giovedì 9 febbraio 2017

I sorrensi alle urne

Questa primavera, come ogni cinque anni, il grande illusionista, lo stato privato italiano, mette in scena lo spettacolo più plagiante del mondo, e lo fa anche in contrada di sorres.
Il gregge sorrense è chiamato al recinto, come degli ovini sono certo che ubbidiranno agli ordini, e come al solito, andranno volontariamente a rinchiudersi nelle gabbie elettorali costruite appositamente per il bestiame votante.

Non sia mai che le buone tradizioni, non vadano riesumate, un secondo per esprimere la propria volontà, e cinque anni per subire le angherie di uno stato che fa solo gli interessi dei banchieri.
Se ogni essere umano della contrada di sorres che vota, non si è accorto che è una illusione, chi sono io per svegliarlo da un sogno che evidentemente gradisce?
Se esiste gente affetta da sindrome di stoccolma, ed è contento di essere preso per i fondelli, prepari con cura il certificato elettorale.
Per tutti gli altri, esiste un'altra strada, molto più onorevole, che assecondare e riconoscere uno stato che non ha mai fatto gli interessi della gente, gente che non è altro che cittadina debitrice e pagatrice. 
Basterebbe abbandonare lo status di cittadini, e ridiventare quello che siamo all'atto della nascita: esseri umani.
Noi non siamo la risultanza di una carta di identità o di un certificato elettorale, ciascuno di noi è un essere umano libero, e composto di carne, ossa, sangue, spiritualità e intelletto.

Nau custu, deu Jolao de s'aredeu Abis, ndi bogu cali si siada consensu, a su stadu privau italianu, poita seu su solu meri da custu corpu, da custa intelligentzia e da custa spiritualidadi.
Mi riconnosciu, po aredeu e sentidu, sceti me in sa natzioni sarda.
Po custu, e po atru ancora, non votu, e cumbatu in manera pacifica, su stadu privau italianu de is bancheris, chi sfrutada e incadenada da meda tempus su populu sardu.
  
Ciò premesso, io, Mariano della famiglia Abis, revoco e nego ogni tipo di consenso, e subalternità allo stato italiano, in quanto sono esclusivo titolare del mio corpo fisico, intellettuale e spirituale, e mi riconosco facente parte per origine e sentimento, alla nazione sarda.
Per questo, e per altro ancora, non voto, e disubbidisco in maniera non violenta allo stato privato italiano delle banche, che da troppo tempo sfrutta e colonizza il mio popolo. 
©marianoabis

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