Dopo Trexenta, un altro brano degli Ethnofax.
Si chiama Neapolis, ma avrebbe potuto semplicemente intitolarsi Koinè, la Koinè della musica e della lingua e del sangue mediterraneo che ci accomuna.
Le opere figurative sono di Mariano Abis.
Jolao77 esprime i complimenti a Pier Paolo, a Mauro, a Massimo e a Franco.
Gli Ethnofax
Mauro Podda guitar, synth-guitar
Massimo Menta guitar
Paolo Sciola bass, sinth-bass
Franco Montis drums
-
Per concludere alcune poesie di Pier Paolo Sciola
Nella chimica micia
Passano i giorni e scorre
come niente
il non saper che fare
mentre la vita cancro
ti cresce muschio
indifferente sulle spalle
Così è la morte nostra
quotidiana
nella chimica micia
che deterge
e graffia via
pensieri
Una fede dimagrita
mi scivola dal dito
ingrassa il frigo
di occasioni di
rapine da tentare
Tutto qui il nostro dire
ci vorrebbe Carver
a dipingere i silenzi
che Hopper ci ha prestato
Ma siamo giù nell’Isola
e Ypsilon non è
ancora lettera
d’alfabeto che sappiamo...
compitare
Vasi rotti
Tutte a pezzi le mie cose
i miei frantumi
il frantoio dove dentro
mi macero il cristallo e faccio
finta di aggiustarmi
in pubblico i miei vetri
Sono stato forse
un bel vaso cinese cesellato
dipinto di ceramica
con mani sublimi di virtù e
pazienza
da sapienti dita femminili
La vita ha detto altro
nemmeno mi commuovo
nel ricordo delle tessere disperse
di ciò che avrei potuto essere
e non sono stato mai
Nessuno suona mai alla nostra porta
Cos'è rimasto ancora
dei tuoi sogni e delle cose
disperate
che pensavi e ancora fai
nel deserto rigoglioso
della tua immaginazione?
Una parvenza ottusa di serenità
una magra vacuità
è quel che resta insieme
al tempo lento e inarrestabile
che ti trapassa e ci
oltrepassa
Una pioggia trasparente di neutrini
mista a poca luce ancora
perennemente da bruciare
è l'unica benedizione
che ti caschi addosso la candela
lenta che si estingue
L'amore è cosa andata
la passione roba altrui
da giovani superstiti
in bianco e nero il film
ormai privo di sonoro ma...
Lui continua a battere e pulsare
a sognarci insieme giunti
ancora pieni di colori
https://jolao77.blogspot.com/2020/02/gli-amici-musicisti-di-jolao77.html
quotidiana
nella chimica micia
che deterge
e graffia via
pensieri
Una fede dimagrita
mi scivola dal dito
ingrassa il frigo
di occasioni di
rapine da tentare
Tutto qui il nostro dire
ci vorrebbe Carver
a dipingere i silenzi
che Hopper ci ha prestato
Ma siamo giù nell’Isola
e Ypsilon non è
ancora lettera
d’alfabeto che sappiamo...
compitare
Vasi rotti
Tutte a pezzi le mie cose
i miei frantumi
il frantoio dove dentro
mi macero il cristallo e faccio
finta di aggiustarmi
in pubblico i miei vetri
Sono stato forse
un bel vaso cinese cesellato
dipinto di ceramica
con mani sublimi di virtù e
pazienza
da sapienti dita femminili
La vita ha detto altro
nemmeno mi commuovo
nel ricordo delle tessere disperse
di ciò che avrei potuto essere
e non sono stato mai
Nessuno suona mai alla nostra porta
Cos'è rimasto ancora
dei tuoi sogni e delle cose
disperate
che pensavi e ancora fai
nel deserto rigoglioso
della tua immaginazione?
Una parvenza ottusa di serenità
una magra vacuità
è quel che resta insieme
al tempo lento e inarrestabile
che ti trapassa e ci
oltrepassa
Una pioggia trasparente di neutrini
mista a poca luce ancora
perennemente da bruciare
è l'unica benedizione
che ti caschi addosso la candela
lenta che si estingue
L'amore è cosa andata
la passione roba altrui
da giovani superstiti
in bianco e nero il film
ormai privo di sonoro ma...
Lui continua a battere e pulsare
a sognarci insieme giunti
ancora pieni di colori
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