domenica 25 agosto 2019

La cosiddetta repubblica italiana assomiglia a un paio di occhiali senza lenti

Votare e delegare non è democrazia, è una presa in giro.
A volte, in rete, durante la lettura di qualche post autoprodotto da miei contatti, mi riprometto di mettere un bel like convinto, salvo ricredermi dopo la lettura delle conclusioni, che terminano immancabilmente con le parole votazioni, elettore, referendum, partecipazione.

Informo che la partecipazione non è il mero ricorso al voto, ma cercare di incidere sulla società e sulla politica, e non è certo votando che si incide sulle decisioni che verranno prese, questa falsa democrazia di chiara marca sionista certifica che è soddisfatta, solo quando la gente sa che è andata a votare, se poi il suo voto, come è nella realtà, non verrà preso in considerazione è un altro discorso.

L'ultima volta che ho votato mi sono sentito preso in giro dal presidente del seggio che diceva "il sig abis ha votato" (che ho immediatamente tradotto con la frase: il signor balossu ha votato).
La gente che crede che mettendo un pezzo di carta in una scatola di cartone decide proprio futuro, è una condizionata televisiva, a proposito, non avete buttato ancora la tv in discarica?





L'archeologia mette in risalto il fatto che sardegna è piena di strutture similcircolari concentriche, spesso costruite a più livelli, delle esedre che richiamano le agorà elleniche, dove presumibilmente il popolo si riuniva in assemblee, e prendeva in tempi relativamente brevi decisioni inerenti la vita sociale e politica della contrada.

Voglio pensare che quei manufatti in pietra avessero soprattutto quella funzione, concedere un sito dove decidere senza bisogno di deleghe, votazioni, elezioni, partiti o faccendieri.
La forma più nobile della democrazia è l'adozione delle assemblee delle Donne e degli Uomini Liberi di decidere, mi piace pensare che le decisioni degli antichi sardi fossero improntate al rispetto meritocratico del diritto più nobile che esiste, il Diritto Divino.

Mai più deleghe, mai più rappresentanti, mai più votazioni ed elezioni, mai più partiti politici intrisi del rancido sapore di ideologie estranee alla nostra cultura, ideologie dettate da quella innaturale forma di stato fasullo che chiamano repubblica italiana.

Così fasullo che sembra riso senza il curry, il porchetto arrosto senza il cannonau, le seadas senza il miele, la sardegna senza spiagge, o senza il mirto, è come un sardo senza arresoja, come una vacca senza latte, una zanzara senza pungiglione, una nuvola senza acqua.

La cosiddetta repubblica italiana assomiglia a un mezzo di trasporto senza conducente, a una stampante senza inchiostro, un libro senza testo, un paio di occhiali senza lenti, assomiglia a un sardo che si definisce italiano, è come il tacchino che organizza il cenone di natale.

:Mariano-Abis:






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