lunedì 13 marzo 2023

Acquisizione dei file del gruppo shardinyan kingdom

 




Brevi cenni storici secondo Shardinyan Kingdom.


Le antiche civiltà sarde.

Le antiche civiltà sarde esistevano fin dalla notte dei tempi, e comunque non meno di dodicimila anni fa, e terminarono con la società fortemente evoluta chiamata nuragico-shardana.

Gli storici greci la descrivevano come una società libera e felice, nella quale fiorivano attività ricche e raffinate, e una agricoltura fiorente.

Esistevano già da allora, e chissà da quanto tempo, le colossali costruzioni nuragiche.

Già ben più di 5000 anni fa i sardi coltivavano, allevavano, pescavano, navigavano e commerciavano.

Erano espertissimi nelle lavorazioni dei metalli, in particolare del rame e dell’argento.

La lingua sardo-sumerico-accadica, insieme all’ebraico e all’arabo, è la lingua più antica del mondo occidentale.

I navigatori shardana diffondevano la lingua e la loro civiltà, e si spingevano praticamente in tutto il pianeta.

Per questo motivo affermiamo in maniera convinta, che la civiltà occidentale è nata in Sardegna.

La civiltà giudicale.

Da wikipedia:

“I Giudicati sardi furono entità statuali autonome che ebbero potere in Sardegna fra il IX ed il XV secolo. La loro organizzazione amministrativa si differenziava dalla forma feudale vigente nell'Europa medievale in quanto più prossima alle esperienze tipiche dei territori dell'Impero bizantino, con istituti giuridici romano-bizantini, sebbene con peculiarità locali che alcuni studiosi considerano di presumibile derivazione nuragica.

Furono Stati sovrani dotati di summa potestas (capacità di stipulare trattati internazionali) e governati da Re chiamati Giudici, in sardo judikes. Nel contesto internazionale del Medioevo si contraddistinguevano per la modernità della loro organizzazione rispetto ai coevi regni europei di tradizione barbarico-feudale, trattandosi di stati non patrimoniali (non di proprietà del sovrano) ma superindividuali, cioè del popolo che esprimeva la sovranità con forme semi-democratiche come le Coronas de curatorias le quali a loro volta eleggevano i propri rappresentanti alla massima assise parlamentare chiamata Corona de Logu.”

Nonostante la presenza dei Giudici-sovrani, il Regno di Sardegna fu istituito in maniera nebulosa dal papa Bonifacio VIII nel 1297, e da allora non ebbe mai termine, nemmeno con l’arrivo degli aragonesi, degli austriaci, e dei piemontesi.

Solo nel 1861 i Savoia decisero con atti illegali, che SK dimostra giuridicamente non validi, per i motivi di seguito esposti, di porre fine al Regno di Sardegna, trasformandolo in maniera inaccettabile in Regno d’Italia.

SK dimostra che il Regno di Sardegna non ha mai cessato di esistere per i seguenti motivi:

La bandiera del Regno d’Italia è la stessa del Regno di Sardegna.

La moneta Lira Italiana è derivata dalla Lira Sarda, utilizzò le stesse matrici, e sostituì solo la matrice con la dicitura Regno di Sardegna.

Il re Vittorio Emanuele II, re di Sardegna, mantenne lo stesso nome anche come supposto re d’Italia.

L’ultimo testo della gazzetta ufficiale del Regno di Sardegna porta il numero immediatamente precedente al primo testo della gazzetta ufficiale del Regno d’Italia.

Nessun sardo, nessun organismo del Regno di Sardegna diede mai autorizzazione o avvallo alla estinzione del Regno Sardo.

I Savoia, che non erano re, lo diventarono con l’acquisizione nebulosa del Regno di Sardegna, nel contempo giurarono di non estinguere mai il Regno di Sardegna.

Per questi e per altri motivi, SK afferma che il Regno di Sardegna non è mai stato estinto, e che la costruzione del Regno di Italia, la sua trasformazione in ente privato, e la costituzione successiva in repubblica, sono atti storicamente e giuridicamente non validi.


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/2022111461275140/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/2003577163128570/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1943774462442174/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1934597106693243/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1348101755342784/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1300885266731100/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1006886716130958/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/1001551869997776/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/809494112536887/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/798880520264913/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/723732547779711/


https://www.facebook.com/groups/672505412902425/permalink/686601171492849/


Il Popolo del Shardinyan Kingdom adotta come lingua ufficiale la lingua sarda.
Sono ammesse e incentivate sia la lingua italiana con tutti i suoi dialetti, che quella inglese, riconosciamo che ogni popolo Sardo della penisola e delle isole, possa adottare la sua lingua specifica, che avrà identica valenza delle lingue sarda, italiana e inglese, si raccomanda la sua diffusione anche in ambiti scolastici.
Non c’è bisogno di evidenziare quanto la lingua sia il più forte collante per un popolo, le materie scolastiche che avranno preminenza su tutte le altre, in terra di Sardegna, saranno la lingua sarda e la logica.
Sappiamo che la lingua sarda-sumerica-accadica era la lingua parlata da tutti i popoli mediterranei, ed è dimostrabile e dimostrato come la lingua sarda sia la più antica lingua europea.
Oggi la lingua sarda è infarcita da diffusi italianismi, è necessario ripristinare la nostra lingua ancestrale, sarebbe un paradosso che il colonizzatore (italy corporation) continuasse a vantare intrusioni culturali, dato che la lingua italiana è derivata dopo vari passaggi, dalla lingua sarda.
Dimostreremo che la vera lingua sarda ha generato lo sviluppo e la diffusione di tutte le lingue occidentali attualmente parlate, anche perché è la più antica, e perché gli antichi popoli sardi avevano la capacità di diffonderla, in quando sono venuti in contatto, a volte da dominatori, con pressochè tutti i popoli di allora.
A questo scopo verranno diffusi in maniera quanto più capillare possibile, i testi che ne stanno dimostrando la straordinaria valenza, ben sapendo che un popolo che si riconosce in una lingua di siffatta importanza, non può che esserne orgoglioso, cementando così la compattezza e l’orgoglio nazionale.
Sarà nostra cura istituire dei corsi para - universitari, atti alla formazione di figure che gestiscano al meglio l’insegnamento e la diffusione della limba, anche ricorrendo a pubblicazioni e conferenze mirate.
Tentativi di istituire supposte lingue sarde comuni che derogano da studi seri sulla lingua, e dei suoi eventuali allievi, saranno da considerarsi estranee e antitetiche, alla filosofia che muove le nostre azioni, esistono due sole lingue comuni sarde, identificabili con quella ancestrale descritta, e la lingua giudicale.
Non spetta a noi valutare quale delle due abbia valenza superiore, non siamo nè linguisti, nè glottologi, auspichiamo comunque contatti tra le due lingue.
Questa tipologia di approccio linguistico, così come avviene nell’isola di Sardegna, dovrà essere adottato dai popoli delle altre isole e della penisola sarda, riconosciamo che specificità e particolarismi siano ben superiori a concetti mondialisti e globalizzanti di appiattimenti culturali e linguistici, un modo sicuro per preservare le particolarità dei nostri popoli, preservando di conseguenza tradizioni, usi e costumi, oltre che consuetudini locali, fonte imprescindibile di vera democrazia collettiva e rispettosa dei popoli.
Le specificità che ogni popolo possiede, se preservate e incentivate, sono il baluardo invalicabile per logiche mondialiste di appiattimenti e conformazioni massive, alle quali i globalizzatori e le multinazionali aspirano.
La nostra attenzione non deve andare in maniera preminente verso il colonizzatore palese, che ha indubbiamente le sue colpe, in materia di trasferimento verso i sardi di concetti di minorità, ma verso il reale colonizzatore, che è il mondialismo globalizzante.
La valorizzazione di ogni lingua popolare, di tutte le sue varianti, è la diga possente che argina ogni intrusione culturale livellante e mondialista.





Nessun commento:

Posta un commento