domenica 28 settembre 2025

Siate Tuttologi

 



Siate Tuttologi, non esiste altra strada per poter pensare che la liberazione della nostra terra sia fattibile.

E' facile se non si ha la giusta preparazione venire convinti e abbagliati dalla parlantina del primo furbetto che ha una particolare preparazione in argomenti specifici.

La nostra nazione non si libera con l'economia, non si libera con investimenti altrui, non si libera con foglietti depositati dentro le urne altrui, le urne di chi ci colonizza.

Non si libera promettendo sicurezza economica a patto di venire omaggiati da una bella poltrona alle votazioni statali italiane per la regione sardegna.

I candidati non sono mai le stesse persone degli eletti, le crocchette statali contengono sicuramente qualche sostanza che offusca sia la dignità che l'onore.

Nonostante che il sottoscritto per oltre vent'anni abbia convintamente esercitato il diritto di dissentire dall'approvare e riconoscere occupazione italiana in terra di Sardegna e da tutte le sue storture, elezioni e referendum compresi, devo ammettere che non esiste solo la strada del diritto internazionale per la realizzazione dello stato sardo.

Ma sono sardo, e da sardo colonizzato nella concretezza ma non nella mente, mai e poi mai avallerò l'idea che possiamo cercare libertà con le regole del colonizzatore, e i referendum sono cosa italiana, le votazioni sono cosa italiana, i sindaci sono cosa italiana, i sindacati sono cosa italiana, gli albi professionali idem, come pure la informazione che ci viene propinata.

So per certo che la mancanza di cultura, di vera cultura, può portare i sardi a venire abbagliati dalla parlantina dell'ultimo venuto, ma i sardi non hanno la memoria corta, prima o poi presenteranno il conto. 

In estrema sintesi tutte queste cose appartengono al "diritto positivo del colonizzatore".

Non biasimo e non mi contrappongo affatto a chi lotta per la decolonizzazione e libertà secondo le regole italiane, hanno una loro logica ferrea, ammetto anche che referendum e votazioni con risultanze di una forte impronta sardiana siano gran bella cosa, ma essendo certo che possiamo trovare decolonizzazione e libertà solo tramite il diritto internazionale (e non secondo il diritto italiano) ai mille amici che insistono per volermi convincere di deroghare per una volta alle mie convinzioni, faccio sapere che hanno tutta la mia approvazione e vicinanza, ma mai mi vedranno entrare in una cabina elettorale o mettere una firma per qualsivoglia referendum italiano.

La prossima volta che metterò un foglio di carta dentro un'urna sarà in occasione delle prossime, ineluttabili elezioni indette dal neonato Stato Sardo.

Cultura e decolonizzazione reale sono l'unica strada per la liberazione, lasciamo andare i furbi erutiti e superscolarizzati e per una volta e tante altre volte ancora, ascoltiamo attentamente i cosiddetti tuttologi, così tanto ridicolizzati da chi non ci vuole bene, perchè essere tuttologi non è un difetto ma un grande pregio.

martedì 2 settembre 2025

La lingua più antica del mondo, la scrittura più antica del mondo

 

 

 


Articolo di Mariano Abis

Che il potere dominante in terra di Sardegna sia oltre che maligno anche ottuso, è ormai acclarato da centomila esempi.

Per le sue peculiarità uniche e per la enorme diffusione di siti archeologici la nazione sarda è un esempio di portata archeo-storica-culturale straordinaria.

Lo stato colonizzatore-colonizzato italiano potrebbe ricavare enormi benefici se riconoscesse, valorizzasse e implementasse le eccellenze archeologiche presenti in Sardegna.

Non si capisce perchè non lo faccia. 

Chi fiancheggia italy corporation e riceve le sue crocchette tossiche avanza l'ipotesi che i sardi comunicassero ma non scrivessero,  qualcuno di loro ipotizza che non si capissero e non sapessero nemmeno parlare.

Magari comunicavano col pensiero, assunto che va indagato e che personalmente non scarterei a priori.

Come facessero i nostri avi in quelle ipotetiche miserevoli condizioni a costruire mirabili edifici resta tuttora un mistero.

Magari parlavano, scrivevano, e avevano un loro particolare alfabeto fatto di semplici segni che qualcuno definisce scrittura ogham o lineare sardo.

E il fatto che tali segni sono di una semplicità assoluta dimostra che fanno parte del più antico alfabeto presente sul pianeta. 

Il fatto è che tali segni sono presenti in terra di Sardegna in quantità strabordante; segni molto simili sono stati trovati anche in altre parti del mondo.

Magari gli antichi sardi sapevano pure navigare, chissà. 

Il mondo archeo-storico allevato a crocchette statali per nascoste ragioni non indaga su quella scrittura  negando l'evidenza che sia un vero e proprio alfabeto.

Chi afferma di riuscire a tradurre quei segni presenti dappertutto in terra sarda per sue ragioni personali preferisce temporeggiare e acclarare in seguito la pochezza del sistema archeo-storico-culturale presente in terra sarda e continentale.

Tutto è nato qui, questa terra e le sue antiche genti  sono la matrice di tutta la cultura occidentale.

Se questo venisse dimostrato tutto il sistema che viene definito judaico-cristiano o greco-romano o in altre pittoresche e improbabili espressioni  crollerebbe di botto.

Il potere che domina in occidente questo non può permetterlo, come non accetterebbe mai che la cultura ancestrale di un popolo colonizzato sia superiore a quella del colonizzatore.

E allora è necessario che chi  è in grado di dimostrare che la matrice di tutte le civiltà si trova in Sardegna e non in Egitto o in Mesopotamia, o altrove, esca allo scoperto e distrugga i miti dominanti.

Sarebbe una azione semplicissima, chi sa tradurre il lineare sardo  non dovrebbe avere nessuna remora a pubblicare il risultato dei suoi studi; scrivendo per primo un libro illustrato da foto e relative traduzioni si garantirebbe il diritto e privilegio storico di essere stato il primo in tutto il mondo e l'unico traduttore della lingua e relativo alfabeto più antichi del mondo.

E' ora.