sabato 27 aprile 2024

Patrimoni sorrensi del passato da valorizzare


 Testo e immagini di :Mariano-Abis:

Naturalmente non ci sono soldi e quindi niente si può fare, la solita storia italiana, e fino a quando lo stato italiano resterà nella sacra terra di sardegna niente si farà.

La contrada di sorres non fa eccezione alla regola, lo stato di abbandono qui come altrove è da ascrivere quasi unicamente a quella sottospecie di stato italiano che non ha a cuore le vestigia del nostro passato e della nostra storia.

Le colpe degli amministratori sardi sono lievi se confrontate alla volontà statale di cancellare la memoria storica della nazione sarda.

Certo è che  basterebbero appena alcune giornate lavorative all'anno per rendere il sito quanto meno decente, libero da arbusti ed erbacce, se poi sommiamo il fatto che il nuraghe si trova senza alcuna strada di accesso all'interno di una azienda, il quadro è completo, proprio non si ha voglia di valorizzare un così importante ricordo dei nostri avi.

Qui il resoconto di una interessante escursione che però ha messo in evidenza lo stato di incuria nel quale si trova il nostro patrimonio del passato, patrimonio che a queste condizioni non può, o forse non deve, essere sfruttato nel presente.

mercoledì 24 aprile 2024

La particella di Natas

 






Durante una orribile notte d'inverno di molti decenni fa, mentre fuori imperversava da un cielo violaceo una violenta tormenta di neve, e tutti erano già andati a dormire, mi trovavo a discorrere con mio nonno Serapiu di fronte ad un vivace caminetto.
Diceva che a me, e solo a me, aveva intenzione di raccontare una storia che assicurava realmente avvenuta.
Ventimila, o forse cinquantamila anni fa esisteva in una isola rigogliosa al centro del mediterraneo un popolo antico che era già antico per i popoli del periodo.
Osservava le leggi che erano state suggerite da uomini di colore blu venuti da chissà dove.
Era una società equilibrata, pacifica, giusta, senza disparità evidenti, opulenta e gioiosa, una società che funzionava alla perfezione, diceva che a questa società veniva dato il nome di Gilanica.
Aveva il culto delle acque e delle stelle che esercitava a ridosso di templi ed edifici costruiti in onore ai loro morti.
Ma all'interno di questa società esisteva un piccolo gruppo fondamentalmente emarginato perchè malvagio, un gruppo che aveva stretto un patto con una enigmatica figura mandata tra loro da un essere viscido ed etereo che chiamavano Natas.
Questo personaggio-ambasciatore si chiamava Nella Sellud.
Sellud strinse un patto di sangue con ciascun componente del piccolo gruppo, diede loro il compito di distruggere quella civiltà e sostituirla con una più negativa governata da essi stessi e predisposta alla guerra e all'odio.
Diceva che avrebbe dato loro la forza sufficiente a compiere la missione.
Erano autorizzati a compiere i crimini più efferati, ma dovevano sottostare a due regole ferree, ubbidienza cieca a Natas e non cadere in disonore.
Non cadere in disonore consisteva non nel fatto di non commettere crimini, ma nel fatto che dovevano prima avvisare i Gilanici delle porcherie che avrebbero commesso.
Ma per quanto facessero, non riuscivano a scalfire la innata voglia di giustizia e bontà del gruppo Gilanico.

lunedì 15 aprile 2024

Un archeo-scandalo tutto italiano.


 




E' scandaloso!
I libri di testo scolastici non fanno che pontificare la grandezza di civiltà nettamente meno importanti della Antica Civiltà Sarda mentre degli antichi sardi parla raramente.
E così vediamo pontificare popoli che costruivano torri di babele che cadevano al primo soffio di vento quando i sardi costruivano torri immortali.
E così vediamo popoli che scrivevano su lastre di argilla mentre i sardi costruivano splendidi templi e mirabili pozzi sacri.

Un libro molto scomodo che ingenera preoccupazione da parte degli archeostorici nutriti a crocchette statali






Non necessariamente un libro è utile o incisivo solo per il fatto di essere studiato a scuola o aver vinto qualche premio letterario.
No.
Un libro è utile e incisivo quando ha la forza di variare o stravolgere "certezze" acquisite e sedimentate.
E il libro Sardegna l'isola di Atlantide ha questa capacità, frantuma le balle archeostoriche che vanno per la maggiore, e vanno per la maggiore solo perchè i cosiddetti cattedratici al soldo dello stato, le sovrintendenze statali, gli storici e archeologi di regime, e i giornalisti anch'essi al soldo statale hanno interesse a diffonderle.
La maggior parte dei reperti presenti nei musei sardi è stata reperita tramite ritrovamenti spesso casuali consegnati da gente comune, il caso che ha visto protagonista il mio compaesano Pietrino Arixi ne è un esempio eclatante.