domenica 31 dicembre 2017

Borangiu, storia di miseria e riscatto.

"Il giorno dopo avremmo sistemato tutto, in quanto persino il suo notaio aveva già pronti i documenti necessari, e l’assegno era a mia disposizione, già firmato!
Tutta quell’organizzazione non poteva essere messa in atto in breve tempo, e i miei sospetti diventarono certezza in quel momento.
Andammo a casa sua, firmammo il compromesso di vendita, e mi consegnò un acconto, altro caffè e calorosa stretta di mano da parte sua, alla quale risposi senza entusiasmo; il giorno dopo, dal notaio era tutto sistemato, ed io mi ritrovai senza azienda, ma con un cospicuo conto in banca.


I giorni successivi furono dedicati a cercare un compratore per la mia attrezzatura agricola, si fecero avanti vari contadini, disposti a pagare solo parzialmente ciò che avevano scelto, e siccome mi fido più dei poveri che dei ricchi, conclusi le vendite senza far loro firmare nessun foglio, con l’accordo che quando avessero potuto, mi avrebbero saldato il conto.
Il giorno dopo cortile e magazzino erano desolatamente vuoti, nulla mi tratteneva in paese, né affetti, né interessi, e diedi libero sfogo alla mia predisposizione all’avventura senza programmi.
Il record del salto dei mari, sport così diffuso tra la gente della nostra isola, non appartiene certo a me, dato che feci la breve tratta cagliari – civitavecchia, che a confronto dei viaggi di altri miei compaesani assomigliava più al salto di una pozzanghera."

Questo è uno stralcio del romanzo Borangiu, storia di miseria e riscatto.
E' storia di un popolo che abita una terra desolata, sfruttata, vilipesa e martoriata, colonizzata e insultata.
E' storia di un popolo che in tempi ancestrali ha dettato i ritmi del progresso e della civiltà occidentale, ed ora si ritrova in miseria per colpa di uno stato che è nato in terra di sardegna, ma opera, dispone, ordina e impoverisce da una terra oltre tirreno.
E' storia di uno stato fasullo nato da capitali esteri fetenti, in mani altrettanto fetenti che appartengono ad una razza ignobile che porta il nome osceno dei saboia.

Borangiu, povero contadino Sardo, nasce col nome di Salvatore, suo padre, a suo tempo. regalò il suo nome legale allo "stato" "italiano", per farne certificati di credito, e sfruttare a dismisura il suo lavoro, in condizioni di ristrettezze e penuria dei beni essenziali ai quali ogni essere umano ha diritto.
In condizioni di mancanza persino di speranza.
Tutti lo chiamano Boicu, ma lui preferisce essere chiamato Borangiu
Ma Borangiu è Sardo, ha nei suoi geni lo spirito che fece grande il suo popolo, e nonostante le sfortunate e ripetute traversie, alla fine del romanzo si riscatta dalla miseria e dalla sfortuna, e fornisce al suo, e al cosiddetto popolo italiano, la soluzione per costruire una società justa e a favore di popoli.
©marianoabis




Nessun commento:

Posta un commento