A quanto ho capito, mi viene da pensare che al popolo sardo interessi solo "chiedere".
La strada della libertà non contempla l'umiltà, non passa dalle domande col cappello in mano, non passa dalle deleghe concesse finora a infimi personaggi nostrani, ma passa dall'impegno fattivo, dalle attuazione di presidi per difendere la nostra Madre Terra, le nostre famiglie, i nostri beni, passa dalla forza della comunicazione della verità, dalla vera unione di popolo, e non certo da quella finta unione sbandierata e sponsorizzata dalle decine di capi bastone nostrani, che amano parlare in lingua sarda e agire in lingua italiana.
La strada della libertà non contempla l'umiltà, non passa dalle domande col cappello in mano, non passa dalle deleghe concesse finora a infimi personaggi nostrani, ma passa dall'impegno fattivo, dalle attuazione di presidi per difendere la nostra Madre Terra, le nostre famiglie, i nostri beni, passa dalla forza della comunicazione della verità, dalla vera unione di popolo, e non certo da quella finta unione sbandierata e sponsorizzata dalle decine di capi bastone nostrani, che amano parlare in lingua sarda e agire in lingua italiana.
La strada della libertà non passa dalle elezioni italiane, non passa dai partitini italiani che vorrebbero far credere di essere sardi, non passa dall'indipendenza, perchè la nostra terra ha tutte le risorse per vivere in prosperosa libertà, senza dover chiedere niente a nessuno, se non paritaria collaborazione, non passa dal miglioramento di condizioni economiche, ma da una vera cultura prima individuale, poi collettiva.
Col portafogli vuoto è possibile percorrere la strada per la libertà, ma seppure hai risorse finanziarie in abbondanza, e se il tuo popolo ignora la sua storia e i suoi diritti di esseri umani nati liberi, raggiungere una parvenza di libertà è impossibile.
La vera libertà non passa dal diritto interno del colonizzatore, non passa da qualche posto di lavoro in cambio di stupro dei nostri territori, non passa da quei pochi denari che lo "stato" "italiano" "concede" ai comuni (anche essi enti territoriali italiani, non sardi) in cambio dell'autorizzazione di poter invadere e devastare suoli altrimenti incontaminati, la vera libertà non passa da questa "civiltà" delle tecnologie a buon mercato, che rubano la nostra identità di popolo.
Non passa dalle elezioni regionali o comunali, e nemmeno da quelle europee, non passa da sterili proclami di insignificanti condottieri indipendentisti, per lo più in tenuta rosseggiante, retaggio di pessime ideologie nate altrove.
La vera libertà passa attraverso un popolo cosciente, informato, culturalmente attrezzato, passa dal coraggio di "opporsi" a tutte le manifestazioni esterne ed interne contrarie al Diritto Divino.
La vera libertà passa attraverso un popolo cosciente, informato, culturalmente attrezzato, passa dal coraggio di "opporsi" a tutte le manifestazioni esterne ed interne contrarie al Diritto Divino.
La vera libertà non passa attraverso manifestazioni che chiedono al potere di non essere troppo brutale con la gente, la vera libertà non passa da una costituzione "italiana" nebulosa e contradditoria, che da un lato afferma che lo stato è uno e indivisibile, e dall'altro, ratificando leggi internazionali, e quindi sottomettendosi ad esse, si impegna non solo a non contrastare processi di auto determinazione, ma addirittura a favorirli.
Raccomando vivamente la lettura del seguente romanzo breve, nel quale illustro le possibilità che offre il diritto internazionale per raggiungere il bene supremo al quale il nostro popolo ha diritto: la libertà assoluta.
:Mariano-Abis.
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