Sappiamo anche che le azioni eclatanti, specie quelle accompagnate da qualche stravolgimento di "regole statali" provocano grande interesse persino sui media "italiani".
Regalare formaggio, latte, e ricotta, è una chiccheria assoluta, imbiancare del colore del latte strade, piazze, e persino fiumi, è invece un atto rabbioso, se non brutale.
Ma se il fine è destare l'attenzione della gente sui problemi dei pastori, trovo justo e condivisibile l'imbiancamento.
Il fatto è che la protesta del mondo rurale e pastorale non è rivolta solo a problematiche economiche, ma abbraccia tanti altri temi.
E sta diventando una sorta di collante tra i pastori e tutto il popolo sardo.
Sappiamo che ogni crisi crea sicuramente sofferenze, ma crea anche opportunità e sprona a cercare soluzioni, una delle soluzioni potrebbe essere quella di completare il ciclo latte-formaggio in maniera autonoma, senza passare dalle incertezze di un rapporto squilibrato con gli industriali caseari.
Sappiamo (purtroppo), e questo lo dice la nostra storia recente, che quando il popolo sardo ha avuto la vittoria totale e assoluta a portata di mano, si è accontentato di risultati parziali.
Sappiamo che i pastori pensano di dare
risalto alla loro azione minacciando di blindare i seggi elettorali,
come a dire se non mi paghi di più il latte, io non voto, e non faccio
votare.
Sarebbe molto più justo il ragionamento contrario, cioè non voto
perchè ambisco alla libertà della mia terra.
Una volta proclamato,
lo Stato Sardo avrebbe grande interesse a valorizzare il mio prodotto.
La speranza è che una volta ottenuti risultati economici, le azioni continuino, e si concentrino su tematiche più generali, a beneficio di tutto il popolo sardo.
La tanto sbandierata unità dei sardi potrebbe iniziare da qui.
:Mariano-Abis:
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