domenica 14 gennaio 2024

Il canale YT del mio amico Pier Paolo

 



@pierpaolosciola2697

Carlos Castaneda, nei suoi libri, ha parlato delle sue esperienze con il peyote (Lophophora williamsii), una pianta allucinogena altrimenti chiamata mescàl. Pare che quando se ne faccia uso, el mescalito insegni a ciascuno un canto, una musica, una melodia personale da portare dentro, da evocare e tirare fuori nelle difficili occasioni della vita. Questo tema musicale è chiamato il canto del naguàl. Ognuno di noi ne ha uno dentro. Il mio è questo, senza se e senza ma. Composto nel '90 con computer Atari 1050 e programma musicale Cubase della Steimberger. Il tutto suonato via MIDI con una chitarra equipaggiata con trasduttori analogico-digitali attraverso il Roland GR2, un expander, ovvero un magazzino di suoni in PCM di tutti gli strumenti. Dato che si tratta della mia melodia portante (misolidia, in termini tecnici) ho presunto di addobbarla con immagini personali riguardanti la mia vita. Chiedo venia in anticipo per la presunzione. Non mi aspetto che piaccia a qualcuno. A me invece tanto.



Mi sto venendo a noia da quanto eravamo bravi a suonare. Tutti brani originali di 22 anni fa. Tottu genti de is biddas, anzi... dei peggiori bar di Caracas.






Un altro brano di Ethnofax. In origine questo pezzo si chiamava "Mare Nostrum". Ho preferito ribattezzarlo come "Islà", del tutto arbitrariamente, anche per adattarlo al testo che ho deciso di aggiungere. In ogni caso la musica è sempre la stessa. Credo bella.





Composto in origine con Atari 1050 (se non ricordo male), Cubase e guitar synth Roland GR 2. Il MIDI permetteva di usare tanti suoni campionati. La prima parte della melodia infatti prevedeva un suono metallico di tromba con sordina alla Miles Davis (di qui il titolo), la seconda è frutto della creatività di Mauro Podda. Il file del brano originale suonato dall'intero gruppo Ethnofax è andato perso. Ripropongo qui una bellissima versione di Massimo Menta il quale lo ha ricostruito da solo, riarrangiato e suonato per intero, assolo compreso. Menzione speciale per i suoni "spaziali" che è riuscito a trarre dalla chitarra e per la "fantasia" nel reinterpretarlo.





Soltanto un altro degli Ethnofax. Si chiama Neapolis ma avrebbe potuto semplicemente intitolarsi Koinè, nel senso della musica e della lingua e del sangue mediterraneo che ci accomuna. Le opere figurative sono di Mariano Abis. Dal CD Genoma.







Dopo tanti anni, un tributo dovuto a Mauro Podda, Massimo Menta e Franco Montis. Compagni di viaggio in una esperienza musicale che non ha avuto la fortuna che avrebbe meritato. L'assolo finale di Mauro Podda vale il prezzo del biglietto. Uno dei più belli che mi sia mai capitato di sentire in assoluto in 61 anni di vita, non soltanto perché ho avuto la fortuna di assistervi in diretta e comparteciparvi. Il brano accusa la mancanza di un testo e di una voce al canto. In ogni caso, nella prima metà, è possibile discernere un'alternanza fra 4/4 e 5/4. Il finale è da brividi, IMHO.







Un altro brano degli Ethnofax, Trexenta, questa volta illustrato dalle splendide opere di Mariano Abis.





Il gruppo Ethnofax
Mauro Podda: guitar, synth-guitar 
Massimo menta: guitar 
Paolo Sciola: bass 
Franco Montis: drums



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