lunedì 5 dicembre 2016

SU STAZZU

                                           
fonte coldiretti
Su stazzu è un termine in lingua sarda, che tradotto in italiano, significa recinto per pecore, con annesso un rudimentale rifugio per i pastori.
I proprietari di pecore e pastori, abitano lussuose dimore, lontane dagli olezzi che tali stazzi emanano.

La politica e il sistema attuale, falsamente definito democratico, sono paragonabili ad uno stazzu, i pastori hanno campo libero di decidere dove portare il gregge al pascolo, tenendo però ben presenti alcune inderogabili disposizioni che i padroni impongono.







Le pecore sono contente perchè i pastori cercano sempre di portarle dove trovano pascoli abbondanti, salvo subire di quando in quando delle restrizioni, con la scusa che per esempio la siccità ha reso meno inerbite certe zone.

E allora le povere pecore, sono costrette a mangiare meno, e si accontentano anche di mangiare cibo un po' meno saporito del solito.



Pecore e pastori, con annessi cani da guardia al seguito, spendono la loro esistenza andando dove i padroni impongono loro di andare.
A volte ai pastori fa comodo far soffrire questi personaggi, per loro fini neanche tanto nascosti, e inventano scuse tipo ristrutturazione dell'azienda, crisi finanziaria, penuria di cibo e di acqua, a volte sfruttano le avverse condizioni atmosferiche per tenere il gregge a stecchetto.

A volte, invece, fanno degli investimenti per migliorare l'azienda, per far star meglio le bestie, e tutti sono felici e contenti.
Certe volte inventano pure dei diversivi per far credere al gregge che decide qualcosa anche lui, inventano votazioni e referendum, naturalmente tassativamente pilotati da loro.

I pastori fanno le veci dei politici, e il gregge lascio immaginare a voi chi sia.
E succede quasi sempre che nei momenti precedenti alle votazioni, concedano al gregge qualche concessione, per dimostrare la loro magnanimità, e tenere il gregge fedele.

A volte arbitrariamente puniscono il gregge, magari per imporre subdolamente qualche limitazione ai poveri animali.
Oggi gli stati sono delle società private, chi crede che può decidere il proprio futuro, attraverso la cosiddetta democrazia, è un inguaribile illuso.

Naturalmente le pecore (come i votanti), non ragionano, credono di "dipendere" dai pastori, e una volta al pascolo, potenzialmente libere, non tentano l'azione più logica che esiste: la fuga.
Preferiscono una vita grama alle dipendenze, in sostanziale schiavitù, alla libertà, che naturalmente comporta decisionismo, impegno, coraggio, lungimiranza e intelligenza.

Ma il gregge elettorale non possiede nessuna di queste caratteristiche, all'impegno preferisce l'inedia, al coraggio la rassegnazione, e all'intelligenza il tira a campà.


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