sabato 21 ottobre 2023

Racconto: da ajaiu Serapiu al culmine illusorio della realtà artificiale




 

 


Certo mio bisnonno Serapiu, se potesse vedermi, ma non è detto che non mi veda, mai e poi mai avrebbe immaginato che qualcuno dei suoi discendenti avrebbe deviato dalla strada di campagna che lui conosceva bene, strada che immaginava non potesse essere modificata in alcun modo, la strada della ruralità, dell'abbondanza di ossigeno e di respiro, di contemplazione della natura, dell'alzarsi prima dell'alba per soddisfare il bisogno di nutrimento dei suoi animali.

La strada della fatica e del sudore, la strada del sano riposo, la strada che per noiosa stanchezza porta a generare una discendenza numerosa. 

Molto tempo è passato da allora, molta pioggia è caduta dal cielo, molte nuvole hanno disegnato nel cielo draghi e volti immaginari.

Purtroppo quelle nuvole non ci sono più, il cielo ha smarrito la sua fantasia, è diventato amorfo e grigiastro, di un grigiume lattigginoso che a volte incute paura.I suoi discendenti non possono esercitare la fantasia guardando il cielo, e per l'inventiva si devono rivolgere altrove. 

Disegno da sempre, dipingo dagli anni settanta, da allora ho fatto svariate mostre collettive, alcune personali, ho realizzato inoltre alcune sculture su pietra e legno, e qualche incisione su linoleum.

Non ho mai fatto (anche se il progetto non è del tutto svanito) interventi tipo
performance d'artista, o happening o land art, o similari, ho realizzato in sinergia alcuni murales e pannelli di grandi dimensioni.

Comunico quasi sempre a chi acquista le mie opere che sto vendendo la metà di ciascuna realizzazione, sto vendendo l'espressione concreta di un pensiero, di un concetto, di una intuizione, di una sintesi, capita spesso che il concetto mi emoziona più dell'opera concreta, ma a volte succede anche il contrario.

I miei figli sparsi per il mondo sono tanti, ma al contempo sono sempre con me.

Uso forse troppo la rete, in quella rete ci metto di tutto, anche le immagini dei miei figli, quelli che ancora mi fanno compagnia e quelli che mi hanno salutato, presi per mano da chi ha lasciato qualche banconota nelle mie.

Ieri mi sono dovuto ricredere sul fatto che avrei potuto tenere tutti i miei figli con me.

Qualcuno mi ha detto che avrebbe desiderio di acquistare l'anima dei miei figli e che mi sarei potuto tenere in casa il loro corpo.

A lui bastava mettere in fila le mie opere e usare la sua particolare macchina fotografica, non chiedeva altro.

Voleva comprare l'essenza e lasciarmi il concreto, ho dovuto meditare su quello scambio che mi sembrava illogico e incomprensibile.

Sono restato analogico, ma devo giocoforza fare i conti col digitale, che non capisco abbastanza e mai capirò del tutto.

Per fortuna ho molti amici che col digitale ci sguazzano allegramente al pari delle rane in uno stagno nel quale il sottoscritto affogherebbe.

Ho interpellato alcuni di loro, ma alcuni non sono bastati e alla fine ho dialogato con tutti.

Loro seduti in cattedra e io facente funzione di scrupoloso discente.

Mi hanno spiegato che oggi possedere materialmente qualcosa ha meno valore se confrontato con l'essenza immateriale di quel qualcosa, a mio modo di vedere quell'essenza dovrebbe raffigurare la proprietà intellettuale di quel bene.

Disegno da sempre, dipingo dagli anni settanta, ma mai e poi mai avrei immaginato di trovarmi impelagato nel dilemma che quell'acquirente mi ha costretto a valutare.

Trascorre una settimana e il tizio si rifà vivo e mi chiede di poter acquistare l'anima delle mie creature, è disposto a pagare esattamente il prezzo da me stabilito per una dozzina di opere.

Rispondo che quel prezzo è relativo al valore delle mie opere materiali, ma che per venderne anche l'anima avrei chiesto tre volte tanto, mi fece capire che era orientato ad accettare il valore da me stabilito e che avremmo concluso nel giro di pochi giorni.

Quando ricontatto il più esperto dei miei amici "digitali" esponendogli l'accaduto mi invita a recarmi subito nella sua casa per consultare insieme un super computer collegato a una forma di rete che non conoscevo.

In base alle ricerche fatte mi dice che forse ha capito il meccanismo per il quale tra i due l'affare più remunerativo era a favore dell'acquirente.

Mi spiega che avendo a disposizione i file di una dozzina di opere poteva utilizzare l'intelligenza artificiale per creare infinite immagini digitali di sua proprietà con lo stile pittorico e concettuale presenti nelle mie realizzazioni artistiche.

Se da una parte sono restato soddisfatto dal fatto che qualcuno apprezza i miei lavori, dall'altra mi costringe ad un ripensamento e approfondimento della questione.

Al momento non ho ancora deciso il da farsi, non so se sia conveniente tenere materialmente con me i miei figli e venderne l'essenza, o tenermi l'essenza e vendere il concreto.

Magari la scelta giusta è tenermi sia l'essenza che il concreto, in attesa di far luce su questo aspetto che ho intenzione di approfondire, sto valutando il fatto se non sia il caso di chiamare il compratore di anime e dirgli che rinuncio all'opportunità.

:Mariano-Abis:








 

 



 

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