Dubitare sempre, dubitare anche su questioni che finora non abbiamo considerato.
Le mie radici che mi fanno sentire orgoglioso delle mie origini sono sempre state un punto inamovibile del mio pensiero e della mia visione del mondo.
E lo sono ancora.
Ritengo che la diga più potente, capace di fermare ogni tipo di mondialismo malefico, sia il senso di appartenenza alla propria civiltà ancestrale, che ciascuno dentro di noi sente prepotente dentro di sè.
Ecco perchè le azioni globalizzanti sono orientate a distruggere particolarismi, etnicità, appartenenze culturali, a distruggere la storia, l'archeologia, gli usi, e quant'altro, di qualsiasi popolo.
Volere un mondo "asettico", appiattito su paradigmi mondialisti, livellato (verso il basso), una scuola e una informazione mediatica che spinge la gente a raggrupparsi come greggi, e contrastare chi ha il coraggio di dissociarsi e scappare, è pratica che va contro gli interessi della gente, contro la libertà collettiva.
Sono in una fase di profondo ripensamento, e anche se non sono mai stato nè indipendentista, nè separatista, e nemmeno nazionalista nell'accezione comune del termine, il senso che le mie radici mi appartengono, che la mia sardità non è in discussione sono imprescindibili, ed hanno molta rilevanza nella mia mente.
Ma esiste un ma, e spiego con un ragionamento.
Ah, so benissimo che i ragionamenti e la logica sono pratiche obsolete, ma ci provo.
Chi può dire che la nazione sarda sia circoscritta dai confini geografici così bene delineati?
Chi può dire che la nazione sarda non viva e si manifesti, fuori da tali confini?
Specialmente i primi anni del secolo scorso, a causa della malefica gestione saBoiarda, hanno visto una moltitudine di sardi emigrare a sciami compatti verso altri lidi, spargendosi per tutto il mondo.
E allora, pur volendo fare un discorso prettamente nazionalistico (controvoglia), come si può pensare che la nostra terra, la nostra nazione, sia delimitata dal mar tirreno?
La nostra terra, la terra dei sardi, è il pianeta intero, i confini imposti da gente che non vuole bene alla gente, sono da non considerare, non dovrebbero avere rilevanza, sono una costruzione atta a dividere esseri umani, essi sono stati realizzati per il dominio di pochi sulla moltitudine del genere umano.
Capisco che liberare la Sardegna da ingerenze statali che non riconosciamo come nostre, sia un metodo per velocizzare la nostra autodeterminazione anche personale, ma non dobbiamo mai dimenticare che apparteniamo "anche" alle genti del pianeta.
Al classico indipendentista che crede che il fine ultimo sia la liberazione della nazione sarda, diciamo che si sbaglia, non esiste libertà in un mondo dominato altrove da fetension.
Non ho ancora risolto il dilemma su come agire, liberarci come popolo, da quell'altra costruzione fasulla che risponde al nome di italia, o mirare direttamente alla libertà planetaria?
Jolao continua a comunicare per appoggiare entrambe le opzioni, per ora, in attesa di trovare la meditazione risolutiva, che mi faccia preferire una delle due strade.
:Mariano-Abis:
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