La tua voce cade sottile
dentro la circonferenza
muta e oscura della notte
le lacrime hanno lasciato
il posto alla tua dignità
oltre le rocce prigioniera
deformata ad arte dagli eventi
e acque profonde sanno
di guerra e di abbandono
giungo da una terra assetata
dove il mare rabbioso lotta
a defraudare arcobaleni
e sospende l'affondo della luna
di alghe e maree
ondula d'attesa il sole prigioniero
da serali stabiliti limiti
dormono brandelli di luce
fermati oltre il giorno
su rampicanti
sfumano incolori nel recinto
ora freddo delle stelle
giungo da una terra silenziosa
piegata e offesa dal dolore
e dal canto delle madri in nero
con voce disadorna
a solitudine aperta
non conosco che oscurità
e oblio e sangue
giungo da una terra
dove la bellezza sta nel mezzo
a soffrire in silenzio
e nasconde il deserto di anime
e le sue semplici stelle
isola segreta e taciturna
dal cielo colmo e immutato
che toglie il fiato a pensieri
e li imbriglia
per non farli scappare
da meraviglia
e incanto come una rete di vento
e di profumi
giù giù fino alla riva come spuma
candida di mare
sulle banchine d'inverno
con occhi di pianto
e di partenze
mentre le rondini tornano a volare
in cerchi precisi
e riprendersi vecchi nidi...
®Maria Rita Moi Fulgheri
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