poco tempo a disposizione per l’attività più naturale a cui possa aspirare un bambino, il gioco. Ma non si può dire che Cristiano non giocasse, piuttosto non riesce a cogliere l’aspetto rilassante che il muoversi senza regole comporta; è infatti impegnato costantemente in corsi di innumerevoli discipline sportive, seguito da ottimi istruttori, eccelle nel nuoto e negli scacchi. Ma non ha accanto a sé, a parte i genitori, persone che diano una parvenza di continuità alle sue frequentazioni, e i corsi si susseguono a ritmo continuo, e quando entra in relazione con amichetti, subito deve abbandonarli per seguire un ennesimo corso, non riesce così a considerare nessuno dei ragazzini che frequentano con lui i vari corsi, come un amico, perché costretto ad abbandonarlo prematuramente. E all’età di sei anni la sua vita viene ancora stravolta, e se almeno i luoghi frequentati finora erano pressoché gli stessi, ora deve fare i conti con ambienti completamente diversi dalla realtà paesana, e viene spedito in svizzera, per frequentare una scuola di elite. La sua giovane età non gli consente di valutare attentamente cosa ne stia facendo del suo tempo, ma finalmente potrà frequentare compagni in maniera continuativa, e pur con le indubbiamente negative variazioni di stile di vita, ora potrà decidere di considerare amico qualcuno dei suoi compagni. Entra in relazione con un amichetto proveniente dalla germania, Otto, discendente da un’antica famiglia di finanzieri che per secoli hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel nostro continente. Anche lui ottimo giocatore di scacchi, trascorrono gran parte del loro tempo libero perfezionandosi in quella difficile disciplina, e quando entrambi partecipano ai vari campionati di categoria ottengono lusinghieri risultati, fino a rappresentare le rispettive nazioni ai campionati continentali e mondiali della loro fascia di età. Anche Otto eccelle nell’altra disciplina preferita da Cristiano, il nuoto, e così nasce tra i due un senso di appartenenza alle stesse attività, che rafforza la loro amicizia. Il loro diventa un cammino parallelo, frequentano nella stessa struttura le scuole medie, e sembra quasi che gli interessi di entrambi coincidano in maniera innaturale, i progressi sportivi vanno di pari passo, ed entrambi in poco tempo parlano correntemente quattro lingue: italiano, tedesco, inglese e francese. E se le varie attività che portano avanti li fa sentire uniti, come se il caso abbia decretato che le preferenze di entrambi si debbano indirizzare verso gli stessi obiettivi, in un altro campo le loro preferenze comuni li portano a contrastarsi in maniera persino cattiva. Quando frequentano i primi anni del liceo, in un’altra struttura elvetica, che consente loro di studiare per la prima volta a contatto con l’altro sesso, l’uniformità di preferenze che finora li ha accomunati, ora fa valutare l’amico come un possibile concorrente. Ad entrambi piace la stessa ragazza, Louise, Parigina, discendente di una dinastia di editori tra i più importanti della nazione francese, una dinastia che ha fatto della cultura un vero e proprio business, ma non è quello il motivo che attrae i due, bensì quello più coinvolgente che decreta che la ragazza è la più affascinante tra le compagne di scuola. Alta, slanciata, forse troppo magra, viso minuto che fa sembrare come sensibilmente troppo grandi labbra e occhi, che però concorrono a dare fascino all’intera figura, movimenti aggraziati che derivano dalla sua predisposizione al balletto classico, disciplina che frequenta assiduamente, e che si rivela essere l’attività che predilige in assoluto. Brava anche nel nuoto, sport che la vede spesso in compagnia dei due amici, e si forma così, anche lontano dalle piscine, per esempio sui campi sciistici, un sodalizio a tre che sembrerebbe indistruttibile, con i due maschi impegnati ad ottenere per se stessi le grazie della ragazza, e lei a pavoneggiarsi tra due galletti che non chiedono altro che venire scelti, a scapito dell’amico. Louise, dopo anni di corteggiamenti, alla fine sceglie Otto. I tre, compiono gli studi universitari a stretto contatto, nel più importante ateneo inglese, e si laureano ripetutamente entrambi avvicinandosi al massimo dei voti, Cristiano si specializza in varie discipline politiche, Otto ottiene varie lauree in ambito economico e finanziario, mentre Louise ottiene due lauree, una in ambito scientifico, l’altra in scienze della comunicazione. Tornano tutti e tre nelle lussuose case che li hanno visti nascere, ma si tengono costantemente in contatto, la loro amicizia non verrà certo dispersa. Una volta rientrato a casa, Cristiano si dedica unicamente a portare avanti l’azienda agricola, lasciando l’onere di gestire le altre due attività ai genitori, impegni di cui si disinteressa, convinto che disperdere in mille rivoli il proprio impegno è controproducente. Ma non è controproducente, però, il dedicarsi alla professione per la quale si è laureato, e fa la spola tra le marche e roma, ma non solo, nella capitale ha ottenuto importanti incarichi dal ministero degli esteri, e segue l’evolversi dell’attività dei vari consoli e ambasciatori in giro per il mondo. Pian piano la sua disponibilità a portare avanti la gestione dell’attività agricola, subisce ridimensionamenti, per via del sempre minore tempo che le può dedicare, e diventa quasi un hobby per lui, anche se quando è a contatto con la natura, si sente molto più rilassato che quando deve dirimere beghe internazionali. Forte delle conoscenze acquisite, e di quelle conquistate dai genitori, viene candidato al parlamento, e viene eletto senza difficoltà di sorta; alla fine della legislatura, viste le sue competenze, viene candidato alle elezioni europee, viene eletto anche in quelle importanti consultazioni, ed entra a far parte del nutrito gruppo parlamentare dei popolari europei.
Oristano, nasceva in una centralissima casa della cittadina, una bimba a cui venne imposto il nome di Libera. La famiglia era forse la più in vista dell’importante centro agricolo della sardegna, in quanto nonno e genitore hanno rappresentato le popolazioni di quella produttiva zona in parlamento, e il loro impegno verso di esse aveva portato benessere e scelte favorevoli. A volte l’economia di una zona, se non ben rappresentata a livello politico, stenta a decollare, pur in presenza di condizioni di sviluppo economico favorevoli, ma finora il grosso centro ha beneficiato dell’impegno dei due onorevoli, che nel corso dei decenni, hanno favorito processi di sviluppo impensabili per altre zone dell’isola. Naturalmente la festa del battesimo della piccola Libera era un’occasione da non mancare, messa in risalto dai quotidiani locali, e la grande sala in cui si svolse, era affollata da personalità rilevanti sia in ambito isolano che continentale. Mamma Vitalia si dava un gran da fare per far sentire a proprio agio gli invitati, altrettanto faceva il marito Efisio, che intratteneva soprattutto le personalità politiche, alcuni sottosegretari nazionali e sindaci dei paesi limitrofi, rappresentanti di economie che ruotavano attorno al capoluogo, capoluogo di fatto, ma non formale. Infatti in quel periodo lui si stava battendo per dimostrare che oristano meritava più considerazione in ambito amministrativo isolano. Lui era viceministro, una carica che si era conquistato per la sua competenza e per l’enorme seguito che aveva nella zona; in passato è stato sindaco del centro dell’alto campidano, rivelandosi un difensore delle istanze della popolazione, in tutti i settori, ma con l’impegno rivolto soprattutto verso le popolazioni rurali, un bacino di voti, che come tutti gli altri beneficiava delle grandi opportunità di sviluppo che i tempi favorevoli consentivano, e che risultava, allora come adesso, l’economia trainante della zona. È facile fare il politico in situazioni generali che consentono progressi, e il suo impegno si è sempre indirizzato verso il favorire la nascita di realtà produttive, in controtendenza alla pratica imperante in tutta la nazione di cercare voti di scambio, con concessioni che non annoveravano l’evoluzione economica, bensì atteggiamenti sospetti che decretavano che elargire risorse a destra e a manca, era molto più immediato e redditizio in termini di consenso. La popolazione rurale gli ha sempre dato atto che il suo approccio a tali problematiche risultava corretto, e la gente dei campi non dimentica facilmente chi lavora per il proprio benessere. Gli auguri per la nuova nata si sprecavano, e la frase più ricorrente era tipicamente sarda, evidenziava l’auspicio più corretto che si possa fare ad una nuova vita, che si appresta a percorrere le strade spesso problematiche che la nostra esistenza è chiamata ad affrontare:
Crèsci manna e bona.
Vi auguriamo che cresca bene e in salute, ma soprattutto buona di carattere.
Le premesse c’erano tutte, infatti Libera cresceva in salute ed evidenziava bontà d’animo già da piccola. Il suo carattere, crescendo, risulta persino troppo deciso, fatto che in sardegna è apprezzato in particolar modo, evidenzia però una predisposizione a mettere in dubbio qualunque affermazione, che da un lato è indice di intelligenza e curiosità per i fatti della vita, dall’altro, a parere dei genitori, potrebbe essere controproducente per l’attività che è destinata a seguire, quella di ripercorrere le strade tracciate da padre e nonno. Tutta la sua educazione è rivolta verso quell’obiettivo, e viene scelto di farla studiare nelle scuole pubbliche della cittadina, in controtendenza alla pratica usuale messa in atto dalle famiglie in vista, di far studiare i loro figli in collegi privati. Seppure i risultati scolastici sono buoni, per lei la scuola non è l’attività che predilige, preferisce ogni giorno fare i compiti assegnati a casa, in maniera sbrigativa, e dedicare la maggior parte del suo tempo a giocare con le compagne, e scorrazzare per la città o per la periferia in tutta libertà, confermando che la scelta di assegnarle il nome che porta, è stato estremamente corretto, un vero maschiaccio. Ma la sua attenzione a scuola è ai massimi livelli, e per questo i buoni risultati non latitano, ha scoperto la strategia giusta per ottenere risultati senza eccessivi sforzi. A vederla, non sembrerebbe che discenda da una famiglia importante, sempre a contatto con ragazzi e compagne dalle più disparate condizioni economiche, per questo riceve spesso delle critiche dai genitori, che evidentemente vogliono separare in maniera netta l’aspetto pubblico da quello privato. Ma Libera, per sua natura, recepisce qualunque consiglio in maniera personale, deve soppesarlo e valutarlo secondo la sua sensibilità, e il carattere che salta fuori da quegli atteggiamenti, risulta per lo meno poco convenzionale. Seppure con qualche eccesso, la sua vita scorre tranquilla, i genitori hanno capito che sarebbe inutile imporre troppo spesso modi comportamentali condivisi, ad una ragazza che già da piccola faceva del libero arbitrio la sua filosofia di vita. Vorrebbero fargli frequentare attività parallele alla scuola, ma lei sa come trascorrere il suo tempo libero, e rifiuta qualunque proposta imposta. Terminati i compiti a casa, esce con gli amici, per compiere l’attività che gli piace maggiormente, scorrazzare libera per la città. La domenica, invece, il gruppo forma una comitiva in bicicletta, e dedica tutto il giorno a visitare le località interessanti, di cui questa zona abbonda: la splendida penisola del sinis, che comprende il caratteristico borgo di cabras, abitato per lo più da pescatori, che traggono risorse dal pescoso stagno dal nome omonimo, con la vendita dei grossi muggini, e dal prelibato prodotto che si ottiene dalle loro uova, la classica bottarga, che sarebbe la versione sarda del caviale. Ma la penisola ha altre località di grande interesse, in primis i resti molto ben conservati della antica città fenicia e romanica di tharros, l’agglomerato di san Salvatore, costruito dall’industria cinematografica per la realizzazione nostrana di film western, la minuscola palude di sale porcus, dove si possono ammirare una moltitudine di fenicotteri rosa, la caratteristica spiaggia di is arutas, composta da piccole pietruzze traslucide, che risultano spettacolari alla vista, e non dalla comunissima sabbia, di fronte ad un’isoletta denominata erroneamente mal di ventre, traduzione che i piemontesi le hanno assegnato equivocando la dicitura sarda malu entu, che significa del vento infido. Le loro escursioni estive contemplano le spiagge di santa Caterina, e s’archittu, mentre la loro voglia di stare a contatto con la natura viene soddisfatta da intere giornate trascorse in vari boschi presenti in zona, a seneghe, santu lussurgiu, e nell’altopiano della giara di gesturi. Non possono mancare le gita verso il paese gramsciano di ghilarza, e verso borghi dall’economia essenzialmente marinara, quello di bosa, a nord, e quello di marceddì, a sud. E quando decidono, d’estate, di trascorrere molto tempo nella stessa località, piazzano le loro tende in un ambiente incontaminato, capace di soddisfare sia la loro voglia di natura che di mare: l’ampia zona denominata costa verde. Una volta assolto l’obbligo di frequentare la scuola media, Libera deve decidere cosa ne farà della sua vita, e in quel periodo nascono in famiglia accese discussioni su quale scuola superiore frequentare, i genitori lo spingono verso la scelta di una scuola prestigiosa, mentre la ragazza preferirebbe un istituto professionale, che gli consenta di entrare presto nel mondo del lavoro. Per ovvie ragioni, i genitori non approvano quella scelta, convinti che spetti a loro decidere la futura professione della figlia, per fare il politico servirebbe la formazione in un liceo classico. Ma la ragazza non sopporta che le decisioni per se stessa siano prese da altri, e alla fine ottiene di frequentare un istituto professionale, con indirizzo formativo turistico, le piacerebbe lavorare come barista, o come cuoca. Già dal primo anno, una volta promossa, si impegna a trovare un lavoro adeguato alla sua futura professione, e lavora per tutto il corso delle vacanze, in un prestigioso centro vacanze. Ciò avviene anche negli anni successivi, e con la qualifica che ottiene una volta terminati gli studi, e l’esperienza lavorativa acquisita, non ha difficoltà a trovare lavori un po’ dappertutto nell’isola. Sceglie continuamente strutture prestigiose, che gli consentano di acquisire sempre maggiore professionalità, e rendere il suo curriculum estremamente interessante. Papà Efisio, e mamma Vitalia, sono disposti a finanziare un eventuale progetto scelto da Libera, spingendola verso un’attività in proprio, ma lei afferma che dovrà costruirsi la sua vita unicamente con le sue forze, e rifiuta la disponibilità dei genitori, Inoltre ha l’esigenza di aumentare le sue competenze nel settore, continuando a lavorare in strutture prestigiose, alle dipendenze di autentici professionisti, dai quali impara i fondamentali trucchi che la porteranno a fare della sua professionalità un’eccellenza. Quando si parla della caparbietà dei Sardi, non è solo frutto di fantasia! Dopo anni di bene accetti sacrifici, decide che è venuto il momento di dar corso alla sua predisposizione per la ristorazione ad altissimi livelli, e apre il più prestigioso dei bar nel posto più esclusivo che esista al mondo, in costa smeralda, nella piazza principale di porto cervo. L’affitto è caro, ma gli introiti sono da capogiro; tra i suoi clienti figurano personaggi rilevantissimi, capi di stato, politici internazionali dalla grande rilevanza, teste coronate, sceicchi che non sanno dove mettere tutti i soldi accumulati, imprenditori e manager, e il fior fiore della finanza internazionale. Inutile dire che le mance superano di gran lunga il già salato conto. È ben voluta da uno sceicco che trascorre a bordo del suo panfilo buona parte dell’anno, in sardegna, evidentemente innamorato delle bellezze naturali che l’isola offre, e quando decide di dare una festa sulla sua imbarcazione, sceglie Libera per portare avanti l’evento. Resta così soddisfatto dalla esclusiva professionalità che la ragazza riesce a mettere in campo, che alle successive, ricorrenti feste, delega sempre lei per la loro organizzazione. Pian piano, la sua competenza salta agli occhi di tutti gli invitati, che seguono l’esempio dello sceicco, quando decidono di tenere feste, cene o rinfreschi, e molti degli eventi più esclusivi del pianeta vengono organizzati da lei. È tempo di abbandonare la professione di barman, e diventare una vera e propria organizzatrice di eventi esclusivi, in giro per il mondo, in poco tempo impara a parlare svariate lingue, come se avesse una predisposizione naturale alla loro rapida assimilazione. Conosce così tutte la personalità che decidono i destini del pianeta, stabilisce la sua residenza abituale a dubai, ma non disdegna soggiorni nelle principali capitali mondiali, sempre in viaggio, e sempre in attività. Naturalmente tra i cibi e le bevande che predilige presentare, non possono mancare le più rinomate espressioni della gastronomia sarda, e accanto al caviale russo, come in una sorta di confronto, sistema piatti di bottarga, che non ne esce quasi mai sconfitta. La sua collezione enologica accosta a pregiatissimi vini francesi e italiani, una selezione di autentici capolavori della sua terra, meno importanti unicamente perché meno conosciuti. Accanto a nomi come chardonnais, ramandolo, merlot, e chianti, solo per fare alcuni esempi, i potenti del pianeta imparano a memorizzare nomi tipo cannonau, carignano, monica, o vermentino. E la società dei potenti, impara ad apprezzare anche prodotti finora sconosciuti, non manca mai una nutrita collezione di dolci isolani, scelti con cura tra le migliori realtà artigianali dell’isola, ottengono grandi apprezzamenti tra i distillati, anche filu’e’ferru e mirto. Ma quando si devono organizzare cene meno raffinate o informali, ma più coinvolgenti, i potenti del pianeta, scelgono di gustare il maialetto arrosto, cotto da lei stessa, e vari emiri e rappresentanti della cultura musulmana, pur essendo inizialmente contrari a simili pietanze, pian piano si fanno coinvolgere dai giudizi espressi, e non disdegnano di assaggiare pure loro una simile prelibatezza. Come per quietare la loro coscienza chiamano il maialetto con vari nomi di fantasia. Più di una volta, ha dovuto organizzare feste e cene avendo poco tempo a disposizione, ma per chi ha i soldi, non esistono problemi, e un jet privato è sempre a disposizione di Libera per approvvigionarsi delle pietanze che sceglie di presentare, da qualsiasi parte del mondo provengano. Accetta di organizzare solo eventi in cui ha ampi margini decisionali, e in genere chi li commissiona viene tenuto all’oscuro delle pietanze che verranno presentate, e accanto al piacere di assaggiare prelibatezze, si accompagna il gusto della sorpresa. Accanto all’indiscutibile stile che mette in campo nella sua professione, possiede una classe del tutto personale di proporsi, e in breve viene accolta nel mondo dei potenti anche come amica personale di alcuni di loro. Non sempre i potenti hanno la predisposizione ad emarginare chi non appartiene al loro mondo, e qualcuno dà molto risalto alla personalità di chi potrebbe meritare la loro compagnia. Conosce così a fondo i modi di ragionare della classe che governa il mondo, così dissimile dai valori contadini che ha accolto da bambina, e in genere giudica innaturali e incomprensibili certi discorsi che è costretta a sentire, e spesso esprime valutazioni troppo dissimili da quelle esposte. Non capisce la determinazione che persone indubbiamente raffinate, e dalla cultura obiettivamente superiore, mettono in campo per evidenziare la loro potenza, sia essa politica o patrimoniale; persone che secondo lei hanno dimenticato i veri valori della vita, e forse non per colpa loro, ma per la formazione che hanno ricevuto, costantemente indirizzati ad accumulare beni e potenza che le risultano effimeri. Ma tant’è, a furia di frequentare assiduamente quei personaggi, anche lei assimila parzialmente concetti che fino ad allora gli erano estranei, ed in qualche modo ripudia inavvertitamente il nome che le è stato assegnato. Frequentare personaggi così rilevanti, porta indubbi vantaggi, il lavoro non le pesa affatto, e quando deve organizzare eventi, lo fa in scioltezza, trascorre più di una giornata, ospite di riguardo delle prestigiose ville o panfili in cui verranno realizzati; la sua esistenza, ora, si può definire dorata, sia in termini di immagine personale, che di riscontri economici, e non rimpiange l’eventuale vita che avrebbe condotto secondo la strada che le avrebbero volentieri imposto i suoi genitori. Con la sua professione viene a contatto in modo continuativo con chi effettivamente governa il pianeta, e non solo con chi avrebbe preso decisioni in ambito nazionale. Un giorno viene invitata per una breve crociera a bordo del suo yacht, da uno sceicco di dubai, che si considera suo amico personale, e che apprezza i suoi modi di esporre concetti spesso dissimili dai propri, gli rende nota una situazione che ben poche persone al mondo conoscono: esiste un’organizzazione invisibile alla totalità delle persone, che decide i destini del pianeta, è composta da qualche centinaio di personaggi potenti, provenienti da tutto il mondo, e da qualunque espressione che il genere umano riesce a mettere in campo, ne fanno parte in maniera costante un rappresentante di ciascuna delle famiglie di finanzieri e banchieri tra i più facoltosi, rappresentanti delle maggiori industrie multinazionali, generali dei più disparati eserciti che appestano il pianeta, giornalisti ed opinionisti insospettabili, editori, scrittori ed artisti che vanno per la maggiore, scienziati, e un certo numero di premi nobel, più una nutrita schiera di politici e dittatori, o loro rappresentanti, che governano da lungo tempo le loro nazioni.
Mi fido di te perché so che riesci a tenere un segreto, e ti invito formalmente a partecipare ad un progetto internazionale, planetario, ho intenzione di esporti altri elementi, altrimenti, se non accetti, il discorso si esaurisce qui, sappi che ogni decisione strategica a livello mondiale viene presa dal nostro gruppo, se vorrai partecipare verrai a conoscenza delle decisioni passate e future che hanno generato e genereranno i più rilevanti avvenimenti che la storia recente dell’umanità ha vissuto, e quelli in preparazione. Sappi che persone scelte come abbiamo scelto te, sono in numero irrilevante, una decina in tutto il mondo, ma di cui abbiamo bisogno per conoscere il parere di persone provenienti dal popolo, e per evitare decisioni che a noi possono sembrare corrette, ma che la gente non approverebbe, una sorta di assistenti contrari che hanno il solo scopo di evitare scelte disastrose per il genere umano, e seppure verrai a contatto di personaggi molto più influenti di te, sappi che il tuo parere verrà preso nella massima considerazione, e avrai anche un minimo di potere decisionale, esattamente uguale a quello di tutti gli altri.
Non ci penso su nemmeno un minuto, la mia curiosità mi invita ad accettare, si, farò parte del vostro gruppo.
Ti avverto che non dovrai divulgare nemmeno una virgola di quello che si discuterà, in caso contrario l’organizzazione è in grado di raggiungerti in capo al mondo. Ogni mese, per qualche giorno, ci riuniremo, tu ne farai parte per tutta la vita, avrai poteri decisionali equiparabili a quelli di ciascuno di noi, e per noi sarai quasi più importante di capi di stato e di governi, che parteciperanno solo quando detengono quei poteri, non è detto che loro faranno parte per sempre dell’organizzazione. Ed in ogni caso verranno messi al corrente solo delle decisioni che sceglieremo noi stessi di divulgare loro, mentre tu parteciperai in pianta stabile a tutte le riunioni; per qualsiasi tua esigenza, anche non inerente al progetto, noi siamo a tua completa disposizione, come lo sarai tu verso chiunque di noi che abbia bisogno del tuo aiuto. Ti faccio un esempio: ammettiamo che tu, per esigenze anche personali, o per fare un piacere ad una persona amica, abbia bisogno urgente di un aereo che ti porti all’altra parte del mondo, ebbene, questo è a tua completa disposizione, ed in tempi brevissimi, senza spese da parte tua; oppure, tanto per farti un altro esempio, se ti servono urgentemente capitali, per un tuo progetto, anche molto dispendioso, avrai accesso a qualunque cifra, che ti metteremo a disposizione in tempi rapidissimi, direi istantaneamente; la disponibilità di denaro, per noi, è il problema meno rilevante che esista, perché primo, si tratta per noi, ma solo per noi, di un bene virtuale, che può essere variato sia in termini di valore che di consistenza, a nostro piacimento, si tratta di rifornirci solo di carta e inchiostro, secondo perché le nostre casse sono fondamentalmente inestinguibili, anche senza questa opzione, e abbiamo la disponibilità quasi totale degli elementi che concorrono alla sua stampa e diffusione. Mi spiego meglio, se a noi, per qualsiasi motivo, strategico o meno, facesse comodo che una parte del mondo entrasse in crisi economica o politica, ebbene abbiamo gli strumenti, soprattutto finanziari, ma non solo, per creare situazioni sfavorevoli; e ti dirò di più, possiamo persino modulare tali azioni ai livelli che più ci fanno comodo. Ma non credere che siamo un’organizzazione delinquenziale, che pensa solo al profitto, al contrario, sappiamo prendere decisioni favorevoli anche al benessere dei popoli, ma non ci fermiamo di fronte a nulla se lo riteniamo necessario.
Il grande ambiente che accoglie i rappresentanti comunitari eletti, sfavilla di luci, e accanto agli abiti grigi o scuri dei deputati, non spiccano colori stemperati dal candore delle loro camicie. Abiti pressoché simili nei colori e nella fattura, si distinguono tra loro unicamente per i diversi colori delle loro cravatte, ma se gli onorevoli dimostrano di vestire in modo uniforme tra loro, le signore rappresentanti comunitarie fanno sfoggio di abiti dalla fattura esclusiva e dai mille, diversi colori, abiti firmati dai più importanti stilisti. In qualche modo si distinguono, tra i signori onorevoli, un gruppo che veste in maniera uniforme, con in bella vista una più o meno sgargiante cravatta dalle mille tonalità di rosso, accompagnata in qualche caso da un fazzoletto dello stesso colore, sistemato bene in vista nel taschino superiore della giacca. Igor vede per la prima volta quella che comunemente la gente pensa sia la sala dove si prendono decisioni per tutto il continente, visto che pian piano l’assemblea comunitaria sta togliendo spazi decisionali ai singoli governi nazionali. Non può mancare di completare il suo abbigliamento, una cangiante cravatta rossa, che obiettivamente potrebbe sembrare ai più di cattivo gusto, denoterebbe mancanza di sensibilità estetica, ma a lui questo non interessa, vuole che non ci siano dubbi sulle sue concezioni politiche, e non ha perso un attimo di tempo ad evidenziare ciò, il suo primo atto formale è quello di iscriversi al gruppo dalle cravatte dello stesso colore. Se bastasse il colore delle cravatte a decretare l’impegno verso le classi più disagiate del continente, allora si potrebbe ipotizzare che le cose in questo grande e importante pezzo di mondo, subirebbero una svolta significativa, e verrebbero abbandonate pratiche ricorrenti, che da un lato propagandano al massimo, provvedimenti a favore della povera gente, ma dall’altro, in maniera meno appariscente, si approvano disposizioni volte a scavare ancora di più il solco tra le classi. Il gruppo delle cravatte uniformi, a prima vista, sembrerebbe il più numeroso, e certo tra i suoi componenti non mancano persone che decideranno per il bene dei poveri, ma non è certo che la stragrande maggioranza del gruppo, non venga in seguito coinvolto in iniziative contrarie ai propri stessi principi. Le riflessioni di Igor sono indirizzate proprio in quel senso, mai si sognerebbe di approvare provvedimenti che giudica in maniera negativa, ma dovrà stare attento a leggere tra le righe delle risoluzioni che verranno approvate, è ben conscio che la fantasia linguistica dei politici, non pone limiti di ambiguità, e un provvedimento che sembrerebbe giusto, potrebbe nascondere fini nascosti. La stessa strategia, che giudica corretta, di dare sempre più importanza a organismi comunitari a scapito dei poteri decisionali di ogni singola nazione, potrebbe portare, col tempo, a squilibri in qualche nazione più disagiata di altre, e siccome l’europa non è composta da nazioni dalle strutture economiche e sociali uniformi tra loro, qualcuna di esse potrebbe essere penalizzata da decisioni prese in favore di nazioni economicamente più potenti. E se la sua formazione politica e culturale dà grande importanza a concezioni internazionalistiche, cardine su cui poggia tutta la filosofia del popolo dalle cravatte rosse, dogmatizzata a suo tempo da personaggi illustri, dovrà per forza di cose valutare, quanta influenza può avere acquisito il variare nel corso del tempo, di situazioni sociali nuove ed equilibri politici recenti. Secondo lui, la strada comunitaria tracciata a suo tempo, era corretta, ma i cambiamenti sono avvenuti in maniera troppo lenta, e non sono ancora terminati, e accanto ad una sovranità monetaria condivisa, possono crearsi disparità di occasioni tra nazioni dall’economia differente. Ed è ancora lungi da compiersi il reale obiettivo dell’unione politica, base essenziale per giustificare obiettivi finanziari comuni, strategie sociali condivise, e sviluppi dei vari settori produttivi modulabili, a seconda delle esigenze di ciascuna nazione. Ma nel nome dell’internazionalità, parola che gli è tanto cara, si potrebbero, a suo giudizio, avallare inavvertitamente anche concezioni che non approverebbe del tutto. Durante la cerimonia di insediamento dell’assemblea comunitaria, Igor conosce tante personalità sia Italiane che straniere, ed entra volentieri in contatto anche con persone dalla cravatta di diverso colore, in fondo, ha sempre pensato che la politica sia confronto tra cervelli che pensano in maniera non uniforme, guai se non fosse così, è necessaria concertazione, tanto più che alle diverse visioni storiche di ciascuno, si accompagna la diversa formazione personale, di gente che proviene da nazioni e ceti sociali completamente dissimili tra loro. E non sa quale potrebbe essere la sua capacità decisionale corretta, dato che deve considerare che è stato messo su quella poltrona, per difendere interessi nazionali, ma allo stesso tempo favorire processi comunitari che decreteranno, per forza di cose, un ridimensionamento delle varie sovranità, dovrà barcamenarsi tra situazioni ambigue, proprio lui che finora ha condotto la sua azione politica, in maniera pienamente cosciente di dover indirizzarla verso la diminuzione della forbice che separa le classi sociali, tenendo ben presente l’antico assunto, che decreta che il fine ultimo, per persone dalla formazione politica simile alla sua, è la sparizione di classi, caste e privilegi. Il fatto che lui provenga dalla categoria di persone più miserevoli che esista, quella che deve mettere giornalmente insieme il pranzo con la cena, lo spinge però, ad avere un fine insindacabile, quello di favorire scelte indirizzate alla povera gente, e lottare per quel semplice obiettivo. Qualunque legge che vada in direzione contraria, internazionalismo o meno, interessi nazionali, e direttive di partito, devono avere rilevanza minore. Alla fine della cerimonia dell’insediamento dei nuovi rappresentanti, nella quale ha la prima, sgradevole sorpresa, in quanto ha dovuto giurare di fare gli interessi comunitari in italia, e non viceversa, viene avvicinato dal segretario del suo partito, un uomo sulla sessantina, vestito come tutti in maniera impeccabile, l’abito naturalmente firmato da un grande stilista, al contrario di quello che porta lui stesso, occhialini dalla montatura non dorata, ma d’oro, e dal ferma cravatta dello stesso materiale, evidente in maniera eccessiva, e con un grosso difetto che salta subito agli occhi di Igor: ha scelto una cravatta rossa, si, ma dai toni smunti, non certo cangiante come la sua. Gli dà appuntamento presso uno dei più esclusivi ristoranti di strasburgo, raccomandandogli di non mancare perché dovranno discutere di importanti scelte future. Di fronte ad un incredibilmente grande vassoio di ostriche, sistemate sul tavolo a disposizione di entrambi, Igor si sente un po’ a disagio, essendo questa la prima volta che può disporre di una così pregiata pietanza, e aspetta le mosse del segretario, sia in termini di possibili, importanti comunicazioni, sia in relazione al corretto comportamento verso i poveri molluschi.
Abbi la pazienza di ascoltarmi, il discorso che ti devo esporre non è affatto semplice, ed ha bisogno della massima attenzione; come ben sai ti ho favorito inserendoti nella lista di candidati per il parlamento comunitario che, al giorno d’oggi, è immensamente più importante dei nostri due rami decisionali, il partito ha da tempo decretato che gli elementi più validi devono essere candidati a strasburgo, e non a roma, che sta perdendo capacità decisionali. Le strategie generali del vivere civile, ormai vengono più che decise, imposte, a roma, in maniera persino troppo evidente, ma ti assicuro, anche qui, penso che te ne sarai reso conto da tempo, il fatto che i vertici di quasi tutti i partiti decidano autonomamente chi li rappresenterà nei vari parlamenti, ne è una chiara dimostrazione, e tu stesso, per essere candidato, non hai dovuto subire giudizi preventivi dai nostri elettori, anche se obiettivamente devo riconoscere che il seguito in ambito sindacale che hai, è rilevante, e i voti ottenuti in queste elezioni europee dimostrano che quando abbiamo pensato a te non sbagliavamo. Considera ancora un elemento che a parer nostro è rilevantissimo, la gente più che dimostrare capacità decisionali, come sarebbe giusto in una democrazia evoluta, si fa trascinare da campagne mediatiche indirizzate verso obiettivi che decretano che lo sminuire fattori culturali sia più producente che assecondarli. Dimentica per un attimo che molti miei predecessori ambivano ad una elevazione culturale e scolastica della gente, convinti che maggior cultura avrebbe consentito per noi riscontri elettorali maggiori, bene, oggi non è più così; avrai notato che in passato ogni partito era sorretto dalla personalità rilevante del suo segretario, e il suo carisma era funzionale ai buoni risultati elettorali; anche questa condizione oggi è mutata, in quanto hanno acquisito maggiore rilevanza logiche di frammentazione, e ogni segretario rappresenta solo una parte del partito, e non sempre la più numerosa, cariche scaturite per lo più da un sottile gioco di compromessi; considera un altro dato di fatto, che contrappone le modalità del passato alla ricerca di consensi, con i candidati impegnati ad avere contatti diretti e continuativi con i propri elettori, con comizi e riunioni che davano importanza agli aspetti obiettivamente più importanti del corretto agire politico, la difesa di interessi sociali, e il contatto diretto con gli elettori, bene, ora non è più così, e seppure non sono spariti i classici comizi, e le varie manifestazioni create ad arte, ogni candidato che abbia un minimo di intelligenza politica, ha capito che il suo lavoro deve essere sviluppato in rete e alla televisione, in quanto risulta molto comodo rispondere alle domande di giornalisti accondiscendenti, spesso concordate preventivamente, o con semplici affermazioni postate nei social network, pratiche che non prevedono alcun rischioso contradditorio. Ammetto che proprio tu sei concettualmente un’espressione dell’antica politica, e di questo te ne do atto, ma è tempo che ti adegui alla nuova situazione. Ma non è di questo che voglio parlare, bensì del nuovo modo di gestire la vita democratica in ambito più globale, anche se la parola democrazia perde sempre più rilevanza, e se il nostro partito vuole sopravvivere, deve mettersi al passo coi tempi, e abbandonare i dogmi del passato.
Igor, già a disagio di fronte a come relazionarsi verso le ostriche, si sente ancora più spiazzato dalle ultime parole del suo segretario, così dissimili dal suo modo di presentarsi alla gente, e i suoi ragionamenti di oggi gli suggeriscono una domanda da rivolgergli, ma per ora si trattiene, ansioso di scoprire dove andrà a parare la lunga premessa che ha dovuto subire, non fa nessun commento e lo lascia proseguire.
Igor, è evidente che i meccanismi che decretano il consenso popolare sono mutati, e il partito si deve adeguare alla nuova realtà dei fatti; dato che tali meccanismi sono favoriti da condizionamenti mediatici che ciascun partito mette in atto, è in corso la spartizione di frequenze televisive e testate di giornali, tramite un tacito accordo tra le parti, e siccome la politica, oggi, si insinua in qualsiasi espressione economica, sociale e culturale, sono in atto altre spartizioni in tutti i settori del nuovo tipo di società che avanza, banche, organizzazioni commerciali, assicurazioni, controllo dei vari enti statali, società finanziarie, persino il controllo dell’aspetto religioso ed etico assume rilevanza in questo tipo di società. Settori come telefonia, acquisizione di risorse energetiche, e persino il piazzare propri elementi nella nuova frontiera, quella della rete, non sono esenti da implicazioni partitiche. Ti risparmio, per ora, considerazioni riguardo alle strategie di acquisizione di servizi essenziali, che il partito, tramite suoi prestanome, o persone ad esso in qualche modo collegate, stanno realizzando; chi vorrà controllare la futura economia, e di conseguenza anche la politica, dovrà possedere almeno uno tra i beni primari, beni come l’energia elettrica, la cultura, l’acqua, la rete informatica o telefonica, i trasporti … e ti lascio immaginare quanti altri settori possono considerarsi primari. La classe politica si sta spartendo, da quindici anni a questa parte, tutto il territorio nazionale, e i cervelli che ne fanno parte, ed è in stato avanzato la pratica meno democratica che esista, quella del controllo dei nostri pensieri, la gente ormai non può esprimere pareri senza che altri ne vengano a conoscenza, potenza del sistema telefonico e telematico, ecco le nuove frontiere da tenere in grande considerazione.
Igor, che viste le sue origini, è ancorato a concezioni, per così dire, analogiche, un po’ è costretto a condividere parzialmente i ragionamenti del suo segretario, ma ormai non può fare a meno di esprimere la domanda che prepotente gli frulla in testa:
Posto per acquisito che i tuoi ragionamenti hanno un fondo di verità, con i dovuti distinguo e precisazioni, anche di natura etica, ti voglio fare una domanda alla quale dovrai rispondere sinceramente: e di tutti i valori che hanno caratterizzato la nostra azione politica per più di un secolo, che ne facciamo?
Il segretario non sembra per nulla imbarazzato dalla intrigante domanda, e risponde candidamente che bisogna separare immagine da comunicare, e azioni reali da attuare:
Chiaramente non possiamo disconoscere le nostre radici, ma stiamo vivendo in una società profondamente dissimile da quella che ha decretato la nostra nascita, e se non vogliamo soccombere ci dobbiamo adeguare al nuovo ordine di cose.
Mille pensieri frullano per la testa di Igor, come può il segretario del più numeroso partito di sinistra europeo, esprimere candidamente quella montagna di contraddizioni, verso le certezze acquisite dalla storia del suo stesso partito? E la rappresentatività verso la classe operaia, conquistata in decenni di lotte, delusioni e sacrifici, come può essere messa a rischio di estinzione da concezioni che hanno la sola pretesa di essere al passo con i tempi? L’immagine che gli si presenta ora, è terrificante, anni di contatto con il potere politico hanno ridimensionato pesantemente il pensiero del mangiatore di ostriche, che si è dimenticato, forse, delle battaglie da lui stesso sostenute nei primi anni di militanza; quanta differenza tra il suo pensare meschino attuale, e quello dei suoi più rappresentativi predecessori! Igor pensa che una scarpa vecchia di uno di loro, valga molto di più dell’intera persona che ha di fronte. È tentato di abbandonare tavolo e ristorante, quando il suo interlocutore gli comunica che finora si è trattato solo di preamboli, e la sua esposizione è da considerarsi un prologo, il vero discorso inizia ora.
Igor, vedendo te, ricordo come ero io stesso tanti anni fa, e ti assicuro che non ho dimenticato gli antichi valori che mi hanno spinto a dedicarmi alla politica, fui contattato tanto tempo fa, quando ero uno dei giovani del partito più promettenti, come lo sei tu ora, per un progetto dalla valenza che travalicava interessi nazionali, e aveva una visione del mondo molto avanzata per quei tempi, come lo è ora, immaginando i tempi futuri. La globalizzazione, per esempio, non è un’invenzione nata da poco tempo, infatti già da allora era tra gli obiettivi principali dell’organizzazione a cui ho aderito, bada bene, si parla del periodo dove erano usuali le parole guerra fredda, blocchi contrapposti, spartizione di territori, di zone di influenza, conosci bene la storia, ma ciò che non sai è che la separazione tra i due o più mondi, già allora, non era così netta come la storia ci insegna. L’organizzazione a cui appartengo, decide da decenni i destini del mondo, e i suoi passi sono quanto di più lungimirante si possa immaginare, io stesso, che allora politicamente contavo ben poco, sono stato messo nelle condizioni, vista l’enorme quantità di denaro e di contatti di cui dispone, di programmare per tempo il mio cammino politico, e arrivare alla posizione che occupo, non ti stupire quando affermo che la gente, i militanti di ciascun partito, o i governi, non contano più nulla, decide l’organizzazione. L’usanza così osannata che attribuisce, attraverso le elezioni, poteri alla gente, e incensata da tutto il mondo occidentale, non è, né più e né meno, che una pratica che definirei folcloristica, come una festa a cui è chiamata a partecipare la gente, ma ininfluente riguardo alle future decisioni. I capi di stato e di governo non vengono decisi dalle assemblee dei parlamenti, la loro elezione proviene da scelte strategiche nascoste, anche se la gente ha l’impressione che siano una loro emanazione; è facile, oggi come ieri, costruire una personalità politica, tutto dipende da quante risorse finanziarie può disporre. Tutto il mondo, con tutte le sue espressioni, viene indirizzato dal nostro volere, e tra noi c’è almeno un rappresentante di ciascuna nazione, o etnia, o organizzazione, per quanto piccola possa essere, non ti espongo altri particolari, fin quando non sarò certo della tua partecipazione al progetto, ne vuoi far parte?
Assolutamente no! Quello che mi hai esposto è quanto di più lontano dalle mie concezioni.
Allora sappi che ciò che ti ho detto non deve essere divulgato, sappiamo essere molto duri con chi ci contrasta, e in ogni caso pretendo che ci pensi ancora, a mente fredda forse cambierai parere, sappi però che, per quanto ti dia da fare, il tuo agire politico sarà ininfluente, decidiamo tutto noi, vuoi essere un paladino che si gloria di essere il difensore della povera gente, ma che non deciderà mai nulla, o fare effettivamente molto per loro? Penso che la tua scelta sia obbligata, ci vediamo tra una settimana, allora mi darai la tua risposta definitiva.
Cristiano è appena rientrato da strasburgo, ha riposto nell’armadio il suo abito grigio, la sua camicia candida e la cravatta celestina che indossava all’atto della cerimonia inaugurale, che ha festeggiato soprattutto i nuovi rappresentanti delle singole nazioni, nel contesto che deciderà le scelte strategiche che il nostro continente metterà in atto. Racconta a papà Romano e mamma Lucrezia le impressioni che ne ha ricavato, delle persone che ha conosciuto, della nuova visione che gli si è presentata di fronte parlando con i colleghi onorevoli, in particolare mette l’accento sul fatto di essere convinto che il nuovo compito a cui è destinato, è molto più importante del precedente in ambito nazionale, le vere decisioni, specie quelle strategiche, sono prese in ambito comunitario, ne ha avuto la conferma parlando con varie personalità che hanno già messo stabili radici nel parlamento comunitario, e nelle sue emanazioni, mettendo l’accento soprattutto su un particolare evidentissimo: visto che l’economia attuale gira essenzialmente in funzione della quantità di denaro messo in circolazione, risulta lampante l’assunto che il potere è detenuto da chi ne ha disponibilità, e siccome la comunità ha, per così dire, espropriato le singole nazioni dalla facoltà di stampare moneta autonomamente, la loro rilevanza ha subito grossi contraccolpi, consegnando gran parte del potere di cui disponevano, ai vari organismi comunitari, afferma la convinzione che se i processi di integrazione andranno per il giusto verso, in futuro le singole nazioni avranno solo il compito di decidere provvedimenti poco rilevanti, che possono essere equiparati a normale amministrazione. Dipinge un quadro della situazione abbastanza inconsueto, visto che i segretari di partito o qualsiasi rappresentante degli stessi, si infervorano alla televisione, quando si tratta di discutere scelte fatte o future, in ambito nazionale; ormai Cristiano è entrato nell’ordine di idee che in quel momento stiano gettando fumo negli occhi della gente, consapevoli che le loro scelte sono dettate da altri, e le loro azioni risultano ininfluenti, e sono alla ricerca continua dei pochi appigli che qualcuno ha ancora concesso loro, appigli destinati a sfaldarsi in pochi anni. E spesso viene mandato allo sbaraglio un politico tenuto all’oscuro delle decisioni future, e nel momento in cui espone la linea del partito, magari alza i toni delle voce, convinto di essere certo delle future strategie, e in quel caso è sincero, convinto che le promesse che esprime pubblicamente siano la conseguenza di discussioni e valutazioni dei suoi dirigenti. Ma le decisioni politiche, con la scusa che dovrebbero essere la risultanza di concertazioni e compromessi, sono quanto di più aleatorio possa esistere sulla terra, frutto di pensieri contrastanti, e quindi soggette a variazioni, per poter essere condivise da partiti dalla visione del mondo dissimile; va da se che se un politico disattende le promesse fatte, non può essere accusato di aver detto il falso, si giustifica dicendo che se fosse dipeso solo da lui, avrebbe approvato provvedimenti esattamente uguali alle promesse fatte. La sera, riceve una telefonata, già dalle prime battute capisce che la voce che sta all’altra parte del filo è una voce conosciuta, ma al momento non sa visualizzane il volto, ma il mistero è subito chiarito, non ha mai avuto alcun contatto diretto con quella persona, ma ne riconosce la voce, una volta che costui si presenta; ha sentito quella voce centinaia di volte, ma alla televisione o alla radio. Sta parlando con uno dei grandi vecchi del maggiore partito di centro che ha fatto per decenni, in italia, il bello e il cattivo tempo, e che ora ricopre la carica di presidente emerito del partito in cui milita Cristiano. Forse è lo statista Italiano più conosciuto al mondo, più volte ministro e presidente del consiglio, e con le mani in pasta, come si suol dire, dappertutto. Con la dovuta cortesia, visto che è parzialmente impossibilitato a muoversi, prega Cristiano di recarsi a roma il giorno successivo, a casa sua. Nella mente di Cristiano passano tanti pensieri e supposizioni, esprime con i genitori mille congetture, sembra strano a tutti che un personaggio di così grande rilevanza voglia parlare proprio con lui. E poi è da molto tempo che costui ha abbandonato la politica. Il nuovo parlamentare europeo è puntuale all’appuntamento, e viene accolto nell’antico palazzo del presidente emerito, il primo pensiero alla vista dello sfarzo che gli si presenta di fronte, è che il fatto di essere stato un così importante statista, gli ha giovato immensamente sotto il punto di vista economico. Ha dovuto attraversare non so quante stanze, prima di essere al cospetto dell’importante personaggio, dappertutto tappeti persiani, arazzi antichi, quadri e sculture di artisti così rilevanti, che sarebbero bastati ad allestire una prestigiosa e particolareggiata mostra, oggetti d’oro, una antichissima libreria contenente altrettanto antichi e preziosi libri, una serie di oggetti particolarissimi e sicuramente di altissimo valore. Cristiano ha indubbiamente frequentato appartamenti prestigiosi, in giro per il mondo, ben arredati e contenenti oggetti di grande valore, ma al cospetto di tanta sovrabbondanza di cose antiche e di valore artistico indiscutibile, si sente spaesato, tutto qui sembra mettere in soggezione chi vi mette piede, e prova un forte senso di disagio quando si trova di fronte al personaggio che ha visto così tante volte in televisione. Ma lui è gentile, accenna ad alzarsi dalla poltrona per accogliere il nuovo arrivato, aiutato da un bastone, ma subito desiste, probabilmente a causa dei dolori che lo tengono parzialmente immobilizzato. Nella testa di Cristiano passa il pensiero di come si sia ridotta fisicamente una persona che in passato, e forse ancora, disponeva di così tanto prestigio da farlo sembrare onnipotente. Come se questa non sia la prima volta che si incontrano, o forse per metterlo a proprio agio, il presidente emerito chiama per nome il suo interlocutore.
Cristiano, sono contento che sia venuto, ti domanderai quale sia il motivo per cui ti ho convocato, è presto detto e non mi dilungherò in preamboli, quelli lasciamoli a chi ha molto tempo da perdere; ancora adesso non credere che il mio tempo sia una noia, ho interessi dappertutto, ma soprattutto in un ambito che spero tu voglia frequentare, quello per il quale ho dedicato buona parte della mia vita, molto più importante degli incarichi che ho ricoperto e che tu ben conosci, e verso il quale non mi posso più impegnare, ormai muovermi da questa poltrona mi costa un’immensa fatica, ti chiedo se sei disposto a prendere il mio posto in un’organizzazione che mi ha visto tra i più importanti personaggi a livello planetario.
Ho pensato a te già dai tuoi primi passi in politica, e ti ho tenuto d’occhio continuamente.
Quale onore! pensa tra se Cristiano, ma ascoltare il personaggio è un vero e proprio rebus, parla di cose astratte, di organizzazioni sconosciute, di situazioni future che non può immaginare, prendere il posto di uno dei maggiori statisti che la nazione abbia mai avuto … Che assurdità! Uno che è già nella storia della nostra nazione … E poi l’affermazione che il suo cammino politico, per il quale è famoso in tutto il mondo, sia inferiore come importanza all’incarico che gli offre … Tutto questo è stupefacente. Ma cosa sta succedendo alla sua vita? Immagina che verrà pesantemente stravolta. E poi, quante possibilità può mai avere di rifiutare una simile opportunità?
Sappi che ho una grande considerazione per te, mi garba come ti muovi politicamente, ho seguito vari tuoi interventi in parlamento, e mi sono piaciuti, mi piacciono le tue amicizie, penso che tu sia un politico di razza, sappi che se accetterai l’incarico sarai uno di quei pochi che decideranno gli eventi futuri in tutto il pianeta, saprai in anticipo dove e quando succederanno sommosse, colpi di stato, cambi di regime, crisi finanziarie o energetiche, e la tua carriera politica potrà ambire a traguardi che al momento sono impensabili, in quanto verrà programmata per tempo, e con risorse finanziarie illimitate. Mi serve solo capire se ti ritieni all’altezza di prendere decisioni insieme ad altri che trasformeranno il mondo secondo i nostri voleri, mi basta un cenno da parte tua, so che possiedi una buona dose di sana ambizione, e a mio parere sei all’altezza del compito, se accetterai ti posso dedicare tutto il tempo che desideri per entrare nei particolari, e dato che per l’organizzazione, tu sarai come una mia emanazione, ti trasferirei tutti i poteri di cui godo al suo interno, ti chiedo però di informarmi costantemente di tutte le decisioni prese.
Accetto senza riserve, e la ringrazio per la considerazione, mi chiedo però come mai lei abbia pensato a me, in fondo la mia carriera politica è agli inizi, e finora non ho fatto nulla di eclatante.
Non è questo il punto, a nessuno viene data l’occasione di fare qualcosa di eclatante, specie in ambito politico, o che passerà agli annali, se noi non vogliamo; non ho remore ad affermare che siamo quasi onnipotenti, la storia passata e quella futura viene scritta da noi, fai conto che sei di fronte ad un libro di storia che verrà utilizzato dagli scolari tra venti o trenta anni, saprai fin da subito quali saranno i prossimi avvenimenti che passeranno alla storia, per quegli anni è già scritta, tu ti dovrai occupare con l’organizzazione, di scrivere la storia per i successivi decenni.
Lei mi sta imbarazzando, non metto in dubbio le sue parole, ma il tutto mi sembra irreale.
Stiamo parlando di un argomento che più reale non potrebbe essere, il destino di miliardi di persone, e dato che ho incassato la tua disponibilità, ti invito a pranzo, così ti illustrerò tutto ciò che desideri.
Il pranzo è all’altezza dell’ambiente circostante, un pranzo a tre, il presidente, sua moglie e Cristiano, mentre un maggiordomo e due cameriere sono a disposizione, le stoviglie non avrebbero sfigurato in nessuna mostra di oggetti antichi e di pregio, pietanze che definire da ristorante prestigioso è far loro un torto, quanti vantaggi può portare la politica! A pranzo si parla di argomenti un po’ più leggeri, ma pur sempre riferiti alla politica.
So che voi non avete figli, l’eredità che sta consegnando a me, se ne avesse avuto almeno uno, forse sarebbe stata destinata a lui.
Non è detto, anche se è possibile, e poi non credere che all’interno della striminzita famiglia, sia io quello che prende le decisioni, qui sono un subalterno!
E guarda la moglie, che ricambia con aria soddisfatta.
In ogni caso, chi fa parte per generazioni dell’organizzazione, che per comodità chiamiamo “w” ( la w di world ), non sono necessariamente i politici, ma preferibilmente i rappresentanti di famiglie dalle solide basi finanziarie, o i grandi capitani di industria provenienti da famiglie molto ben strutturate, gli altri vengono scelti per le loro capacità o per i contatti di cui dispongono, esistono un paio di livelli decisionali, ma i componenti del livello inferiore non sono al corrente di ciò, tu, in mia rappresentanza, farai parte del livello più alto, che in tutto il mondo conta poco più di una cinquantina di elementi, sappi che l’italia, al livello più alto, sarà rappresentata da solo quattro persone, e tu sarai l’unico politico, mentre disporrà a livello complessivo di una dozzina di personaggi, e i componenti di tutto il mondo sono quantificabili in circa duecento persone. Ciascuna di queste duecento persone, dispone della collaborazione di suoi elementi di fiducia, politici, banchieri, manager, e rappresentanti di ogni espressione della società, il loro numero varia, ed è più o meno numeroso in funzione dei compiti assegnati, queste persone risultano in genere fedeli perché a loro vengono spianate le strade che hanno intenzione di percorrere. Riusciamo a coprire così tutti i settori strategici, zonali e persino temporali, disponiamo, quando servisse, in maniera immediata, del piccolo gruppo militare più addestrato di tutto il pianeta, se mai si rendesse necessario un suo intervento, le armi e le attrezzature che possiede sono sconosciute agli eserciti più moderni, la preparazione che mettono in campo è ai massimi livelli; la ricerca scientifica segue i ritmi che noi le imponiamo, e i primi ad usufruire di nuove scoperte siamo noi, e decidiamo se divulgarle o meno, se completamente o parzialmente, e il momento che valutiamo più giusto, in genere il loro primo utilizzo e i primissimi test, sono eseguiti da organismi militari, governiamo inoltre il progresso, e decidiamo crisi, abbiamo disponibilità finanziarie che nemmeno immagini, tutte risorse rastrellate in giro per il mondo, sottratte forzosamente a tutti gli abitanti del pianeta, poveri o ricchi che siano, tramite leggi decise da noi stessi, possediamo una decina di jet privati con gli equipaggi sempre pronti a decollare, evitiamo spesso di utilizzare mezzi appartenenti a governi, anche se al nostro servizio; bene o male, il mondo è controllato all’ottanta per cento da noi, tramite i vari governi, e là dove non possiamo affermare il nostro controllo, stiamo lavorando perché ciò avvenga. È facile per noi, nei casi in cui non possediamo il controllo di uno stato, intervenire perché aumenti il grado di insoddisfazione della gente verso il governo, o il capo di stato, sia creando inconfutabili prove della loro indegnità verso le popolazioni, oppure creando ad arte fittizie crisi economiche, o fomentando sommosse popolari; nei casi estremi, quando il tempo gioca a nostro sfavore, decidiamo colpi di stato. Riusciamo anche a non dover intervenire, o rinunciamo al controllo, a volte, di stati che nella fattispecie non ci creano problemi di sorta, e allora lasciamo andare le cose in maniera naturale, fino a che non si dovesse verificare l’esigenza di un nostro intervento, in ogni caso tra i nostri amici c’è almeno una persona appartenente ad ogni singola nazione, per quanto insignificante essa possa essere. Chi rifiuta di collaborare con la w è destinato a durare al potere al massimo qualche anno, sempre che non ci dia eccessivo fastidio. È successo in passato che non abbiamo potuto evitare catastrofi, a volte non riusciamo a piazzare in breve tempo, al comando di una nazione, persone a noi favorevoli, e non credere che il nostro agire sia indirizzato solo verso i nostri interessi, è capitato che abbiamo favorito crisi politiche, si, ma evitato anche guerre distruttive ben più pericolose. L’ultimo conflitto mondiale è uno dei nostri ultimi grandi insuccessi, perché non siamo riusciti a modularlo; siamo, e siamo stati, quasi onnipotenti, ma non abbiamo alcun potere sui pazzi, o a volte non li riteniamo tali, un altro nostro insuccesso è stato il fatto che non abbiamo potuto evitare la crescita di una potente organizzazione terroristica, inizialmente foraggiata da noi stessi. Il controllo del sistema politico ed economico risponde a poche, semplicissime regole, a volte in fase di evoluzione, a volte stabili nel tempo. Ti parlo solo della prima, la più importante, valida per i tempi immediati, e in previsione di quelli futuri, e non credere che sia il controllo di risorse materiali, o strategiche, o di intere nazioni, come si potrebbe pensare comunemente, non è nulla di tangibile, è il controllo della cosiddetta cultura, il settore erroneamente considerato il meno strategico di tutti. Appartengono a noi la stragrande maggioranza di emittenti televisive, catene editoriali, strutture teatrali e cinematografiche, interveniamo per quanto possibile, sia nella fase di realizzazione delle opere che in quella della loro distribuzione, se decidiamo che un’opera abbia potenziali elementi per noi pericolosi, stai certo che verrà osteggiata; quando dobbiamo intervenire verso opzioni governative, se obbligati a scegliere, prediligiamo provvedimenti volti al controllo esclusivo sulla cultura, siamo ben consci che beni materiali o risorse finanziarie possono essere acquisite facilmente, e in tempi ragionevolmente brevi, le seconde immediatamente, ma il controllo dei cervelli, quello è un campo aleatorio, etereo, che ha bisogno di dispendiose strategie e incredibilmente lunghi tempi di realizzazione, investiamo in questo settore la maggior parte delle risorse. Ti faccio due esempi di come agiamo, per raggiungere obiettivi, quando abbiamo molto tempo a disposizione. Ti faccio due esempi di strategie attualmente in atto, per controllare globalmente la popolazione. Il mondo è nelle mani di una infinitesima parte della sua popolazione, sia dal punto di vista finanziario, che da quello industriale. Controlliamo tutto quello che può essere controllato, ci manca il dominio sui cervelli, a cui però stiamo lavorando. Andiamo al periodo storico precedente all’affermarsi, nel nostro continente, delle dittature che avrebbero portato alla seconda guerra mondiale. Bene, un teorico Europeo, allora politico di rilievo, preconizzava la nascita di una nazione unica in tutto il continente, funzionale alle elite del tempo, teorie che stabilivano che un grande agglomerato di nazioni, poteva essere condizionato maggiormente che ogni singolo stato. Nei suoi pensieri si raccomandava di favorire tali accorpamenti, in vista anche di un’adozione di una moneta comune, da gestire direttamente da banche private, favorendo l’abbandono delle diverse divise nazionali, questo anche per creare una valuta stabile e prestigiosa, a disposizione delle elite. Con questa valuta stabile, i loro capitali sarebbero stati al sicuro da variazioni di mercato. quella moneta era destinata a prevalere su qualsiasi altra valuta: sarebbe stata la valuta prediletta delle lobby e delle elite. Una teoria che è datata, ma come puoi facilmente constatare, l’obiettivo è quasi raggiunto. Teoria funzionale alle caste elitarie, discendenti dalle famiglie dei sovrani assolutisti, che hanno dominato per secoli, e che hanno visto il loro potere, azzerato dagli effetti derivati dalla rivoluzione francese. Ora hanno quasi ripreso la loro antica potenza, in maniera più nascosta, ma non certo meno pressante. Un’altra sua teoria, molto più ambiziosa, prevedeva il controllo della popolazione del mondo intero, tramite un semplicissimo ragionamento. Dato il fatto ormai assodato, che una popolazione meticcia, perde, nel corso delle generazioni, i suoi radicalismi, le sue personalizzazioni etniche, la sua predisposizione a raggiungere obiettivi particolari, raccomandava di far invadere il nostro continente da popolazioni di colore, neri e asiatici in particolare, per creare col tempo, una mescolanza di etnie spersonalizzate, e conformi al fatto che così sarebbero state più facilmente plagiabili, e quindi sfruttabili. Con la raccomandazione di creare problematicità in certe zone del mondo, fame, guerre, dittature feroci, massacri etnici, impoverimenti delle loro risorse naturali, pestilenze, e quant’altro, si sarebbero costrette tali popolazioni, milioni di persone, ad abbandonare quei continenti, per la nuova frontiera europea, ai cui governi consigliava varie disposizioni che avrebbero favorito il loro accoglimento. Promulgare leggi più favorevoli ai nuovi immigrati, a scapito delle popolazioni locali, annichilire il senso di appartenenza ad ogni singola nazione, creare un senso comune che avrebbe decretato che chi adotta ragionamenti definiti razzisti, deve essere emarginato dalla società, punire pesantemente atteggiamenti xenofobi, spianare la strada ad un mondo multi etnico, funzionale alle loro mire. E anche questo obiettivo, come vedi, è a buon punto. A questo proposito ti faccio notare che la situazione attuale, e quella in generale di qualsiasi epoca storica, può essere letta in due modi, quello classico, che prevede di dar peso agli avvenimenti trascorsi, per poter leggere correttamente i fatti attuali, e l’altro modo, che ritengo più esatto, di valutare ogni singola teoria espressa in tempi passati, da qualsiasi ceto sociale provenga, e rapportarla alla situazione attuale. Come vedi, quella teoria che ti ho descritto, ha novanta anni, ma si sta realizzando in questi anni. La creazione della grande nazione europea, dovrà diventare un esempio positivo per tutto il globo, dovrà favorire, con evoluzioni storiche imposte, la nascita di un unico organismo di governo mondiale, il sogno era, ed è, in fase di attuazione, e l’elite destinata a controllare l’intero pianeta, è già costituita, è la w, il nuovo ordine mondiale. Siamo noi. E passo al secondo esempio. Quando vogliamo che la gente accetti disposizioni ad essa sfavorevoli, abbiamo molte strade percorribili, ma il concetto fondamentale è quello dei piccoli passi; mai imporre leggi o disposizioni dichiaratamente e troppo visibilmente penalizzanti per la gente, in quel caso si ribellerebbe. Se vogliamo somministrare loro una medicina, possiamo edulcorarla, o fornire dosaggi sempre superiori, in modo che non si accorgano che la dose finale potrebbe essere deleteria. Agiamo in varie fasi, quando dobbiamo raggiungere obiettivi: inizialmente creiamo noi stessi un problema, poi forniamo in maniera velata le possibili soluzioni, e quando tale problema sembra irrisolvibile, sarà la gente stessa che invocherà l’adozione di una delle nostre soluzioni, naturalmente sceglieremo la soluzione a noi più favorevole. Col controllo della cultura, possiamo plagiare quanto vogliamo, creiamo noi stessi gli opinionisti di grido, sbarriamo la strada a possibili avversari, i mezzi non ci mancano, e nemmeno la risolutezza, perché immaginiamo di essere nel giusto, per il benessere complessivo del mondo. Abbiamo in progetto, proprio per favorire il nostro sogno principale, quello del controllo dei popoli, l’adozione di micro chip, da inserire sotto pelle, alla totalità della popolazione mondiale. Naturalmente, oggi, è impensabile che la gente si assoggetti ad una simile eventualità, ma prospetteremo loro l’idea che sarà per il loro bene, per la loro sicurezza, per le generazioni future, per una visione del mondo più moderna. Serviranno decenni, ma arriveremo anche a questo. E siccome la ricerca medica, e tutte le case farmaceutiche sono a nostra disposizione, faremo passare per buona la teoria che con quel micro chip, o un qualcosa ancora da sperimentare, specie in ambito nano tecnologico, consentirà loro una vita più sana, meno problematica, e più fluida. Siamo certi che verrà accettato nel giro di pochi decenni, anzi, verrà espressamente richiesto, e nelle fasi iniziali del progetto, non lo imporremo, ma quando una grande fetta di popolazione, lo avrà adottato spontaneamente, potremo imporlo per legge, l’organizzazione mondiale che traccia le scelte in materia sanitaria, è di nostra competenza. Seppure abbiamo controllato solo parzialmente, fin dalla sua nascita, il settore informatico e la realizzazione della rete, ora questo settore è di nostra esclusiva competenza, non perché effettivamente ne possediamo la proprietà, ma perché abbiamo strumenti di pressione così pesanti che costringono chiunque, qualsiasi sia la sua potenza, ad assoggettarsi al nostro volere. E questo vale per tutti i campi culturali dove si materializza l’azione dell’umanità. È sotto il nostro controllo anche il sistema scolastico e universitario, enti e strutture atte alla ricerca scientifica, il circuito museale, quello dei viaggi e delle vacanze, quello medico, qualsiasi attività che abbia una parvenza di legame con la cultura; è sotto costante osservazione, l’unico settore che consideriamo veramente primario, di fronte al controllo sulla cultura, perde rilevanza, per noi, persino il controllo sugli eserciti. Teniamo costantemente sotto osservazione il sistema planetario della telefonia, anche in questo caso, seppure non di nostra proprietà, la totalità dei satelliti, qualsiasi funzione essi abbiano, è soggetta alla nostra disponibilità. La nostra filosofia, al riguardo, è controllare e disporre, e non necessariamente possedere. Una volta controllato il sistema culturale planetario, il controllo su tutto il resto diventa quasi una conseguenza, con ciò non voglio dire che non dedichiamo tempo, energie e denari per altri settori, ma presumo che almeno il quaranta per cento delle risorse che mettiamo in campo, sia dedicato al settore che giudichiamo primario, la percentuale risulta di gran lunga superiore a qualunque altro settore di intervento. In passato ho fatto la proposta di variare il nome dell’organizzazione, sostituendo la w di world, con la p di people, cercando anche di far capire loro che forse, abbiamo calcato troppo la mano, in certi avvenimenti, che dobbiamo ridimensionare i nostri interventi, renderli un po’ meno invadenti, ma soprattutto avrei voluto che la loro attenzione fosse dedicata al fatto che stiamo sfruttando troppo le risorse del pianeta; mi piacerebbe, ma solo per mia soddisfazione personale, che tu avanzassi di nuovo la proposta, e lottassi per essa. Se non hai domande da farmi, possiamo terminare qui, ci saranno innumerevoli occasioni di rivederci, ricordati che mi devi tenere informato di qualunque novità.
Cristiano avrebbe centomila domande da porgli, ma ha notato che la lunga spiegazione ha, forse, stancato il vecchio, e si congeda, non prima di averlo di nuovo ringraziato per la considerazione.
Il lungo viaggio di ritorno è dedicato ad analizzare le mille situazioni in cui si verrà a trovare in futuro, al fatto che la sua approvazione verso il progetto non sia stata attentamente valutata, il grande vecchio, da politico consumato, ha introdotto il discorso come se non ammettesse dinieghi ad una proposta descritta in maniera così allettante, contribuire a gestire il mondo! Non gli è passato nemmeno lontanamente per il cervello, in quei momenti, di mettere in dubbio le affermazioni che ha sentito, ma ora i primi pensieri fanno capolino nella sua mente, per esempio non si è chiesto quale sia lo scopo ultimo di una simile organizzazione, descritta, si, come tendente ad evitare catastrofi, ma allo stesso tempo vocata a creare eventi ad essa stessa favorevoli, per giunta con mezzi e disponibilità incontrastabili, pensa però che non essendo propriamente pochissime le persone che decideranno, un piccolo spazio di manovra potrebbe essere concesso a chi non sia favorevole ad eventi troppo deleteri per l’umanità, è ansioso di partecipare alla prima riunione per rendersi ben conto dell’ambiente che dovrà frequentare, e della personalità della gente con la quale dovrà venire a contatto. Certo che mettere in piedi una simile struttura, pensa, ha bisogno di ingenti disponibilità finanziarie, e uno degli scopi principali non può che essere incrementare la sua potenza sia politica che in termini di disponibilità di capitali. E poi, perché deve esistere una simile struttura planetaria, dato che ne esiste un’altra, dal prestigio enorme, e che raccoglie democraticamente quasi tutti i popoli della terra? Che sia entrato a far parte di un’organizzazione nascosta e contraria a quella planetaria e democratica, gli sembra evidente, ma perché adottare risoluzioni così innaturali? Perché non far scorrere gli avvenimenti in modo fluido? Perché agire in modo occulto? E perché deve esistere una organizzazione elitaria, che vorrebbe imporre scelte contrarie agli interessi della gente? E dove andrebbero a finire tutte le sue concezioni riguardo alla corretta gestione di uno stato, dato che ha appena scoperto che parlamenti, governi ed ogni tipo di organizzazione avrebbero preso provvedimenti già decisi da altri? E quali prezzi dovranno essere pagati dall’umanità, sottomessa all’organizzazione? E soprattutto: quanto valore ha, per loro, una singola vita umana? Pensa che sicuramente si dovrà confrontare con posizioni che hanno ben poco di etico, lui che ha avuto una formazione cristiana, ed è convinto che quei valori religiosi possono essere applicati senza problemi anche in ambito sociale. Tutti pensieri inizialmente derivati da uno stato d’animo positivo, dall’essere sicuro di godere della considerazione dello statista, pian piano si sono indirizzati verso orizzonti sempre più fumosi, e anche se non è stato espresso chiaramente, si rende conto che, una volta data la sua disponibilità, dovrà restare incatenato alla w per tutta la sua esistenza. E sarà un impegno gravoso, primo perché dovrà forse lottare contro scelte che presumibilmente potrebbero non tener conto di fattori da lui acquisiti, confrontarsi con personaggi dalla formazione culturale molto dissimile dalla sua, secondo perché dovrà stare a contatto, forse, con ambiguità diffuse, e terzo, ma non ultimo, porterà questo peso in continuazione, senza poter esprimere dubbi o chiedere pareri alle persone a lui più care. Ora maledice l’approvazione concessa d’istinto, forse soggiogato dalla personalità di chi gli stava di fronte, proprio lui che ha sempre agito in maniera ponderata, in quel frangente si è fatto condizionare pesantemente. Con ciò non ritiene che una decisione ragionata non lo avesse portato ad accettare comunque, ma dentro di se sente un peso insopportabile al pensiero di aver agito d’istinto, come mai gli era successo fino ad allora. Si mette, per quanto possibile, l’animo in pace, col pensiero che avrebbe preso decisioni, o agito secondo coscienza. Ma non sa ancora quali e quanti spazi di manovra abbia a disposizione, ha però capito una cosa: seppure, come è probabile, la sua carriera politica avrebbe giovato di continue, brusche accelerazioni, fino a farlo arrivare ai traguardi tra i più prestigiosi, lui stesso sarebbe stato comunque una marionetta nelle mani dell’organizzazione. E se pure chi veramente decide gli eventi futuri, è in numero ridotto, una cinquantina di persone in tutto il mondo, dubita che non esista un altro ristretto numero di personaggi, ad un livello ancora superiore al suo, che sarebbero i veri padroni del mondo. Ha l’impressione di essere su un aereo, e dall’alto vedere persone o cose microscopiche, ma cosciente che sopra la sua testa esiste un satellite che scruta tutti e tutto, aerei compresi, una specie di dio dagli obiettivi indecifrabili.
Direzione del maggiore partito di sinistra, capitale italiana. Tarda notte, sono presenti il segretario, due suoi fidi collaboratori, e Igor.
Quale decisione hai preso?
Nessuna decisione, ho pensato molto alla tua frase con cui ci siamo congedati, e vorrei alcuni chiarimenti. Sappi che se dovessi accettare, il motivo sarebbe unico, quello di poter essere utile alle classi più disagiate, se capisco che non ho alcun margine di manovra in quella direzione, la mia risposta sarebbe negativa.
E allora stai bene attento a quello che ti dico, e cerca di cogliere il senso esatto delle parole, e soprattutto sappi che le persone a me più vicine non hanno rinnegato del tutto gli antichi valori, solo devono confrontarsi con personaggi estremamente contrari alle nostre idee, ed agire, cercando di mitigare le loro posizioni, troppo favorevoli al potere economico che regna sulla terra. Mi spiego meglio: anche noi come partito abbiamo molto potere, controlliamo banche, aziende, catene di distribuzioni di beni, e una buona parte del sistema culturale, e facciamo parte dell’organizzazione, già dai primi tempi in cui abbiamo dimostrato di riuscire a indirizzare grandi masse di persone verso le nostre teorie e i nostri principi, cioè dai tempi successivi alla nostra costituzione come partito politico, ne è esente solo il nostro primo segretario, e in italia siamo l’unica realtà politica che ha un’organizzazione strutturata in modo tale da poter acquisire la disponibilità di beni essenziali, che diverranno ancora più fondamentali, se l’attuale crisi si protraesse ancora per molto tempo. E si protrarrà ancora per molto tempo, questo è già deciso. Bene, premesso ciò, penso che loro avessero fatto volentieri a meno della nostra presenza, ma il crescente consenso che storicamente abbiamo dimostrato di poter indirizzare, li ha costretti a tener conto anche della nostra presenza. Il nostro radicalismo, e quello dei sindacati, ci ha consentito progressi enormi, ma da quando abbiamo visto che alcune nostre scelte, in seno all’organizzazione, hanno ottenuto approvazioni con la concertazione, abbiamo scelto quella strada preferenziale, ma non abbiamo rinunciato a lottare per il mondo del lavoro, in quel caso la concertazione non era ammessa, che in maniera marginale. Ma dopo quella fase, il nostro partito, e i sindacati a noi collegati, sono stati costretti a scegliere maniere soffici, preferendo la concertazione, piuttosto che l’azione decisa. Noi d’altronde, consci che la loro potenza economica, militare e finanziaria avrebbe, sicuramente, avuto la meglio su categorie e popoli indifesi, abbiamo scelto di concordare strategie, per evitare inutili disastri, e ammetterai che la condizione degli operai, per esempio, ha fatto registrare da allora grandi miglioramenti, che però, purtroppo, attualmente stanno regredendo. Bene, se non esistesse, oggi, all’interno dell’organizzazione, una componente, bada bene, fortemente minoritaria, ma inequivocabilmente di sinistra, puoi ben immaginare lo sfascio economico e sociale a cui andremmo incontro. Non ti insegno nulla affermando che in periodi di crisi come quelli attuali, gli operai e le loro organizzazioni, sono facilmente ricattabili, e le persone occupate sono sempre meno, ebbene, attualmente la nostra azione è rivolta a mitigare la chiusura delle imprese, o assicurare vantaggi a chi ha perso il lavoro, e siamo riusciti a concordare provvedimenti vantaggiosi, che altrimenti non sarebbero stati presi, ma ti assicuro che per questo abbiamo dovuto concedere anche noi sostanziali riduzioni della nostra capacità di intervento, per esempio, attualmente, in alcuni importanti stati europei, abbiamo dovuto accettare di governare, prevalentemente alle loro condizioni, con i nostri nemici storici, per non mandare all’aria le economie continentali, ben sapendo che chi paga il peso delle crisi economiche sono sempre gli stessi, quelli che noi abbiamo l’ambizione di difendere.
E allora, se accetterai, il tuo impegno sarà quello rivolto ad ottenere vantaggi per le fasce di popolazione più disagiate, altrimenti il tuo posto sarà preso da un altro, e non puoi sapere quali saranno le sue scelte, io ho scelto te perché so che puoi adempiere egregiamente al compito.
Igor non sa cosa pensare, davanti ai suoi occhi appare un mondo che fino a qualche giorno prima aveva una sua fisionomia, e del quale ora ne ha una visione sbiadita, ma non certo più rassicurante, per la testa ancora una volta gli frulla una domanda.
Ti farò una domanda, ma prima voglio esprimere una considerazione: la crisi attuale sta facendo grossi danni, e sappiamo entrambi che le crisi a volte fanno comodo a qualcuno, e questa non è una crisi passeggera, in quanto in termini temporali è forse la più importante di tutte quelle che ha visto la storia, e ancora non se ne vede la fine, ebbene, sappiamo per certo che è stata causata da strategie dissennate di importanti società finanziarie, che presumibilmente hanno per lo meno contatti stabili con l’organizzazione, società che hanno dovuto, o forse voluto, ridimensionare la loro capacità di intervento, non assicurando più la circolazione di ingenti quantità di moneta, base essenziale su cui poggiano tutte le certezze di una società strutturata come quella occidentale, ebbene, io parto dal presupposto che, dato che come tu stesso hai affermato, l’organizzazione dispone di risorse illimitate, come mai non ha fatto si che quelle società potessero fornire l’abituale quantità di denaro, scongiurando la crisi? E siamo sicuri che, dato che hanno fatto ben poco per limitare i disastri che questa crisi ha finora generato, persino suicidi di operai che hanno perso il lavoro e imprenditori che hanno dovuto rinunciare alle loro aziende, e alla loro vita, questa addirittura non sia stata decisa dall’organizzazione?
Non posso rispondere a questa domanda, perché non ho elementi sufficienti per poter affermare se lo stato di crisi sia stato voluto o meno dall’organizzazione, presumo che la risposta sia affermativa, in ogni caso abbiamo fatto una miriade di riunioni per scongiurare gli effetti più disastrosi che avrebbe potuto avere. Poi, sospetto che nascosti tra le pieghe dell’organizzazione, ci siano molti elementi coesi tra loro, che agiscono in maniera poco etica, noi siamo là per contrastarli.
La risposta ricevuta non è esaustiva, Igor non sa valutare quali vantaggi potrebbe apportare all’organizzazione uno stato di crisi estrema a cui stiamo assistendo, senza tener conto che questa potrebbe persino peggiorare, ma sa perfettamente che in passato qualcuno ha approfittato delle varie crisi ricorrenti per costruire imperi economici, o per prendere decisamente il potere. A volte, a crisi catastrofiche, sono succeduti anche conflitti disastrosi, o dittature.
Non ti posso lasciare altro tempo per decidere, la prossima riunione è tra pochi giorni, e devo sapere ora se posso fare affidamento su di te, sappi che mi sono sbilanciato anche più del dovuto, perché spero che accetti.
Va bene, accetto, ma giusto per fartelo capire, sappi che per mia natura non sono troppo favorevole a cercare soluzioni troppo dispendiose per la povera gente, e io sono quanto di più lontano possa esistere da chi va alla ricerca di compromessi, o di chi lavora nell’ombra, non so quanto io possa essere utile in quella struttura, che, se non ho capito male, è circondata da un fortissimo alone di mistero malefico.
Incassata la disponibilità di Igor, il segretario si appresta a confidargli alcuni importanti segreti e modalità di comportamento.
Ti illustro alcuni fatti e le loro cause, di cui la gente ha una visione derivata dagli annali che sono stati messi loro a disposizione, ma che non riportano esattamente i reali fatti storici avvenuti. Non sto ad elencarteli tutti, ma ti fornisco un solo esempio per farti capire a grandi linee il modo che abbiamo di intervenire. Come ben sai, alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, tutte le nazioni vincitrici cercavano di affermare il loro predominio in varie zone del pianeta, e una volta dissolti gli eserciti nemici hanno dato vita ad una corsa contro il tempo per occupare quanti più territori possibili, per avere più carte da giocare in sede di spartizione di zone di influenza. E questa è storia realmente avvenuta, e raccontata in modo corretto, e se in africa e sull’oceano pacifico non esistevano eccessivi dubbi sul futuro dei vari territori, i dissidi e le discussioni sono avvenuti a ridosso dei confini tra i due mondi contrapposti che si andavano a configurare, quello atlantico e quello comunista.
Lasciando da parte i vari avvenimenti precedenti che hanno decretato le varie spartizioni in altre zone, ti voglio parlare, a titolo di esempio, di ciò che è avvenuto nei confini nord orientali della nostra nazione. Io stesso, conosciuta la storia fin nei minimi particolari, che ti risparmio, ho rabbrividito al sentire le motivazioni e le azioni preventive che sono state messe in campo. Ebbene, sappi che in quei territori esistevano le condizioni reali, probabili, e oggettive, per la prosecuzione del conflitto, o la sua ripresa dopo breve tempo, si è rischiato seriamente che potesse continuare, stavolta tra i due blocchi politici contrapposti, e vincitori, ciò non è avvenuto per la mediazione della nostra organizzazione, ma mediazione è una parola non corretta, dato che nel suo interno erano ben rappresentati entrambi i blocchi contrapposti. Le varie conferenze che la storia riporta erano solo atti formali, le decisioni sono state prese in seno all’organizzazione. Ti voglio parlare di alcuni personaggi, entrambi appartenenti all’organizzazione, e del ruolo che hanno avuto in quei territori: il capo dell’esercito slavo che alla fine del conflitto, imperversava in territori indiscutibilmente italiani, ma che facevano gola al blocco sovietico, e la dirigenza del nostro partito, le cui direttive erano indirizzate ad una parte dei partigiani, quelli rossi. Ebbene, sappi che, dato che la storia riporta discorsi indirizzati a favorire il blocco comunista riguardo alla spartizione di quelle regioni confinanti, in contrapposizione alle, secondo me, giuste rivendicazioni dello stato italiano, l’immagine che la storia nascosta riporta del nostro partito, è estremamente negativa, al riguardo, in ogni caso si conosceva benissimo la configurazione definitiva di quei territori, perché già abbondantemente discussa e decisa in seno all’organizzazione, ma che il nostro partito non approvava, e aveva deciso di lottare contro quelle risoluzioni. Aveva però un grosso problema da risolvere, nell’ottica storica che si sarebbe affermata, e cioè nascondere le prove di due disumani comportamenti di persone a noi vicine, avvenuti in territorio destinato alla nostra nazione, e, di conseguenza appannaggio al fronte atlantico. Andiamo con ordine: sai bene che allora il concetto di internazionalismo tra le nostre fila era estremamente radicato, e si dava poca importanza alle istanze nazionali, in nome dell’affermazione planetaria delle teorie rosse, ebbene, le intese tra il nostro partito, e il comandante Slavo, andavano nella stessa direzione, affermare il dominio su territori contesi, il più ampio possibile, ma per far ciò bisognava far passare per buona la favoletta che quei territori erano occupati prevalentemente da popolazioni Slave. E fin qui nulla di cui vergognarsi, ma i fatti che si sono succeduti hanno creato grossi problemi al nostro segretario che, pur non approvando i successivi comportamenti di partigiani rossi e milizie Slave, gli stessi sono stati una conseguenza degli accordi che il suo stesso partito ha preso col comandante Slavo, e con la dirigenza sovietica. Umanamente non gli si può dare alcuna colpa, perché aveva agito politicamente nella direzione che allora risultava dominante riguardo alle teorie comuniste, ma storicamente risultano a carico della nostra formazione, non reali, ma formali, aberrazioni non compiute, né favorite, dovevamo risolvere il difficile problema che quegli accordi avrebbero consegnato alla storia, descrivendo la personalità del nostro segretario come favorevole ai successivi due fatti, che vado ad elencare. Il primo è la pratica aberrante della pulizia etnica che l’esercito Slavo, o parte di esso, a volte spalleggiato da partigiani rossi che nel frattempo facevano parte dello stesso esercito, ha messo in atto contro popolazioni Italiane e qualche dissidente Slavo, il secondo, altrettanto orripilante, è un fatto avvenuto in territorio friulano, e commesso da partigiani rossi, sicuramente spalleggiati dagli Slavi, contro altri partigiani, ma di diverso colore politico, l’uccisione in due diverse azioni di ventidue di loro. Entrambi gli avvenimenti erano indirizzati all’affermazione che quei territori erano sotto giurisdizione rossa, e che alla fine del conflitto sarebbero dovuti passare al blocco comunista. L’eliminazione di persone per assicurarsi territori è la manifestazione peggiore che l’umanità ha dato di sé, e certo il segretario non avrebbe mai, né approvato, né favorito, azioni così disumane, ma simili prove dovevano esser nascoste, immagino il suo stato d’animo in quel momento storico, costretto ad impegnarsi per espropriare alla nostra nazione quei territori che hanno visto simili atrocità, con la convinzione che se fossero stati sotto il controllo sovietico o slavo, sarebbe stato più facile negare quegli avvenimenti. Si è discusso molto, allora, in seno all’organizzazione, di quei fatti, cercando la soluzione migliore per minimizzarne gli effetti politici e storici, e in qualche modo il risultato è stato parzialmente raggiunto, in quanto la cultura dominante, controllata dall’organizzazione, cerca di ostacolare in ogni modo la diffusione mediatica di simili avvenimenti, e occultarne le prove. Questa è una delle modalità di intervento dell’organizzazione, la gente non deve conoscere fatti o situazioni che potrebbero portare a ulteriori dissidi, o rivendicazioni, e in qualche modo risulta un’azione meritoria in funzione della pace sociale, pazienza se una parte di essa subirà delle conseguenze, noi non guardiamo alle singole persone, ma abbiamo una visione planetaria. Bene, seppure con un esempio, spero che abbia in qualche modo assimilato le nostre modalità di azione, e durante gli incontri ti renderai ancora più conto delle problematiche che andremo ad affrontare, ti attendono giorni intensi e decisioni difficili, quindi … benvenuto tra noi.
Sardegna, isola de la Maddalena, tarda primavera. Un paio di grandi panfili, e alcuni yacht, solcano le acque cristalline di questo pezzo di paradiso in terra, una gita collettiva tra persone che non sanno cosa comporti il vivere della stragrande maggioranza della popolazione del nostro pianeta, gente che non ha mai conosciuto privazioni di alcun genere, una specie di marziani in terra, così dissimili in tutti gli aspetti dalle persone comuni, e con una grande caratteristica condivisa: dispongono, ciascuno di loro, di una rilevante potenza, chi patrimoniale, chi finanziaria, chi strategica, qualcuno dispone di potenza politica, altri possono vantare contatti ed amicizie ad altissimi livelli, altri sono semplicemente rappresentanti di personaggi ancora più di rilievo, forse impossibilitati a partecipare per cause che non obbligatoriamente devono essere giustificate, o desiderosi di non apparire personalmente. Una cinquantina di persone in tutto, in rappresentanza di interessi planetari, e appartenenti a tutte le nazioni più importanti. La stragrande maggioranza di loro si conosce da tempo reciprocamente, ma non mancano alcune figure sconosciute ai più. Nel panfilo più lussuoso, intorno ad un tavolino, parlano tra loro, con un bicchiere in mano, e una sigaretta nell’altra, tre persone che rispondono ai nomi di Louise, Cristiano e Otto, e intanto godono del sole abbastanza forte che quasi potrebbe definirsi estivo.
Avrei pensato che alla fine, la vostra storia, culminasse con un matrimonio, perché non siete più assieme?
Louise, forse in segno di nervosismo, prende la sigaretta appena accesa, e la spegne, posa il bicchiere sul tavolino, e, come se si fosse liberata da due elementi che forse le avrebbero impedito di esprimere compiutamente giustificazioni non da lei condivise, si appresta a rispondere. È strano come, a volte, bisogna giustificarsi da colpe che non si hanno realmente, e naturalmente dover dare spiegazioni di avvenimenti non voluti, è sicuramente più complicato che spiegare concetti che fanno parte della nostra personalità.
Strategie familiari.
Perché, esistono ancora?
Altroché! Oggi più che mai.
Mi sa chi ti dispiace …
Stavo bene con Otto.
E lo guarda con aria maliziosa.
Stavi?
Stavo, sto …
Ah, bene, sono contento per voi …
Le isolette attorno a la Maddalena sono interdette ai comuni mortali, ma non alla comitiva, che oggi si concede una vacanza, e le visita una per una, da domani, per due giorni, invece, sarà impegnata a prendere decisioni. Il giorno dopo fanno il loro ingresso nella struttura messa loro a disposizione dallo stato italiano, ricavata da una base nucleare americana dismessa, e ristrutturata da importanti architetti. Dopo le presentazioni dell’unica faccia nuova presente, viene data la parola a Louise.
Sapete benissimo che esiste un movimento nato nei paesi scandinavi, che inizialmente è partito come corrente artistica, e pian piano si è trasformata in movimento culturale, ed ora è diffuso in tutta europa, e certo non si svilupperà solo nel nostro continente; io stessa, ho in casa alcune opere d’arte degli artisti che hanno fondato il movimento, tra le prime prodotte da loro, e le mie case editrici hanno pubblicato vari loro lavori, devo confessare che inizialmente apprezzavo quelle novità, ma ora che il movimento sta assumendo connotazioni politiche troppo marcate, e tendenti verso direzioni indecifrabili, ho smesso di pubblicare i loro lavori, fino a che non sia chiara, sia la loro evoluzione, sia la nostra strategia verso di esso, e invito tutti i presenti a cercare le soluzioni migliori per renderlo inoffensivo, personalmente penso che sia più conveniente cercare di indirizzare la loro azione verso obiettivi che non ci creino grossi problemi, lasciando loro un certo margine di azione, ma limitandone la capacità di coinvolgere fasce troppo numerose di popolazione, so per certo che potenzialmente le loro teorie potrebbero far presa sulla gente. Abbiamo due opzioni, se il movimento si rivelasse realmente pericoloso, infiltrare qualche nostro elemento pagato dall’organizzazione, oppure lasciarli fare indisturbati; sappiamo per certo che la loro strategia futura sarà quella di denunciare comportamenti politici e sociali poco etici, e tra le loro fila ci sono elementi validi che potrebbero trascinare la gente verso una contestazione che potrebbe dare fastidio, ma sappiamo anche che, parlando più in generale, ogni singola persona ha bisogno di una valvola di sfogo per le sue insoddisfazioni, e il movimento, se acquisisse quelle caratteristiche, potrebbe essere funzionale a quello sfogo.
Louise sa benissimo che sarebbe controproducente osteggiare troppo apertamente movimenti che combattono i poteri politici e i meccanismi culturali dominanti, e il fatto stesso che nel sistema occidentale si dia un minimo di spazio a proteste, e vignette sui quotidiani che ridicolizzano personaggi politici, o quant’altro, non fa che avallare la certezza della gente di vivere in un contesto democratico, naturalmente lei sa benissimo che non è così. E certi movimenti che attirano nelle piazze grandi folle, entusiasmate dal fatto che i loro leader denunciano continuamente il sistema politico, possono essere funzionali a disperdere la rabbia delle persone, anche se passano per nemici giurati del sistema. Uno sfogare bisogni in una piazza, piuttosto che all’uscita degli onorevoli dal parlamento, magari armati, e con conseguenze imprevedibili. Movimenti che potrebbero essere persino utili al potere. Inizia la discussione, Cristiano nota che gli interventi successivi denotano conoscenza profonda del problema, lui stesso, qualche giorno fa, ha dovuto dedicare all’argomento un paio d’ore del suo tempo, e informarsi a fondo delle problematiche che un simile movimento comporta, analizzando a fondo materiale informatico e cartaceo ricevuto. La mattinata non è sufficiente per dirimere la questione e la riunione è aggiornata alla sera. Il pranzo vede i tre amici, Louise, Cristiano e Otto, monopolizzare un tavolino, con un cameriere a loro esclusiva disposizione, e trascorrono il tempo, assaggiando ostriche, caviale e aragoste locali, parlando dei tempi andati, dell’evoluzione che le loro vite hanno fatto registrare, in particolare viene dato risalto alla partecipazione dell’Italiano, nuovo arrivato, e i due si danno un gran da fare per metterlo al corrente dei meccanismi strategici che l’organizzazione mette in atto, volta per volta che si affacciano all’orizzonte novità politiche, sociali o culturali. Viene dato grande risalto al fatto che un perfetto sconosciuto com’è Cristiano, per la maggioranza dei partecipanti, abbia sostituito una delle personalità più carismatiche che da innumerevoli anni regge autorevolmente la scena di quelle riunioni, e al fatto che ne abbia ereditato i grandi poteri di cui disponeva, i due gli fanno sapere che, seppure esiste tra tutti i partecipanti una equilibrata capacità decisionale, il prestigio del vecchio statista era indubbiamente al di sopra della stragrande maggioranza delle persone presenti. Cristiano ricorda quanto lo statista abbia insistito sulla grande attenzione che l’organizzazione dedica al settore culturale, oggi ne ha avuto conferma, dato che un’intera mattinata di discussioni non è bastata per esaurire l’argomento. E nota che questa disparità di vedute sulla cultura tra la w, ed il comportamento dei singoli stati, sia quanto mai accentuata, questi ultimi sono impegnati per lo più in azioni che danno più rilevanza ad altri fattori, secondo loro, più concreti. Ha ricevuto in poco tempo dallo statista una proficua lezione su come gestire il potere, più esaustiva di tanti anni di studi, compiuti in prestigiose scuole elitarie. E capisce in un attimo da cosa derivi la grande considerazione dello statista che ha sostituito, si ripromette di invitarlo, la prossima volta che si vedranno, a spulciare altri argomenti, lo ascolterà con la massima attenzione. Il suo cammino culturale riceverà così una forte accelerazione, funzionale ad assimilare lui stesso, almeno una parte dei meccanismi mentali dello statista, che hanno generano il suo prestigio personale e politico. E costui sarà costretto, per forza di cose, a metterlo al corrente degli avvenimenti che hanno fatto la storia, sia della nostra nazione, che del mondo intero. Ora, nonostante i mille dubbi scaturiti spontaneamente durante il suo ritorno dal colloquio con l’importante personaggio, è contento di aver accettato l’incarico. Dopo aver digerito molluschi, crostacei e quant’altro, e aver metabolizzato i vari prestigiosi vini assaggiati, i tre si dedicano all’attività che li ha visti tante volte insieme, e trascorrono un paio d’ore entrando ed uscendo da quelle acque cristalline. Quando arriva il momento di riprendere la discussione, gli interventi sono tanti, Cristiano nota quanta sia rilevante l’importanza che quelle persone riconoscono all’argomento cultura, uno di loro, intervenendo, lo cita come l’erede di chi ha fatto capire loro che ci troviamo di fronte all’aspetto più rilevante del controllo dei popoli! L’argomento viene accantonato nelle prime ore della mattina successiva, e non essendoci concordanza di valutazioni, si decide di mettere in atto alcuni comportamenti condivisi, e osservare in seguito l’evoluzione del movimento. Il neo arrivato Italiano, nel corso delle ore successive, quando si affrontano altri argomenti, nota che le decisioni vengono prese in scioltezza, basta mezz’ora per decretare le strategie da adottare verso un dittatore sud Americano, che ultimamente sta contravvenendo alle direttive della w, un’ora per decidere che bisogna mandare in tilt un ingombrante satellite, e un’ora e mezza per decidere di obbligare i vari stati ad acquistare centinaia di cacciabombardieri da una determinata industria americana. È come se stiano scegliendo strategie per vendere più o meno noccioline ad una festa paesana, paragonando il loro potere a quello di un qualsiasi comune mortale, alla fine dell’incontro, durante la cena conclusiva, tra un’ostrica e un po’ di insalata, Otto mette mano al telefono, e ordina di ritirare parte dei suoi titoli di stato del paese sudamericano, e Louise, tra un dolce e un flute di champagne, dispone di acquistare il maggior numero di azioni dell’industria bellica americana. L’immagine del mondo che appare in quel momento a Cristiano è come che sia la sede di una grande festa a buffet, alla quale chiunque può attingere, e scegliere accuratamente quali siano i cibi più gustosi, o le bevande da evitare. Capisce quanto siano a loro funzionali le varie borse diffuse nel mondo, create per aumentare la forbice tra poveri e ricchi, capisce che chi più ha disponibilità finanziarie, ha autostrade aperte di fronte a se, con azioni che di rischioso, per loro, non hanno nulla, i rischi, in quel difficile campo, sono tutti per chi non è al corrente dei futuri avvenimenti, e se riesce a mettere a segno qualche fortunata transazione, lo deve unicamente alla sua buona sorte, o alla sua capacità di valutare correttamente meccanismi commerciali e finanziari. Louise racconta che una delle sue case editoriali, qualche anno fa, si era trovata in crisi, e doveva decidere se rifinanziarla con capitali messi spontaneamente a disposizione dalla w, o abbandonarla al suo destino. Alcuni personaggi che tuttora fanno parte della w, e che fanno dell’editoria una loro attività secondaria, venuti a conoscenza della crisi della sua casa editrice, le cedettero gratuitamente i loro diritti relativi alle pubblicazioni in francia, riferiti ad alcuni scrittori e saggisti che allora andavano per la maggiore, oro colato per qualsiasi casa editrice. In poco tempo Louise si trovò per le mani una attività dalle uova d’oro, i suoi titoli azionari schizzarono in alto, e certo qualcuno di quelli che la avevano aiutata, non si è pentito della buona azione compiuta, ricavando dalle azioni che presumibilmente aveva acquisito, molto più denaro di quanto ne avrebbe ricavato dalla semplice vendita di diritti da esercitare in francia. Otto e Louise, si dicono disposti a consigliare l’Italiano riguardo alle eventuali manovre finanziare che decidesse di mettere in atto, lui dice che non ha intenzione di approfittare di simili opportunità, gli viene risposto che tra qualche anno la sua linea di comportamento cambierà.
Dubai, tarda notte. L’aria condizionata a manetta della casa di Libera le dà un po’ di ristoro, dopo una giornata dedicata a mettere a punto l’ambientazione della festa che il suo amico sceicco ha deciso di dare per il giorno dopo. Gli alimenti che ha ordinato in varie parti del pianeta sono in arrivo per la mattina successiva, a bordo di un jet, dovrà alzarsi presto per disporre la loro collocazione nella grande sala dello sceicco. Si è imbarcata in un’ennesima avventura, quella di predisporre la costruzione scenica delle feste organizzate da lei, in quanto, perfezionista com’è, ha giudicato inadeguate le ambientazioni che altri avevano deciso, attorno a cibi scelti da lei con la massima cura. Come se non fosse abbastanza impegnata nella sua attività … Possibile che gente pagata profumatamente dedichi così poca cura nel compito che gli viene assegnato? Sa benissimo che non potrà in eterno dedicarsi contemporaneamente alle due attività, dovrà per forza di cose scegliere collaboratori in quel difficile campo, o delegare qualche persona di sua fiducia, e dal gusto estetico adeguato. Problemi di là da venire, pensa, verranno affrontati in seguito, la priorità, ora, è informarsi degli argomenti che verranno trattati dall’organizzazione, e la notte la vede fino a tardi, smanettare sul computer, cercando di spulciare ogni minimo dettaglio che il compact fornito dalla stessa, la obbliga a leggere, per non andare impreparata alla sua prima riunione, in programma tra due giorni. Dedica grande attenzione alla descrizione che viene fatta di un dittatore sud Americano. E man mano che scorrono le informazioni del cd, si rende conto di essere entrata in un’organizzazione onnipotente. Il supporto informatico prende in esame la sua personalità, fin dai tempi delle frequentazioni scolastiche, della condizione economica e culturale della famiglia di provenienza, e di mille aspetti del suo agire politico. C’è persino un’analisi grafologica di un suo scritto recente, in cui si mette in evidenza che le sue capacità decisionali corrette, al momento, sono nettamente inferiori a quelle che possedeva ai tempi in cui ha preso decisamente il potere. Sono riportate alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali si evidenziano aspetti che lo metterebbero in contrasto all’organizzazione, verso la quale, finora, si è dimostrato un diligente sostenitore. Il cd riporta in maniera persino troppo dettagliata, i mille aspetti dei suoi interessi economici, la rilevanza dei suoi vari conti correnti e titoli azionari posseduti, l’informazione che abbia intenzione di privatizzare la più importante industria del suo paese, senza sottoporre la decisione all’attenzione della w; inoltre sono presenti confidenze fornite all’organizzazione dai suoi più stretti collaboratori, preoccupati dai suoi ultimi atteggiamenti. Il cd raccomanda di valutare attentamente la sua attuale personalità, e analizzare l’eventualità di una sua deposizione, in quel caso, raccomanda di indicare uno dei possibili successori, in base ai vari profili riportati anche loro sul materiale informatico. È così presa dalle varie descrizioni, che non si accorge che maggior parte della notte è già trascorsa, analizzare il profilo del dittatore è stato per lei come se avesse spalancato una finestra tenuta costantemente chiusa, in passato, e dai vetri appannati, tanto che non le facevano vedere nitidamente gli ambienti che le stavano di fronte. Ma nel compact non si parla solo del dittatore, ma si descrive l’ambientazione che il potere in generale deve conoscere, vari meccanismi commerciali e finanziari, strategie per creare consensi, o avversità, come se in una notte la ragazza abbia partecipato ad un proficuo e dettagliato master formativo. Ora vede tutto in maniera chiara, ma non è importante la descrizione del dittatore, bensì la scoperta che ciascuno di noi, probabilmente, è tenuto sotto controllo. Forse la vita di ciascuno di noi è sotto osservazione, non solo dall’organizzazione, ma da chissà quanti altri organismi, segreti o palesi che siano, forse dal nostro stesso stato, che sbandiera ai quattro venti il diritto che abbiamo alla nostra intimità. Troppo dettagliate sono le informazioni sul dittatore, di cui è venuta a conoscenza, numeri di conti correnti, suoi e di innumerevoli prestanome, le loro reali consistenze, intercettazioni, invasioni di qualsiasi sfera privata sono possibili e probabili, a qualsiasi livello, pensa che persino chi non ricopre incarichi importanti possa essere costantemente sotto controllo, figurarsi chi ha una sua rilevanza in un qualsiasi settore. Nonostante la stanchezza, si appresta ad acquisire informazioni sugli altri argomenti da trattare alla sua prima riunione, ma vede filtrare dalla finestra i primi raggi del sole. E se ha acquisito informazioni dettagliate sul primo argomento trattato, ora è costretta a eseguire lo stesso lavoro in maniera superficiale, per mancanza di tempo. Si deve recare subito all’aeroporto, per prendere possesso del prezioso carico alimentare, e pensa che, dato che oggi non avrà un attimo di tempo, andrà impreparata già dal primo giorno, all’importante appuntamento. La festa a casa dello sceicco risulta, neanche a dirlo, un successo, ad un certo punto viene avvicinata da un emiro, che, oltre a prenotarsi per un prossimo evento che ha deciso di tenere a bordo di un suo panfilo, le consiglia alcuni atteggiamenti da tenere quando si dovrà parlare di un argomento che a lui sta particolarmente a cuore, quello di favorire o meno processi che tendono ad incentivare nuove forme di acquisizione di energia. Parte della notte successiva è dedicata a completare, per quanto possibile, le informazioni contenute nel cd, e leggere alcune relazioni cartacee, ma deve pur riposare, e per una volta va a letto abbastanza presto. La mattina dopo, viene svegliata all’alba da una telefonata, qualcuno le raccomanda di essere pronta tra un’ora, verrà accompagnata all’aeroporto, e poi in volo privato verso ramstaad, dove avverrà la riunione. Quando sale sul jet, viene accolta dall’emiro appena conosciuto, e insieme mettono a punto alcuni particolari riguardo alla prossima festa, le anticipa il fatto che verrà tenuta sul mar rosso. Inoltre le raccomanda di non dimenticarsi, la prossima volta che si rifornirà di alimenti sardi, di riservargli una buona scorta di bottarga e formaggi pecorini. La riunione dell’organizzazione si sviluppa secondo i temi già stabiliti, e il primo giorno vengono prese le decisioni riguardanti il problema sollevato dall’emiro, poi quello relativo agli atteggiamenti da tenere riguardo al dittatore, e si decide, in relazione al nuovo movimento culturale e politico scandinavo, di aspettare gli eventi. Il giorno dopo sarà dedicato alle modalità di fornitura dei nuovi cacciabombardieri, da distribuire in mezzo mondo. Alla fine della riunione, una volta decise le norme di fondo e la tempistica di consegna degli aerei, arriva la notizia che un gruppo di volontari di un’organizzazione umanitaria, composto per lo più da Europei, è stato rapito da una banda terroristica, nel nord africa, l’azione è già stata rivendicata, viene deciso di inviare in zona la pattuglia di pronto intervento, di cui l’organizzazione dispone, e di tenere sotto controllo ampie zone di quei territori tramite i vari satelliti di cui hanno la disponibilità. Ma siccome chi ha rivendicato il rapimento, fa parte di uno dei pochi organismi terroristici invisi all’organizzazione, si decide che per ora non si dovrà intervenire, e si dispone di rendere note alla gente le malefatte passate e presenti del gruppo terroristico. Ci sarà tempo, in seguito, quando la campagna mediatica avrà dato i suoi frutti, per intervenire. Libera, il giorno, per la prima volta, al momento in cui i partecipanti vengono congedati, apprende finalmente quale sia il nome dell’organizzazione.
E conosce, durante il rinfresco finale, gli altri due Italiani presenti, come lei, per la prima volta, alla riunione. Le risulta simpatico soprattutto Igor, per via di un suo accorato intervento verso una rapida soluzione riguardo ai volontari rapiti, si è battuto, infatti, per una immediata azione militare, che avrebbe, forse, consentito di liberarli, nel caso in cui la w avesse deciso di intervenire tempestivamente. Riguardo a Cristiano, nota il suo comportamento schivo, la preferenza a cercare frasi brevi per qualsiasi argomento, non le piace il fatto che in qualche modo, preferisca più nascondersi che rivelarsi.
Roma, Igor si sveglia con un insopportabile senso di malessere, oggi non ha voglia di vedere nessuno, la riunione di due giorni prima gli ha fatto vedere cosa c’è dietro le porte che qualcuno tiene costantemente chiuse, porte che immaginava celassero sotterfugi e segreti, ora ha la conferma che i suoi peggiori pensieri erano fondati, i segreti esistono e sono inconfessabili, ma la naturalezza con cui sono stati espressi pensieri maligni, e con cui sono state decise azioni disumane, lo spiazza. Immaginava che durante quelle riunioni venissero prese decisioni a dir poco innaturali, ma la mancanza di pudore che hanno dimostrato di poter mettere in campo lo fa rabbrividire. Come se qualcuno gli abbia detto: benvenuto nel mondo dei potenti, fino a quando non ti adeguerai al nostro modo di pensare, le tue mattinate saranno sempre uguali, avrai addosso un senso di impotenza sempre più grande, e alla fine, pur di non soffrire più, sarai costretto ad ammettere che è meglio assecondare piuttosto che resistere.
È disgustato dalla rapidità messa in atto da alcuni di loro, per acquisire azioni borsistiche dell’industria bellica che dovrà consegnare i caccia bombardieri. Cosa possono fare un pugno di persone che ancora non sono state prese dall’infernale meccanismo, contro lo strapotere di duecento persone, per giunta dal potere immenso, e dai fini condivisi? Ricorda i suoi primi anni di lavoro, quando ha visto scemare pian piano la sua voglia di contestare tutto e tutti, il suo radicalismo passare da esasperato a blando, anche allora si è dovuto adeguare ai meccanismi produttivi di logiche aziendali, e le sue successive azioni sindacali in qualche modo hanno dovuto registrare un cambiamento di rotta. Ma qui non si tratta di cercare le migliori condizioni ottenibili, qui si tratta del pericolo di venire inglobati in meccanismi che di etico non hanno nulla, quasi odia tutte quelle persone alla ricerca di aumentare il loro potere, indifferenti dei bisogni della gente, che a questo punto perde dignità nei loro pensieri, e diventa solo un mezzo per raggiungere obiettivi. Mette la piccola caffettiera da uno sul fornello, e sta lì ad aspettare che esca il caffè, come un ebete, fissa la tazzina, un po’ di zucchero … la quantità è insufficiente, il caffè è uscito, lo assaggia, ma è amaro, bisogna mettere un altro mezzo cucchiaino, strano, ha messo la stessa quantità di zucchero delle altre volte, ora va bene, pensa che forse una doccia fresca laverà quel brutto senso che lo opprime.
Ti mando una macchina, ricorda che alle undici devi essere alla farnesina.
No, vado a piedi.
La voglia di stare da solo non verrà accontentata. La lunga passeggiata verso il palazzo gli toglie parte di quel senso di impotenza, viene accompagnato in uno studio, saluta senza enfasi i presenti.
Accomodati pure, gli fa il presidente del consiglio, suo stesso compagno di partito.
È presente il ministro degli esteri, esponente del partito di centro, il segretario di partito mangiatore di ostriche, e virtualmente, in video conferenza, il grande vecchio statista.
Buongiorno a tutti, la voce e l’immagine che esce dal computer, non lascia dubbi, è proprio lui.
Racconta…
E Igor espone le decisioni prese, e riferisce degli interventi più significativi, si dimostra rammaricato che, per ora, non si sia voluto risolvere il problema del rapimento.
Quanto margine di intervento ha il nostro governo in questa faccenda?
Nessuno, purtroppo.
Ma ci sono tra i rapiti, alcuni nostri connazionali …
E cosa vorresti fare?
Sei alla tua prima esperienza riguardo a un simile problema, lascia fare a chi ha dimestichezza in queste faccende, questa è una di quelle situazioni dove non ha alcuna praticità l’azione di singoli governi.
Purché si affronti il problema.
Gli sembra di stare di fronte ad un gruppo di redivivi Ponzio Pilato, contenti di non dover affrontare la problematica incombenza. È curioso di sentire il prossimo comunicato stampa della farnesina, certo si metterà in rilievo la preoccupazione del nostro governo, e rassicurerà la popolazione e le famiglie dei rapiti, sul grande impegno che la nostra nazione sta dedicando per far tornare tra i suoi familiari i nostri connazionali, si stupisce del fatto che, una volta esaurito l’argomento, non si sia redatto un comunicato stampa, pensa che ci penseranno i burocrati del ministero a usare le parole formali più adatte. Sta venendo a contatto con un mondo senza sentimenti, senza una spinta che li indirizzi minimamente a mettersi nei panni delle famiglie, evidentemente da simili avvenimenti c’è poco da guadagnare, è curioso di scrutare i loro volti quando si parlerà dell’acquisto dei caccia bombardieri, il quel frangente, è sicuro, presteranno molta più attenzione. E allora si, troveranno le parole giuste per spiegare alla gente che sono necessari, per stare al passo con le altre nazioni, per dare al mondo l’immagine di quanto la nostra nazione sia potente, per dimostrare la nostra capacità di spesa, pur in un periodo di grande crisi, ma il loro fine ultimo non può che essere mettersi in tasca un bel gruzzolo di banconote, e non certo di piccolo taglio. E non pensano certo, ma lo sanno perfettamente, al fatto che ciascuno di loro succhia risorse che altrimenti potrebbero essere dedicate a fini più nobili. E sanno perfettamente che ogni minuto di volo corrisponde, come spesa, a centinaia di ore di lavoro di infermiere, medici o insegnanti. Riguardo al problema del nuovo movimento, si decide che la nazione deve tenere sotto controllo la sua evoluzione, almeno in ambito nazionale, e, se possibile, inserire qualche spia all’interno del gruppo dirigenziale. Che fantasia! Quando parla il grande vecchio, si fa silenzio assoluto, e si cerca di recepirne ogni singola parola, e magari leggere tra le righe, in questo campo è un vero luminare. Dice che è assolutamente necessario tenerne sotto osservazione ogni minima evoluzione, e controllare i passi dei suoi leader, e delle persone che vengono in contatto con esso, e si stupisce della decisione di giudicarlo, per ora, non pericoloso; con la sua solita ironia afferma che sarebbe stato più giusto ammazzarlo da bambino, una volta cresciuto potrebbe creare grossi problemi. Quando si parla della possibile deposizione del dittatore sud Americano, affiorano frasi del tipo: ha fatto il suo tempo, oppure: abbiamo interessi nazionali di là, chi prenderà il suo posto?
Nessuna frase rivolta al fatto che in quella nazione abitino cittadini Italiani, che potrebbero essere in pericolo, se l’evoluzione della sostituzione del personaggio diventasse cruenta. E sarebbero necessarie azioni preventive per limitare i danni delle aziende italiane presenti su quel territorio, invece al riguardo non si prende alcuna decisione. Il presidente del consiglio, venuto a conoscenza della probabile sostituzione, chiede dieci di minuti di pausa, e nel momento che esce dalla sala mette mano al telefonino. Quando torna afferma che aveva proprio bisogno di un buon caffè, come se non bastasse fare una telefonata e la tazzina sarebbe stata in soli dieci minuti, fumante, sul tavolo. Igor ormai è entrato nell’ordine di idee che le affermazioni del suo segretario erano quanto mai veritiere, e si rende conto che la nostra nazione ha perso parte della sua capacità di agire in ambito internazionale, ma non solo. Ciascuno dei politici sfrutta le sue conoscenze solo per interessi personali, disinteressandosi completamente del benessere dei cittadini, e in ogni caso ogni decisione sarebbe la conseguenza di scelte altrui. E più occupano poltrone di rilievo, più sono dispiaciuti del fatto che devono dedicare tempo alla gente, sottraendolo al proprio, che sanno benissimo come utilizzare. Pensa che il tempo in cui possono restare da soli con se stessi, i loro pensieri siano rivolti a come favorire amici, che ricambieranno il favore, oppure ragionare su chi sia più conveniente piazzare in posti strategici, o come sfruttare informazioni per aumentare le proprie finanze in ambito borsistico, non ultimo, ragionare sul fatto che quando approveranno commesse sarà unicamente per il fatto che chi ne riceverà benefici dovrà fornire loro utili riscontri in qualche banca svizzera o in altri paradisi fiscali. Sa benissimo che a qualsiasi commessa o realizzazione approvate dallo stato, corrisponde una percentuale per loro stessi molto ben definita, è la prassi, e naturalmente hanno interesse ad approvarle, contenti quando il valore di tali servizi, dovesse lievitare, e ad ogni rincaro che graverà sullo stato e sulla sua popolazione, saranno lieti di mettersi nelle tasche qualche banconota in più. E addirittura sospetta che, in cuor loro, non siano pressati da problemi di coscienza, perché le consuetudini decretano che simili azioni sono nella norma. Del resto questo succede in tutte le nazioni del mondo. Anche per il problema sollevato dall’emiro, si adeguano alle strategie internazionali, che decretano che è utile far credere alla gente che ci si sta impegnando per cercare nuove fonti energetiche, ma che è molto più conveniente per loro non stravolgere troppo lo stato delle cose attuali, naturalmente moduleranno le azioni favorevoli ad energie alternative, se e quando, troveranno le migliori condizioni per riempire le loro tasche. Igor, terminata la riunione, si sente sollevato dal fatto che finalmente può abbandonare quell’orribile posto, che gli crea apprensione, finora ha agito in politica in modo naturale, cercando di favorire scelte rivolte a operai e disoccupati, anche se immaginava i meccanismi che mette in atto chi effettivamente detiene il potere, ma stare a diretto contatto con quelle problematiche lo fa sentire terribilmente a disagio. Sta uscendo dal palazzo, quando viene raggiunto dal suo segretario, che lo invita a pranzo in un ristorante poco distante, Igor avrebbe preferito di gran lunga restare da solo, e godersi quello che resta della mattinata, in quanto al pasto, è talmente disgustato che avrebbe fatto volentieri a meno di pranzare. Accetta, ma pensa unicamente a quali molluschi o animali, stavolta, dovrà concedere la sua attenzione.
Cosa gradiscono i signori onorevoli?, Abbiamo un saporito gulash, oppure una zuppa di pesce freschissimo, e per il primo?
Vada per un’amatriciana, e per la zuppa di pesce, per quanto riguarda il vino, ci porti del frascati.
Sta diventando una consuetudine che il mangiare venga deciso dal segretario, del resto Igor non solleva problemi, il suo approccio con l’incombenza è sempre stato quello di nutrirsi, non certo quello di sperimentare nuovi sapori. Vengono serviti prima di alcuni avventori che occupavano i loro posti prima di loro, e sulla tavola non mancano olive, affettati, e formaggi, i signori onorevoli vanno trattati in maniera impeccabile.
Che impressioni hai avuto dalla tua prima riunione?
Che mi sono cacciato in un guaio, soprattutto se riferito alla mia coscienza.
Ma dai, la tua coscienza risponde solo alla spontaneità delle tue azioni, nel momento che valuti che stai facendo il massimo per i principi che possiedi, pur in un ambiente che ti lascia poco margine di azione, non vedo di cosa ti debba rimproverare.
Ho paura di venire condizionato dal clima che si respira in quei posti, a volte, pur volendomi comportare in una certa maniera, mi rendo conto di essere un corpo estraneo, o questa mi sembra sia l’opinione che la stragrande maggioranza ha di me, e allora, se dovessi veramente dare quell’impressione, non vedo quale potere abbia di modificare scelte che vanno in direzione opposta a quelle condivise da me stesso. Mi trovo a disagio persino di fronte alla stragrande maggioranza dei componenti il mio stesso gruppo parlamentare. Penso che in quell’ambiente, per quanto mi impegni, la mia azione sarà ininfluente.
Si, in un certo qual modo, ti posso dare ragione, ma non dimenticare che, nonostante che la nostra idea del mondo non coincida con la loro, quella della w, intendo, anche noi abbiamo interessi che si possono paragonare, con le dovute proporzioni, ai loro.
Sarebbero?
Beh, Igor, sai benissimo che il partito controlla strutture economiche di rilievo, per esempio buona parte del mondo sindacale, con i suoi interessi, non riferibili solo in termini di consenso politico, sai bene che da organizzazioni così diffuse e importanti possiamo trarre benefici anche noi. La catena delle banche, società finanziarie, compagnie assicurative, case editrici e quant’altro, che controlliamo, ha interessi esattamente uguali a quelli dell’organizzazione w. E i nostri centri commerciali, diffusi in tutta la nazione, puntano agli stessi obiettivi dei loro, naturalmente il nostro partito giova di seppur minime percentuali dei loro introiti, che vengono messi a disposizione del benessere del partito. Sai bene che anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo abbondanti disponibilità finanziarie, di per se sufficienti ai nostri bisogni. I rimborsi elettorali, e ogni versamento da parte dello stato, sono custoditi in varie parti del mondo, siamo delle formichine, se confrontati con il modo di agire degli altri partiti. Tutto deve essere riferibile a quantificare in modo preciso le nostre esigenze, e siccome abbiamo rinunciato da tempo a dure lotte che ci sembravano controproducenti, ci siamo avviati a un tacito armistizio, dagli obiettivi comuni, tenendo però sempre ben presente che qualsiasi nostra azione deve essere indirizzata verso operai, impiegati, e pensionati, e perché no, anche a precari e disoccupati. Ed il fatto che traiamo, come loro, gli stessi benefici da quegli elementi che ti ho descritto, non ti deve scandalizzare, ormai siamo un partito perfettamente integrato nelle logiche attuali, pur lottando ancora per i più deboli, non credere che in tutto questo ci siamo dimenticati dei pensieri dei nostri fondatori, solo ci siamo adeguati; se così non fosse, a quest’ora, il nostro partito, avrebbe persino problemi a raggiungere la minima percentuale di consensi, necessaria per essere rappresentata in parlamento, e questa eventualità è da scongiurare, sono estremamente convinto che i partiti che non hanno disponibilità di ingenti somme di denaro, sono destinati a soccombere.
Montappone, la fresca mattina di inizio estate vede Cristiano girovagare per il suo vigneto, il piacere che la campagna gli comunica è paragonabile a pochi altri. Sa che potrà godere della vista delle splendide colline della sua zona ancora per una settimana. Passa in rassegna un po’ tutte le zone della vigna, e qua e là interviene a togliere qualche tralcio che non reputa necessario, ha sempre pensato che la viticoltura ha bisogno di interventi mirati, e le spese per la manodopera non sono mai soldi buttati al vento. Ancora qualche giorno, e avviserà i suoi dipendenti che la vigna ha bisogno del loro intervento. A differenza della stragrande maggioranza dei viticoltori della zona, pretende grande professionalità, i suoi dipendenti sanno che lo stipendio che percepiscono è congruo e meritato, perché non si sogneranno mai di eseguire lavori per lo meno accurati, anche perché lui non lesina loro qualche soldo in più se raffrontato alle paghe consuete. Ma professionalità non vuol dire assumere solo persone anziane, tra i suoi dipendenti figurano anche alcuni giovani, che sono stati formati dal suo fattore, persona esperta nel settore, fin da quando è stata impiantata la vigna. Anche lui, in quel periodo, avendo un po’ più di tempo a disposizione, se raffrontato agli impegni attuali, si è messo di buona lena ad imparare il mestiere esattamente al pari livello dei giovani appena assunti. E infatti, chi avesse visto il gruppo al lavoro, avrebbe detto che il padrone della vigna era il fattore, e non lui. Quando si ha qualcosa da imparare, pensa, bisogna farlo da persone che hanno dimostrato di conoscere ogni segreto, allora come adesso, quando si trova al cospetto del grande vecchio. Trascorrono due giorni, ed eccolo là, insieme ai suoi dipendenti, ancora ad assorbire consigli dal responsabile di campagna, e trascorrere la giornata esattamente come loro, cercando di stare al loro passo, ed eseguendo i compiti assegnati con professionalità. Approva il fatto che non ha mai sentito il fattore rimproverare nessuno dei dipendenti perché troppo lento, se si è accorto che il lavoro veniva eseguito alla perfezione, per lui spendere qualche soldo in più è ininfluente, ma il lavoro che ne risulta deve essere professionalmente valido. Ha grande stima del fattore, una persona che non ha conosciuto altri lavori che sui campi, un vero figlio della civiltà contadina, non inquinata da pensieri moderni, gli piace che cerchi di eseguire i lavori sullo stile di una volta, evitando quando possibile la meccanizzazione troppo accentuata. Sa per certo che alcune volte ha rimproverato qualche dipendente, ma ciò non è mai avvenuto in sua presenza, al contrario della stragrande maggioranza di essi, che cercano di ingraziarsi il padrone, a scapito degli operai. Gli piace il modo naturale di ragionare che ha, anche sul lavoro, atteggiamenti d’altri tempi, è disposto a faticare intere giornate quando è necessario sfalciare l’erba, piuttosto che adottare la pratica più diffusa e immediata del diserbo chimico, ben sapendo che sia le viti che il vino che ne ricaverà, sono entità vive, che soffrono a contatto con elementi innaturali. Meccanizzazione ridotta, raccolta a mano dell’uva, alla maniera dei tempi romantici quando la vendemmia era più che fatica, una festa, nessun uso di diserbanti, e trattamenti antiparassitari ridotti al minimo indispensabile, la gestione della cantina con interventi mirati, nemmeno un milligrammo di correttivo in più, di quello necessario, hanno fatto si che il prodotto ottenuto abbia beneficiato di innumerevoli riconoscimenti, e ogni bottiglia non può essere venduta a prezzi economici. Ormai l’azienda si è fatta un nome importante, ed in zona è considerata la più rappresentativa di tutte, e gli operai si sentono onorati di lavorare per essa, fatto di per se funzionale alla loro immagine di esperti lavoratori. Pur essendo pagati qualcosa in più degli operai delle aziende della zona, quando tornano a casa sono forse meno stanchi di loro, pur avendo eseguito lo stesso, identico lavoro, non pressati da un fattore che pretende di apparire agli occhi del padrone come degno di occupare il posto che gli è stato concesso, solo perché fa gli interessi unicamente del padrone. E se questi andasse a confrontare il lavoro eseguito da dipendenti che per forza di cose lavorano sotto stress, vedrebbe sostanziali differenze di esecuzione, non certo a favore della sua azienda. Si può non essere pignoli in certi lavori, ma quando si è a contatto di qualcosa che diventerà vino, cioè un’entità viva, con tutti gli aromi che riuscirà a sprigionare, e la poesia che comunicherà a chi riesce ad apprezzarlo, allora non sono ammesse distrazioni, o lavori eseguiti per lo meno in maniera irreprensibile. Cristiano, non essendo abituato a lavorare sui campi, torna ogni giorno stanco a casa, a differenza dei suoi dipendenti, ma la stanchezza è funzionale allo stare bene, il riposo molto più gradito della noia, l’aver trascorso sette ore a contatto con la natura, lo fa sentire bene, vivo, e staccare da avvenimenti politici che non approva del tutto, è come una valvola di sfogo che certifica che vivere in maniera naturale, contribuisce a rendere fisico e mente più pronti per i futuri avvenimenti. È convinto che stare a contatto con i suoi operai, ragionare con loro, assorbirne i valori, giovi al suo modo di vedere la politica, e di vedere le giuste problematiche della vita. Fa parte di una casta che non si degna di capire i reali bisogni dei lavoratori, almeno in questo campo può dire di essere più esperto dei suoi colleghi onorevoli, esattamente come i politici di una volta, che prediligevano il contatto diretto con i loro elettori. E si può permettere di trascorrere il tempo a contatto con la natura, perché non è assillato, come la quasi totalità dei suoi colleghi, dal fatto che non gli basta il tempo per cercare occasioni e sotterfugi per rimpinguare in maniera illegale il suo conto in banca. Li immagina cercare da ogni contatto che hanno, ad ogni telefonata o incontro, opportunità di guadagno, li immagina coi pensieri rivolti alla stessa cosa: come sfruttare il tempo che sprecano verso i poveri mortali per ottenere vantaggi, da ogni minima concessione che li possa favorire. E li immagina, quando capiscono che dall’interlocutore non riuscirà a cavare un soldo, e allora faranno di tutto per decretare che può concedere loro poco tempo. Cristiano, se pure non è nato da una classe contadina, si sente ormai parte di essa, e quasi dedica al lavoro e agli investimenti sulla sua attività rurale, gran parte delle sue risorse, soprattutto in termini di impegno e di pensieri. E sa benissimo che il tempo che dedica alla vigna, verrà ripagato in qualche modo dalla natura, mentre il suo affannarsi in politica risulterà ininfluente, perché questa, ormai, non decide più niente. La sua settimana di gradevole impegno lavorativo volge al termine, fra tre giorni dovrà essere a strasburgo, e riceve una telefonata dal grande vecchio, ormai ne riconosce la voce già dalle prime battute, anche perché lo ha scelto come modello per il suo agire politico, ed è contento quando gli viene concessa l’opportunità di assorbire i suoi concetti. Vuole capire da dove derivino le scelte che ha eseguito in tempi andati, quale sia stata l’evoluzione del suo pensiero, i meccanismi che governano le sue decisioni, passate e future, vorrebbe capire quali siano i meccanismi mentali che adotta quando parte da un dato di fatto, e arriva alla soluzione migliore. La mattina dopo è già in viaggio verso roma, il grande vecchio non gli ha anticipato quale sarà l’argomento che intende trattare, e Cristiano fa mille supposizioni, gli argomenti in ballo in questo periodo sono tanti, tutti degni della massima attenzione, primo tra tutti la problematicità del rapimento dei volontari, poi le spese militari, il problema energetico, la possibile deposizione del dittatore, ma ben conoscendo quali siano le molle che spingono il suo pensiero, ritiene che l’argomento principale da trattare non può che essere la pericolosità del nuovo movimento scandinavo. Non sbagliava, lo statista introduce proprio quell’argomento, e gli comunica di essere a conoscenza di ciò che sta succedendo all’interno di esso, e ne traccia una rapida storia.
Sappiamo per certo che non dispone di grandi capitali, o almeno non sufficienti per portare avanti dispendiose strategie di comunicazione, o eventuali azioni politiche tradizionali, che avrebbero bisogno di risorse economiche, e per quanto la gente ne sappia, non sarebbero orientati verso azioni politiche, ma io so bene che la politica ingloba tutto ciò con cui viene a contatto, e il loro destino non potrà fare a meno di trattare anche temi politici e sociali. Ben sai che oggi, chi intraprende un nuovo cammino politico, è destinato al fallimento, se non mette in campo grandi quantità di denaro, non sto a spiegarti i motivi di questa affermazione, penso che sia intuitivo. Quello che voglio precisare è il fatto che sono venuto ieri a conoscenza che tra i teorici di rilievo che collaborano con loro, esiste una persona dal pensiero che ho sempre apprezzato, pur avendo concezioni riguardo all’evoluzione politica nettamente dissimili dalle mie, dotato di un pensiero lineare, e che potrebbe essere coinvolgente verso popolazioni dalle condizioni economiche non troppo floride, e ancora, oltre che dal punto di vista strettamente politico, possiede vedute dal punto di vista economico che ho sempre apprezzato, e non mi vergogno a dirti che alcuni dei miei migliori provvedimenti hanno risentito delle sue teorie. Bene, questa era solo una premessa, andiamo con ordine. Ti traccio una breve storia del movimento. Esso parte da un libro di grande successo, scritto da un artista di strada, uno di quelli, per intenderci, che imbrattano muri e pareti delle città, che tratta temi non propriamente politici, ma essenzialmente artistici, con un occhio rivolto a problematiche sociali. Parte dal presupposto, che condivido pienamente, che l’arte deve essere, prima di tutto, libera; sai bene che oggi le correnti artistiche che vanno per la maggiore, sono supportate da critici per lo più dalla grande cultura, e loro hanno giovato di questa possibilità, anche se inizialmente, e questo non guasta, hanno incassato consensi anche tra la popolazione comune. Il fatto di dipingere sui muri non depone certo a loro favore, ma i temi che trattano sono quanto mai attuali, indirizzati verso i bisogni della gente, e in fin dei conti, alla ricerca di maggior libertà, con opere artistiche di denuncia verso lo strapotere degli stati, che, come ben sai, stanno limitando, in questo periodo, la capacità decisionale dei popoli. Sono decisamente contrari ad ogni forma di consumismo, e stanno studiando metodi per far conoscere alla gente le criticità, che quello stile di vita comporta sul benessere della gente. Sai bene che oggi, mi dispiace dirlo, la gente, come per crearsi un alone favorevole alla propria personalità, segue i dettami di campagne commerciali e mediatiche che spesso hanno ben poco di culturale. E si adegua alle nuove teorie che vengono presentate come innovative, il movimento ha giovato inizialmente di quelle condizioni favorevoli, e fin quando è restata una corrente essenzialmente artistica, non ha creato grossi problemi. Fanno parte dell’ossatura di quella corrente, alcuni elementi, non esattamente innovativi, ma forse sconosciuti ai più, cioè cercare forme e figure con la gestualità, gesti spontanei tracciati col pennello, o con altre tecniche, da cui risulta, a chi ammira le loro opere, un senso di dinamicità molto accentuato. Hanno ottenuto una certa notorietà anche per il fatto che prediligevano creare sulle piazze le loro opere, spesso in poche ore, e la gente le vedeva nascere e crescere sotto i loro occhi, vedeva la gestualità che mettevano in campo, e i lavori che ne derivavano quasi appartenevano anche a loro, dato che gli artisti non disdegnavano di distribuire colori, o tracciare segni, suggeriti dai presenti. Una corrente artistica, insomma, molto vicina alla gente, che ne assorbiva la sensibilità, e i critici artistici che andavano per la maggiore ne hanno, in genere, favorito la diffusione e la visibilità. Naturalmente quegli artisti, che facendo un paragone con un’altra attività che hanno in seguito inglobato nelle loro azioni, si potevano definire artisti di strada, proprio come altri che praticano teatro o animazioni per le piazze. Il classico teatro dei clown, gestualità espresse senza limitazioni, contatto diretto con la gente, il coinvolgimento che cercavano di ottenere, tutti elementi che hanno fatto si che le due attività potessero essere catalogate come un unico movimento. Ma non si sono fermati a due soli elementi, riprendendo il fattore che li ha visti nascere, il libro di successo, gli avvenimenti hanno fatto si che importanti scrittori, ed opinionisti, si interessassero a loro, ne raccontassero le storie, ne immaginassero le molle che li spingeva a cercare il contatto con la gente, e mettevano in evidenza il fatto che il movimento era quanto di più popolare potesse esistere in ambito artistico. Racconti, saggi, raccolte di poesie, contribuirono a teorizzare in maniera più netta ed esaustiva l’azione dei ragazzi. Ho informazioni che confermano che ultimamente si è unito a loro la persona che ti ho descritto prima, dal pensiero lucido e innovativo, a dispetto della sua età, siamo infatti coetanei, il movimento, col suo apporto, ne sono sicuro, registrerà un’accelerazione in termini numerici di consenso e teorizzazioni che le daranno organicità, e la sua valvola naturale di sfogo non potrà che essere politica, questo è nell’ordine delle cose. E se il coinvolgimento politico non partirà dal loro interno, stai certo che qualcuno a loro vicino sfrutterà le loro teorie, approfittandone senza pagare alcun prezzo. Bene, anche se questa fase si pensa che non sia stata ancora avviata, le mie informazioni mi confermano che è in atto al loro interno un lavoro di puntualizzazione di teorie, che non possono portare ad altro che alla loro discesa in campo anche in ambito politico.
La stessa presenza del mio coetaneo, mi spinge a considerare che il movimento assumerà connotazioni che immagino benissimo, lui è un convinto teorico delle grandi possibilità che una nuova concezione politica è in grado di sviluppare, il ricorso alla democrazia diretta.
Questa è una novità rilevante in termini storici, e mi spiego meglio: se pure qualche cambiamento di situazioni politiche o movimenti, o partiti, abbiano avuto bisogno della gente per potersi affermare, nella totalità dei casi la gente era indirizzata da concezioni nate da personaggi colti, che ne hanno teorizzato gli obiettivi, bene, se analizziamo la nascita di questo movimento, ci accorgiamo della novità, tutto questo parte dalla gente, lo scrittore che per primo ha tracciato la strada ai primi artisti, era uno di loro, uno del popolo, gli artisti stessi non appartengono a classi agiate, e il mio coetaneo, è quanto meno si possa definire dai pensieri elitari, teorizza il valore della semplicità, aborre da situazioni contorte e critica in maniera appassionata i dettami di questa società, spiega che la società dei consumi ha fatto il suo tempo, ed è deleterio ostinarsi ad assecondarla ancora; insomma, per la prima volta nella storia dell’umanità, sta per verificarsi un evento eccezionale, col tempo assumerà grande rilevanza una corrente di pensiero che per forza di cose ingloberà tra i suoi principi qualsiasi espressione del pensare umano, e che è nato in maniera inusuale, dalla gente.
Aver tanto parlato, mi ha stancato, noi vecchi abbiamo i nostri tempi, ed ho bisogno di rilassarmi trattando argomenti più leggeri, ti invito a farmi compagnia anche domani, così potremo conoscerci meglio, e trascorrere un po’ di tempo assieme, sei invitato a trascorre la notte da me, quello che ti dirò domani sarà per te una rivelazione che non avresti mai immaginato”.
Cristiano accetta senza indugi l’allettante invito ricevuto, sarebbe restato in quella casa mesi e mesi, se gli fosse stato proposto, a contatto con uno statista che custodisce enormi segreti, ed ha molto da insegnargli in fatto di politica.
E poi lo attira conoscere i dettami che spingono il coetaneo dello statista, a proporre una visione politica così innovativa.
Tra una chiacchierata e l’altra, nel corso di quel giorno, viene messo al corrente di avvenimenti raccontati in maniera diretta, ma sintetica, e molto dissimili da come sono conosciuti dalla gente, si è parlato di stragi, di strategia della tensione, di collusione con la delinquenza organizzata, molto più organizzata e diffusa di quello che si creda, di strategie messe in atto per conservare il potere, di nomine a cariche più o meno eccellenti, di atlantismo e quant’altro, ma tutto questo in maniera estremamente sintetica, lo statista gli comunica che gli dedicherà un’intera giornata per metterlo al corrente degli ingombranti avvenimenti che hanno trapuntato la vita civile del nostro paese, in particolare Cristiano resta favorevolmente colpito dalla rivelazione che in quella casa ben poche persone vi hanno messo piede, lui è uno dei pochi fortunati.
Trascorre buona parte della notte sveglio, rianalizzando fatti raccontati dallo statista, con le novità che ha appena sentito, gli ha fatto piacere ascoltare le impressioni che ha sul nuovo movimento, gli piace quando introduce un argomento, e lo dipana in maniera logica, trova che l’immagine che la gente ha dello statista non sia troppo dissimile da quella che salta fuori privatamente, solo è stupito dall’arrendevolezza che dimostra verso la moglie, anch’essa dalla personalità rilevante, una donna che ha rinunciato ad una brillante carriera per stare a fianco del marito, durante il suo lunghissimo percorso politico.
Lo incuriosisce soprattutto l’ultima frase, “quello che ti dirò domani sarà per te una rivelazione che non avresti mai immaginato”.
Ne ricorda esattamente le parole, il modo con cui sono state pronunciate, lo sguardo intenso che invitava a dare la giusta importanza alla frase, e smania nell’attesa delle rivelazioni.
Non riesce a dormire, e pensa alla frase in continuazione, ma il fatto stesso che affermava che saranno rivelazioni inimmaginabili, lo convince a cercare di prendere sonno.
La mattina presto, ancora prima dell’alba, Cristiano viene svegliato da un rumore, come se qualcuno stia trafficando in cucina, al piano inferiore, e decide di alzarsi, nella sua immaginazione oggi sarà una giornata fondamentale per la sua vita, molto più del giorno appena trascorso, nel corso del quale è venuto a conoscenza di innumerevoli segreti.
Un quarto d’ora dopo è già in cucina, trova lo statista intento a bere un corposo caffè latte.
“Buongiorno Cristiano, versati quello che desideri, c’è caffè, latte, thè, burro e miele, delle brioches, vedi tu”.
“Buongiorno, mi verso un caffè, mi sono svegliato più presto del solito, ho fatto tutto in fretta, e speravo che fosse proprio lei la persona già alzata”.
“Mi alzo sempre molto presto, e non credere che oggi sia una giornata particolare solo per te, lo è anche per me.
È da tanto tempo prima del primo nostro incontro, che sono entrato in una condizione mentale che invita a ripercorrere tutta la mia carriera politica.
Ho preso delle decisioni delle quali solo mia moglie è al corrente, e ora tu sarai il secondo che verrà a conoscenza del mio nuovo modo di pensare.
Chi arriva alla mia veneranda età deve per forza di cose fare un bilancio della sua vita trascorsa, e ti assicuro che ho molte cose da farmi perdonare, ho agito tante volte sapendo benissimo che le mie azioni avrebbero favorito poteri forti, a discapito della gente.
Durante tutta la mia carriera ho adottato spesso risoluzioni contro i principi che ho assorbito da bambino, nasco da una famiglia profondamente cristiana, e ad ogni decisione ero combattuto dagli interessi che la politica e il potere obbliga ad assecondare, in controtendenza alla mia formazione culturale, bene, sono rarissime le volte che ho assecondato la seconda condizione, e il fatto di essere uno degli esponenti più rappresentativi della w, mi ha spinto ancora di più in direzioni che ora giudico sbagliate.
L’organizzazione è una specie di associazione di affari, con obiettivi rivolti verso il dominio del mondo, e quando abbiamo un traguardo da raggiungere, non ci fermiamo di fronte a niente.
Le nostre azioni sono indirizzate ad espropriare la sovranità ai popoli, e non credere che preferiamo condizionare regimi totalitari, al contrario, data la nostra grande potenza siamo in grado di indirizzare scelte anche in nazioni democraticamente sovrane.
Mi spiego meglio, se possiamo scegliere, in un determinato contesto, se favorire un futuro dittatore, o lavorare per l’affermazione di un governo che abbia qualche caratteristica che potrebbe sembrare democratica, ebbene, scegliamo la seconda opzione, per noi il risultato finale è lo stesso.
Le cose facili non ci hanno mai attirato, abbiamo ricoperto tutto il mondo dalla nostra tela di ragno, e quasi nessuna nazione è esente dal nostro controllo.
Facciamo affari dappertutto, siamo legati a qualsiasi attività che possa consentirci di aumentare il nostro potere politico, finanziario e militare.
La nostra vera potenza si esprime in un campo particolare, strutture volute da noi, e ormai diffuse in buona parte del pianeta, l’istituzione delle borse finanziarie.
Tutto il nostro potere ruota intorno a loro, esse sono il filo invisibile che lega il controllo dei popoli all’organizzazione, se non esistessero le borse, non potrei immaginare nemmeno la w, almeno nella dimensione globale attuale.
Noi siamo la vera e unica organizzazione sovranazionale esistente al mondo, scordati il fatto che esiste un’altra organizzazione planetaria, non ha nemmeno una minima parte dei poteri che possediamo noi.
E la sua struttura di intervento, come ben sai, è condizionata dalla possibilità di far valere veti, da noi non esistono veti, le decisioni sono prese a maggioranza, la maggioranza di quella cinquantina di persone di cui tu fai parte.
Bene, ti chiederò, dopo averti spiegato nel dettaglio, i miei nuovi indirizzi, di lavorare per essi all’interno di quell’assemblea di cinquanta persone, disinteressati di quello che succederà nel gruppo più numeroso, solo cerca di coinvolgere alle nuove idee, ma privatamente, la maggior parte dei componenti.
E quello che ti dirò ora, lo dovrai tenere presente in ogni azione che farai all’interno alla w, in entrambi i gruppi.
Decidere il mio cambio di rotta è stato un avvenimento recente, e sei mesi fa non eri tu la persona destinata a prendere il mio posto all’interno dell’organizzazione, sei mesi fa ragionavo come durante tutta la mia carriera politica, ma pian piano, considerando il fatto che le mie limitazioni di movimento risultavano sempre più importanti, il fatto stesso di aver abbandonato la politica attiva, nonostante sia senatore a vita, il fatto che attualmente conduco una vita semplice, non più a contatto con la stessa gente, dagli obiettivi sempre uguali, e non ultimo, il fatto che ormai ho molto tempo a disposizione per pensare a cosa ne stia facendo della mia vita, ho scoperto che la vita semplice non mi dispiace, a differenza di come avrei pensato prima, bene, tutto questo mi ha fatto vedere il mondo con altri occhi.
E la relativa semplicità con la quale conduco la mia vita attuale, mi ha invitato a fare una profonda analisi dei miei trascorsi.
Mi sono chiesto cosa abbia combinato finora, il fatto stesso di aver fatto soffrire tanta povera gente, a causa di mie decisioni, mi invita, in qualche modo, a rimediare.
Un altro fattore che mi invita al cambio di rotta, è quello relativo a teorizzazioni che hanno preso il sopravvento su di me, teorie che ora giudico errate, concetti che hanno governato il mondo occidentale; abbiamo favorito la società dei consumi, che obiettivamente ha portato vantaggi a tutti, ma bada bene, solo momentanei; istituzioni come catene di montaggio, che mettevano nelle condizioni migliori la gente di poter acquistare a basso prezzo, prodotti forse non necessari, ma che hanno sminuito la figura del lavoratore, facilità di accesso al credito, senza essere certi di poterlo onorare, la stessa globalizzazione che porta vantaggi a pochi, la distruzione di risorse naturali che non saranno più a disposizione delle generazioni future, sono state scelte errate.
Abbiamo consentito alla tua generazione di portare avanti una vita senza pensare al futuro dei vostri figli e nipoti, uno sprecare risorse che sembravano inestinguibili, e invece non lo sono, bene, questo è immorale ed egoista.
La pressione che gli stati esercitano in maniera sempre più evidente verso i cittadini, anche questa è stata una scelta della w.
E la scelta di armare il pianeta in maniera esponenziale, anche quella è una nostra decisione, come decisioni nostre sono state anche fatti che hanno portato progresso, in campo scientifico e tecnologico, dando una parvenza di modernità, ma della quale, alla fin fine, ne hanno giovato in pochi, i soliti privilegiati.
La povera gente ha solo beneficiato in maniera parziale degli ultimi ritrovati della tecnologia, ed è contenta di possedere gli ultimi prodotti informatici o tecnologici dell’industria, pagati però a prezzi molto superiori al loro effettivo valore.
In ambito medico e scientifico abbiamo indirizzato la gente verso teorie che ci facevano comodo, osteggiando quelle che non ci avrebbero consentito grossi guadagni; tutte, dico tutte, le più importanti case farmaceutiche sono al nostro servizio, e noi siamo al loro, questo è un immenso campo dove fare soldi è facile come bere un bicchiere d’acqua.
Abbiamo governato la politica del commercio, a nostro piacimento, modulando sapientemente logiche di profitto, un sottrarre risorse alla gente, e incamerarle nelle nostre casse.
La nostra società civile, ora, si basa su concetti antiquati, da rimuovere al più presto, è necessaria una crescita culturale, e una decrescita materiale, un dare importanza a fattori spesso trascurati dalle nazioni, ma non dalle migliori aziende private: la ricerca scientifica.
È necessario ridimensionare il sistema industriale, e favorire realtà artigianali, è necessario consentire alla gente di portare avanti una vita tranquilla, e metterla nelle condizioni migliori di approfittare degli ultimi ritrovati della tecnologia, ma senza quell’irrazionale smania di possedere oggetti inutili.
Bisogna rivisitare le condizioni che hanno fatto si che la rete informatica sia sempre più potenziata, si, ma sempre meno controllata da chi ha interesse a creare guai per l’umanità, uno strumento, la rete, che dovrebbe essere di libertà per tutti, oggi è al servizio di poche persone, e la gente che dà loro molta importanza, trascorrendo intere giornate a conversare con ipotetici amici, non sa che i poteri forti hanno stilato un profilo realistico di ciascuno di essi.
E il fatto che ciascuna persona non abbia una sua vita privata, costantemente controllata da chi ha interesse a farlo, è pratica che deve essere abbandonata al più presto.
Mi rendo conto che dalle strategie della w ho goduto di enormi benefici, ma ora mi domando a cosa mi siano serviti, ho tra le mani risorse che non posso sfruttare, e l’alone storico che aleggia intorno a me non è rassicurante.
Sono conosciuto come una persona dall’enorme potere, uno che più che infondere fiducia, crea una sorta di ansia in chi deve venire a contatto con me, non riesco a valutare se una persona mi apprezzi, o se non voglia scontentarmi, poche persone, finora, hanno cercato con me lo scontro, non so se questo sia dovuto ad una effettiva autorevolezza, o che altro, ma mi devo chiedere che soddisfazioni o vantaggi ho, al momento, per un fatto così rilevante.
Tutto si orienta verso il possesso di beni, ma non avendo figli, questo è ancora più imbarazzante, specie in questo momento storico di crisi, che ha decretato che molte povere persone, hanno deciso di abbandonare volontariamente questo mondo, per l’impossibilità di condurre una vita dignitosa.
Tutte condizioni che ora pesano sulla mia coscienza, stanno riaffiorando i vecchi concetti che ho accolto da piccolo, la politica mi ha reso una persona insopportabile, nel pensiero di chi fa continuamente sacrifici io appartengo alla casta più odiosa che esista, quella che specula sui bisogni dei poveri, e che ha sempre agito per allargare la forbice sociale.
Bene, vorrei che la storia non mi ricordi per tutto questo, e ti consegno il lavoro che ho terminato da poco, su tutte queste problematiche, sulla mia visione del mondo futuro, inseriscilo sul tuo computer, e cerca di assorbirne, per quanto ti è possibile, i concetti espressi.
Ho già disposto che metà di quello che possiedo, verrà consegnato in brevissimo tempo ad una fondazione già costituita, che ha il nome di mia moglie e mio, tu sarai tra quelli che ne tracceranno gli indirizzi, e dopo la mia morte avrai ancora più capacità decisionali, ti spiegherò in seguito quali saranno le strategie da mettere in atto.
Da oggi in poi scriverò un altro libro, che racconterà l’evoluzione del mio pensiero, verrà messo nelle tue mani il giorno della mia morte.
Sono certo che riguardo al primo libro, troverai molti punti di contatto, con la tua visione del mondo; quando ho scelto te, avvenimento recente, l’ho fatto in maniera convinta, e ti assicuro che ho osservato il tuo cammino politico, ho pensato che fossi la persona più adatta per consegnare alla storia la mia nuova figura di uomo e di politico.
Il libro dovrà essere dato alle stampe ad un mese esatto dal giorno della mia morte, il secondo, quello che scriverò da domani in poi, due anni dopo, e la tua azione all’interno della w, dovrà essere improntata ai principi espressi nel libro, e gli eventuali ricavati, dovranno essere versati nelle casse della fondazione, hai in questo momento l’onore di essere il primo che leggerà la mia nuova visione politica e sociale del mondo.
Stampane una cinquantina di copie, ma dovrai farlo in proprio, e metti in mano a ciascuno dei cinquanta personaggi del gruppo ristretto, uno dei libri, con la promessa che nulla verrà divulgato, e che possono leggerlo solo loro, se vorranno averne una copia, dovranno firmare una dichiarazione dove si impegnano solennemente a non divulgarne nemmeno una virgola, e custodirlo in modo da non poter essere letto da nessun’altro.
Leggilo attentamente, e se ci fossero elementi che non ti soddisfano del tutto, o contrari al tuo modo di vedere, ne discuteremo, essendo un prodotto informatico è facile modificarlo.
Dopo la riunione di strasburgo, inviterò a casa, per una settimana, il mio coetaneo e te, e in tre puntualizzeremo alcuni argomenti che ci stanno a cuore, tu intanto dovrai aver trovato il tempo di leggere attentamente i testi che ti ho consegnato.
Sei invitato a pranzo, e poi, dato che dovrai andare a strasburgo, decidi tu quando andare via, anche domani mattina, se vuoi, un’auto è a tua disposizione, ti accompagnerà all’aeroporto”.
Cristiano è imbarazzato dal fatto che lo statista gli abbia messo in mano un così importante e storico documento, e del fatto che avrebbe avuto l’opportunità di modulare le nuove idee dello statista, concordare con lui e col suo coetaneo, future azioni politiche e sociali, ma quello che lo mette in apprensione è il fatto che dovrà confrontarsi, all’interno del gruppo dei cinquanta, con posizioni nettamente contrarie, dovrà far capire loro che avranno ben poco da acquisire se continueranno a depauperare il nostro pianeta, e alla fin fine, valutare con loro se la diminuzione di libertà decisionali della gente, sia indiscutibilmente favorevole all’organizzazione.
La w gli è stata descritta, pur con le sue negatività, come quanto di più reattivo ci sia riguardo all’evoluzione dell’umanità, certo è, che un cambio di rotta deve essere presentato come indispensabile, e per far questo ci sarebbe voluta la personalità dello statista in prima persona, e non solo dei suoi scritti; Cristiano non sa quale possa essere la sua capacità di trasformare così pesantemente i pensieri acquisiti da gente abituata a vivere in maniera decisamente dissimile dalla totalità della popolazione mondiale, e quel che è peggio dalla formazione elitaria, con concetti assorbiti fin da bambini, e quindi difficili da sradicare.
Ma conta sulla lungimiranza dello statista, e se lui afferma che un ridimensionamento dei loro stili di vita e azioni meno egoiste siano indispensabili, quelle persona dovranno pur tenerne conto.
È ansioso anche di conoscere la verità sulle stragi e su altri avvenimenti che hanno contraddistinto il cammino del nostro popolo.
Assemblea comunitaria, si discute del rapimento dei volontari, Igor interviene in maniera appassionata, il ricorso alla forza, per lui, non è pratica condivisa, ma in questo caso si batte perché si faccia qualcosa, anche in termini cruenti, per far tornare a casa persone che meriterebbero ben più riconoscimenti di quelli che effettivamente la comunità voglia concedere loro.
Ma è come parlare al vento: “vedremo cosa si può fare”, “bisognerebbe intervenire, ma come?” “ci attiveremo”, “certo è che bisognerebbe dare un segnale a questi criminali”, ma alla fin fine nessuna decisione viene presa.
Si chiede a cosa sia servita l’istituzione della comunità, se, pur avendo sottratto agli stati sovrani molte delle loro prerogative, nessuno riesce a trarne beneficio, e l’europa si trova a dover affrontare problemi senza avere a disposizione strumenti validi per ogni azione, in pratica non ha un esercito, non interviene sul sociale, politicamente è una specie di fantasma, le sue risoluzioni sono solo di facciata, le decisioni sostanziali vengono prese dalle commissioni, e il parlamento ha capacità ridotte in fatto di decidere leggi, qualcosa funziona solo a livello finanziario o bancario, ma il più delle volte penalizza gli stati meno dotati di risorse economiche, e i loro cittadini meno fortunati, un’istituzione creata per favorire poteri economici e finanziari, e il suo gruppo dalle cravatte rosse, in genere, lascia andare le cose, nella maniera peggiore, mai un intervento realmente rivolto al benessere dei più deboli e indifesi, un adagiarsi in situazioni stabilizzate, mai un impeto di cambiamento, solo parole vuote, e comportamenti ininfluenti.
Le risposte al suo intervento gli lasciano l’amaro in bocca, si rende conto di essere all’interno di una istituzione che non può decidere strategie, pensa che l’attuale quadro politico di questa zona del mondo sia governato essenzialmente dall’inerzia, un colpevole lasciare andare gli avvenimenti secondo impressioni del momento, mai una dettagliata indagine a largo respiro che miri al futuro, su cosa si intenda fare per questo continente, e il fatto di aver sottratto poteri alle singole nazioni, e non esercitarli, è particolarmente grave.
Qui funziona, spesso in maniera frammentaria, solo l’aspetto finanziario e commerciale, mai che si prendano decisioni riguardo a fattori sociali, si parla di integrare sempre più nazioni, e si chiede loro unicamente se i loro conti siano in regola, le altre pretese riguardo ad altri fattori, come il livello democratico raggiunto, vengono valutati, ma non hanno la stessa rilevanza, ci si accontenta di qualche dichiarazione del premier di turno, ben sapendo che tra non molto tempo non sarà più lui ad occupare la stessa poltrona.
Pensa che l’intero continente sia nelle mani di chi dedica il suo tempo ad ottenere vantaggi per se stesso, disinteressandosi del benessere delle persone, proprio come in italia.
La comunità gli è stata descritta come il vero centro dirigenziale, quella che prende decisioni, costruita per un progredire dei suoi abitanti, ma si rende conto che tutte queste belle parole sono drammaticamente disattese.
Si rende conto che chi dedica tutte le sue forze a principi condivisibili, come fa lui stesso, sono una sparuta minoranza, ininfluente e quasi definito come ingombrante, rappresentanti che non hanno ancora capito che bisogna lasciar andare le cose, così come vengono, mai un’analisi profonda, mai un mettersi nei panni degli altri, mai uno slancio verso scelte giuste, mai che ci si lasci trasportare dalla passione, solo freddi calcoli, a loro basta che il sistema economico giri senza intoppi, non pensano minimamente che l’esistenza non è solo un fattore economico.
E la sua appartenenza alla w, non gli è di consolazione, anche là, seppure sia il vero centro decisionale di questo continente, e non solo, le sue teorie sono ascoltate attentamente, si, ma essendo troppo dissimili dalla maggioranza dei membri, non hanno nessuna rilevanza effettiva.
Terminata l’assemblea, il suo stato psicologico gli impone di riflettere sul motivo per cui sta partecipando a quelle riunioni, se non sia il caso di abbandonare la politica, e dedicarsi a quello che più lo soddisfa, e che non è mai risultato ininfluente, tornare al suo vecchio impegno come sindacalista, e disertare anche le riunioni della w, assumendosi tutti rischi che questo comporterebbe.
Quando decide di consumare un caffè nel bar dell’assemblea, viene avvicinato da Cristiano, e si trattengono per quasi un’ora;
a furia di parlare, i due si conoscono meglio, e pur non facendo parte dello stesso gruppo politico, trovano che hanno qualche punto di contatto, Igor però ha dei pregiudizi verso di lui, durante le assemblee non è mai intervenuto, non si capisce quale sia veramente il suo pensiero politico e sociale, ma accetta l’invito di pranzare con lui.
E durante il pranzo, si accorge che forse si potrebbe collaborare, la sua formazione cristiana non è troppo dissimile dai principi che lui stesso ha accettato di sposare, almeno in ambito sociale.
Tra i due si instaura una certa sinergia di intenti, e il fatto di essere entrambi componenti della w, seppure anche in quel caso, avversari, contribuisce a considerare l’interlocutore come degno di attenzione.
Ma si deve ricredere, gli obiettivi di Cristiano sono indirizzati verso gli stessi suoi fini, si stupisce di come ragioni, conclusioni così dissimili dall’idea che si era fatto di lui, e il tempo trascorso durante il pranzo, basta per decretare che potrebbero collaborare in entrambe la strutture.
Cristiano gli racconta gli ultimi pensieri, la sua nuova visione delle cose, gli spiega a grandi linee quali siano i suoi nuovi obiettivi, e le azioni che ne scaturiranno.
L’approssimativo giudizio che inconsciamente aveva stilato per il suo interlocutore, ora è cambiato, da oggi capisce che potrà collaborare proficuamente all’interno delle due organizzazioni, non solo con lui, ma con chissà quanti altri personaggi, dato che aveva giudicato il pensiero di Cristiano quanto di più lontano dalle sue idee.
Recede in quel momento dal pensiero di abbandonare la politica, la w, e l’assemblea comunitaria.
Rientra a cerignola per un periodo di riposo, e quando sta per varcare l’uscio della casa dei genitori, in cui ancora abita, viene avvicinato da alcune persone che gli chiedono se abbia dieci minuti di tempo da dedicare loro, si presentano come appartenenti alla sezione cittadina del suo stesso partito, Igor stabilisce che in dieci minuti si possa decidere ben poco, e il fatto stesso che lo abbiano aspettato pazientemente, lo invoglia a pensare che sia qualcosa di importante, stabiliscono che si sarebbero incontrati nella sede del partito, tra qualche ora.
Ha voglia di stare con i suoi genitori, che continuano a portare avanti la loro vita in maniera semplice, e vuole rincontrare i suoi benefattori di un tempo, i farmacisti.
Uscito da casa loro, invece di servirsi della macchina, per recarsi alla sezione del partito, fa una lunga camminata, non è mai svanita la sua smania di stare da solo con se stesso, e trova che questo lo arricchisca, quando arriva a destinazione, lo attendono una trentina di persone.
“La puglia sta vivendo un momento triste, le aziende chiudono a raffica continua, tra noi ci sono rappresentanti di varie aziende in crisi, che hanno minacciato di ridimensionare il personale, altre hanno già chiuso i battenti, sono in crisi anche alcuni grossi insediamenti industriali, e la situazione si fa complicata, l’agricoltura, che è sempre stata il fiore all’occhiello delle nostre produzioni, si sta ridimensionando, e la gente ha perso la fiducia nell’avvenire”.
Non che la situazione pugliese sia diversa da quella di tutto il sud dell’europa, ma Igor sente il disagio di dover constatare che la sua gente non vede vie d’uscita, quando un popolo perde la speranza, le vie di sfogo possono essere imprevedibili.
“Abbiamo deciso di mettere al corrente la nazione che qui la gente ha bisogno di lavoro e di speranze, e abbiamo indetto una grande manifestazione per sabato prossimo, vorremmo che tu, Igor, ci dessi una mano, sia dal palco, che a strasburgo”.
La piazza più grande di foggia, il sabato sera, è gremita all’inverosimile, e dopo vari relatori, viene chiamato a fare il suo intervento il rappresentante comunitario.
“Sono venuto volentieri nella mia terra, in questo momento sto facendo la cosa che mi piace di più, e cioè stare con voi, mi dispiace però che la comunità non riesca a trovare soluzioni alle varie crisi, in una qualche maniera mi trovo in difficoltà di fronte alla mia gente.
Ma una cosa è bene che la sappiate, perché non è una notizia conosciuta: quando è stata insediata la nuova assemblea, a cui ho partecipato per la prima volta anch’io, sapevo di dover giurare che avrei fatto gli interessi del mio popolo, in sede comunitaria, bene, anzi, malissimo, con mia grande sorpresa, ho dovuto giurare il contrario, e cioè che avrei dovuto fare gli interessi dell’unione europea, nel mio paese.
Improvvisamente mi si sono aperti orizzonti inimmaginabili, ho dovuto scoprire che la costruzione dell’europa unita, non è stata una buona idea per la gente, ho capito d’un tratto che mi sarei trovato a disagio.
Un’altra delusione è stata quando ho scoperto, mio malgrado, che l’assemblea conta ben poco, le decisioni strategiche, quelle fondamentali, non sono prese da noi, ci hanno lasciato a disposizione solo l’ordinaria amministrazione.
Chi comanda e decide veramente sono le varie commissioni, gente per lo più non eletta, vicine a poteri finanziari che non si sogneranno mai di fare gli interessi della gente, funzionari pagati profumatamente che rispondono a logiche lobbistiche, i vari trattati che le singole nazioni firmano in continuazione, a favore dell’integrazione comunitaria, hanno l’unico scopo di sottrarre decisionalità alle singole nazioni, per consegnarle a un non ben identificato organismo, che risponde per lo più, a ordini esterni alla comunità.
Capite bene che la parola democrazia, in quelle condizioni, perde di valore, e vi confesso che fino a poco tempo fa ero seriamente intenzionato ad abbandonare quei posti, e tornare a fare quello che più mi piace, stare a contatto con la gente e con gli operai, con voi.
Ma non è detta l’ultima parola.
Non sto a fare analisi storiche su come ci abbiano ridotto in queste condizioni, voglio solo dirvi che ci hanno espropriato il diritto di stampare moneta autonomamente, e sapete chi stampa moneta?
La comunità europea, che poi distribuisce alle singole nazioni la quota spettante, direte voi, no, non è così.
Stampa moneta la banca centrale europea, e da chi è composta la banca centrale?
Viene da pensare che sia composta dalle singole banche centrali di ciascuna nazione, e questo è vero, quindi da noi tutti, appartenenti alle singole nazioni.
Non è così, i singoli cittadini non hanno alcuna relazione con le banche centrali, per il semplice motivo che esse sono private.
Vi rendete conto?
Stampa moneta una banca privata!
E i singoli stati, quando hanno bisogno di denari, li devono chiedere a loro, che pretendono interessi, e non è detto che vengano concessi tutti i finanziamenti richiesti, il più delle volte non vengono accontentati, e devono dimostrare per quali motivi hanno bisogno di soldi.
Gli stati che elemosinano ai privati, ma vi rendete conto, a che punto siamo arrivati?
Ecco a cosa hanno portato decenni di trattati iniqui, al dover constatare che abbiamo perso ogni sovranità, sia come nazioni, che come singole persone.
Ricorderete che ai tempi in cui ero attivo come sindacalista, la parola d’ordine per gli operai era “radicalismo”, il voler ottenere il massimo dalle nostre lotte, il non mollare mai, e in genere, le aziende cedevano alle nostre richieste, eravamo in una situazione economica favorevole, e a loro restavano pur sempre capitali in abbondanza, dopo averci accontentato.
Eravamo allora in possesso della nostra sovranità monetaria, e lo stato metteva in circolazione denari sufficienti per ottenere la piena occupazione, un certo risparmio da parte delle famiglie, e la capacità di pagare le tasse.
In quel periodo la nostra economia era così florida, che il risparmio dei nostri cittadini, era nettamente superiore a quello che riuscivano a mettere da parte gli altri abitanti della comunità.
Economicamente la gente era tranquilla, poteva fare progetti per il futuro, si sposava, metteva al mondo figli senza troppi ragionamenti riguardo al futuro, la speranza di progredire era palpabile.
Ora la nostra nazione non può mettere in circolazione, per la nostra economia, e per le persone, nemmeno un soldo, lo dovrebbe fare la banca centrale europea, ma per motivi incomprensibili, o per una loro criminale strategia, tengono il sud europa a corto di moneta, di piena occupazione neanche a parlarne, le aziende chiudono, e la gente perde le speranze.
Ora la fanno da padrone le parole part time, precariato, disoccupazione, delocalizzazione, globalizzazione, agenzie interinali, e tante altre amenità, sono riusciti, col ricatto e mettendo in circolazione denari insufficienti, ad annichilire il concetto del radicalismo, i sindacati sono sotto ricatto, una volta che la classe operaia ha perso quella caratteristica, si è potuta considerare una classe subalterna, ed i sindacati hanno avuto a disposizione solo scarse capacità decisionali e contrattuali, quando esiste una situazione di crisi, non possono svolgere la loro funzione.
Le eventuali lotte non portavano più a nulla, c’è la crisi, la globalizzazione, siete obbligati alla concertazione, la parola che ci ha fregato definitivamente.
C’è la crisi, bisogna accontentarsi, dicono e diciamo, ma la crisi non è reale, è indotta, e amplificata da personaggi per lo più sconosciuti, credetemi.
Hanno finalmente trovato il modo di ricattarci e annichilirci.
E la gente, oggi, si accontenta di seguire i dibattiti alla televisione, fare il tifo di chi sembra che la stia difendendo, è contenta di postare frasi illuminanti sui social network, esprimere frasi che evidenziano lo stato di disagio in cui ci hanno costretti, a volte trovare frasi ironiche e sarcastiche, e in genere si sfoga così.
Ma stiamo sbagliando.
Il politico, ormai, non ha più nessun contatto diretto con la gente, anche lui risponde alle domande su internet, ma solo a quelle che non gli creano alcun fastidio, e hanno imparato che usare i social, non comporta alcun rischio, e dicono solo quello che fa comodo a loro, senza contradditorio.
E sono contenti quando vengono invitati alle varie discussioni televisive, e rispondono alle varie domande concordate con chi ha ottenuto il ruolo del conduttore, messo lì da loro stessi.
E sono così abili, politici e giornalisti, a dare importanza ad argomenti secondari, a indirizzare le discussioni su binari scelti da loro stessi, e scatenano feroci discussioni, mentre gli argomenti veramente decisivi vengono accantonati volutamente.
E la gente, è contenta di discutere argomenti che non cambiano di una virgola la loro vita.
Ma c’è una cosa che il politico teme veramente, una soltanto, e non è, per esempio, la magistratura, come si potrebbe pensare, e nemmeno il parere dei suoi stessi elettori, o scandali e quant’altro, no, niente di tutto questo.
È come che siamo impregnati da una spessa corazza si sapone, scivola loro addosso tutto, accuse, scandali, critiche, minacce.
Teme la piazza, teme quando vede la gente incavolata nera contro la casta, teme quando appaiono tra le mani della gente spranghe e bastoni, teme quando qualche poliziotto, figlio della stessa gente che scende in piazza, si rifiuta di agire troppo pesantemente, e seppure ben protetto, il politico teme le espressioni dei visi della gente quando è costretto a passare a due passi da loro, teme per la sua incolumità, come certi sovrani di fine settecento.
Quindi, smettiamola con il seguire dibattiti politici in televisione, dedicate un po’ di tempo ai social network, si, ma trovate assolutamente il tempo di scendere in piazza, soprattutto a roma, di fronte a loro, i motivi di essere incavolati li avete tutti, solo così si potrà cambiare questa situazione assurda”.
Ibiza, la festa organizzata da Libera, per un facoltoso imprenditore Spagnolo, volge al termine, tutto è andato a meraviglia, l’ambientazione costruita da un suo nuovo collaboratore, Sardo, anch’egli, e come lei, abitante a dubai, che esercita la professione di manager per conto di uno sceicco della città, a detta degli ospiti, è stata gradevole, e qualcuno dei presenti conta di chiedere il loro contributo per le prossime feste che decideranno di tenere.
Partecipano anche Cristiano e i suoi amici Louise ed Otto, trascorrono gran parte della festa, a parlare tra loro, e tra personaggi allegri e spensierati, Libera nota che siano gli unici che in qualche modo si distinguono dagli altri, per il comportamento più austero, sembra discutano di temi per loro molto coinvolgenti.
Li conosce da tempo, sia per aver partecipato a due riunioni dell’organizzazione, che durante le feste a cui loro mancano raramente, e il loro comportamento, oggi, è diverso dal solito.
Quando l’avvenimento è terminato, viene avvicinata da Cristiano, che le propone un incontro.
Libera ha tutta la mattinata impegnata a sbarazzare con il suo nuovo collaboratore, Isidoro, la sala della festa, ma si dice disponibile per la sera successiva, concordano che avrebbero cenato insieme in un ristorante della località delle baleari.
E la sera successiva li vede gustare specialità della zona, entrambi sanno valutare la reale valenza dei cibi, e sono entrambi ammiratori della particolare cucina spagnola.
Ma non sono là. solo per gustare cibi, ben presto la donna si accorge che l’argomento che affronta Cristiano è di grande rilevanza.
Dice che è un delegato di una delle massime autorità politiche del pianeta, e che intende portare a conoscenza dei membri dell’organizzazione la sua nuova visione politica e sociale che dovrà, per forza di cose, prendere il sopravvento su scelte eticamente discutibili, che finora hanno caratterizzato le azioni della w.
Le parla di come sia necessario un ridimensionamento delle attuali azioni dell’organizzazione, di come, se si continua con il solito andazzo, tra cento anni ci sarà ben poco da spartire in questo angolo di universo, parla di una nuova filosofia di vita da prendere nella massima considerazione, e che è necessario, in sintesi, un cambiamento di rotta dell’organizzazione.
Libera gli fa sapere che ha notato che gran parte della serata precedente, è stata trascorsa da Cristiano con i suoi amici, niente di insolito, fin qui, ma si è stupita di come in qualche modo la loro serata sia stata meno allegra del solito.
“Stavamo parlando proprio del cambio di rotta che dovrebbe avere la w, ma mentre con alcuni altri membri ho instaurato un certo rapporto di collaborazione, loro mi hanno chiuso tutte le porte in faccia, dicendo che la mia visione del futuro è irrazionale, e irreale, e non hanno trovato un solo elemento che li invogliasse a prenderla in seria considerazione, elementi che in qualche modo limiterà i loro introiti, ho deciso così di considerarli tra gli avversari del disegno politico che porterò avanti, ed ho deciso di non considerarli più miei amici”.
“Io penso, invece, come te, che le condizioni di un ridimensionamento di concetti che finora sono stati dominanti, siano necessari, e in ogni caso è necessaria una rivisitazione dell’ordine di cose a cui stiamo assistendo.
Sono dell’idea che abbiano esagerato nel voler limitare la vita di interi popoli, e le loro economie, come ben sai la mia attività mi porta a girare il mondo, e non credere che frequenti solo ambienti esclusivi, mi piace avventurarmi tra la gente, cenare in ristoranti, per così dire, poveri, alla ricerca di nuovi sapori, e non disdegno il contatto con la gente, che ha molto da insegnarmi, anche se la mia attività è rivolta unicamente a classi ben più che agiate.
Saltuariamente faccio visita a piccole aziende vitivinicole che trattano il vino come si faceva una volta, e per forza di cose, non commercializzano a prezzi eccessivi, ma ti assicuro che ho trovato eccellenze in simili realtà produttive, di gran lunga superiori a quelli che abitualmente presento, e che per forza di cose sono costretta a preferire, perché dotati di un’ottima immagine.
Ma spesso l’immagine di un vino, risente troppo spesso di campagne mediatiche troppo dispendiose per la tipologia che si ha a disposizione, in ogni caso, mi capita spesso di organizzare cene, diciamo così, più informali, e allora preferisco i vini provenienti da quelle realtà meno conosciute”.
“Bene, vedo che i punti di contatto tra noi non mancano, e forse non sai che anch’io produco vino, e quando sto nella mia azienda, a contatto con la natura, sono rilassato, e preferirei centomila volte trascorrere il mio tempo in quell’attività, ma sono chiamato ad un grande progetto politico, e se possiamo fare qualcosa per l’umanità, non vedo perché ci dobbiamo tirare indietro, la politica, per me, è essenzialmente impegno per far girare nella giusta direzione questo mondo.
Se vorrai, potrai essere ospite della mia casa nelle marche, e gustare i miei vini, mi interessa la tua valutazione di esperta.
Inoltre potrai visitare la mia regione, e scoprire che, come la tua sardegna, possiede paesaggi da favola, anche in ambito ambientale e paesaggistico”.
“Stai certo che se si presenterà l’occasione, non rifiuterò l’offerta”.
Discutono su come abbia potuto, l’europa, trovarsi nelle condizioni di perdere tanto prestigio internazionale, per via del solo fatto di non essere più considerata tra le nazioni trainanti dell’economia mondiale, e se il tutto si riducesse a ciò, si potrebbe affermare che siamo in netto declino.
Ma devono avere in qualche modo rilevanza fattori che non siano essenzialmente economici, come può il continente che ha dominato il mondo, immensamente per più tempo degli altri, essere attualmente considerato meno rilevante di loro?
E il pensiero persino troppo condiviso dai politici, ma non dalla gente, che si intende costruire una grande europa unita, il fatto stesso di dover rispettare certe regole, ne hanno decretato la perdita di rappresentatività in ambito planetario, soprattutto in termini economici, mentre non si capisce come mai una moneta comune che avrebbe dovuto dare lustro alla comunità, sta tenendo intere popolazioni sull’orlo dell’indigenza.
I due, travalicando concetti condivisi, notano che il declino dell’europa è iniziato nel momento in cui si è deciso di adottare la moneta comune, e ciò non può essere un caso.
La sua valutazione, tenuta costantemente ai massimi livelli, penalizza realtà produttive, che non possono competere con valute più inflazionate, e perciò più competitive.
Non si capisce come mai economie che avevano rilevanti capacità di crescita, al momento dell’entrata in vigore della moneta comune, se pure con tassi di inflazione nettamente superiori, e debiti pubblici in continua ascesa, abbiano progressivamente fatto registrare cali di produzione, portando sull’orlo del default, intere nazioni.
Ciò non può essere casuale, e bisogna ricercare i correttivi.
E parlando di temi non strettamente economici, come può la culla dell’arte, delle bellezze architettoniche, dei paesaggi che includono espressioni del genio umano, come chiese antiche e castelli favolosi, costruzioni progettate dai migliori architetti, essere diventata succube di continenti meno rilevanti da quel punto di vista?
Come può, la culla della cultura, delle professionalità derivate da secoli di progresso tecnologico, il continente che ha fatto registrare le massime espressioni in qualsiasi campo, essere caduta così in basso?
E come possono popolazioni che derivano dalle massime personalità scientifiche, essersi ridotte così?
Cristiano incassa la disponibilità della ragazza a partecipare al progetto politico, e dato che la vede entusiasta, è spinto dal desiderio di consegnarle il libro dello statista, ma lei non appartiene alla fascia di personaggi a cui esso è destinato, si ripromette di parlare con l’autore, e decidere se non sia il caso di allargare il bacino dei possibili lettori.
Con una scusa, si assenta dieci minuti, parla per telefono con lo statista, e chiede se può coinvolgere chi ritiene che possa essere utile alla causa, anche se non appartenente al gruppo ristretto, e consegnargli una copia del libro, il grande vecchio gli risponde affermativamente, ma gli consiglia di andare coi piedi di piombo, e consegnare i testi solo dopo aver valutato attentamente le personalità dei destinatari, lo invita a casa sua per il giorno successivo.
Per ora solo due persone estranee al gruppo ristretto riceveranno il libro, Libera e Igor.
La mattina successiva è dedicata a far rientro dall’isola spagnola, e due aerei sono sufficienti per portarlo nella capitale, è sera quando arriva a casa dello statista.
Si stupisce di come la moglie, man mano che lo conosce più a fondo, sia felice di mettersi in qualche modo al suo servizio, e quando il marito chiede, per esempio, due caffè, si attiva lei stessa, quando invece potrebbe delegare l’incombenza al maggiordomo o alle cameriere, e consuma con i due la bevanda, e ne approfitta per entrare in relazione con lui.
È una donna dalla grande cultura, dal modo di relazionarsi signorile, uno stile personale ineccepibile, in possesso di due lauree in campi nettamente dissimili tra loro, la psicologia e le scienze economiche.
È un piacere sentirla parlare soprattutto della seconda competenza, e in qualche modo Cristiano ritiene che il marito sia stato influenzato dalle sue analisi anche in ambito politico, ha la netta sensazione che quando ci siano state decisioni da prendere su temi economici, lui abbia consultato per prima la sua consigliera più rappresentativa: sua moglie.
Lei parla del fatto che quando studiava per laurearsi in quella difficile disciplina, le teorie erano varie e diverse tra loro, e ciascun allievo doveva districarsi tra esse, e valutare quale, a parer suo, fosse la più confacente alla sua sensibilità analitica, e nascevano tante correnti di pensiero, ma ora non è più così, sa per certo che poteri nascosti, evidentemente in possesso di ingenti disponibilità finanziarie, si sono impossessati di tutte le case editrici specializzate in temi economici e finanziari, o ne hanno fondate altre.
Sono riusciti, in un decennio, a monopolizzare il pensiero economico, e oggi chi riesuma vecchi concetti viene tacciato di scarsa sensibilità modernista.
Quei trattati, dalla monotemacità esasperata, hanno monopolizzato il pensiero economico prima occidentale, poi planetario, e non esiste analista di un certo spessore, che propagandi altre teorie.
Per forza di cose, quei libri sono stati destinati alle università, e ai master, solo quelli, dato che il panorama editoriale non offriva altro; si è creata dal nulla una classe di economisti che adottano pochi, ma semplici principi, sempre quelli, di una monotonia persino fastidiosa, in una realtà di fatto che non può essere definita altrimenti, se non monopolistica.
Monopolizzare i cervelli e la cultura finanziaria ed economica è stato facile, dato che si poteva attingere solo dalle loro fonti.
Hanno addirittura fondato scuole elitarie, che hanno formato gli attuali manager più in voga ai tempi attuali.
Cristiano ricorda gli insegnamenti dello statista, controllare la cultura significa controllare il mondo, di conseguenza, disporre del monopolio del sapere economico e finanziario, indirizzandone teorie e finalizzazioni, significa avere quel fondamentale mondo a propria completa disposizione.
La moglie dello statista mette l’accento su una situazione che a lei sembra assurda, teorie molto ben sperimentate, correlate da fatti e numeri indiscutibilmente illuminanti, sono state accantonate, e se qualche raro economista si azzarda a riesumarle, viene investito da critiche così feroci e diffuse, che non possono non essere funzionali a un disegno nascosto, o a pesanti plagi.
Si chiede come mai teorie come quella che è stata uno dei pilastri del pensare di tempi andati, e cioè l’analisi accurata di pregi e difetti dell’inflazione, sia stata così sbrigativamente accantonata, e non esiste, al momento, un solo autore che ne evidenzi i pregi.
È descritta come l’inferno in terra, satana ormai ridotto all’impotenza, discorso chiuso definitivamente, finalmente la società si è liberata da una presenza ingombrante.
Ma non è così, l’inflazione genera sviluppo, perché causata dall’immissione sul sistema di grandi quantità di liquidità fresca, che consente progetti e investimenti, utilissimi per far riprendere, per esempio, un’economia asfittica come quella continentale.
Inoltre obbliga a una certa svalutazione della moneta, utile per chi commercializza all’estero i beni prodotti.
L’altro atteggiamento comunitario che la lascia interdetta, è l’obbligo decretato dalle commissioni europee, composte da burocrati non eletti dai popoli, che ciascuno stato ha, per tenere sotto controllo il debito pubblico, condizione tassativa per poter appartenere al privilegiato contesto delle nazioni virtuose, e chi non si adegua a quel principio, viene accusato di remare contro l’euro, e sanzionato pesantemente.
Ma lei ha studiato che in certe situazioni aumentare il debito pubblico è funzionale a molti importanti fattori.
Se, per esempio, lo stato ha estrema necessità di realizzare opere pubbliche, non si capisce perché non possa utilizzare quello strumento, che a questo punto, risulta vantaggioso.
Non si capisce come mai, per esempio, una nazione che economicamente non ha alcun problema, come lo stato nipponico, che esporta tecnologia in tutto il pianeta, abbia un debito doppio di quello greco, nazione comunitaria sull’orlo del default.
Evidentemente devono per forza esistere contraddizioni formali e sostanziali nelle teorie portate avanti dai burocrati comunitari, o altrimenti si potrebbe pensare che siano dei criminali che deliberatamente mettono in sofferenza un intero continente, per loro scopi nascosti e inconfessabili.
Propende per la seconda ipotesi.
Lei ritiene che chiunque non sia completamente digiuno di economia e finanza, capisca quanto male stiano facendo, basterebbe inflazionare un po’ la moneta, e consentire ai singoli stati di aumentare il loro deficit, e come per incanto il continente rinascerebbe a nuova vita.
Se non si capiscono queste semplici regole, o peggio, non si vogliono capire, allora si tengono in sofferenza milioni di persone; si domanda a quali iniqui fini queste elite mirino, se sono disposte ad avere sulla coscienza tante sofferenze, e persino suicidi, che a questo punto non si possono definire tali, ma autentici omicidi di massa.
Possibile che l’ingordigia umana arrivi a simili livelli?
Ma perché?
Forse per avere tra le mani soldi che non si potranno mai spendere, se non per creare altre sofferenze?
Bella soddisfazione.
Valori etici calpestati, nell’irrazionale pensiero di aumentare la propria potenza, e poi?
Quando la signora parla di questi argomenti, si infervora, dimostra di possedere concezioni positive, si capisce che mira al bene, e non al male, analisi lucide che hanno portato alla conclusione che il continente è governato da personaggi dalla dubbia moralità, per non dire che sono autentici criminali. Cristiano è sempre più convinto che la moglie sia stata come un faro che ha illuminato il cammino politico dello statista, o ne abbia in qualche modo, ridimensionato scelte non esattamente etiche, e arriva alla conclusione che tra i due, non saprebbe chi preferire, al momento attuale pensa che la signora sarebbe potuta essere per lo meno equiparabile come prestigio, alla figura del marito, se avesse scelto la sua stessa strada.
Lei dà disposizioni per la cena, e si assenta; lo statista e Cristiano parlano di argomenti rilassanti, e lasciano per una volta da parte, la politica, il grande vecchio comunica a Cristiano che l’indomani conoscerà molti particolari su una miriade di avvenimenti che hanno percorso la storia della nostra nazione, e che tra due giorni arriverà il suo coetaneo Francese.
La mattina Cristiano è sveglio di buon’ora, in controtendenza all’usanza di alzarsi non al suono della sveglia, ma quando effettivamente si sente sveglio abbastanza da decidere che la giornata può iniziare.
Ha questa abitudine solo quando deve andare alla sua vigna, e quando si trova a casa dello statista, probabilmente le sue altre attività non lo attirano alla stessa maniera.
Stavolta è lo statista che lo trova in cucina indaffarato a preparare il tradizionale caffè.
Un’ora dopo sono nello studio, è arrivato per Cristiano il momento di venire informato dei più reconditi segreti che la storia nazionale nasconde.
“Come ben sai, il conflitto contro gli alleati, durante la seconda guerra mondiale, è terminato con la firma di un armistizio, che ha gettato nella più totale confusione il nostro esercito, alle dipendenze di personaggi inetti che non hanno fatto chiarezza sulle prossime incombenze, disinteressandosi di analizzare fatti a cui sarebbe andato incontro.
Non contribuì a fare chiarezza, era composto unicamente da frasi che elencavano i doveri a cui la nostra nazione avrebbe dovuto ottemperare, probabilmente fu redatto in fretta e furia.
Giudico quei fogli, per come sono stati redatti, come la massima espressione della rozzezza, ma non mancavano elementi di una certa raffinatezza: il controllo di banche e valuta era di competenza dei vincitori, la nostra diplomazia al loro servizio, controllo dei fondi e consegna di qualsivoglia informazione, era stato scritto in italiano e inglese, ma aveva valore solo il testo nella loro lingua.
Ma esiste un altro accordo tra la nazione italiana, e gli stati uniti d’america, molto più particolareggiato e ancora più tassativo riguardo agli obblighi della nostra nazione verso gli Americani.
Quando l’ho letto ho rabbrividito.
È stato firmato lo stesso giorno, e se il primo, quello reso pubblico dopo pochi giorni, si poteva considerare un contratto capestro, il secondo mi è risultato addirittura orripilante.
Primo perché è segreto, e impegna per sempre il nostro popolo ad assoggettarsi al loro volere, secondo, perché contiene norme così assurde che hanno inficiato, e inficiano, la corretta gestione della democrazia.
Non ti nascondo che da allora si può affermare tranquillamente che l’italia ha goduto solo di una sovranità limitata.
Il nostro territorio era, in quegli anni, e anche successivamente, un crocevia di spie, e mentre quelle Sovietiche contavano sull’appoggio di un solo partito politico, quelle Americane potevano scorrazzare in lungo e in largo nel nostro territorio, godevano anche di tutti i tipi di immunità, e della collaborazione dei nostri servizi segreti, che hanno sempre agito prevalentemente al loro servizio, e non al nostro.
Il motivo è semplice, erano abbondantemente foraggiati dagli Americani.
Abbiamo dovuto consegnare loro ampi tratti di territori, dove sono stati piazzati senza ritegno, basi missilistiche, aeroporti militari, poligoni di tiro, basi navali e rifugi per sottomarini, oltre varie strutture che erano funzionali all’attività spionistica dei loro agenti, inoltre erano a loro disposizione innumerevoli supporti logistici e militari che eravamo obbligati a fornire.
Inoltre, quando loro si degnavano di aiutarci in qualche maniera, dovevamo dare grande risalto alla loro generosità, mentre i passi che abbiamo dovuto fare in loro favore, dovevano essere accuratamente nascosti.
Contratti commerciali a noi favorevoli erano pubblicizzati all’inverosimile, mentre nostri acquisti, specie di tecnologie militari, risultavano invisibili.
La paura che nel nostro paese si instaurasse un regime comunista era allora molto reale e temuto, e furono adottate tecniche tra le più disparate per contrastare quell’eventualità.
Gli anni successivi decretarono discutibili alleanze tra i loro servizi segreti, gruppi neo fascisti, banditi e mafiosi, non mancava nemmeno il finanziamento tramite la droga, la faceva da padrona, in quel periodo, il famigerato lsd.
Tutti avevano le tasche piene di dollari, non ultimi, personaggi appartenenti al nostro servizio informativo, spudoratamente al loro servizio.
Esisteva un esercito segreto italiano, che faceva il bello e il brutto tempo, abbiamo inconfutabili prove che quando accadevano fatti oscuri, loro agivano sempre in combutta con gli Americani, fui io a sciogliere e neutralizzare, in seguito, quella così ingombrante presenza.
Gli anni sessanta, tanto per tornare al discorso di mia moglie, giovarono di provvedimenti economici che oggi potrebbero sembrare obsoleti, e si assistette al decollo della nostra economia, lo stato, in quegli anni, riforniva abbondantemente il sistema economico di grandi quantità di denaro, l’economia divenne florida, tutta europa ci invidiava, i più severi con noi erano gli economisti che ci bacchettarono spesso a causa dell’inflazione e del debito pubblico in continua ascesa, ma avevamo riacquistato finalmente la speranza di un futuro migliore, e la popolazione era onorata di far parte della nostra repubblica.
L’economia tedesca, in quegli anni, era drammaticamente, per loro, impossibilitata a contrastare la nostra forza economica, le economie francesi e britanniche si domandavano da dove derivassero i progressi italiani, che a quel punto, venivano definiti come boom economico.
Un nuovo soggetto economico era sorto per contrastare vittoriosamente le loro economie, e toglieva spazio ai loro commerci continentali.
Era nata un’entità da combattere e distruggere.
Corruzioni, tangenti, collusioni dappertutto, nefandezze economiche, nepotismi, ci stava tutto nell’enorme calderone che la nostra economia si poteva permettere di foraggiare, ma almeno la gente progrediva e riacquistava fiducia.
Questo dava fastidio a molti.
Dove sono queste cose, ora?
Restano solo le negatività, ma molto più accentuate; allora le banche assolvevano egregiamente ai loro compiti, le società finanziarie non erano assenti verso la gente e le imprese, il commercio veniva strutturato in maniera organica, non esisteva un settore produttivo che non avesse registrato progressi rilevanti, nel nostro sistema economico circolavano quantità di denaro incredibilmente sostanziose, molto più importanti di quello che effettivamente serviva, in quel periodo la gente si poteva permettere di risparmiare, e riforniva abbondantemente le banche, per realizzare tutto questo un motivo doveva pur esistere.
Si chiama sovranità monetaria, quella che ci è stata espropriata dai burocrati comunitari, almeno per questo non sarò ricordato per lo statista che ha favorito quello scempio.
Ho sempre contrastato apertamente quell’eventualità, e talvolta sono stato accusato di essere retrogrado, ma forte delle considerazioni di mia moglie, che non capiva il cammino che l’europa stava percorrendo, ma ne immaginava le conclusioni: la perdita della nostra seconda sovranità.
E il prossimo passo sarà quello che i burocrati ci imporranno: la perdita della sovranità della gente; già ora, per venire eletti in parlamento, è sufficiente avere buoni contatti all’interno dei partiti, e non necessariamente avere ottenuto la candidabilità attraverso il volere popolare, questo è un sistema oligarchico, mentre io agivo in un sistema democratico, ecco qual è la differenza.
La gente, se non lo meritavi, non ti rieleggeva, ora invece il popolo conta meno di niente.
E passiamo agli anni tristi delle stragi.
Mafie, gruppi neofascisti, spie americane e italiane, al soldo prevalentemente dei governi americani, infiltrazioni politiche pesanti, il piccolo esercito che ho citato prima, interventi di organizzazioni segrete internazionali, e la cosiddetta alta finanza non ne erano sicuramente esenti, un’accozzaglia di tristi personaggi che avevano il solo scopo di destabilizzare la nazione.
Davamo fastidio a qualcuno.
Piazza fontana, milano, siamo nel sessantanove, sedici morti e ottantotto feriti.
L’anno dopo, gioia tauro, su un treno, sei morti e settantasette feriti.
In provincia di gorizia, una telefonata avverte i carabinieri che c’è un’auto sospetta, quando aprono il cofano, esplode, tre di loro uccisi, uno ferito, siamo nel settantadue.
L’anno dopo, a milano, una bomba sulla folla, quattro morti e quarantasei feriti.
L’anno successivo, brescia vede la morte, per un’esplosione, di otto persone e un centinaio di esse, ferite.
Lo stesso anno, treno italicus, dodici morti e una cinquantina di feriti.
Nell’ottanta, alla stazione di bologna, una cifra che fa rabbrividire, ottantacinque morti e duecento feriti.
Quattro anni dopo, su un altro treno, sedici morti e trecento feriti.
Anni di terrore e tentativi di golpe, per lo più portati avanti con approssimazione, ma approssimative non erano certo le tecniche messe in atto, carente era certamente la capacità di ragionare di esecutori e mandanti, rimasti tutti nell’ombra, a parte l’attentatore Friulano.
Ottantanove, cade il muro di berlino, la potenza sovietica si dissolve due anni dopo, gli avvenimenti italiani interessano meno agli Americani, il pericolo rosso, è meno assillante.
Si interessano qua e là di avvenimenti complessivamente meno importanti, tanto per gradire uccidono un politico contrario all’installazione di loro basi missilistiche, o gente particolarmente fastidiosa che non aveva ancora capito chi comanda nel mondo.
Due anni prima del cambio di millennio, un aereo americano trancia i cavi di una funivia, venti morti appartenenti a sei diverse nazioni europee.
In base al trattato capestro siglato nel quarantatre, e ad un altro trattato bilaterale, naturalmente anch’esso segreto, del cinquantaquattro, i responsabili del massacro non possono essere giudicati da tribunali italiani.
Un uomo politico Italiano di rilievo minaccia con forza, l’anno dopo, di rendere pubblici i due trattati, e consegnare certi documenti alla magistratura, è una bolla di sapone che scoppia senza nessun rumore, sono onnipotenti, e i trattati restano segreti, e al popolo Italiano viene negato il diritto di processare i piloti dell’aereo, lo farà un tribunale militare americano.
Anche questo si chiama sovranità limitata.
I vari governi Americani affermano a più riprese che noi siamo i loro migliori alleati, chi è capace di ragionare su una frase del genere, la ritiene una frase particolarmente preoccupante.
Il nostro territorio, accoglie, o ha accolto, novanta bombe atomiche americane, ciascuna delle quali dieci volte superiore alla bomba che ha raso al suolo la città di hiroshima.
Ricordo che la volontà popolare aveva decretato, tramite un referendum, che non gradisce centrali nucleari, figurarsi come può giudicare la presenza di bombe di quella potenza, per giunta straniere, in seno al suo territorio.
Che nome vogliamo dare a questo fatto?
Fai tu, Cristiano, io la chiamo sovranità limitata.
Molto limitata.
Poligoni di tiro in località che prima erano incontaminate, ora sono appestate da uranio cosiddetto impoverito, tanto impoverito che ha decretato la morte di persone e la nascita di ovini con due teste.
Sovranità limitata, certo.
Il segreto di stato imposto per una tragedia aerea, quello di ustica, millenovecentottanta, ottantun morti.
E qui entriamo nel campo di avvenimenti controversi, e forse, in tali fatti, non è stata applicata alcuna risoluzione riferibile ai trattati segreti, o forse si, in ogni caso, su quei cieli, agivano militarmente Americani, Italiani, Francesi e Libici, ma stai certo che la grande finanza occulta ha firmato la regia di altri fatti nostrani.
Stragi di mafia, la comparsa delle brigate rosse, con la sua manifestazione più eclatante, l’assassinio di un importante leader politico, e della sua scorta, l’assurda cifra di novemila bambini spariti nel nulla, i controversi fatti che hanno azzerato parte della mia classe politica, quella più ingombrante, quella che si rifiutava di assecondare logiche lobbistiche, riferibili anche alla nostra partecipazione alla comunità europea, processi che però hanno lasciato in pace il nostro più temuto concorrente al potere, quello forse più integrato con logiche nascoste, perché aveva una struttura che bene o male poteva essere utile a poteri forti, e che pubblicamente cercava di dimostrare la sua vicinanza alla gente, ma segretamente prendeva accordi con la grande finanza internazionale.
La mia classe politica doveva essere messa in condizioni di non nuocere perché aveva margini di azione, che non si concretizzavano sempre a favore di quei poteri segreti, ed effettivamente rappresentava il popolo, perché eletta più democraticamente dell’attuale, e se pur in presenza di comportamenti poco etici, aveva espresso personalità di rilievo, a differenza di questi insipidi personaggi che non possiedono né rappresentatività, né prestigio politico, né intelligenza analitica, autorevolezza e carisma non appartengono al loro dizionario, sono dei vermiciattoli senza spina dorsale, lontani centomila anni luce dalle grandi potenzialità di cui dispone chi è rappresentato da loro, delle sanguisughe ributtanti, personaggi che non sono stati eletti dalla gente, bensì dai partiti, le peggiori espressioni di essi, succubi di teorie nefaste, fossilizzati in concezioni comunicate loro da formulette derivate da concezioni neo liberiste, facilmente applicabili, fornite loro da personaggi, quelli si, che sanno cosa vogliono, tutte teorie inequivocabilmente di destra, una classe politica e finanziaria plagiata pesantemente, che io definisco idiota, non volendo usare la parola criminale, perché non sanno nemmeno loro cosa stiano combinando, le marionette dei palazzi del potere.
Ora tutti i partiti, dico, tutti, sono sotto dettatura dei poteri forti occulti, che hanno capito quali siano i metodi più efficaci per assoggettare interi popoli, e chi li contrasta a livello istituzionale, ha anch’esso una funzione, scaricare le tensioni della gente, che altrimenti potrebbero risultare pericolose; ai miei tempi la gente contava ancora qualcosa, ora no, non conta più nulla, se non agisce, ma di questo ti parlerà, domani, il mio coetaneo Francese”.
Una giornata proficua, per Cristiano, ora può dare un volto a chi ha decretato stragi, limitato la sovranità del nostro paese, la certezza che bisognerebbe svincolarci da alleanze nefaste, pensare ad un nuovo ordine di cose, ora è certo che qualsiasi avvenimento cruento è stato portato avanti da regie segrete, e se pure qualcuno all’esterno di esse, ha commesso azioni delinquenziali, è stato inconsciamente plagiato da questi tristi personaggi nascosti, dalla rilevante capacità di inquinare cervelli.
Ha capito che la crisi attuale del nostro continente è fittizia, e non si sarebbe verificata se i singoli stati avessero avuto la possibilità di adottare provvedimenti in totale autonomia.
E chissà di quante altre novità sarebbe venuto a conoscenza l’indomani, con l’incontro col personaggio Francese.
Se lo trova presentato di fronte, nella tarda mattinata del giorno dopo, alto, magro, lo sguardo penetrante, con atteggiamenti che sembrerebbero analizzare la personalità di chi gli sta di fronte, vestito in maniera elegantemente classica, una minuscola e volutamente non appariscente farfallina al posto della cravatta, un golfino dalla fattura che definirebbe ricercata, e un paio di calzoni gessati che ricordano altri tempi, dai modi di fare che risultano autorevoli, probabilmente ha personalità da vendere, una gestualità che sembra artefatta, ma che invece potrebbe derivare dalla sicurezza personale che dimostra di possedere, e i suoi atteggiamenti sembrano godere di una forza inimmaginabile per un vecchio della sua età, ma la cosa che salta fuori prepotente è soprattutto il suo modo di esprimersi che comunica autorevolezza.
Si abbraccia in maniera che si potrebbe definire più che amichevole con il coetaneo statista, Cristiano ha l’impressione che i due si apprezzino vicendevolmente, saluta poi con modi gentili e fare galante, alla classica maniera transalpina, la moglie dello statista, e finalmente dedica la sua attenzione anche a lui.
“Bon jour, mi chiamo, Jaques, qualcuno mi ha già parlato bene di te”.
“La ringrazio, mi chiamo Cristiano, sono onorato di conoscerla”.
Sono onorato di conoscerla … ma come è potuta uscir fuori quella frase, dato che finora non l’aveva mai pronunciata?
Nemmeno al cospetto dello statista gli è venuto in mente di pronunciare una frase del genere, pensa che non si deve far condizionare dalla personalità del Francese, ma una frase così, uscita spontaneamente, deve farlo riflettere, per non farsi soggiogare dal suo indubbio carisma.
I quattro gustano i caffè che la signora Luisella, questo è il nome della moglie dello statista, è stata felice di preparare lei stessa, discorrono di argomenti estranei alla politica, e Cristiano capisce che i tre si sono incontrati spesso, in passato.
Un’ora dopo sono nello studio, la signora si defila elegantemente, e lascia la compagnia, affermando che deve dare disposizioni per il pranzo.
E allora si comincia a parlare seriamente di politica e sociologia.
“Gli argomenti che dovremo trattare avrebbero bisogno di molto tempo per poter essere analizzati a fondo, ma io mi stanco dopo breve tempo, siate comprensivi, penso che in cinque, sei giorni, discutendo due ore di mattina, e due ore la sera, riusciremo a mettere a punto le nostre strategie, sperando che siano comuni, vi assicuro che il mio cambiamento di rotta, fa leva su convinzioni e concetti nuovi, tu Jaques, ti renderai subito conto che ho finalmente imparato a dare peso ai miei pensieri più intimi, e la figura storica che ne salterà fuori, riguardo al mio cammino politico, dovrà essere stupefacente.
Ho già messo a disposizione di una fondazione, che gestirete insieme, dopo la mia morte, metà del mio patrimonio monetario, che comprende titoli di stato, azioni borsistiche, e quant’altro, più un grande palazzo in questa città, dal valore rilevante, che figurava di proprietà di un prestanome, ma che ora è intestato alla fondazione.
Per una volta, a parte pochi esempi, una fondazione sarà a disposizione di chi farà veramente qualcosa per la gente.
Tu, Cristiano, sei stato scelto perché ho notato che sei attaccato ancora ai valori di un tempo, e sei esente da logiche che cercano di sfruttare il potere per interessi personali.
Tu, invece Jaques, sei sempre stato una persona che ho ammirato per la tua logica lineare, sempre indirizzata verso il benessere della gente.
Abbiamo partecipato tante volte a dibattiti, conferenze, incontri, e quant’altro, che ci hanno visti sempre su posizioni contrastanti, ma sappi che ogni volta che ti incontravo, mi veniva spontanea la voglia di ridimensionare le mie azioni politiche, che in genere andavano contro la gente.
Possiedo un patrimonio enorme, ho giocato continuamente in borsa, forte dello sfruttamento di risoluzioni che venivano adottate dai miei stessi governi, e potete immaginare come ogni volta andavo a colpo sicuro.
La politica ai livelli di cui ho goduto io, è equiparabile ad una fabbrica di soldi.
Ma il denaro e il potere di cui ancora godo, non mi hanno regalato mai, nemmeno una parvenza di felicità, che sto gustando ora che ho deciso di mettere risorse per ribaltare la spirale iniqua che io stesso ho favorito.
Chi, fra trent’anni, leggerà la storia del mondo che mi ha visto protagonista, potrebbe farsi un’idea negativa sulla mia personalità, che ormai ho rinnegato, bene, mi piacerebbe che tra azioni politiche poco etiche, che talvolta ho favorito, ma che altre volte ho reso meno incisive, venga ricordato anche il fatto che ho creato la fondazione che lavorerà a beneficio della gente, con armi finanziarie immensamente inferiori di quelle a disposizione di autentici criminali, ma pur sempre rilevanti.
Per una volta nella storia, potremo contrastarli con le loro stesse armi”.
“Benissimo”, è il momento per Cristiano di venire a contatto con la personalità del Francese.
“Sono contento che, per una volta, denari acquisiti in maniera truffaldina, siano stati messi a disposizione per fini nobili.
In genere succede il contrario, denari guadagnati onestamente diventano oggetto di ladrocinio, e finiscono nelle mani, spesso in maniera forzosa, di finanzieri che hanno tutti i difetti del mondo: io li definisco con due parole, criminali senza sentimenti e cocainomani.
Soprattutto a beneficio di Cristiano, vorrei fare un excursus storico molto sintetico sul cammino dell’umanità.
Mi scuserete, ma è necessario.
La costruzione delle prime società, penso, sia avvenuta in tempi preistorici, quando i nostri predecessori, forse, avevano aspetti più simili alle scimmie che ai nostri canoni attuali di conformazione fisica, bene, proviamo a immaginare i primi ordinamenti di gruppo che animali, dotati di cervello dove predominava la razionalità, piuttosto che l’istinto, hanno messo in piedi.
Io immagino che tale sistema fosse poco democratico, probabilmente dominava chi aveva maggiore forza fisica, ma penso che tale predominio, abbia subito variazioni nel corso del tempo.
Mi piace immaginare che in seguito, con l’esercizio mentale, che per forza di cose, ha giovato all’umanità per il suo percorso successivo, abbiano preso il sopravvento soggetti dotati di intelligenza superiore, che sono riusciti a stabilire priorità comuni, e a capire che le azioni concordate sarebbero state dominanti su chi avesse avuto la sola forza fisica a disposizione.
Posso immaginare che una sola di quelle persone, non avrebbe avuto possibilità contro la forza bruta, e il successivo cammino abbia decretato la convenienza di riunire un insieme di persone ragionanti, che abbiano fatto fare il salto di qualità ad animali che non differivano troppo dagli altri abitatori del pianeta.
Può essere solo derivato da casualità, o forse dal fatto di poter usare il cervello in maniera più consona per trovare soluzioni, ma quei gruppi che si sono formati, composti da elementi che non saprei come definire, hanno capito che lo stare insieme portava vantaggi a tutti, niente di più, comunque dell’istinto degli animali che prediligevano stare in branco.
Li distingueva dalla totalità degli altri abitatori del pianeta, però, la capacità di costruire oggetti funzionali ai vari scopi, questo fu fondamentale, la sola intelligenza razionale, e non istintiva, il capire che il gruppo sarebbe stato più forte del singolo, non sarebbero bastati, forse, a prendere il sopravvento sugli altri esseri viventi.
Mi piace immaginare che i prototipi delle prime società fossero regolati da meccanismi democratici, e, vista la semplicità del pensiero dei componenti, nessuno mirasse ad ottenere vantaggi personali.
Mi piace immaginare che avessero sentimenti, e se qualcuno si trovava momentaneamente o perennemente in difficoltà, veniva supportato da azioni favorevoli del gruppo.
E si evolvevano, e fin quando i loro obiettivi erano essenziali, indirizzati a soddisfare la fame, o trovare, o costruire posti sicuri per difendersi e trascorrere la notte, penso che la loro democraticità non abbia subito scossoni.
La quantità e la qualità di bisogni primari si dovevano per forza di cose espandere, man mano che capivano che le comodità potevano avere una certa valenza.
Per esempio, perché affrontare lunghi cammini e pericoli alla ricerca di carne, o cibo in generale, se potevano pianificare metodi più comodi, più alla portata di mano, come l’allevamento o il piantare un albero da frutto?
E l’umanità si evolveva, e se prima i pensieri erano rivolti ad azioni essenziali, ora restava tempo per immaginare nuove strade.
Penso che anche in quella fase il cammino di quei gruppi avesse un indirizzo democratico.
Fino a quando possiamo immaginare un cambiamento di rotta?
Secondo me fino a quando non si è verificata l’opportunità di eseguire un’altra pianificazione, che posso immaginare potesse essere, per esempio, tra le altre, l’esigenza di delegare, perché meno dispersivo, a qualcuno, certi lavori specialistici, che so, accendere un fuoco, o costruire archi e frecce, una ruota, o altri attrezzi.
Ciò, potrebbe essere funzionale ad una visione diversa di ciascun componente il gruppo, decretando di fatto la separazione dei compiti.
È ovvio che in qualche modo l’impegno che ciascuno avrebbe avuto all’interno della rudimentale società, li distingueva in un certo qual modo dagli altri.
Mi sembra chiaro che quei processi avrebbero avuto bisogno di concertazione, parola che tornerà prepotente tra qualche giorno.
Ma sopportatemi ancora per un po’, vorrei puntualizzare certe analogie o differenze con la società attuale.
Non sto a perdere tempo su come, in un certo qual modo, abbiano avuto bisogno di inventare un qualche oggetto, che in seguito avrebbe perso conformazioni simili alle attuali valute monetarie.
Processo indispensabile, che però ha decretato ulteriori disparità tra i soggetti.
Posso immaginare che i vari gruppi, avessero scelto valute differenti tra loro, e ciascuno di essi utilizzava la valuta per rendere più comoda la sua vita, e quella della sua famiglia, presumibilmente numerosa.
Penso che si innescassero meccanismi del tipo: “la mia conchiglia è più bella e più colorata della tua”, “ ma la mia è più grande”, oppure: “ti do la mia conchiglia se mi dai quattro galline”, “ no, te ne do tre”.
Oppure: “ho venduto un maiale al gruppo che sta sulle colline, e mi hanno dato questi tre minerali lucenti, se te ne do uno, mi dai dieci galline e dieci conchiglie?”
Era stata messa in funzione la prima borsa valori dell’umanità.
Ma non solo, il fatto stesso che una famiglia possedesse dieci galline in più di quella a fianco, ma meno conchiglie, la invogliava a valorizzare ciò che possedeva, il primo capo famiglia le galline, il secondo, le conchiglie.
Bene, anzi, malissimo, questa fase è la fine dell’ordinamento democratico tenuto presumibilmente in piedi fino ad allora.
Per la prima volta nel nostro cammino appaiono parole che rispondono al nome di egoismo, bisogno di arraffare, imbrogliare il vicino, prevaricare, dominare, conquistare.
Quei soggetti non mirano più ad un comune obiettivo, chi pensa di possedere più del vicino, è invogliato a sopraffarlo, in virtù di una maggiore potenza, che definiamo per comodità, economica.
Avere troppo più del necessario porta anche a questo.
Qualcuno ha capito che da dieci galline, se ne possono ricavare quindici, anche cinque galline in più non hanno tutta quella importanza per i suoi bisogni, ma possono essere messe in gioco per acquisire altro potere commerciale e finanziario, chiamiamolo così.
Allora, fermo restando che la circolazione del denaro, stiamo parlando dei tempi attuali, porti certi vantaggi a chi desidera commerciare, e in fin dei conti non trovo sia una pratica eccessivamente negativa, l’istituzione delle borse azionarie, pur con innegabili possibilità che offrirebbero se fossero utilizzate correttamente, sono il grande strumento per prevaricare, conquistare, e assumere potere, ad esclusiva disposizione di chi ha risorse immensamente superiori a quelle di cui ha effettivo bisogno.
Un cercare continuamente di far soldi dai soldi, soldi da informazioni, soldi da beni materiali.
Uno scoprire che si può vivere senza lavorare, quella è pratica che cedono volentieri al popolino povero, idiota e ignorante, che non chiede altro che venire imbrogliato.
Millenovecentoquarantatre, anno fatidico riguardo al nostro continente, la guerra, se pure non terminata, ha preso connotazioni irreversibili, a livello storico si stanno pianificando i futuri assetti territoriali e strategici del pianeta, ma a noi, per ora, questo non interessa, ci interessa analizzare il mondo, prima dal punto di vista storico, poi economico.
Facciamo un rapidissimo balzo indietro in ambito storico.
Due, solamente due, sono stati gli avvenimenti essenziali che hanno dato un’impronta benefica all’esistenza dell’umanità, entrambi avevano connotazioni teoriche, ma anche pratiche, due avvenimenti nati da due distinti concetti filosofici, gli insegnamenti di Gesù Cristo, e i pensieri che hanno caratterizzato la rivoluzione francese.
La prima ha evidenziato nuovi concetti che spingevano a guardare dentro noi stessi, e capire, in un certo qual modo, che il vivere senza sotterfugi, in maniera naturale, poteva essere utile a ciascuno e alla collettività, ed elevava il povero, chi soffriva, chi era sottomesso, alla stessa stregua di chi dominava, anzi, qualche gradino più su.
Se ci pensate, ciò ha portato benefici, ha fatto capire ai sottomessi che il valore della loro vita non era affatto inferiore a quella dei potenti, e preconizzava un futuro in un’altra dimensione nettamente dissimile dall’ordine di cose del tempo.
Aveva dato una speranza, e in un certo qual modo, aveva unito destini.
Non capisco come certe persone siano aprioristicamente contrarie a considerare la grande funzione che il cristianesimo ha reso evidente, si tratta di una religione, ma anche di un sistema comportamentale personale e collettivo, un valorizzare il sottomesso, fargli capire che può mettersi alla pari di chi domina, non vorrei usare una frase abusata, ma effettivamente il Cristo è stato il più importante rivoluzionario che la storia abbia conosciuto.
Ed aveva enunciato nuovi valori universali, una nuova, fondamentale filosofia, la più coinvolgente, un dare una personalità comune alla stragrande maggioranza dell’umanità, quella sottomessa, farla sentire un’entità, e non solo un’accozzaglia di singoli individui.
La rivoluzione francese, invece, aveva decretato che era possibile, da parte del popolo, per la prima volta, sconfiggere i poteri monarchici e tirannici che avevano fino ad allora sottomesso il mondo, e se pure la storia ha continuato il suo cammino ancora a favore dei potenti, la strada per la povera gente era tracciata, sapevano che si sarebbe potuto lottare per il proprio benessere, era nata ancora una volta la speranza.
Non sarebbe trascorso troppo tempo, da allora, per il naturale evolversi delle cose, e nuovi avvenimenti certificarono che la speranza si era trasformata in democrazia.
Era la fine, in ampi tratti del pianeta, per i poteri assolutistici che avevano fino ad allora dominato il mondo, ai quali però, pur avendo perso potere politico, restava il potere economico, lavorarono continuamente con quello strumento per ristabilire, in altra forma, la conformazione sociale che avevano dovuto abbandonare a malincuore.
E torniamo al quarantatre, già da decenni prima si sviluppavano teorie economiche che influenzavano i governi, a volte suggerivano guerre, altre volte esplicitavano teorie per creare crisi economiche, altre ancora suggerivano metodi per dare scosse positive all’economia.
Spesso travalicavano i loro confini e suggerivano sistemi politici funzionali alla loro materia, la democrazia, in genere, era per loro uno strumento che rallentava processi economici, specie se in presenza di azioni alla luce del sole, erano come vampiri che preferivano il buio, ma pian piano teorie economiche assumevano rilevanze anche politiche, e le due materie camminarono fianco a fianco, non potevano più essere scisse in due tronconi, non si sarebbe potuto immaginare una materia, se non in presenza dell’altra.
Quell’anno fu pubblicato un libro di un economista del mio paese, dai concetti chiari, ma dagli obiettivi oscuri, ora noi sappiamo che quelle teorie, e le loro evoluzioni, puntualizzate da altri economisti Europei e Americani, erano funzionali al ritorno prepotente dei poteri dispotici, anche se in altre forme.
Furono istituite fondazioni, fatte corpose donazioni, messi a disposizione capitali, tutte azioni volte a diffondere quelle teorie.
Approfittando di quell’inestinguibile conto, fecero si che le loro teorie risultassero dominanti, furono istituite scuole elitarie di economisti che teorizzavano solo i loro concetti, chi non si adeguava veniva emarginato da giornali e reti televisive, avevano infatti pianificato tutto il percorso da compiere, ed erano nelle loro mani la stragrande maggioranza dei canali di informazione e le facoltà economiche.
Successive teorie derivate da quella di fine guerra, teorizzavano sistemi politici favorevoli alla grande finanza, tra gli altri obiettivi c’era la costruzione della comunità europea.
Ricordo le molte azioni politiche, che tu, mon ami, hai messo in atto, per bloccare quell’iniziativa, ma non so se erano supportate da informazioni o dal tuo istinto razionale, fatto sta che la storia ti ricorderà come uno dei pochi statisti e politici europei che aveva visto giusto, e contrastato quel disegno.
Ricordo quanto ti sei battuto per avversare concetti condivisi dalla stragrande maggioranza dei politici del tuo paese, contenti di cedere sovranità politica e monetaria alla comunità europea, in nome del concetto che è utile ampliare confini economici e politici, ma avevi ben capito che la gente non avrebbe tratto alcun vantaggio da quella pianificazione, anzi, sarebbe stata penalizzata.
A mano a mano che venivano ratificati trattati, gli stati europei perdevano rilevanza, sia politica che commerciale, non ho paura di affermare che l’antico disegno dei poteri assolutistici si è compiuto in quegli anni, quando tu, pur essendo ancora attivo in politica, non avevi più la rilevanza del passato.
Ora il continente è nelle loro mani, conosco i loro nomi, e la loro vita, il loro modo di pensare, e posso immaginare i loro futuri obiettivi, mentre conosco quali strategie stanno adottando in questi anni.
Hanno tra le mani il mondo intero, e non sono necessariamente tutti Europei, meno di una ventina di loschi individui in tutto, senza cuore, cocainomani all’ennesima potenza, corruttori e perennemente in vacanza, col telefonino sempre a portata di mano, strumento peggiore di mille guerre, che decidono loro stessi, come decidono crisi, strategie commerciali funzionali ai loro sporchi interessi, dai conti in banche di loro stessa proprietà, immensamente superiori al valore della ricchezza che la totalità delle nazioni possiede, governi ed eserciti a disposizione, il traffico di tutte le peggiori espressioni che il genere umano abbia a disposizione, con la predisposizione a monopolizzare tutto, non saprei come descriverli ancora, ma conosco per certa quale sia la loro attuale strategia, già abbondantemente concordata, e parzialmente attuata.
Stanno completando di impadronirsi di tutti i settori primari non ancora posseduti, scelte mirate verso il controllo di tutte le società che forniscono servizi nei settori che ora vi chiedo di elencare, e che sono indispensabili alla vita delle persone.
Cristiano, ti chiedo di illuminarmi sui servizi essenziali di cui non potresti fare a meno”.
“ Beh, direi la fornitura dell’acqua, l’uso di telefoni e computer, l’energia, i trasporti, la raccolta dei rifiuti …”
“Si, hai colto nel segno, tutti servizi inderogabili, aggiungi altri servizi municipali, che controllano strade, parcheggi, biblioteche, enti che potrebbero essere gestiti anche da società esterne, servizi cimiteriali … la tua fantasia può spaziare dove le pare.
Bene, se siete d’accordo, questa sera approfondiremo le nuove situazioni che si sono materializzate nel nostro continente”.
Il primo, proficuo contatto col Francese, è avvenuto, i tre si accomodano per consumare il pranzo, e Cristiano si mette virtualmente da parte, lasciando spazio allo statista, a sua moglie, e al Francese, che hanno molto da dirsi, è convinto sempre più che qualcosa di indecifrabilmente grande li accomuni.
Terminato il pranzo, Cristiano si ritira nella sua stanza, non ha voglia di riposare, mette mano al computer, sa perfettamente che la valenza più significativa che regola il mondo è la moneta, da essa dipende il benessere o il malessere della gente, e se entrasse nell’ordine di idee prospettato dal Francese, ci sarebbe ben poco da stare allegri, ma pensa che comunque le cose siano proprio così.
Avendo una preparazione eccellente in ambito politico, ma solo infarinature in ambito finanziario, si vuole informare delle tendenze che regolano quel mondo, e si avventura in viaggi virtuali informatici, alla ricerca delle stesse, per avere più chiaro il panorama su cui si sta discutendo.
Non vuole subire passivamente le argomentazioni del Francese, e cerca di informarsi quanto più possibile, tra l’altro spulcia le sue attività passate, e si accorge che è stato il più importante economista transalpino, soppiantato dalle nuove, infami teorie neo liberiste che hanno annichilito tutte le altre; nel corso di pochi anni perse improvvisamente tutto il suo prestigio, perché non si volle inchinare alle teorie dominanti, dovette abbandonare cattedre universitarie, collaborazioni con i vari governi, rubriche di quotidiani e settimanali, un popolarissimo programma televisivo di cui è stato per anni, il conduttore, relegando le sue attività a due soli indirizzi, lo scrivere saggi, per lo più auto pubblicati, visto che l’informazione era tutta nelle mani di chi stava osteggiando, e tenere conferenze, sempre meno affollate.
E mentre, analizzando il suo incedere pubblico, in passato era ben presente in varie antologie evidenziate dal sistema di internet, da una quindicina d’anni, il suo nome è quasi assente, potenza di organizzazioni che creano personaggi fittizi a loro piacimento, tenendo lontani dalla ribalta i loro detrattori.
Vede un mondo costruito ad uso e consumo di ipotetici pastori, con i loro cani da guardia contenti di assecondare il padrone, e tenere sistemate in uno scomodo e puzzolente recinto, le pecore di loro proprietà.
Vede un branco di cani che fanno la voce grossa, ma pronti a scodinzolare soddisfatti quando viene concessa loro un po’ di attenzione, e che si accontentano delle briciole del padrone.
Bene, ha scoperto che il Francese non fa parte del branco di vigliacchi, e da quel momento non farà resistenza ad assorbirne le teorie.
Decide anche di scrivere un memorandum, sugli attuali incontri, le esperienze vissute, e i prossimi fatti, destinati a vederlo protagonista.
La sera tiene banco, ancora, il Francese.
“Parliamo di comunità europea, e di come abbia fatto a far precipitare un intero continente nell’abisso.
Parliamo di fruizione del denaro, chi non è assolutamente digiuno di economia, sa che una società è florida quando al suo interno circolano quantità di denaro sufficienti a pagare stipendi, costruire ospedali, infrastrutture, alimentare scuole, ricerca, e centomila altri elementi.
Denari messi a disposizione, diciamo anticipati, dallo stato, parlo di stati pienamente sovrani in ambito economico e finanziario, bene, se i conti preventivati su quanta moneta è conveniente far circolare all’interno del suo sistema economico, sono ben fatti, il sistema girerà correttamente, dovrà, prima di tutto garantire la piena occupazione lavorativa, poi tornare alle casse statali, tramite le tasse, non tutto, ma buona parte di esso, e consentire alla gente di avere margini sufficienti a garantire un’esistenza senza troppi problemi, l’allevamento dei figli, un certo risparmio, o un piccolo capitale per le emergenze.
Il complesso gioco dell’economia è tutto qui, avranno influenza anche gli scambi commerciali internazionali, ma solo in funzione alla quantità di moneta che circola all’interno del sistema.
Più denaro circola, all’interno del sistema, più si innescano meccanismi virtuosi, favorevoli sia alla nazione che alla gente.
Prendete per buona la mia seguente affermazione, che potrebbe sembrare errata, ma in seguito vi renderete conto che non sono troppo distante dalla realtà quando affermo che uno stato crea ricchezza, quanto più anticipa denari al sistema economico, cioè in altre parole, quanto più si indebita, e l’equazione a questo punto è definibile in modo semplice: uno stato è tanto più povero quando più i suoi cittadini stanno bene: stipendi adeguati, servizi efficienti, disoccupazione prossima allo zero, edifici pubblici e infrastrutture funzionali, cittadini felici e stato, diciamo così, magro.
Attenzione, però: lo stato si indebita, il sistema, però, composto da persone, aziende e cose, risulta più ricco, la gente ha meno problemi per mandare avanti la sua vita, ed ha risorse sufficienti per pagare tranquillamente le tasse.
Seppure lo stato si è indebitato, la nazione risulta più ricca.
Dal nulla, si è creata ricchezza.
Ripeto il concetto: dal nulla.
Ammettiamo che lo stato, quest’anno, decida di immettere nel sistema la metà della moneta anticipata l’anno precedente, bene, anzi, malissimo, molte persone si troveranno in ristrettezze economiche, aumenterà la disoccupazione, e la capacità di pagare le tasse sarà drasticamente ridimensionata, i cittadini ritireranno parte dei loro risparmi, aziende chiuderanno, e la realizzazione di infrastrutture, risulterà bloccata, il sistema entrerà in crisi, e, se pure lo stato avrà sborsato meno denaro, e quindi ipoteticamente sarà più ricco, le sue entrate, in percentuale, saranno scarse.
Hanno però raggiunto uno degli assiomi della cultura finanziaria dominante, ridimensionamento del debito pubblico, e controllo dell’inflazione.
Secondo loro, ma solo secondo loro, fattori decisivi.
Ecco, gli economisti annidati nelle varie commissioni comunitarie, non eletti democraticamente, piazzati là da poteri nascosti, tramite la banca centrale europea, che è privata, perché composta dalle banche centrali nazionali, per lo più private, hanno decretato che bisognava lasciare alla gente e alle aziende pochi denari a disposizione, in nome di un non meglio definito beneficio che il sistema avrebbe ottenuto dalle due conseguenze dell’azione che hanno compiuto: diminuzione dell’inflazione e tentativo di ridimensionare i vari debiti delle nazioni che aderiscono al sistema euro.
Un metodo per affamare la gente.
Sanno perfettamente, che il debito che tanto combattono, è l’unico strumento, per di più gratuito, che consente una ripresa economica, e il fatto che preferiscano centellinare le monete che circolano all’interno dei singoli stati, rende il sistema asfittico, sanno benissimo che stanno favorendo un disegno criminale per sottrarre risorse e speranze a tutto un continente.
Il debito pubblico non è dei cittadini, ma non è nemmeno dello stato; ammesso che esista un debito, l’affermazione, per essere vera, dovrebbe prevedere un creditore, giusto?
E chi sarebbe il creditore?
Ditemelo voi, io non saprei, e non saprei nemmeno immaginare chi potrebbe essere.
Dal nulla si è creato ricchezza.
E allora perché obbligare milioni di persone a condurre una vita grama?
Assiomi delinquenziali esplicitati dalle teorie di fine guerra, ho l’intima certezza che la costruzione dell’europa, e la sostituzione delle monete di stati sovrani, sia stata pianificata allora.
Disegno nefasto, che porta immancabilmente al declino dell’europa, come lo volete chiamare altrimenti?
I poteri tirannici hanno avuto la loro bella rivincita, hanno anche una carta rilevante da giocare: “siamo in democrazia, ragionate, non siamo più nel medio evo …”
“Di che vi lamentate? Siete uno stato sovrano, no?”
I denari non devono stare in mano ai cittadini, guai!
Potrebbero rialzare la testa, non sia mai!
Spenniamoli, sfruttiamoli, ma senza ammazzarli, fino a quando saranno utili!
Vittoria completa, sono riusciti persino a creare una nuova schiavitù!
Il massimo che potessero ottenere!
Gente costretta a lavori disumani, ad impegnarsi per troppe ore, a non poter godere delle piccole soddisfazioni che una vita regolare può offrire, a ricevere uno stipendio insoddisfacente, disossato da mille servizi irrazionalmente troppo dispendiosi, da tasse inique, imposte pesantemente su beni essenziali, che non dovrebbero essere tassati, la prima casa che svolge il compito di accogliere le famiglie, l’auto indispensabile per il lavoro, il lavoro stesso tassato troppo pesantemente, scuole e salute carenti sotto tutti i punti di vista, stati opprimenti e ingiusti, che tassano i poveri, e lasciano indisturbato chi gioca in borsa, stati che, non potendo immettere risorse economiche, perché hanno delegato ad altri questo diritto, opera tagli dappertutto, tagli essenziali, hanno creato finalmente una nuova schiavitù, in maniera molto più subdola di quando la adottavano in modo palese.
Schiavitù per i dipendenti, ma anche per chi decide di rischiate tutto e mettere su un’azienda, tartassata ancora più pesantemente.
Questo significa compiere un crimine senza necessità, che dovrà essere giudicato e punito.
La vecchia pubblicazione del quarantacinque, e le sue derivazioni teoriche, ha dato i suoi frutti, diceva che se si vogliono dominare i mercati, e il mondo, non c’è necessità di grandi astrusità, basta togliere alle singole nazioni la sovranità monetaria.
Una nazione senza quella sovranità non potrà, mai e poi mai, decidere il suo futuro.
Se ha bisogno di infrastrutture, per esempio, ogni nazione deve elemosinare i soldi ai burocrati nascosti, e piazzati là dai venti cocainomani, pagare per di più gli interessi che a questo punto, vengono incassati dai singoli azionisti delle varie banche private.
Se questi ritengono che sia conveniente affamare milioni di individui, lo potranno fare tranquillamente.
Non crediate che i pochi soldi che mettono in circolazione in ogni nazione, siano di proprietà degli stati, no, il meccanismo è diverso, e stupefacente, è la banca centrale europea, diretta da personaggi non eletti dalla gente, che decide quanto denaro prestare alle banche centrali nazionali!
Ma c’è di peggio, abbiamo perso, per via dei ricorrenti trattati comunitari, ratificati spesso dalle singole nazioni in maniera non democratica, anche la nostra sovranità politica, che è stata consegnata alla comunità.
Siamo irrimediabilmente nelle mani di questi criminali.
Per inciso vi riporto, giusto per capire la personalità malata della gente che dobbiamo subire, due loro pensieri, che ho sentito con le mie orecchie: “ma perché dovremmo favorire una massa di ignoranti zoticoni che non chiedono altro che avere alibi per subire passivamente e lamentarsi?” e la seconda: “non è colpa nostra se questi sprovveduti cafoni credano ancora che la costruzione dell’europa sia stata fatta per i loro interessi!”
Con queste due frasi si può tranquillamente introdurre il tema che analizzeremo domani: il controverso argomento della costruzione della società dei consumi”.
Il maggiordomo avvisa che la cena è pronta, i tre lasciano lo studio, e attraversano una enorme stanza che si potrebbe definire un soggiorno, ma si potrebbe definire anche in altri modi, per esempio una pinacoteca, oppure una raffinata biblioteca di libri antichi, oppure una sala museo che accoglie particolarissimi e pregiati oggetti, per lo più provenienti dal continente asiatico, appesi alle pareti in maniera organica, spiccano per grandezza e la raffinata fattura, quattro arazzi, in vari tavolini, sono sistemati oggetti di valore, e argenteria artistica, in un altro tavolo fa bella mostra di se, una variopinta scacchiera, con i pezzi dalla conformazione mai vista, particolarissimi.
Già un’altra volta Cristiano è stato attirato dalla scacchiera e dai pezzi, e chiede allo statista informazioni.
“Proviene tutto dall’india, tavolo, pezzi e scacchiera, non capisco come mai ti abbia attirato uno tra gli oggetti di valore minore, ho, per esempio, una decina di libri del tardo medio evo, dal valore che non potete immaginare, un valore complessivo che si potrebbe quantificare corrispondente ad una decina di ville signorili nella capitale.
Come potete vedere, ci sono quadri di tutti i movimenti artistici dal diciannovesimo secolo in poi, mi piace possedere soprattutto i primissimi quadri che hanno decretato la nascita di ciascuna corrente artistica”.
Ma un motivo esiste perché gli occhi di Cristiano si siano posati sulla scacchiera.
“Mi ha attirato la scacchiera perché per me, qualsiasi oggetto riferibile agli scacchi, ha un suo valore affettivo, anche se è stata pagata pochi spiccioli.
All’età di dodici anni, ho conquistato il titolo di campione europeo giovanile nella mia fascia di età, e qualsiasi raffigurazione che rimanda a questo gioco, mi ricorda quei bei tempi andati.
In casa ho una collezione di oggetti scacchistici niente male”.
Durante la cena la signora Luisella scopre che Cristiano gioca a scacchi, e lo invita, al termine, a disputare una partita con lei, affermando però che è un po’ “arrugginita”.
Cristiano risponde che è nelle stesse condizioni, e accetta la sfida.
Dopo cena, i due sono impegnati per almeno tre ore a dare sfogo al cervello, la partita è molto interessante ed equilibrata, il gioco degli scacchi è una sorta di piacevole schiavitù mentale, per chi in passato ha raggiunto buoni livelli, e non si registrano regressi in termini di bravura, quello che si è imparato in passato, non viene dimenticato.
A fine partita Cristiano è in leggero vantaggio, ma concede l’onore delle armi e propone il pareggio, che viene accettato.
Il giorno dopo, è domenica, i tre uomini decidono di non ritirarsi nello studio, ma trascorrere la mattinata in soggiorno, dovranno parlare di consumismo, e dato che il tema appassiona anche la signora Luisella, in quattro spulciano quell’argomento in maniera meno analitica del solito, ne risulta una chiacchierata bonaria nella quale tiene banco soprattutto la signora.
Tra una frase e l’altra, si mette in evidenza il fatto che anche questo argomento deriva da presupposti commerciali, e si può datare dai tempi della nascita delle varie civiltà industriali, di come in qualche modo sia una concezione nata da bisogni elitari, o supposti tali, riconducibili a società opulente.
Ma se il tutto si limitasse a ciò, non avrebbe avuto quella dimensione che si è conquistata finora, bisognava invogliare la gente ad avere nuovi bisogni, e per fare ciò bisognava condizionare il pensiero della gente.
Una tra le teorie che ne avrebbe decretato il successo, affermava che bisognava creare in maniera artefatta, un esercito di idioti.
Il motivo è presto detto, tra le sue caratteristiche principali figurano elementi che invogliano a buttare via oggetti funzionanti, e sostituirli con altri nuovi, dalle caratteristiche superiori.
Lo vediamo in ambito automobilistico, quando si decide di costruire un nuovo modello di auto che ne sostituisca un altro che magari ha avuto successo, gli si impone lo stesso nome, e viene presentato in maniera più appetibile, ma dal prezzo superiore.
Ma sono due prodotti che non hanno elementi che li possano accomunare, solo il nome.
Perché simili concezioni abbiano successo, è necessario plagiare la gente, e si spendono tanti soldi in pubblicità, creando un meccanismo che, partendo da slogan e simili amenità, si mette in atto una spirale che spinge la gente verso il desiderio di possedere oggetti inutili, che vengono magari presentati tra le mani di personaggi famosi, il meccanismo mentale che viene messo in moto è intuitivo, al momento dell’acquisto la gente si identifica con il personaggio, ed è soddisfatta, se non addirittura felice.
Nuovi acquisti vuol dire più produzione, che significa più guadagni, si torna sempre allo stesso punto!
Oltre che rimbecillire la gente, le teorie che spingono ad adottare simili concezioni, partono dal presupposto che le risorse del nostro pianeta sono inesauribili, ma ciò non è vero, stanno creando oggetti non necessari, sfruttando materiali che potrebbero essere utilizzati per oggetti più utili, disperdendo energie naturali per il loro trasporto e fabbricazione, sfruttando risorse per il loro imballaggio, inquinando il suolo, le acque e l’aria.
E poi si pone il problema del loro smaltimento, ma a loro questo non interessa, o meglio, possono sfruttare anche quella opportunità.
E si sono inventati il sistema delle carte di credito per favorire gli acquisti, associandole a rate e cambiali, e sono contenti quando scoprono che hanno creato meccanismi mentali che non si possono definire altrimenti che compulsivi.
E in genere, la loro fabbricazione, per contenere i prezzi, nega diritti ai lavoratori, e vengono adottate logiche lobbistiche, e spesso monopolistiche.
Immorale è un altro atteggiamento presente nella teoria, quello che il prodotto debba avere una vita limitata, per essere sostituito più volte.
A volte, in certi oggetti dalla tecnologia avanzata, vengono inseriti aggeggi elettronici equiparabili a contatori, una volta raggiunto quel numero di azioni prestabilite, bloccano il sistema, e il costo della riparazione è superiore all’acquisto del nuovo prodotto, costruito nel frattempo.
I quattro concordano che sarebbero necessari atteggiamenti comuni degli acquirenti, per spezzare questa catena, che tra l’altro, non tiene conto delle necessità del terzo mondo, e crea favoritismi per le società opulente, che prelevano risorse da quei continenti svantaggiati.
Sarebbe necessaria una decrescita generale del mondo cosiddetto ricco, controbilanciate da azioni rivolte al benessere del terzo mondo, un consumo consapevole, un riappropriarci della nostra intelligenza, combattere lobby commerciali e produttive, controllare che per costruire certi oggetti non siano stati sfruttati i lavoratori, preferire prodotti nati da realtà artigianali, e non industriali, da paesi in difficoltà, e boicottare aziende che assumono atteggiamenti poco etici.
L’argomento, seppure trattato in maniera succinta, si può considerare esaurito, per la sera il Francese propone di parlare di come i sindacati, che hanno goduto di grande autonomia e prestigio durante tempi economici favorevoli, caratterizzati da progresso e conquista di nuovi diritti per i lavoratori, in questi anni di crisi hanno perso rappresentatività.
In attesa del pranzo Cristiano scopre quale sia il legame che unisce i tre, si parla delle loro vite trascorse, e dell’ambiente che li ha visti percorrere le stesse strade.
Studiavano, seppure in facoltà differenti, nella stessa università francese, e in quel periodo erano molto uniti, e il loro impegno non si limitava allo studio, ma facevano parte degli agguerriti gruppi di studenti che hanno lottato contro il sistema, e che viene ricordato dalla storia come il maggio francese, i due uomini, già laureati, collaboravano con l’università, mentre la signora, stava completando gli studi.
Furono arrestati più volte, e subirono anche bastonate dalla polizia, ma non cambiarono mai atteggiamenti, e la comunione di intenti non poteva portare ad altro che al rispetto reciproco e all’amicizia.
Dopo il pranzo, e dopo un altro scontro scacchistico, che ha decretato un altro pareggio, i tre uomini si ritirano nello studio, pronti ad affrontare il nuovo argomento già stabilito.
Parlano soprattutto i due coetanei, mentre Cristiano sta per lo più ad ascoltare, il Francese mette l’accento, ancora una volta, sull’importanza della pubblicazione del quarantatre, sempre quella.
Mette in risalto i metodi per annichilire i lavoratori, nel caso siano riusciti ad ottenere vantaggi troppo consistenti dalle loro lotte.
Devono essere messi, loro, e i loro rappresentanti, nelle condizioni di essere obbligati ad accettare qualsiasi proposta.
Il metodo di gran lunga preferibile, è quello di creare in maniera fittizia crisi economiche, che si raccomanda di far terminare quando i lavoratori abbiano perso in pochi anni, i diritti acquisiti in decenni, anzi in secoli di lotte, e i sindacati abbiano perduto credibilità.
Si mette in risalto che il pericolo maggiore per i padroni è il radicalismo dei sindacati, quindi bisogna, prima di tutto, comprarli, e costringerli a concordare soluzioni, ecco che torna la parola enunciata un paio di giorni fa: concertazione.
La crisi economica, è finalizzata a ricattare i lavoratori, le parole chiave sono quelle che si sentono continuamente in televisione, delocalizzazione, parziale occupazione, agenzie interinali, precariato, disoccupazione, sottoretribuzione, non c’è lavoro per tutti, un’azienda statale non competitiva deve essere alienata, quindi privatizzare aziende e servizi, c’è la globalizzazione, e quindi vi dovete accontentare, tutti termini che sono prepotentemente entrati nel nostro cervello, ma che nascono da molto lontano, e a questo punto, sarebbe da ciechi convincerci che la crisi è reale, e non indotta.
Argomenti che sarebbe necessario analizzare attentamente, ma oggi è domenica, e tutti hanno capito che il libro pubblicato nel quarantatre, era riferibile alla situazione attuale, e non può essere un caso che queste condizioni di crisi, alienazione di sovranità, la stessa costruzione della comunità, e della sua moneta, la globalizzazione e simili amenità, non siano derivate da strategie che vengono da molto lontano, e i poteri nascosti, massonerie, i cocainomani descritti in precedenza, i personaggi che hanno formato gli attuali burocrati della comunità, l’organizzazione w, e chissà quanti altri, hanno avuto tutto il tempo per pianificare disastri, e bisogna riconoscere che hanno avuto un mare di pazienza, ma sono riusciti pienamente nel loro intento, la restaurazione sostanziale degli antichi poteri assolutistici, e la formalizzazione di un nuovo livello di schiavitù.
Siamo sostanzialmente e drammaticamente tornati indietro; secoli di lotte, sudore e sangue azzerati in pochi anni, intelligenze storiche che hanno tracciato il cammino, ora vengono relegate nel dimenticatoio, la gente viene rincretinita da programmi televisivi che hanno il solo scopo di deviare l’attenzione su argomenti senza consistenza, gli stupidi costruiti ad arte si accontentano di scimmiottare personaggi famosi, anch’essi costruiti ad arte.
“Hai sentito che la principessa del galles è di nuovo incinta?”
“Che bel goal ha segnato il centravanti!”
“Stai seguendo lo sceneggiato?”
“Mi tocca pagare il ricovero, eh, vabbè, ci tocca … c’è la crisi!”
“Hai notato come stiano aumentando i costi dei servizi?”
“Bisogna fare sacrifici, non ci sono soldi in circolazione”.
“Bisogna andare in germania a lavorare …”
“Sto lavorando in nero, l’azienda non si può permettere di assicurarmi, pazienza …”
Dalla civiltà siamo passati alla barbarie.
E allora bisogna dare organicità all’azione della fondazione dello statista, per cercare di invertire questa spirale infame, costruire dal nulla una nuova partecipazione, acquisire concetti culturali propri, formare la gente a situazioni che consentano loro di capire che il mondo sta girando al contrario, dare risalto alla battaglia culturale che il gruppo scandinavo ha intrapreso, capire quando movimenti che sembrerebbero a favore della gente, si dimostrano solo una valvola di sfogo per le loro rabbie, quindi funzionali a tenere la cose come stanno.
Conquistare la democrazia, è complesso, e ha bisogno di meccanismi che per forza di cose non possono essere immediati, ma è facile perderla in tempi ragionevolmente brevi, quello che sta succedendo in questi anni; evidentemente l’attenzione della gente è venuta meno, ed ha perso un diritto dopo l’altro, senza accorgersene.
E allora è necessario in qualche maniera, invertire l’attuale regresso, con azioni che prevedano sinergie tra la fondazione, l’opera sotterranea di chi vorrà unirsi per combattere la w dal suo interno, la dimostrazione che renderà evidente il movimento scandinavo, in funzione di una visione popolare della vita, la prossima pubblicazione del libro dello statista e quant’altro si renderà indispensabile.
E capire quanto tempo sia necessario per ristabilire la democrazia nel nostro continente, e pianificare azioni diluendole nel tempo, nella maniera più razionale possibile.
Grande risalto dovrà essere dato al fatto che questi poteri nascosti, in qualche modo, abbiano costruito pazientemente condizioni che mirano a rendere idiota molta gente.
Dovremo dimostrare che abbiamo capito il loro gioco, e non siamo così stupidi come pensano, si dovranno accorgere quale forza può sprigionare la gente, quando è motivata, ed ha capito che bisogna assolutamente combattere i nuovi assolutismi, e liberarsi dalle nuove schiavitù.
E non bisogna aspettare, i tre immaginano in che direzione potrebbe evolversi la situazione sociale di questo passo, tra una decina d’anni, e concordano che, forse, le loro azioni potrebbero risultare tardive.
Ma tutto questo ha bisogno di risorse, la fondazione è istituita per tale scopo, e bisognerà dedicare molta cura e intelligenza a puntualizzarne gli obiettivi, per questo i prossimi giorni saranno dedicati a scegliere priorità in tal senso.
Quattro persone sono riunite nella cucina del palazzo romano, sono la padrona di casa, la signora Luisella, suo marito, lo statista, il Francese e Cristiano, lo statista cerca di dare organicità alla discussione: “Finora abbiamo solo, per così dire, giocato un gioco indubbiamente importante, ma nessuna decisione è stata presa, è arrivato il momento di stabilire regole e priorità, presumo che quello che si è detto finora sia stato giudicato da tutti come veritiero e condiviso, e desidero sapere se tutti avete intenzione di partecipare al progetto della fondazione, sappiate che per venirne ammessi, occorre che diate la vostra disponibilità, precisando che qualsiasi vostra futura azione politica o pubblica, deve ottenere l’approvazione della direzione della fondazione, nella mia idea stiamo costruendo un soggetto palese, si, ma certe nostre azioni dovranno essere sotterranee, non vorrei dare vantaggi a chi abbiamo intenzione di combattere, per ora ne fanno parte solo due nomi, il mio e quello di mia moglie, se ci fosse qualche impedimento che decreta che non è possibile la vostra partecipazione, lo vorrei sapere in questo momento, e vi avviso che le prossime decisioni verranno prese da noi quattro, più poche altre persone che inviteremo oggi stesso”.
Lo statista incassa la disponibilità dei due, e qualche minuto dopo i quattro si riuniscono nello studio, e firmano una montagnetta di documenti che li impegnerà per sempre.
Il primo, significativo passo della fondazione è compiuto, la sua prima riunione ufficiale è in corso, ora si tratta di stabilire quali altri nomi affiancheranno i quattro, e poi, una volta stabiliti i nomi, la direzione del nuovo soggetto sarà al completo.
“Cristiano, tra noi, tu sei il più giovane, quello che presumibilmente dedicherà più tempo di tutti alla fondazione, ti invito ad esprimere due nomi di persone che reputi possano lavorare attivamente e intelligentemente, all’interno del nostro gruppo”.
“È presto detto, non ho dubbi sulle figure dei nuovi partecipanti al progetto, sono miei coetanei, un politico Pugliese, che si chiama Igor, ed una mia amica Sarda che risponde al nome di Libera, entrambi fanno parte della w”.
“Benissimo, voi sarete il futuro della fondazione, contattali rapidamente, e, se fossero favorevoli, fai firmare loro questi documenti, uno di essi stabilisce che si dovranno impegnare in favore della gente, e contro i poteri nascosti che ben conosciamo, per tutta la loro vita, e passiamo a te, Jaques, ti chiedo se anche tu hai una persona con le stesse caratteristiche, ma esperto anche in economia politica, deve aver dimostrato personalità e seguito, naturalmente dovrà essere estraneo a concezioni neo liberiste”.
“Ho il nome, lo conosco bene, è un trentenne giornalista Francese, che per lo più è impegnato in continue conferenze per combattere gli attuali canoni economici imperanti, una persona intelligente e carismatica, farà sicuramente al caso nostro e non ho dubbi sulla sua partecipazione al progetto, ci chiama Pierre”.
“Benissimo, stessa procedura riguardo ai fogli da firmare, contatta poi il gruppo degli Scandinavi, fai loro scegliere un rappresentante, e se fosse di tuo gradimento, fai firmare, il gruppo sarà così al completo.
Penso che non abbiamo troppo tempo per aspettare la risposta positiva di queste nuove quattro persone, e andiamo a stabilire noi stessi i dettami vincolanti della fondazione, buttiamo giù una sorta di elenco di obiettivi e priorità, e una volta incassata la loro disponibilità, trasmetterò il tutto ad un notaio, che decreterà la nascita formale della fondazione, ci saranno tempi e modi per aggiungere eventuali postille o precisazioni espresse dai nuovi componenti, la prima riunione comincia adesso”.
Interviene per prima la signora:
“So quanti danni abbia causato il clima di monopolio culturale in cui si è dovuta confrontare la società finanziaria europea e mondiale, sono certa che Jaques approverà il passo che suggerisco di compiere, spezzare quel monopolio, e fondare una casa editrice che, oltre ad affrontare temi commerciali, favorisca pubblicazioni che vadano in direzione opposta al clima di non cultura a cui stiamo assistendo, non ci dovremo però limitare a stampare libri, ma percorrere anche altre strade”.
Ottiene l’approvazione del Francese e degli altri.
Interviene il transalpino:
“Io propongo di contrastare duramente quest’ordine di cose, in una maniera che forse non approverete, ma penso che se ragionate attentamente un po’ di approvazione potreste concedermela, propongo di finanziare uno studio legale che si occupi di difendere la povera gente dai soprusi dei potenti, e questo può essere un metodo di autofinanziamento, dopo i primi tempi penso che possa camminare con le proprie forze, ma il tutto deve essere finalizzato a promuovere azioni legali contro le persone visibili che stanno affamando il mondo, e chissà che qualche criminale che si è tenuto finora al buio, non sia costretto ad uscire allo scoperto, l’idea è di accusare molti funzionari e uomini politici di soprusi e sofferenze indotte, e persino di omicidi dolosi che finora sono stati catalogati come suicidi”.
Anche questa linea di condotta ottiene l’approvazione degli altri tre.
Interviene lo statista, “sapete benissimo come la penso riguardo al problema culturale, che, per me, è alla base della democrazia; hanno cercato di inebetire per decenni la gente con teorie che, secondo me, hanno fatto presa sulla gente, a causa della loro impreparazione culturale, basti pensare al problema del consumismo, ma non solo, penso che questo compito possa essere assolto dalla casa editrice, affiancata da una rete televisiva e qualche sito internet, e da pubblicazioni periodiche o giornaliere, bene, precisato questo vi espongo le azioni politiche che, secondo me, sono indispensabili per i primi anni, e cioè lavorare per azzerare i vari segreti di stato e trattati segreti, che hanno finora impedito la regolare vita democratica, so che in certi avvenimenti sono coinvolto anch’io, ma in genere ho agito secondo coscienza, la mia coscienza di allora, ebbene, sono pronto comunque ad affrontare qualsiasi azione, anche penale, ho bisogno di andare a letto, la sera, e non essere assillato da implicazioni che gettino ombre sul mio cammino politico, sarà quel che sarà”.
Tutti approvano anche la linea dello statista, per ultimo interviene Cristiano.
“Abbiamo stabilito, i giorni scorsi, che sono state ripetutamente portate avanti azioni che hanno decretato la perdita di sovranità sia politica che monetaria della nostra nazione, detto ciò mi sembra una conseguenza la necessità di stabilire contatti e adottare azioni politiche, prima rivolte a sconfessare la moneta comune, poi ad uscire definitivamente dalla comunità, penso che non si arriverà mai a una nazione europea comune, per il semplice fatto che le nazioni che la dovrebbero comporre hanno radici completamente dissimili tra loro, è inutile cercare di mischiare l’olio con l’acqua, ci sarà sempre qualcuno che, al buio, cercherà di approfittare delle nostre divisioni, semplicemente questo è il mio pensiero, si potrà sempre collaborare tra nazioni sovrane”.
Anche stavolta si trovano tutti concordi con le teorie esposte.
La riunione viene aggiornata per la sera.
Solito raffinato pranzo, solita partita a scacchi, solito pareggio.
Cristiano si ritira nella sua stanza, scrive qualche pagina di appunti, e poi si attacca al computer, vuole scoprire quali siano i pensieri di chi apertamente, osteggia da anni la costruzione dell’europa unita, per scoprire se qualche loro idea potrebbe essere utile alla strategia da lui stesso esposta, o fornirgli idee particolari, pensa che ognuno dei quattro personaggi, debba, in qualche modo, dedicare energie fisiche e mentali, e azioni concrete, e battersi per l’obiettivo che ha esposto.
La sera sono di nuovo insieme nello studio, ridiscutono sulle prime decisioni, ne puntualizzano gli aspetti, decidono di creare altre ramificazioni dal tronco principale della fondazione, per esempio una banca, ed una piccola ma prestigiosa scuola privata, funzionale principalmente, a supportare master formativi, inoltre viene istituita una ramificazione segreta, una sorta di intelligence, al servizio inizialmente sia dell’idea del Francese, che delle osservazioni dello statista.
Dovrà essere una cellula operativa e segreta, al servizio di tutte le emanazioni della fondazione, composta da elementi di altissima professionalità in ambito militare e di intelligence, si raccomanda di scegliere elementi provenienti da gruppi che hanno fatto parte dei vari servizi operativi speciali; naturalmente si dovrà vagliare se le concezioni della fondazione, si possano sposare con il loro modo di pensare, non dovranno essere solo dei mercenari, ma personaggi motivati riguardo ai nuovi compiti che verranno affidati loro.
La riunione dura più delle altre, quando si espongono teorie o dati di fatto, si va avanti rapidamente, ma quando si entra nei particolari il lavoro diventa più lungo, bisogna puntualizzare ogni singolo dettaglio.
La cena viene servita molto tardi, è una sorta di festa di arrivederci, e termina con un brindisi di augurio per un buon lavoro della fondazione.
L’indomani tutti partono per le rispettive destinazioni, in particolare Cristiano ha l’esigenza di incontrare Libera e Igor, riesce a decidere un incontro con entrambi tra due giorni, a casa sua.
Dopo due giorni, in tarda mattinata, i tre sono riuniti nella sua casa adiacente all’azienda agricola, ha preferito un ambiente rustico, piuttosto che la sua bella villa di montappone.
Li mette al corrente delle ultime novità, i motivi che lo hanno spinto a scegliere proprio loro per il nuovo progetto, le sue finalità, che al termine dell’esposizione, come aveva previsto, vengono accolte con entusiasmo da entrambi.
Mette in mano a ciascuno di loro il libro dello statista, fa firmare i documenti, e li invita a esprimere una priorità.
I ragionamenti del Pugliese sono indirizzati verso le strategie da adottare in seno alla w.
“Cristiano, ricordo ancora il nostro ultimo incontro, e di come in una certa maniera tu mi abbia convinto che abbandonare la politica, era una scelta errata, supposizione che mi spingeva in quella direzione, era il fatto che sentivo le mie scelte ininfluenti, ma ora tu mi prospetti una strada che potrebbe essere quella giusta, non riferibile necessariamente agli obiettivi che reputo indiscutibilmente giusti, no, per il fatto che forse, per la prima volta, possiamo contrastarli sul loro stesso campo.
Mi piace l’idea della cellula segreta, loro dispongono sicuramente di organismi simili, per questo mi piacerebbe dirigerla io.
Precisato ciò, la mia azione politica si dipanerà tra il mio partito, l’aula di strasburgo, e le riunioni della w.
Il fatto stesso che tu mi abbia messo al corrente che al di sopra delle duecento persone che incontro regolarmente, ci sia un altro livello decisionale, mi fa sperare di poter coinvolgere molte persone, e far capire loro che le nostre scelte siano in qualche maniera decise da altri, e la supposizione che il mondo è orchestrato da altre venti persone, ad un livello ancora più alto e nascosto, le più ricche e potenti del mondo, forse non appartenenti alla w, o forse si, penso che riesca a dare una spinta all’organizzazione, e indirizzarla verso altre direzioni.
Sarà come sfruttare a nostro favore una struttura organizzativa già ben radicata, e farle invertire la marcia, mi rendo conto che non sarà né facile, né immediato, ma ci voglio provare.
La mia azione più importante sarà quella all’interno della w, consideratemi come uno che farà proselitismo al suo interno”.
“Non mi aspettavo certo gli sviluppi che sta prendendo questo nostro incontro, ma le vostre azioni saranno indirizzate proprio verso lo studio legale, chissà se riusciremo a mettere molti di loro con le spalle al muro, e chissà che non si verifichi la fortuna che qualcun altro, per difendersi, possa tirare in ballo altri criminali”.
“Sapete benissimo che il mio lavoro mi porta a girare il mondo, organizzando feste dappertutto, bene, sono sicura di aver incontrato probabilmente tutti i venti personaggi descritti da Cristiano, forse anche riuniti tutti insieme nella stessa festa, in ogni caso posso comunicare allo studio legale i nomi dei più attivi, quelli che usano più droga, sono sempre gli stessi, sempre quelli, quando si tratta di usare con più disinvoltura il telefono, i più protetti da guardie del corpo, quelli che non si accontentano di frequentare due o tre soli gruppi di amici, ma spaziano per tutta la festa, cercando di contattare tutti i partecipanti, quelli, di cui posso fornire i nomi, che penso di non sbagliare siano proprio i venti indiziati”.
Ma Cristiano sa benissimo che non sarà né un lavoro breve, né scevro di rischi, li invita caldamente a non scoprirsi più del lecito, affermando che il ruolo che occupano all’interno della w, deve essere preservato, anche perché all’interno della fondazione, opera un manipolo di uomini delegati ad acquisire informazioni.
Il lavoro più pericoloso è delegato a loro.
Essendo tutti e tre, in qualche modo, appartenenti alla civiltà contadina, trascorrono sereni la serata girovagando tra i filari dell’uva, contenti di stare per una sera a contatto con la natura, e gustare i vari vini prodotti da Cristiano, che Libera giudica di alto livello qualitativo, e degni di essere presentati alle feste organizzate da lei.
Giunge a Cristiano, la sera stessa, la conferma che Jaques aveva visto giusto, e il giovane Pierre farà parte della fondazione, insieme sono in viaggio verso la svezia, per un incontro con alcuni rappresentanti del movimento artistico.
Jaques sa già a chi concedere l’opportunità di partecipare alla vita decisionale della fondazione, e se pure incontra buona parte del gruppo, per decisioni comuni da prendere, parla di quell’eventualità solo con un giovane, coetaneo di Pierre, che accetta immediatamente, il suo nome è Olaf.
Le otto persone che lo statista ha quantificato come il gruppo fondatore della fondazione, che risponde al nome della moglie e al suo, sono idealmente riunite, tra meno di una settimana si vedranno fisicamente tra loro, potranno essere prese decisioni e valutate eventuali modifiche allo stato costitutivo dell’organizzazione.
Dopo pochi giorni, Libera organizza una festa per conto di un facoltoso uomo d’affari Messicano, nella sua villa a qualche chilometro dalla capitale, l’ambiente è stupefacente, e seppure le molte costruzioni abbiano caratteristiche moderne, il contesto che salta evidente agli occhi è che nel complesso la residenza assomiglia alle varie regge dei despoti del diciottesimo secolo, non può fare a meno di accomunare tali sovrani al Messicano, forse l’unica differenza è l’atteggiamento dei singoli ospiti, dai modi di fare arroganti, come se abbiano tutti i poteri su chi li deve servire, non più un corretto rapporto tra potenziali padroni e dipendente, ma atteggiamenti che fanno pesare l’enorme differenza di ceto sociale, mentre pensa che i sovrani del passato, adottassero comportamenti più blandi verso i loro dipendenti con cui venivano a stretto contatto, mentre immagina che i loro pensieri verso il popolino fosse di disprezzo, proprio come i nuovi despoti del nostro secolo.
Varcando il cancello verso la serie di palazzi si materializzano le splendide realizzazioni di prati e ambienti verdi molto ben architettati, che danno, vista la grande distanza tra l’ingresso e i palazzi, effetti di prospettiva che apparentemente rendono ancora più importante l’ambientazione nel suo complesso, aiuole, fontane, stradette, spazi alberati, piccoli laghetti con pittoreschi ponticelli, animali in libertà, una bella vista rovinata però dalle molte telecamere e sensori che non fanno altro che modificare in peggio quell’ambientazione di altri tempi.
Ma Libera, in quel contesto, sta lavorando per due entità distinte, il Messicano, naturalmente, e lo studio legale della fondazione, che cerca già dai primi giorni della sua nascita, di stabilire in qualche maniera, quali siano le ramificazioni di amicizie e di affari, tra quelle persone, potrebbe essere utile in futuro avere ben chiari i legami che le uniscono.
Nota come, in qualche maniera, quelle persone non riescano a godere di tranquillità nemmeno durante una festa, e se vede parlare tranquillamente un gruppo di persone, dopo pochi minuti almeno uno di loro si allontana, e risponde a qualche telefonata.
In festa, sempre, ma sempre al lavoro, e pronti ad approfittare di ogni minima opportunità, come se siano un mezzo esercito di forzati delle comunicazioni, costretti a prendere continuamente decisioni rilevanti, qualsiasi cosa stiano facendo; e non capisce come facciano a sopportare quei ritmi di vita, mai liberi di rilassarsi per qualche ora.
Forse la cocaina li aiuta a sopportare quei ritmi pazzeschi.
Hanno a disposizione tutti i lussi possibili e immaginabili, ma Libera pensa che non sappiano minimamente cosa significhino certe piccole soddisfazioni della povera gente, probabilmente sospettosi tra loro, sempre all’erta per soffiare un buon affare alla persona con la quale magari stanno parlando, prestando attenzione a dire il minimo necessario, per non dare informazioni ai possibili concorrenti, no, Libera non li invidia affatto.
E dà rilevanza a tutto quello che vede, cerca di capire il loro mondo, i meccanismi che mettono in atto, tutti fattori ai quali non aveva fatto troppo caso nei tempi passati, l’appartenenza alla fondazione la costringe ad osservare meglio il loro mondo.
E se pure qualcuno che ha deciso di servirsi di lei, per organizzare qualche festa, la tratti con naturalezza, ha notato che molti si relazionano con lei con una certa freddezza, e non disdegnano di farle capire che è uno strumento nelle loro mani.
Qualche giorno dopo viene indetta, nel palazzo che lo statista ha donato alla fondazione, in preparazione alla riunione della w, che si terrà tra una settimana, la prima riunione che vede presenti tutte le otto persone che ne fanno parte, ed entrano in relazione tra loro chi ancora non si conosce.
In particolare piene banco Olaf, che risulta simpatico a tutti, con il suo italiano stentato, infatti è l’unico che non ha una sufficiente padronanza della nostra lingua, ma la gestualità che esprime è ampiamente esaustiva nel definire concetti.
Chiede se tra gli obiettivi della fondazione, col tempo, non si possa discutere una sua visione della politica che si avvicina alle posizioni di Jacques, lui intende la vita e le due professioni che esercita, come espressione del fattore meno regolabile che esista: la libertà.
Non regolabile perché, essendo un artista, reputa che il suo agire tra muri, piazze, tele e colori, debba essere conseguenza di idee e gesti spontanei, e in genere, quando inizia un’opera, ha unicamente in mente il tema di cui si dovrà occupare, ma non abbozza nemmeno una parvenza di progettualità, mischia idee così, come si presentano in successione nella sua mente, e le trasferisce d’istinto e senza alcun condizionamento.
Anche riguardo alla sua attività di teatrante di strada agisce alla stessa maniera, e quando si esibisce con altri colleghi, stabiliscono tra loro unicamente l’argomento da trattare, i gesti e le azioni comuni, in genere, sono una conseguenza della prima scena, e lo spettacolo si dipana via via elaborando la scena precedente, nulla di programmato, nessuna costrizione, il lasciare andare le cose in tutta libertà.
E la sua visione della vita, politica e sociale, è consequenziale al suo modo di agire in ambito artistico.
La libertà, pensa, per essere veramente tale, deve essere assoluta, e il suo indirizzo verso la democrazia diretta, ne è semplicemente una conseguenza.
Chiede se in futuro si possa lavorare per la massima espressione di libertà decisionale della gente, il voto popolare per ogni risoluzione, senza la presenza dei politici.
Ma non vuole certamente disperdere o ramificare troppo l’impegno del gruppo, e indirizzarlo verso le sue concezioni, e poi si tratta di un lavoro lungo e impegnativo, che non può essere realizzato in pochi decenni, a lui basterebbe che vengano messe le basi per una discussione seria di una simile eventualità, sa che i risultati di qualunque futura azione dovranno essere la conseguenza di otto modi diversi di vedere il mondo.
Pierre e Jaques informano i presenti che hanno intenzione di scrivere a quattro mani, un semplice trattato di economia, comprensibile anche a chi è digiuno della materia, per diffondere i loro concetti che combattono l’attuale sistema finanziario comunitario, mettendo bene in evidenza le differenze sostanziali che esistono tra le nazioni che hanno aderito all’euro, e quelle che hanno conservato la loro sovranità monetaria, a tal proposito informa Olaf che avrebbero fatto un lungo colloquio con lui, per avere impressioni dirette da un cittadino di una nazione che è fuori dal sistema monetario comunitario, e quindi più avvantaggiata.
La gente dovrà essere messa al corrente quanto più possibile, dei danni che la comunità e l’adozione della moneta comune, causano.
Quando parla Igor, l’attenzione diventa massima all’improvviso, ha già contattato praticamente tutti i componenti della w, che ritiene siano delle sue stesse concezioni politiche, e sta valutando quali altri componenti potrebbero essere coinvolti in un progetto alternativo agli attuali indirizzi dell’organizzazione, il numero totale di persone da coinvolgere potrebbe essere significativo, già una trentina di persone hanno dato la loro disponibilità, ed altrettante sono state individuate come possibili alleati.
Conta di coinvolgere un folto gruppo che ha già catalogato come sensibili a situazioni che in qualche modo siano riferibili a problematiche ambientali, persone che forse hanno capito che non si può sottrarre alla natura ancora risorse in modo incontrollato e indiscriminato.
Sa benissimo che le persone più influenti sono irrimediabilmente coinvolte nell’attuale strategia del consumismo, e da tale azione avrebbero molto da perdere, e quindi da loro avrebbe avuto solo disillusioni, ma conta di coinvolgere almeno una numerosa minoranza, in modo da poter contrastare scelte troppo negative per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Cristiano informa che se tutti fossero d’accordo, avrebbe intenzione, in vista della prossima riunione della fondazione, di ospitarli per qualche giorno nelle sue case di montappone, e trascorrere qualche giorno a contatto con la natura, naturalmente tutta l’organizzazione sarebbe svolta da Libera.
Qualche giorno dopo, Igor, Libera, e Cristiano sono presenti alla riunione della w, dall’altra parte del pianeta, in nuova zelanda, il Marchigiano li informa che la precedente riunione ristretta gli ha creato molte perplessità, in particolare riguardo alla faccenda del rapimento, e nessuna decisione è stata presa.
Igor dimostra di essere il più deluso di tutti, e stabilisce che per una volta, con l’eventuale appoggio di Libera e Cristiano, avrebbe dato battaglia, si iscrive a parlare, e a loro insaputa, iscrive anche gli altri due amici.
Il suo intervento è incisivo, la parlantina non gli manca, e ottiene un discreto successo, non fosse altro che per il fatto che dimostra di essere estremamente risoluto.
Quando, a sua insaputa, Libera viene invitata a parlare, capisce tutta la macchinazione del Pugliese, gli lancia un’occhiataccia, ma dato che il fatto l’ha innervosita, il suo intervento, proprio per questo, risulta molto determinato, grintoso, e appassionato.
Cristiano interviene sulla falsariga degli amici, e alla fine, durante le votazioni, si verifica un fatto inconsueto, le decisioni del gruppo delle duecento persone, per una volta, vanno in controtendenza alle risoluzioni del gruppo ristretto, e si decide di intervenire immediatamente, e con qualsiasi mezzo, per liberare i volontari.
Già dalla loro prima azione, i componenti della fondazione ottengono un primo, significativo successo, questo li fa sentire orgogliosi, e la cena conclusiva li vede allo stesso tavolo, festeggiare l’avvenimento, si discute se non sia il caso di anticipare l’uscita del libro dello statista, o, in alternativa, diffonderlo tra le persone che hanno dimostrato di poter essere coinvolte dalla nuova linea di azione del gruppetto a tre.
Ne avrebbero parlato con lo statista alla prossima riunione della fondazione, nelle marche.
La successiva riunione di strasburgo ottiene lo stesso risultato, e dopo pochi giorni i volontari sono sani e salvi.
Il dittatore è stato destituito, le decisioni che riguardavano il problema energetico non sono state prese, e si continua con l’andazzo consueto, i petrolieri e gli emiri avrebbero ancora fatto affari d’oro, le decisioni su energie alternative rimandate, e gli aerei sarebbero stati acquistati da nazioni che probabilmente non si possono permettere di possederli e gestirli, ma almeno riguardo ai volontari la fondazione ha ottenuto il primo, significativo successo.
Porto cervo, Libera è contenta per il fatto che rivede i luoghi del suo primo, significativo impegno imprenditoriale, consuma un gelato col suo collaboratore Isidoro, nel locale che aveva gestito qualche anno prima, e insieme affrontano il breve viaggio che li porterà in un’altra località della costa smeralda, dove tra due giorni si svolgerà una sontuosa festa decisa da uno stramiliardario Cinese, alla quale sono stati invitati anche molti capi di governo.
Giungono a destinazione, chiedono indicazioni su dove possa essere la villa del magnate Cinese, dalla cima di una collinetta la individuano, ma arrivare all’unica entrata non è impresa da poco, hanno dovuto costeggiare per più di dieci chilometri un alto muro che ne delimita la proprietà, si rendono conto che avranno a che fare, forse, con uno degli uomini più ricchi del pianeta, ed è probabile che costui sia uno dei venti cocainomani descritti da Pierre.
Organizzano per benino tutto l’evento, tra loro si è instaurato un certo affiatamento, e i due lavori vanno avanti senza intoppi.
A differenza della villa del Messicano, quella del Cinese non presenta elementi che potrebbero catalogarla come una specie di reggia, tutto è sobrio, e non c’è ostentazione di ricchezza, ma l’indubbio valore immobiliare è evidente, viste le grandi dimensioni dell’area, la natura incontaminata che circonda la grande casa, fa respirare ai due, a pieni polmoni, l’aria della loro terra, resa aromatica dalle fioriture di innumerevoli arbusti tipici della gallura.
Si accorgono, durante la festa, che questa è in realtà una specie di riunione segreta, molti dei partecipanti portano con sé delle voluminose cartelle, e Libera nota che i vari gruppetti che si formano, pur con un bicchiere in mano, e discorrendo senza apparente impegno, qua e là prestano attenzione alle cartelle.
Alla fine della festa tutti i partecipanti si ritirano in una grande stanza, mentre Libera e Isidoro si organizzano per sbarazzare i locali.
Il giorno dopo, di buon’ora, hanno quasi sbarazzato gli ambienti, e si apprestano a mettere a posto la stanza della riunione, Isidoro si accorge che in un angolo, parzialmente nascoste alla vista, ci sono tre cartelle, evidentemente dimenticate da qualcuno, che tra alcool, l’abbondante cena finale, e qualche sniffatina, erano state appoggiate là, mette al corrente Libera del fatto, e lei decide di approfittare della fortuna, le cartelle sono l’ultima cosa che vengono caricate sul furgone, il giorno stesso sono nelle mani dello studio legale della fondazione.
Non trascorrono molti giorni, che Libera viene invitata a casa di Cristiano, per organizzare la riunione della fondazione, i due lavorano a stretto contatto, e in breve la casa rustica di Cristiano è pronta ad accogliere l’incontro, hanno scoperto che lavorare fianco a fianco non è un problema per loro, e si instaura una certa sinergia sul lavoro, compiono tutto velocemente, tanto da aver svolto il lavoro in molto meno tempo del preventivato, hanno così una giornata intera a disposizione, e decidono di dedicarla a se stessi.
Cristiano, in un solo giorno, le fa conoscere sommariamente la sua regione, e scorrazzano per le marche in lungo e in largo, in certe zone, essendo primavera inoltrata, i due vengono investiti dai colori accesi delle fioriture delle varie coltivazioni, in certe zone la fa da padrone il giallo intenso, quasi cangiante, delle coltivazioni di girasoli e del colza, in altre spiccano le varie gradazioni di verde scuro conferito da ampie zone di vigneti, altre mettono in evidenza altre gradazioni di verde di grandi distese di boschi, vedono in certe zone dei disastri che Libera reputa causati dall’uomo, e chiede spiegazioni al compagno di viaggio, in certe zone si notano colline sventrate pesantemente da non si sa da cosa, un lavoro immenso, se fosse stato eseguito dalla mano dell’uomo, ma Cristiano spiega che vengono chiamate calanche, e sono opera della natura.
Libera è affascinata da questa regione, le piacciono la varietà di colori che è in grado di esprimere, la disposizione abbastanza geometrica delle colline, la storia che la regione comunica attraverso le sue costruzioni antiche, anche se deve fare un piccolo appunto al Marchigiano, il mare non è stato di suo gradimento, con quei colori grigiastri e indefinibili che non la attirano per niente, lei che fin da piccola si è abituata alle stupefacenti trasparenze smeralde dei mari della sua terra.
Ed è affascinata dalla personalità di Cristiano, ora che lo conosce meglio, un uomo che, a suo vedere, non ama mettersi troppo in mostra, e rivela il suo carattere e la sua personalità senza dubbio calma, ma decisa, solo con poche persone.
L’ha sempre considerato una persona che preferibilmente non si espone, una personalità schiva, che cela le sue idee, ma ha dimostrato, con lei, di avere idee personali, e che si trova bene in sua compagnia.
Per Libera, averlo conosciuto più a fondo, è stata una rivelazione, e pensa che potrebbe persino innamorarsi di lui.
Al termine della faticosa giornata, cenano in un ristorante di san Benedetto del tronto.
“Mi interessa conoscere le tue impressioni sulla mia regione”.
“Molto bella, mi attirano le antiche case che, a differenza di quelle sarde hanno la caratteristica di essere più antiche.
Mi spiego meglio, da noi, specie nelle zone di pianura, dove evidentemente si concentra la maggior parte della popolazione, le case più antiche hanno al massimo tre, quattro secoli di vita, mentre da voi, ho visto che ci sono interi quartieri dall’aspetto medioevale.
Il motivo è che da noi venivano usati da sempre materiali poco resistenti per la costruzione, in pratica semplicissima terra argillosa mischiata con paglia, mattoni che poi venivano essiccati al sole, ne derivava che le case non potevano crescere in altezza, per via della scarsa resistenza a sopportare grandi pesi, e per ovvi motivi le case così costruite non potevano avere possibilità di durare troppo a lungo nel tempo.
Per costruire, per esempio, una casa composta da pianterreno e primo piano, i muri, specie quelli del piano inferiore, erano spessi almeno mezzo metro.
La totalità dei paesi di pianura, dove era difficile reperire pietre adatte per costruzioni, erano edificati con questi materiali poveri, naturalmente pian piano quelle case antiche subivano l’azione del tempo, e venivano man mano sostituite da abitazioni costruite con tecniche più moderne.
Per questo, da noi, è difficile trovare interi rioni che si possano definire veramente antichi, e naturalmente i paesi di pianura hanno caratteristiche troppo simili tra loro.
Ormai non c’è più nessuno che costruisce con la tipologia dei nostri avi.
Solo le grandi città, e qualche paese montano, ha caratteristiche simili a quelle marchigiane”.
“Non ti chiedo cosa ne pensi del mare adriatico …”
“Ah, no, non toccare questo tasto, ho visitato in lungo e in largo la dalmazia, e mi è piaciuta, non capisco come mai là, lo stesso mare è cristallino, e da voi ha un colore che non mi attira per nulla”.
“Non so da cosa possa dipendere, trovo anch’io abbastanza strana la cosa, mi raccontano meraviglie della tua isola, non ci sono mai stato, e vorrei visitarla”.
“Beh, se dovessimo avere qualche giorno di tempo libero, potremmo trascorrerli in sardegna, ci sono stata da poco, sai che ho girato il mondo, ma penso che sia il posto migliore dal punto di vista naturalistico, senza necessariamente parlare delle nostre coste, che sono unanimemente considerate le più belle in assoluto”.
“Ma tu hai abbandonato la sardegna, abiti a dubai …”
“Si, mi viene comodo per molti motivi, abitare in sardegna mi avrebbe fatto perdere continuamente tempo prezioso, il mio mezzo preferito è l’aereo, a da noi non esistono voli intercontinentali”.
Al momento di ordinare la cena, Cristiano le propone di gustare alcuni piatti tipici della sua terra.
Ordina per primo una pietanza tipica della città, che chiama brodetto sanbenedettese, per secondo una particolare ricetta marchigiana, triglie con purè di fave, e un dolce chiamato calcione, che contiene anche pecorino grattugiato.
Ordina anche una pregiata bottiglia di verdicchio.
“Se non ti dà fastidio, decido io anche per te”.
“Va bene, fa parte del mio mestiere gustare cibi sconosciuti, senti Cristiano, da quando ti conosco ho notato che tu preferisci far parlare i tuoi interlocutori, e ti esprimi raramente, e i concetti che vuoi far conoscere, in genere sono espressi con poche parole”.
“Non trovi che sia un pregio?”
“Eh, va bene, so che non ti manca una buona dose di carica umana, ma a volte viene nascosta dalla troppa sintesi”.
“Ho avuto, fin da piccolo, una formazione abbastanza particolare, i miei genitori erano sempre impegnati, e avevano poco tempo per dilungarsi in discussioni inutili, loro preferivano non perdere tempo in parole, e utilizzarlo con i fatti, anche con me erano abbastanza sintetici, ma non mi è mancata mai la loro attenzione, diciamo che è un vizio di famiglia”.
“Io invece sono cresciuta in un ambiente abbastanza raffinato, riguardo alle amicizie di famiglia, ma l’impostazione che i miei genitori hanno dato alla vita familiare, era, per così dire, rustica, se pure non hanno avuto mai alcun problema economico, mi hanno allevata facendomi capire che era giusto assecondare solo desideri essenziali, ho accolto favorevolmente quell’impostazione, e le mie amicizie erano scelte senza tener conto di condizioni economiche, abbiamo istituito una sorta di grande gruppo di ragazze e ragazzi, abbastanza coeso, ci piaceva scorrazzare dappertutto, inforcando le nostre biciclette, e l’ampia zona attorno a oristano non aveva segreti per noi, eravamo una banda di veri maschiacci”.
“Io invece ho trascorso la mia infanzia e la gioventù in ambienti esclusivi, sembrava che ai miei genitori non bastasse il tempo per farmi frequentare quanti più corsi possibile, tra i più vari e inimmaginabili, tra i miei conoscenti attuali, figurano personaggi importantissimi, conosciuti in quei tempi, ho conosciute tante di quelle donne dall’immensa ricchezza, che sarebbero state delle mogli ideali per me, ma non è mai scattata alcuna molla sentimentale”.
“Io invece ti dovrei parlare della mia vita a dubai, e tu certo non immagini la conformazione stranissima usuale in quell’emirato, riguardo al matrimonio, da noi è una fortuna nascere femmina, là la vera padrona in famiglia è la donna, e se pure il marito può sposare più donne, esse devono venire acquistate a caro prezzo, e i denari finiscono nelle mani delle future suocere, si firma un contratto dove il marito si impegna a soddisfare qualsiasi bisogno delle mogli, una società matriarcale che su certi versi ricalca quella della mia terra, storicamente da noi la vera padrona della casa e dell’educazione dei figli è la moglie, perché il marito è quasi sempre assente, in giro per l’isola dietro le greggi.
Ma torniamo a dubai, sapessi quante proposte ho ricevuto, accompagnate da fiumi di denaro, che avrei intascato io stessa, e non mia madre, ma nell’emirato si sceglie la moglie perché attira unicamente sotto il profilo fisico, non viene data alcuna importanza all’aspetto caratteriale, eppure, nonostante siano strani i metodi adottati, le famiglie, in genere, durano nel tempo, da noi, il maschio, si sposa solo se ha soldi in abbondanza”.
“Ora ti dovrei fare un discorso a cui ho pensato molto, che per forza di cose avrebbe bisogno di tanto tempo, ma snaturerei la mia personalità, quindi ti farò una domanda precisa, ma prima ascolta quello che ho da dirti.
Mi sei piaciuta fin dal primo giorno che ti ho incontrata, e non solo per la tua bellezza, e anche se non è trascorso molto tempo da allora, sento che sei la donna giusta per vivere accanto a me, mi comunichi sensazioni uniche, mai provate prima, so che non sbaglio chiedendoti se vuoi camminare al mio fianco per sempre, non mi devi dare una risposta immediata, capirò senza bisogno di parole”.
“Capirai oggi stesso quale sarà la mia risposta”.
Per primo viene servito un piatto confezionato con una decina di prodotti marinari diversi, dal sapore abbastanza deciso, per secondo viene servito un altro particolarissimo piatto, un abbinamento che sembrerebbe impossibile per la pur esperta Libera, le triglie con le fave.
Terminano con un dolce che alla ragazza ricorda i sapori della sua terra, ma è tipico delle marche, Cristiano lo chiama calcione, il tutto è accompagnato da un fresco vino leggermente frizzante, anch’esso caratteristico della regione, il verdicchio.
Sono bastate due sole giornate per stabilire che entrambi si trovano bene assieme, e trascorrono la notte in un albergo della cittadina marinara.
La mattina dopo Cristiano, quando si sveglia, non trova la ragazza, decide di fare una passeggiata per il porto, e la vede sul molo, parlare con dei pescatori.
“Cambio di programma, il mangiare sarà a base di pesce, tra un’ora un furgoncino sarà a casa tua, ho organizzato tutto per benino, mi sono disinteressata solo del vino, se sei d’accordo, assaggeremo i tuoi, ricordo che hai alcuni vini bianchi che fanno al caso nostro”.
“Mi sarebbe dispiaciuto se non avessi scelto i miei capolavori, benissimo, ai vini ci penso io”.
Bastano poche ore a Libera per cucinare e predisporre il tutto per l’incontro, e i due sono pronti per accogliere gli amici della fondazione.
Arrivano tutti alla spicciolata in tarda mattinata, Cristiano informa i presenti che Libera è diventata la sua donna, gli auguri si sprecano, e non manca qualche battuta di spirito, che mette in evidenza che ormai gli unici componenti della fondazione non “sistemati”, erano loro.
Il pranzo è a base di ricette tipiche marinare della tradizione marchigiana, si parla di tutto fuorché della fondazione, si aggiorna alla sera la prima riunione.
Dopo la tradizionale partita a scacchi tra la signora Letizia e Cristiano, che termina naturalmente con un ennesimo pareggio, nessuno va a riposare, ma trascorrono il pomeriggio tra i filari della vigna, persino lo statista, non senza sforzo, e aiutato da un bastone, e dal braccio della moglie, è contento di respirare aria buona.
All’inizio della riunione interviene per primo Igor, che mette in evidenza l’inaspettato successo riguardo alla questione, ormai risolta, del rapimento dei volontari, e si discute di come sfruttare il potenziale numerico che si è concretizzato in seno alla w, in quell’occasione, non bisogna tralasciare una simile opportunità, e agire rapidamente per creare un gruppo omogeneo che intervenga a tutto tondo in qualsiasi questione, informa tutti, però, di valutare se il suo impegno, quello di Cristiano, e quello di Libera, non sia una perdita di tempo, dato che potrebbero incassare solo pochi, effimeri successi, e le decisioni veramente importanti avrebbero esiti scontati e sfavorevoli.
Il Pugliese, tra l’altro, propone di pubblicare immediatamente il libro dello statista.
Si decide di proseguire l’azione all’interno della w, ancora non si possono immaginare gli sviluppi futuri, riguardo alla pubblicazione del libro, sono tutti d’accordo, meno che il diretto interessato, che concede, però, di essere meno rigidi nel divulgare i suoi testi, e acconsente di stampare una trentina di copie da distribuire a quei componenti la w che potrebbero essere sensibili a problemi ambientali, etici, e quant’altro.
Tutti sanno benissimo che non è conveniente insistere troppo su certi aspetti che comporterebbero perdite finanziarie per i singoli componenti la w, la priorità però è stabilire se ci siano le condizioni per creare un gruppo coeso, che capisca che non si possono sfruttare all’infinito le risorse che questo pianeta mette a disposizione, e disposti a rinunciare a parte degli introiti.
Strategia che metteranno in atto Cristiano, Libera e Igor, forti del potere di persuasione che il libro dello statista possiede.
Olaf fa sapere di avere da tempo pronto un suo racconto che tratta delle sue esperienze di artista di strada, mentre i Francesi informano che tra pochissimi giorni il loro semplice trattato economico sarà terminato, e che lo daranno alle stampe immediatamente, la casa editrice è stata fondata per stampare libri, o no?
Pensano tutti e tre di ottenere un certo successo di vendite, Olaf porterebbe con sé, durante le sue esibizioni, le pubblicazioni, mentre i Francesi hanno già programmato conferenze e presentazioni del libro.
La residenza dello statista, in qualche modo, invogliava a discutere i prossimi appuntamenti e le priorità, mentre la casa di Cristiano non è il luogo adatto per riunioni e discussioni, e gli otto personaggi preferiscono trascorrere il loro tempo a contatto con la natura, le lunghe passeggiate invogliano a raccontare qualcosa di se stessi, e i due giorni trascorsi nelle marche, sono utili per rinsaldare, se pure ve ne fosse bisogno, il gruppo.
La residenza di Libera, a dubai, fa parte di un complesso residenziale e commerciale circondato dal mare da tutti i lati, è stato costruito rubando spazio alle acque, frutto di un innovativo progetto di un famoso architetto, che non ha eguali, almeno nelle dimensioni, al mondo; le figure di terra e sabbia che si stagliano sul mare sono spettacolari, specie viste dall’aereo, e stupefacente è l’agglomerato di palazzi della città, specie di notte, qui tutto è sfavillante, sembra che i problemi di cui soffre l’europa, e quelli ancora peggiori del terzo mondo, siano inesistenti.
La gente qui, è ricchissima, persino chi svolge un semplice lavoro, che in europa garantirebbe un’esistenza stentata, qui può essere considerato benestante, l’economia viene trainata dallo sfruttamento del petrolio, che però è in fase di esaurimento, e si sta mettendo in atto una strategia turistica d’avanguardia, in previsione di un minore sfruttamento dell’oro nero, ogni ambiente è lindo e sfavillante, le strade mai imbrattate, una vocazione turistica recente che però fa registrare alberghi di gran lusso, strutture di accoglienza tra le più moderne al mondo, e personale dalla professionalità esclusiva.
Le strade larghe ben tenute, sono intervallate da giardini ben curati, e grandi fontane che disegnano figure d’acqua fantasiose.
Inoltre, se c’è un posto al mondo dove si possono trovare prodotti italiani in abbondanza, questo è dubai.
Hanno una predisposizione quasi naturale ad amare qualunque forma che ricordi la nostra nazione, o le sue produzioni, qui il made in italy ha trovato sbocchi inimmaginabili.
Si possono trovare, per esempio, dei bar che mettono in bella mostra, per esempio, la mitica vespa, o la classica cinquecento antica perfettamente restaurate, non mancano i più rinomati prodotti gastronomici italiani, i più importanti stilisti nostrani sono tutti presenti con lussuosi negozi, e tra le strade la fanno da padrone, più che le tanto decantate automobili tedesche, quelle italiane; ferrari, maserati e lamborghini, sono diffusissime, contrastate solo parzialmente da qualche leggendario e vecchio modello americano.
Tra le moto la fanno da padrone le harley, ma non mancano modelli italiani.
Nei locali pubblici, fanno bella mostra le grandi locandine che pubblicizzano i più importanti film italiani del passato, e più che immagini della Monroe, si possono vedere raffigurazioni i volti della Mangano o della Loren.
E l’Italiano è ben voluto, perché in possesso di doti di gentilezza e professionalità, per lo più in ambito ristorativo, e i barman più conosciuti sono nostri connazionali, non si beve un buon caffè, se non è italiano, competenze in grado di far gustare agli Arabi autentiche prelibatezze della nostra gastronomia, considerata da loro ai massimi livelli, non ci sono Francesi che tengano.
Ma dubai è, però, la massima espressione della società dei consumi, i centri commerciali sono all’avanguardia sotto tutti i punti di vista, penso che città come new york o londra, non possono competere in fatto di esaltazione del consumismo.
Ma tant’è, non è un problema; per la professione di Libera è posizionato in un punto strategico, perché ben servito da un aeroporto internazionale molto importante, e a ridosso di paesi dalle economie emergenti.
La professione della manager Sarda, è rivolta alle classi sociali di altissimo livello, e deve separare in maniera netta lavoro e concezioni politiche.
Ma è la persona giusta, nel posto giusto, le sue informazioni saranno utili allo studio legale, proprio per questo.
“Cristiano, sveglia, va bene che sei in vacanza, ma tra qualche ora dovremo prendere l’aereo per londra”.
Siamo ai primi di dicembre, i due sono più di sei mesi assieme, e, seppure non abbiano stabilito una residenza comune, riescono a trascorrere qualche giornata in compagnia, e non vedendosi troppo spesso, il loro rapporto va a gonfie vele, in assenza di quella quotidianità che spesso mina le convivenze.
Libera, tra due giorni, dovrà organizzare il ricevimento, forse più importante della sua carriera, per la casa reale inglese, Isidoro è già nella capitale britannica, per predisporre in maniera impeccabile l’ambientazione, e lei ha già ordinato il necessario.
Il giorno del ricevimento, Cristiano e Libera restano stupiti dal gran numero delle personalità presenti, la quasi totalità di capi di stato e di governo da tutto il mondo, e rappresentanti delle più importanti dinastie di finanzieri, banchieri e capitani di industria, conosciuti in tutto il pianeta.
I venti delinquenti descritti da Jaques, sono sicuramente presenti, ed è possibile comunicare esattamente allo studio legale i nomi dei più indiziati.
Con la promessa che non verranno rese pubbliche, le viene concesso, non senza fatica, di eseguire decine di fotografie nel bel mezzo della festa, con la scusa che le serviranno per dimostrare, se ve ne fosse bisogno, che riesce ad organizzare eventi tra i più esclusivi al mondo.
E durante la festa, tiene costantemente d’occhio chi ritiene siano le venti persone indiziate, e le foto sono prevalentemente scattate verso di loro.
Il loro comportamento è pressoché univoco, sembra non basti loro il tempo di venire a contatto con il maggior numero di personalità, durante la seppur lunga giornata.
Passano da un gruppo ad un altro, dieci, venti minuti al massimo, e via, alla ricerca di altri contatti proficui.
Il tempo inteso come mezzo per far soldi, o carpire utili informazioni, o, peggio, prospettare affari sottobanco; li avrebbe visti anche due giorni dopo, dato che è in programma, nella capitale britannica, l’ennesima riunione della w.
Ha poco tempo di stare col suo uomo, anch’egli invitato, lo vede parlare con i suoi amici di un tempo, Louise e Otto, ma le sembra che qualcosa si sia spezzato, se raffrontato alla grande amicizia di un tempo.
Il giorno dopo i due fidanzati si incontrano con Igor, che propone loro di valutare attentamente se sia o meno il caso di continuare a far parte dell’organizzazione segreta.
“Penso di uscire dall’organizzazione, mi sembra che la mia presenza, e la vostra, sia superflua, in quanto le decisioni prese finora sono state quasi tutte contrarie alle nostre proposte, possiamo contare, ma non in pianta stabile, su una quarantina di componenti che bene o male approvano provvedimenti equi, ma su un totale di duecento persone siamo risultati sempre fortemente minoritari, e se qualche piccola concessione ci è stata fatta, siamo immersi in un ambiente che disprezza la povera gente, considerata solo come un mezzo di cui servirsi per fare soldi.
Abbiamo visto che nemmeno il libro dello statista è riuscito a smuovere le loro coscienze, e a loro non interessa un piffero del futuro del nostro pianeta, impegnati a sfruttare risorse a tutto spiano per rimpinguare unicamente i loro conti in banca.
Non voglio, e non mi piace, stare a contatto con certa gente, non vedo cosa ci stia a fare, mi da fastidio quando vengono prese decisioni che disapprovo, e queste sono a ruota continua, starei molto meglio a contatto con gli operai”.
“Igor, sai bene che, prima di tutto, non è facile uscire dall’organizzazione, io e Libera, pur condividendo le tue sensazioni, non pensiamo minimamente di uscirne, ora stiamo combattendo per la fondazione, e le informazioni che riceviamo dalle riunioni ci saranno utili, sia per il presente, ma soprattutto per il futuro, si tratta di avere pazienza e, se vuoi, ti puoi disinteressare delle riunioni, nessuno ti obbliga ad intervenire, e dato che i nostri discorsi non vengono quasi presi in seria considerazione, potresti intervenire solo quando ritieni di avere qualche possibilità che vengano approvati provvedimenti equi.
E in ogni caso, se resti di quell’idea, dovresti avere l’approvazione della fondazione”.
“Guarda, Cristiano, sinceramente non so nemmeno io che decisioni prendere, so solo che quelle riunioni mi stanno complicando la vita, preferirei dedicarmi a qualcos’altro, sto pensando persino di uscire dal mio partito, io sono inequivocabilmente di sinistra, ma la sua linea politica, ora, si può considerare di destra, troppi compromessi, troppe concertazioni, non si ottiene nulla così, abbiamo perduto l’unica arma che possedevamo, il radicalismo degli operai e dei sindacati, e il partito si è dovuto adeguare ai nuovi dati di fatto”.
“Pienamente d’accordo, sei libero di scegliere in tutta libertà, ma la tua collaborazione con la fondazione deve continuare, abbiamo assoluto bisogno di te”.
A differenza della obiettiva ininfluenza del libro dello statista, i libri dei Francesi e di Olaf stanno riscuotendo grande successo, ai primi non basta più portare con se una cinquantina di libri, dato che vengono tutti venduti al termine delle conferenze e degli incontri che realizzano a ruota continua, mentre Olaf riesce a vendere molte copie del suo racconto dopo le performances artistiche o teatrali all’aperto.
I tre hanno intenzione di scrivere un ampio saggio che tratti le problematiche di ricerca di libertà rese evidenti dall’azione del movimento scandinavo, il tutto indirizzato ad analizzare difficoltà realizzative e opportunità, dell’ordine politico e sociale a cui aspirano, la democrazia diretta.
E Jaques, pian piano, riacquista parte dell’antico prestigio del passato, e insieme a Pierre vengono citati sempre più spesso dai mezzi di informazione, che qualcosa si stia muovendo tra le acque stagnanti del panorama culturale europeo?
Finalmente circola in europa un barlume di cambiamento riguardo soprattutto concezioni economiche, la casa editrice della fondazione, con i loro, e con altri lavori di economisti non intruppati dalle teorie dominanti, ha forse spezzato il regime di monopolio informativo neo liberista, e la gente dimostra di apprezzare teorie che a questo punto non si possono che definire innovative.
Hanno successo soprattutto perché la gente ha scoperto, sulle sue spalle, che le teorie dominanti non erano certo a favore della gente.
E così, l’argomento che più di tutti era considerato noioso, l’economia, riesce ad appassionare molti lettori, hanno scoperto che un nuovo sistema economico più giusto, è realizzabile ed auspicabile.
La casa editrice è diretta dalla signora Luisella, che dimostra così di essere un’ottima imprenditrice, ormai non ha più bisogno della spinta finanziaria iniziale, e cammina tranquillamente con le proprie forze, anzi, comincia a fare utili.
Anche lo studio legale è ormai riuscito ad avere una sua autonomia finanziaria, dopo le ingenti spese iniziali.
Seppure è il classico studio dall’impostazione abbastanza convenzionale, preferibilmente difende semplici cittadini, o gruppi di essi, impegnati a ottenere risarcimenti, e in genere non pretende spese iniziali dagli stessi, si accontentano di incamerare la percentuale loro dovuta per le molte cause vinte.
E capita pure che rinuncino a portare avanti dispendiosi e lunghi processi, ma solo in cambio di congrui risarcimenti ai loro clienti, che in genere si dimostrano contenti degli esiti finali, e non si pensi che lo studio adotti la classica strategia del “pochi, maledetti, ma subito”, così tanto in voga fuori e dentro le aule di tribunale, no, i nostri avvocati mirano ad ottenere il massimo possibile, e in genere hanno partita vinta, perché affiancati dal gruppo di investigatori della fondazione, costituito anche per ottenere informazioni volte a favorire le azioni dello studio legale.
Ma sono ora alle prese con una problematica e prevedibilmente lunga causa che li contrappone addirittura al governo americano, che si fa forte dei trattati derivati da quello iniziale del quarantatre, e approfitta dei vari segreti di stato di cui gode ancora, anacronisticamente, nel nostro territorio.
Lo studio ha promosso una iniziativa collettiva che mira ad ottenere risarcimenti da chi ha subito danni irreparabili dal contatto con l’uranio impoverito presente nelle bombe e nei missili americani, soldati impegnati nelle varie guerre, e cittadini che abitano a ridosso di basi missilistiche o poligoni di tiro, una causa che sta incontrando grandi resistenze da parte dell’esercito americano, non obbligato a fornire dati e documenti compromettenti, e dal sistema medico e ospedaliero nazionale, che non certifica volentieri i reali fattori che hanno causato sofferenze a quelle persone.
Il grande palazzo che ospita la casa editrice e lo studio legale non è occupato completamente da quelle due attività, e si dovrà decidere come utilizzare lo spazio rimanente, architettonicamente sorge su un’area che disegna un quadrato perfetto, con quattro entrate separate che si affacciano su quattro importanti strade, occupa quindi tutto l’isolato, e si sviluppa su quattro piani, più un ampio e comodo scantinato, occupato quasi completamente dalla stamperia, al centro c’è un ampio spazio scoperto.
Si dovrà decidere se uno dei lati, che ospita alcuni uffici della fondazione, potrà essere destinato all’apertura di una banca, certo che una fondazione senza una banca correlata, sarebbe abbastanza strana, e la prossima riunione verterà quasi in maniera esclusiva su quella eventualità.
È certo che le finalità di questo nuovo soggetto, saranno improntate da concezioni etiche, si tratta di decidere per il meglio dove indirizzare la totalità dei fondi.
La riunione segreta della w di londra è appena iniziata, quando viene interrotta da una brutta notizia, è morto improvvisamente uno dei massimi rappresentanti dell’organizzazione, quello con più carisma e seguito, il vecchio statista.
L’assemblea, dopo le doverose espressioni di cordoglio, e dopo aver tracciato una rapida esposizione della personalità politica dello statista, intervallate da frasi vuote e di circostanza, riprende la discussione, gli affari non possono attendere.
Libera, Cristiano e Igor, decidono di andare via da quel luogo disgustoso, e al momento della loro uscita dalla grande sala che accoglie la riunione, sono contrariati dal comportamento dei loro colleghi, essi stanno discutendo, come se nulla fosse successo, della possibilità di sfruttare una enorme riserva naturale costituita dalla zona umida delimitata dal delta di un grande fiume africano, per lo sfruttamento dello stesso, finalizzato alla ricerca del petrolio, incuranti delle problematicità del territorio, per di più abitato intensamente.
Poche ore dopo i tre sono già a roma, e, insieme agli altri tre componenti la fondazione, appena arrivati anche loro, si uniscono al dolore della signora Luisella, che dà prova di avere una grande forza d’animo.
La gente dimostra di essere legata allo statista, e di fronte alla casa si è formato un grande assembramento.
Il giorno dopo, i quotidiani riportano la notizia a caratteri cubitali, e in genere tessono le lodi dello statista, gli stessi che in passato non gli hanno lesinato critiche feroci.
Anche i social network non parlano d’altro, e qui le critiche feroci e certe battute di spirito poco eleganti, prevalgono sulle lodi.
Tra qualche giorno, quando il libro dello statista sarà diffuso in tutta la nazione, e non solo, i loro commenti saranno senz’altro meno severi, e qualcuno si pentirà di aver calcato troppo la mano su quei supporti informatici, che spesso prendono per buone affermazioni non controllate, e postate ad arte da personaggi dagli obiettivi, tra i più vari, alcuni dei quali spudoratamente tendenti a diffondere falsità, la corretta analisi critica della gente, a causa loro, oggi, si deve considerare fortemente carente.
Chi ha nelle mani il destino di un popolo intero, deve per forza di cose fare scelte che non possono accontentare tutti, e obiettivamente lo statista, pur con decisioni spesso poco etiche, quando ha potuto, ha pensato anche al bene della povera gente.
Il giorno del funerale sono presenti un’infinità di personalità da tutto il pianeta, a conferma dell’enorme prestigio goduto, e la signora Luisella, che fino ad allora ha conservato una forza d’animo invidiabile, ad un certo punto si è abbandonata ad un pianto inconsolabile.
Trascorrono appena pochi giorni, che lei stessa convoca una riunione per decidere le priorità della fondazione, ora che questa non può più godere della mano sicura del suo fondatore e finanziatore.
Mette nelle mani della fondazione un incredibilmente grande numero di fogli, certificati e azioni finanziarie, quasi tutti spendibili immediatamente, o a disposizione in tempi brevissimi.
La fondazione finora ha goduto di risorse messe a disposizione volta per volta dallo statista, a seconda delle necessità, ma ora può disporre immediatamente di un patrimonio enorme.
Intanto la casa editrice stampa ea ruota continua il libro, e lo distribuisce in tutta italia, per ora, e già i primi commenti la fanno da padroni su tutti i quotidiani e gli organi di informazione.
La pubblicazione ha lo stesso effetto di una grande bomba che scoppia in un punto preciso, ma che fa sentire un enorme boato in tutta la penisola, e non solo.
I commenti increduli dei massimi opinionisti sono all’ordine del giorno, si mette in evidenza il fatto che le decisioni di uno statista sono necessariamente problematiche, dovendo valutare centomila possibilità.
In un certo qual modo, viene rivalutata la classe dirigente di un tempo, e se pure certe decisioni, al momento, sono state criticate ferocemente, il libro mette in evidenza quante implicazioni siano correlate a qualsiasi decisione politica o che abbia valenza sociale, valutazioni che devono tener conto di reazioni finanziarie, del benessere stesso della gente, il guardare in prospettiva, l’andare contro corrente deciso più volte dallo statista, ora sembra più corretto che in passato, gli si riconosce, anche da parte dei suoi avversari, sia esterni che interni al partito, una grande lungimiranza.
E le rivelazioni del libro riguardanti qualche fatto oscuro che ha condizionato la corretta vita democratica del paese, ora sono palesi, ed invitano ad accese discussioni, la gente ora vede il mondo politico con occhi diversi.
Se il suo agire politico ha in vita creato grandi discussioni, ora le sue memorie gettano grande scompiglio su organizzazioni segrete e lobbies di potere.
Proprio quello che voleva.
Un libro che segnerà indiscutibilmente le decisioni future, uno spartiacque tra modi diversi di intendere il bene comune, mettendo in evidenza che le decisioni, prima di tutto, devono essere perse in funzione del benessere generale dei cittadini.
Chi ha letto il libro, difficile da trovare perché sparisce immediatamente dalle librerie, corregge i suoi giudizi sullo statista, in effetti la nuova personalità politica che ne deriva, è fortemente dissimile dalle valutazioni finora espresse, e date troppo spesso e in modo prematuro, per scontate.
Ora si, in mano anche della gente, e non solo a personaggi nascosti, la pubblicazione avrà i suoi effetti positivi.
E chi dovrà tenere conto delle rivelazioni, dovrà essere soprattutto lo studio legale della fondazione, coadiuvato dal gruppo investigativo, e promuovere azioni per ristabilire il corretto sviluppo delle cose, e indagare se qualche politico abbia deliberatamente adottato scelte contrarie al benessere della propria nazione.
Dato che ci sono molte stanze ancora inutilizzate nel palazzo, Igor chiede di poterne usufruire, insieme al gruppo investigativo che collabora con lo studio legale, da cui vorrebbe sganciarlo, anche se non completamente, e istituire un suo personale settore di intervento, con rilevanti disponibilità finanziarie, spiegando che avrebbe intenzione di potenziarne l’azione, vorrebbe creare una struttura più operativa, con la finalità di individuare senza ombra di dubbio le persone più ricche e pericolose per una politica mondiale meno assoggettata a lobbies di potere.
Deve subire una specie di interrogatorio, riguardo alle effettive strategie da adottare, ma il discorso viene interrotto dalla signora Luisella, che acconsente alle richieste, e gli lascia piena libertà di azione.
Dopo venti giorni è in programma in una repubblica appartenuta all’impero sovietico, l’ennesima riunione del gruppo ristretto della w, vi partecipa, come sempre, anche Cristiano.
La riunione, come da copione, è preceduta dalla solita festa che si svolge il giorno prima, sono presenti quasi tutti i componenti, e si formano gruppetti di persone che hanno il solo scopo di carpire informazioni, in vista di transazioni borsistiche favorevoli, è quella l’attività preminente di tutti, se non impegnati direttamente in altri affari più redditizi.
È presente anche Libera, a cui è stata affidata l’organizzazione dell’evento, e Igor, fuori dalla struttura che accoglie il summit, partito qualche giorno prima per indagare su certe responsabilità di personaggi che vi parteciperanno.
Ma non è solo, ci sono anche tutti i cinque appartenenti il gruppo investigativo, partiti con lui.
La festa si svolge come al solito, non mancano bottiglie del migliore spumante italiano, che non sfigura nemmeno se confrontato con il più rinomati champagne, caviale e bottarga, stuzzichini, aperitivi e … cocaina, l’unico ingrediente non scelto da Libera.
Alla fine della festa, tutti si danno appuntamento per il giorno successivo, un partecipante non si sente bene, e viene accompagnato nella sua stanza, forse ha approfittato troppo della polvere bianca a disposizione.
La riunione del giorno dopo, è fissata per la tarda mattinata, ma Libera e Cristiano, alzatisi presto per mettere a punto vari dettagli nella grande sala della riunione, notano un’aria strana in giro, come se qualche avvenimento importante fosse successo, in lontanaza vedono i bagliori di alcune ambulanze, si avvicinano, e vengono fermati dalla polizia.
“Ci dovete seguire, abbiamo bisogno di farvi alcune domande”.
“Si, ma prima avvisiamo il consolato italiano”.
Vengono trattenuti per molte ore in una stazione di polizia, vogliono conoscere la provenienza degli alimenti che Libera ha presentato, operazione complicata, dato che lei si rifornisce in tutto il mondo, ma bene o male, la faccenda viene chiarita, anche se ha dovuto difendersi dall’accusa di spaccio di droga, reato punibile in modo severissimo.
Quando apprendono di essere di nuovo persone libere, chiedono informazioni di cosa sia successo effettivamente.
“Ci sono tre morti, e una decina di persone sono state ricoverate in gravi condizioni, sospettavamo che ci fosse del veleno negli alimenti, e dovevamo accertarne la provenienza, per questo vi abbiamo fermato, ma abbiamo appena ricevuto i risultati di varie analisi, e sembra che al riguardo sia tutto regolare, sembrerebbe che chi ha ucciso quelle persone sia stata qualche sostanza contenuta nella cocaina, ma la faccenda non è ancora chiarita del tutto, e aspettiamo altre analisi, tratteniamo i vostri passaporti, fino a quando non saremo completamente sicuri della vostra estraneità, potete muovevi liberamente entro i confini della nostra repubblica, ma non potrete uscirne, per ora, fate conto di essere in vacanza”.
I due pensano di andare a trovare Igor e i cinque investigatori, e si dirigono verso l’albergo, ma una volta là, viene comunicato loro che hanno lasciato l’albergo la sera prima.
Decidono di mettere in atto il consiglio del funzionario di polizia, e prendono alloggio in un albergo in riva al mar caspio.
Giorno dopo giorno, le notizie che arrivano non sono molto rassicuranti, ogni giorno telefonano al funzionario, e al consolato, per sapere quando avrebbero potuto lasciare la repubblica asiatica, ma la risposta è sempre la stessa, intanto uno dopo l’altro, muoiono altri quattro ricoverati, chi ha pensato di mettere in atto l’ecatombe, l’ha fatto con grande perizia, e di possibili responsabili, nemmeno l’ombra.
Sono stati fermati vari pregiudicati e personaggi legati al mondo della droga, ma subito rilasciati.
Il mistero si infittisce sempre più, una cosa però sembra chiara, la droga non sembra provenire da organizzazioni interne della repubblica, sarebbe entrata dalla turchia.
I due ormai si sono messi l’anima in pace, prendono il soggiorno come una non preventivata e piacevole vacanza, hanno dovuto rinunciare all’altra riunione della w, e all’assemblea comunitaria, poco male, tanto la loro partecipazione ad entrambe sarebbe stata ininfluente.
E poi, per due fidanzati, stare insieme non è un peso, e prendono di buon grado la situazione, dato che prima o poi sarebbe stato reso loro il passaporto.
Per la prima volta possono stare per molti giorni assieme, non era mai capitato di stare così tanti giorni a diretto contatto.
Finalmente viene reso loro il passaporto, accompagnato da mille scuse, e partono verso l’italia, a bordo di un aereo messo a disposizione dall’ambasciata.
Con grande sorpresa, la sera, una volta sbarcati a ciampino, trovano ad attenderli macchina e autista, che li accompagna a casa della signora Luisella.
Vorrebbe sapere fin nei minimi particolari i dettagli della sgradevole avventura, ma i due affermano di non avere alcun elemento per fare chiarezza, e che in fin dei conti il soggiorno nella località asiatica è stata piacevole, e che hanno preso gusto al dolce far niente, e che perciò trascorreranno una decina di giorni a casa dei genitori di Libera.
Il giorno dopo, un jet della fondazione li accompagna al piccolo aeroporto oristanese di fenosu.
Seppure Libera e Cristiano siano mesi assieme, non avevano avuto ancora la possibilità di conoscere i genitori di lei, mentre mamma Lucrezia e papà Romano conoscono da tempo la loro nuora.
Arrivati ad oristano, Libera presenta finalmente il suo uomo a papà Efisio e mamma Vitalia, ma avvisano che sarebbero stati a casa pochi giorni, Cristiano ha una smania irrefrenabile di visitare in lungo e in largo la sardegna.
L’uomo fa la gradita conoscenza degli alimenti tipici sardi, assaggia i particolarissimi vini, forse poco delicati, ma con una carica di gusti forti e corposità accentuata, resta stupito da un cannonau prodotto nel centro sardegna, dal colore così deciso che le tracce che lascia sul bicchiere sono difficilmente rimuovibili.
Accomuna la personalità dei vini al carattere deciso dei Sardi, e ciò non può essere un caso, sa benissimo che ogni vino risente della personalità di chi ha coltivato le viti, ma soprattutto di quella del cantiniere che lo ha elaborato.
Come se questo piccolo contatto gastronomico che ha avuto con l’isola, bastasse, dice di essere già innamorato della sardegna, ma papà Efisio gli fa sapere che la sua regione offre ben più occasioni di essere ammirata.
E se non potrà accontentare la voglia di mare, dato che siamo nella stagione fredda, troverà che la parte meno visibile dell’isola, quella interna, offre sprazzi di autentica poesia, con la macchia mediterranea che la fa da padrona quasi dappertutto, con le sue spettacolari grotte, i caratteristici paesi montani, i prodotti artigianali particolarissimi, come pure le tradizioni autentiche di paesi per lo più isolati, in certi posti lo stile di vita sembra che non sia stato intaccato dalla civiltà moderna.
Libera è ansiosa di rivedere le località attorno a oristano, visitate più volte da ragazzina, ed un giorno intero è dedicato a quel piacere, condiviso dal suo uomo.
I giorni successivi visitano l’ogliastra, che la ragazza giudica come la parte dell’isola più autentica, insieme alle zone selvagge dei monti attorno a nuoro, e non può mancare una rapida visita al suo antico bar di porto cervo, che ha decretato che la sua professionalità poteva essere espressa ai massimi livelli.
Là incontra il suo amico sceicco di dubai, perennemente in vacanza nell’isola che giudica la più bella al mondo, parlano degli avvenimenti svoltisi nella repubblica asiatica, si fanno mille supposizioni, si è certi, comunque di una cosa, chi ha messo in atto una simile azione, deve essere per forza un’organizzazione estremamente efficiente, dato che nessuna traccia è stata ancora trovata.
Parlano di come la classe che domina il mondo, sia fortemente in apprensione, per una volta faranno loro la sgradevole parte dei topi, al cospetto di invisibili gatti; l’azione messa in atto deve per forza di cose essere parte di una strategia più ampia, e al momento non possono avanzare alcuna supposizione.
Proprio loro che in passato hanno finanziato gruppi terroristici, le cui azioni successive hanno decretato che potevano staccarsi dall’organizzazione, e compiere azioni eclatanti senza il suo consenso.
Ma chi ha messo in atto l’avvelenamento collettivo, che ha causato la morte di sette tra i più importanti e protetti lobbisti del pianeta, non può essere un’organizzazione conosciuta, sono di fronte ad un gruppo dalla professionalità enorme, e con finanziamenti sicuramente rilevanti, lo sceicco sospetta che sia un gruppo proveniente dal mondo occidentale.
Fatto sta che le sofferenze che la w, ha causato alla gente, ora sembra che le si ritorcano contro, e non sanno a chi rivolgere i sospetti, per una volta sono loro ad essere visibili, ed aver paura di persone nascoste, dagli obiettivi indecifrabili, e in possesso di informazioni che a questo punto sono poco rassicuranti, sono concordi nel giudicare l’azione come una sorta di vendetta, ma non indirizzata a singole persone, ma al sistema complessivo della w, il che è ancora più pericoloso.
I due fidanzati trascorrono un altro giorno ad oristano, poi partono alla volta di roma, sono stati convocati dalla signora Luisella, in previsione delle riunioni della w, e dell’assemblea comunitaria.
L’argomento trattato in maniera quasi esclusiva non può che essere, appunto, la nuova situazione di disagio che uomini così potenti provano, per una volta sono loro a interpretare la parte della vittima, al cospetto di un invisibile carnefice.
E i commenti sono per lo più positivi, riguardo alla nascita di un gruppo che mette paura a quei delinquenti, e i più radicali in tal senso sono Igor e la signora.
Si decide di stare un po’ tutti all’erta, nel caso si verificasse l’opportunità di avere loro notizie, e stabilire così una sorta di collaborazione, noi a fornire informazioni, loro ad agire.
Il libro dello statista è sempre introvabile, quantunque la stamperia della casa editrice ne sforni a ripetizione, vanno bene anche i libri di Olaf e dei Francesi, mentre si è smesso, per ora, di pubblicare gli altri libri di economia.
Il movimento scandinavo prosegue il suo corso, ed ottiene sempre maggiore visibilità.
Tra gli altri, c’è all’ordine del giorno della riunione della w, una discussione di ordine etico, si deve decidere se sia o meno il caso di favorire una certa ditta multinazionale che tratta di clonazioni, produzione di varietà vegetali transgeniche, e un nuovo metodo messo a punto di recente, riguardo alla diffusione di sementi che hanno subito un innovativo metodo di creazione, ed una nuova tipologia di ibridazione delle sementi.
Una società che fa della ricerca la sua caratteristica principale, senza porsi domande se sia o meno giusto spingere produzioni in maniera così innovativa, si dovrà per forza di cose aprire un dibattito più generale sull’attuale situazione, e soprattutto scoprire dove ci porterà, la ricerca scientifica.
Un campo, questo, dove i tre rappresentanti della fondazione, hanno qualche possibilità di ottenere un piccolo successo, e sarebbe da stupidi non prepararsi per il meglio, e predisporre tre discorsi che coinvolgano chi in qualche maniera è sensibile a tali temi.
Non viene spulciato nessun’altro argomento, ormai i sette hanno capito che sarebbe inutile contrastare lo zoccolo duro della w, specie se può ottenere vantaggi finanziari dalle decisioni da prendere.
Stavolta la riunione segreta si terrà in florida, e Igor con il suo gruppo si appresta a partire verso l’america, ormai è diventata consuetudine che preceda i suoi compagni, alla ricerca di informazioni utili allo studio legale, intenzionato sempre più a promuovere una grande causa finalizzata a dimostrare che questa gente, per suoi futili, illusori, e soprattutto gretti interessi personali, fa soffrire milioni di persone innocenti.
Quando Libera e Cristiano sbarcano all’aeroporto di miami, apprendono la notizia che un jet privato, proveniente da città del messico, è esploso in volo, sono morti i due piloti, e quattro guardie del corpo del magnate Messicano a cui Libera aveva organizzato il ricevimento, anche lui è morto su quell’aereo.
Le riunioni della w, ormai, non fanno altro che commemorare defunti, e resta poco spazio per affrontare in modo dettagliato le varie questioni, le decisioni vengono prese in fretta e furia, e i tre amici sono costretti a sintetizzare al massimo i loro interventi, che in questo modo perdono forza, e la decisone finale riguardo al tema della multinazionale è a loro sfavorevole.
Qualche giorno dopo, la polizia scientifica americana, diffonde la notizia di aver trovato tracce di esplosivo sull’aereo del Messicano.
Dopo un mese, viene fissata la riunione del gruppo ristretto in un posto facilmente controllabile, per ovvie ragioni; una località che tutti conoscono bene, in quanto teatro di una passata riunione, ancora una volta nella base atomica dismessa dalla marina americana, nell’isola della Maddalena.
Cristiano e Libera ne approfittano per andare a trovare i genitori di lei, partono qualche giorno prima, e trascorrono un paio di giorni nella località dell’alto campidano.
Il giorno prima della partenza, ricevono una telefonata da parte di Igor, raccomandando loro di aspettare uno dei suoi uomini, li avrebbe accompagnati lui stesso alla base dismessa.
I due accettano di buon grado, raccomandando però la massima puntualità.
E infatti l’uomo che li deve accompagnare è puntualissimo, partono alla volta de la Maddalena, costeggiano nuoro, oltrepassata la città, li attende un tratto particolarmente deserto, e proprio nel bel mezzo di esso, la macchina, inspiegabilmente, si ferma.
I due, contrariati dal fatto, maledicono la sfortuna, sono partiti in orario, d’accordo, ma per una volta, hanno deciso di arrivare il giorno stesso della riunione, all’orario del suo inizio, e non il giorno prima, come Cristiano faceva di solito.
Il più tranquillo è il loro accompagnatore, fa sapere loro che tra un paio d’ore arriverà un mezzo che li accompagnerà, seppure in ritardo, a destinazione.
Ma il mezzo non arriva, trascorrono altre tre ore, e quando finalmente arriva, il conducente giustifica il ritardo asserendo che si è perso.
Appena qualche chilometro e si sente un forte scoppio, la macchina sbanda paurosamente e finisce dritta su una scarpata, l’auto è pressoché distrutta, ma sono tutti illesi, Libera e Cristiano pensano immediatamente ad un’azione della banda contraria alla w, si tranquillizzano un po’, vedendo che l’incidente è stato causato dallo scoppio fortuito di una gomma.
Ormai non possono recarsi più alla riunione, si mettono l’animo in pace, e pregano il loro accompagnatore di prendere contatti e riportarli a oristano.
Arrivano a tarda sera, la giornata è persa, e decidono di visitare la cittadina, dovrebbero organizzare il viaggio verso la francia, dove si terrà la riunione dei duecento rappresentanti la w, ma decidono di non parteciparvi, un po’ intimoriti dalle avversità che ultimamente sta incontrando la società segreta, e dal fatto che le loro opinioni sono ininfluenti, sarebbero andati a strasburgo tra qualche giorno.
Cristiano è contento di trascorrere ancora qualche giorno in sardegna, in quanto è sempre più innamorato di questa terra selvaggia.
Il giorno dopo, apprendono dalla televisione una notizia che li mette in apprensione: una decina di persone che si trovavano nella piccola isola dell’arcipelago, sono ricoverati in ospedale, in pessime condizioni, a ruota continua arrivano notizie ancora più dettagliate; anche in altre parti del pianeta si sono verificati altri ricoveri per una patologia sconosciuta, la stessa, il comune denominatore di quelle malattie, spiega la televisione, è che tutti erano in vacanza a la Maddalena.
Anche in sardegna due più due fa quattro, e Libera e Cristiano scoprono che un altro attentato alla w è stato compiuto.
Il più importante, forse quello decisivo.
Nei giorni successivi muoiono come mosche, una dopo l’altra, venticinque della quarantina di persone che in totale hanno partecipato alla riunione, evidentemente qualcuno è stato avvisato che era meglio non parteciparvi.
Per ovvi motivi, l’organizzazione, forte della potenza di cui dispone, cerca come può di sviare le indagini, e le supposizioni, ma alla fine il cerchio si chiude, e il mondo intero viene a sapere che esiste un’organizzazione segreta che decide della vita dei suoi abitanti, ma per una volta, è stata bersaglio di chi non accetta una simile condizione.
Qualche settimana dopo, i quindici che inizialmente si erano salvati, abbandonano a malincuore questo mondo che è stato per decenni a loro disposizione.
I due fidanzati ripercorrono gli ultimi avvenimenti, la telefonata di Igor, la macchina che si guasta, lo scoppio della gomma, che a questo punto non può essere fortuito, e sanno anche chi è il regista segreto della distruzione dell’organizzazione: Igor.
Due settimane dopo, ricevono una telefonata, che spiega che l’organizzazione è sciolta.
Ma l’animo umano, come diceva Pierre, quando abbandona la sua naturale semplicità di pensiero, e scopre che esistono le condizioni di poter dominare i propri simili, è anche così contorto che non abbandonerà mai quella predisposizione, a cosa serva, poi, per gente dalla personalità semplice, possedere il gusto di essere al di sopra di propri simili, se il nostro destino è condiviso?
Per vivere una vita più agiata, o per affermare la propria potenza?
E che gusto c’è in tutto questo?
I due pensano che l’abbandono fin troppo sbrigativo, della civiltà contadina, e la sua sostituzione con quella industriale, e poi quella dei servizi, abbia snaturato l’animo umano, causando simili obbrobri.
E quando acquista sempre più rilevanza il fattore denaro, che pian piano sostituisce valori immutabili come il lavoro, la fatica, il riposo, il promuovere la nostra personalità di uomini, lo stesso umanesimo, la condivisione e l’amore, allora l’umanità ha toccato il fondo, o forse non ancora, chissà quante altre diavolerie saremo capaci di inventare in futuro.
Per forza di cose la fondazione non potrà essere smantellata, dovrà diventare una specie di garante per la gente delle azioni corrette dei politici, garante perché non dovranno sgarrare più, sarà facile, d’ora in poi, scoprire se sono assoggettati a poteri nascosti.
Le riunioni verranno diradate un po’, e la prossima sarà una specie di processo verso Igor.
Lui e i suoi uomini negano tutto, ma quando le domande si fanno più stringenti, si trovano in seria difficoltà, viene loro in aiuto la signora Luisella, che li toglie dai guai.
“Non si dovrà parlare mai più di questa faccenda, in fondo è quello che volevamo, no?
Abbiamo sgominato il pericolo più grande che l’umanità ha corso, e quanti morti e quante sofferenze abbiamo evitato con la modica cifra di quaranta morti eccellenti?”
“Abbiamo sgominato …”
“Abbiamo evitato”.
Ora è tutto chiaro!
La regia è stata della signora Luisella!
“Il gruppo di Igor dovrà essere potenziato, per bloccare sul nascere altri tentativi di assoggettare il mondo, e state certi che quei delinquenti si organizzeranno di nuovo, e in breve tempo, anche noi, seppure siamo una fondazione alla luce del sole, dobbiamo avere una cellula operativa segreta che intervenga rapidamente quando se ne presentasse la necessità”.
Interviene Pierre.
“Ora si tratta di stabilire quali siano le priorità, quello che è successo, credetemi, ha rilevanza storica, ma ci pensate?
Abbiamo distrutto il tentativo di stabilizzare la restaurazione delle sovranità assolutistiche del passato, una nuova rivoluzione francese sotterranea, insomma; ora chi avrà la stessa idea ci penserà due volte, e se non possiamo pretendere che abbandonerà l’istinto di dominare, lo farà per molto tempo probabilmente in maniera individuale, e quindi in maniera meno pericolosa.
Dovremo stare attenti alla nuove teorie economiche, sono quelle che forniscono idee malsane a quei delinquenti, e bloccarle sul nascere, favorire il gruppo scandinavo, alla ricerca, se non della effettiva e immediata costruzione della democrazia diretta, almeno ad un vero controllo della cosa pubblica da parte della gente, a livello politico bisognerà spingere i vari sistemi a consultare continuamente il popolo, con l’istituzione di referendum decisionali e vincolanti, ora ciò è possibile visto che le spese elettorali o referendarie sono di gran lunga più a buon mercato, si dovrà votare o scegliere in maniera telematica, ne abbiamo tutti i mezzi, dato che si può certificare tutto in maniera semplice e immediata.
E a livello più strettamente economico, mettere a disposizione della gente quante più risorse possibili, non dovrà più succedere che chi ha una buona idea imprenditoriale, possa essere bloccato da capacità finanziarie insufficienti, lo stato deve perdere rilevanza, e trasferire ricchezza ai cittadini, e quando ve ne fosse bisogno, aiutarli nella realizzazione di progetti che prevedano occupazione.
Le banche dovranno assecondare i compiti a cui sono state delegate, e abbandonare quanto più possibile l’istinto di speculare.
Le borse nazionali dovranno essere riformate, con regole ferree, che impediscano disastri finanziari.
E una fondamentale concezione deve essere espressa dalle varie costituzioni, riferita al bene più importante che esiste sotto il punto di vista economico, la piena occupazione.
Lo stato dovrà però avere risorse sufficienti per garantire lavoro per tutti, e per chi non sarà in grado di lavorare, sarebbe giusto che il lavoro venga inteso non solo come diritto, ma anche come dovere, è una questione di civiltà”.
Jaques mette in risalto il problema immediato riguardo la riappropriazione delle sovranità nazionali.
“Abbiamo due strade da percorrere, ne dobbiamo scegliere una, riguardo alla comunità europea, prendiamo rapidamente in esame la prima, che ritengo sia la meno utile.
Se si dovesse decidere di percorrere ancora la strada dell’integrazione europea, e la sua unione politica effettiva, bisognerà rifondarla dalle fondamenta, non vorrei vedere mai più personaggi non eletti disporre di forza enorme, e soprattutto con la facoltà di prendere decisioni in totale autonomia, e il parlamento comunitario dovrebbe avere più poteri decisionali, le risoluzioni delle commissioni, badate bene, elette e non nominate, dovrebbero vedere il loro impatto ridimensionato, la banca centrale alle dipendenze della politica; quando è stata succube di poteri finanziari esterni ha fatto grossi danni.
Questo è, in sintesi, il mio pensiero riguardo alla realizzazione della istituzione della comunità, che non gode delle mie simpatie, e vi spiego subito perché.
Vi ho parlato delle teorie spuntate dal nulla, nel lontano quarantatre, e delle sue integrazioni derivate da successive filosofie finanziarie, che ne hanno ampliato i dettami, bene, uno dei principi che ha spinto l’autore è l’idea che una nazione è tanto più forte quanto maggiori saranno le sue dimensioni, nasce da quel concetto l’idea di una grande europa, e quello più teorico che pratico di globalizzare.
Globalizzare sarebbe anche una bella parola, facilità di esportare, e mercati più ampi, ma i risultati non sono stati quelli sperati, dalla gente aggiungo io, mentre loro speravano proprio quello che è avvenuto, capacità di vendere merci prodotte a bassi costi, sfruttando gli operai, dovunque sia conveniente, in definitiva abbattendo pesantemente il costo del lavoro, creando sistemi iniqui e spogliando la natura, chi vende a basso prezzo ha sempre qualcosa da nascondere.
Quello è il pensiero palese, ma il criminale puntava a espropriare le singole nazioni della loro sovranità politica e monetaria, per poter commerciare indisturbato,
Ma perché, dico io, distruggere nazioni sovrane, per fondare un’unica, grande nazione?
Perché trasferire il potere di stampare moneta da ogni singolo stato, e delegare una banca che, ormai è chiaro, è privata?
Esiste un criminale disegno dietro a tutto questo.
A noi interessa unicamente avere a disposizione un mercato più ampio, per esempio rapportabile al sistema federalista americano, ma non siamo obbligati a fondare un grande, unico stato.
Il centralismo può andare bene in economia, nel senso che sarebbe giusto una certa programmazione nazionale, ma non va sicuramente bene in politica.
In politica è giusto dare risalto alle singole specificità, immagino il territorio di una nazione come diviso in comparti, omogenei tra loro, ma non in competizione, la competizione deve avvenire solo all’interno di essi, ma con il solo scopo di trovare soluzioni utili per tutti, in modo da poter progredire al suo interno, mentre dal punto di vista economico va bene quello che già esiste, interi territori che costruiscono lo stesso oggetto, siano esse sedie, attrezzi da lavoro, o scarpe o qualunque oggetto utile e vendibile;
un dare specificità a produzioni sempre più avanzate dal punto di vista progettuale, un trovare soluzioni in collaborazione col vicino di capannone, voi li chiamate distretti; la vostra nazione in passato, ha dato esempi illuminanti a tutta europa con i suoi centri di produzione, e qualche nazione che credeva di essere all’avanguardia, ha copiato spudoratamente le vostre intuizioni, in ambito artigianale e manifatturiero.
Questo non significa dividere, al contrario, significa progredire in sinergia, e nella costruzione di quel colosso che chiamiamo europa unita ci sono troppe incongruenze, troppe disparità, troppi interessi contrastanti, troppe diversità culturali, mi viene il sospetto che sia un grande imbroglio, che favorisce solo alcune nazioni, quelle più forti, o più furbe.
Gli esempi che ci hanno fornito finora sono fin troppo espliciti, ma sono sicuro che, se pure venisse governata in maniera democratica e trasparente, non sortirebbe comunque effetti positivi.
E allora il mio pensiero è che bisogna distruggere quello che è stato costruito finora, abbiamo visto che non va bene, ora basta.
Le nazioni della parte meridionale del continente, e ci metto pure la mia nazione tra quelle del sud, e quelle ad est della germania non possono restare nella comunità, hanno tutto da perdere, ricordo che prima dell’avvento dei vari trattati che hanno pesantemente ridimensionato le sovranità delle singole nazioni, l’italia era la prima esportatrice in ambito continentale, come mai, ora, dovete importare merci tedesche a tutto spiano?
Vi stanno fregando, e i vostri politici non se ne accorgono, o non vogliono accorgersene.
Questo non è avanzare in simbiosi, questo è venire truffati dai propri partner.
E allora via le commissioni, via il parlamento di strasburgo, via dall’euro, che fa comodo solo alle nazioni settentrionali, anche noi, in francia, abbiamo appoggiato per decenni certe teorie di accorpamento, ma qualcuno stava imbrogliando anche noi, bene hanno fatto gran bretagna e svezia, solo per citarne due, a non aderire alla truffa, io dico che non passerà un lustro, che finalmente tutti capiranno il gioco sporco che criminali senza cuore stanno portando avanti, far soffrire milioni di persone solo per assecondare teorie economiche faziose e bugiarde, è semplicemente da criminali, e termino dicendo, con forza, quello che dovrebbe fare il nostro studio legale: cercare prove e mettere alle corde, processandolo, chi ha deciso di affamare inutilmente e consapevolmente tutte quelle popolazioni, processarli cioè, con l’accusa di omicidio volontario per ogni singola persona che si è tolta la vita per motivi economici, e adoperarci perché vengano condannati anche perché hanno ridotto in miseria tanta gente”.
“Questo sarà fatto, da domani lo studio legale comincerà ad analizzare i documenti in suo possesso, e quelli che gli verranno forniti dal gruppo di Igor, e formalizzerà entro breve tempo le accuse ai più importanti registi del disastro economico europeo, con accuse pesantissime.
Inoltre dovremo avere una visione economica comune, e farla conoscere alla gente, mi piacerebbe che queste teorie derivassero da discussioni tra tutti noi, mentre la stesura dei testi verrebbe affidata a Jaques e Pierre, a questo, potrei collaborare anch’io”.
La signora dimostra di possedere un caratterino niente male, ecco spiegato il motivo per cui lo statista aveva una specie di venerazione per lei.
Interviene Libera, assicurando che terrà gli occhi bene aperti, durante le feste che organizzerà, ormai riesce a riconoscere con uno sguardo chi intrattiene rapporti sotterranei.
Si decide di scrivere un libro su cui verranno evidenziate tutte le ragioni che spingono la fondazione ad uscire dal sistema euro, e a ridimensionare, se non distruggere, la comunità europea.
E dovrà essere diffuso, prima di tutto a prezzo accessibile, quasi regalato, dovrà diventare un best seller forzato, un libro che non potrà mancare nella stragrande maggioranza delle famiglie.
Trascorrono meno di due anni, che i paesi dell’europa meridionale, francia compresa, sono fuori sia dal sistema euro che dalla comunità stessa, alcuni paesi dell’area danubiana idem, e la germania, l’unica nazione che ha ottenuto vantaggi dai trattati comunitari, si trova a vedere fortemente ridimensionate le sue esportazioni in area continentale, deve ancora una volta subire il predominio economico dell’italia, e persino della francia, per il semplice fatto che hanno riacquistato le loro sovranità.
Si stanno espandendo nei paesi settentrionali, ma soprattutto nelle quattro nazioni scandinave, movimenti che si aspirano alla democrazia diretta, e, avendo in certi stati maggioranze relative, trasformano le costituzioni in maniera pesante.
Igor si è dimesso dal parlamento italiano, trova più emozionante, con il suo gruppo, essere sempre in giro per il mondo a scovare criminali, che non hanno smesso di cercare per loro stessi opportunità di guadagnare denari in maniera truffaldina, quando è stato indispensabile, hanno compiuto anche azioni militari; lo studio legale ha messo a segno molti successi, e tanti politici e burocrati comunitari sono già stati condannati in primo grado a pene pesanti; gli avvocati hanno dovuto faticare inizialmente a dimostrare che le azioni di quella gente, si potevano catalogare come crimini verso interi popoli, ma ormai l’assunto è ampiamente condiviso, sia tra la gente che nelle aule di tribunali.
Cristiano, ormai libero da impegni internazionali, si dedica a trovare soluzioni in parlamento per una maggiore rappresentatività popolare, ed è diventato una delle maggiori personalità del suo partito, forse la più carismatica e autorevole.
Ma non ha abbandonato il piacere di girare il mondo, lo fa con la sua donna, quando lei organizza eventi, ma non disdegna affatto trascorrere giorni interi nella sua azienda, a contatto con i suoi operai, e con la natura.
Olaf ha fondato un movimento di pensiero, che fa della ricerca della libertà, il suo cardine, Pierre e Jacques girano l’europa con le loro conferenze, ormai le loro teorie economiche sono diventate dominanti, non solo nel nostro continente.
La signora Luisella continua a dare la sua impronta alla fondazione, si interessa soprattutto della casa editrice.
Libera ha intanto diradato un po’ i suoi impegni organizzativi, sostituita per lo più da Isidoro, perché in attesa di festeggiare con Cristiano la nascita del loro primo figlio.
La fondazione ha, in pratica, sostituito la w, tra loro amano chiamarsi “people”, ma dovranno stare bene attenti a non ripercorrere la sua strada, ora che hanno acquisito così tanto potere; da un’organizzazione come la world, che mirava a sfruttare il mondo, è nata la “people”, chiamata a collaborare con la gente, per trovare soluzioni ai problemi della popolazione, in un mondo più giusto.
Ma dovranno stare attenti a non snaturare i principi che hanno consentito la sua nascita.
Dovranno stare attenti a non sfruttare per altri fini, la forza che hanno a disposizione.
Ogni eventuale riferimento a fatti realmente avvenuti, o persone esistenti o esistite è da considerarsi puramente casuale.
Questo romanzo è dedicato a mio figlio Francesco
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