DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
Ieri ho visto un post pubblicato su uno dei tanti diari del sig. Mauro Pili. Riportava un video realizzato nel sito archeologico di Oschiri denominato S. Stefano, nel quale un signore dava lezione di archeologia con fare teatrale, ma ahimè poco convincente anche per chi come me, poco si intende di tale argomento. Il sito archeologico è sicuramente di straordinaria importanza e avrebbe perciò richiesto personale altamente qualificato per esporre correttamente il significato di quel sito. Ho pubblicato nel diario del sig Pili alcuni commenti (sette per la precisione) che sono stati cancellati con una velocità incredibile. Quali erano i miei commenti? Semplice, volevo sapere e far sapere ai lettori, dove quel signore che con tanta enfasi dava le sue lezioni, aveva appreso la difficile arte dell’archeologia e chiedevo appunto: Ma si può sapere dove questo signore ha studiato archeologia? Nessuna risposta! E anzi, la risposta è stata che dopo poco tempo il commento mi veniva cancellato. Ho ripetuto la medesima domanda più volte in forme diverse ma la risposta è stata sempre la stessa: cancellato, cancellato, cancellato……. Ma non basta, dopo circa mezzora, sono stato persino bannato…..non potevo più interagire!
Ora quel post messo nella pagina del sig. Mauro Pili mi obbliga a pensare che lui lo abbia pubblicato o quantomeno qualcuno a lui vicino con il suo consenso. E’ stato pubblicato in occasione della presenza ad Oschiri del medesimo Sig. Pili per l’inaugurazione di una nuova sede di UNIDOS. Questo l’antefatto. Lì per lì non ho dato peso alla questione che anzi mi ha fatto sorridere ma a ben pensare mi ha portato a fare alcune considerazioni, e non di poco conto. Sig. Pili, non potendo interagire nel suo diario, mi rivolgo a Lei e lo faccio con questo mezzo a mia disposizione. Primo: In alcun modo ho cercato lo scontro con Lei né con altri a Lei vicino, volendo semplicemente farLe notare che quella persona (pseudoarcheologo) ha marionettato su qualcosa di realmente sacro e non solo per i sardi; Secondo:Comprendo che Lei abbia necessità del consenso popolare per poter continuare la Sua carriera politica, comprendo anche che pur di ottenerlo Lei continui ad usare gli stessi mezzi ed argomenti da sempre usati dai politici (?) avvicendatisi al governo della Sardegna dal dopoguerra in qua; Terzo: Non ho potuto fare a meno di constatare che Lei non accetta il confronto nemmeno di persone che estranee ed avulse dal sistema politico, potrebbero in ipotesi, darle qualche buona informazione, soprattutto se queste sono desiderose di libertà vera. A fronte di quanto su detto mi corre l’obbligo, da sardo settantenne, libero nell’anima, nel cuore e nella mente da sempre, chiamato a forza a dover in qualsivoglia modo PARTECIPARE alle attività politiche e non per la liberazione del popolo sardo sono costretto a dirle: MI SENTO DELUSO E ANCHE TRADITO PER L’ENNESIMA VOLTA anche da Lei! Lei come tutti gli altri, non ama la reale fattiva partecipazione dei sardi destinatari della loro stessa LIBERTA’ ovvero la ama sì ma nella misura in cui, loro, i sardi, incantati dal suono del flauto, le concederanno il loro consenso attraverso il voto. E pensare che ultimamente non sono stato avaro di compiacimento nei suoi confronti, specialmente quando ha pubblicamente denuciato il malaffare italiano in terra di sardegna. Mi sono anche scontrato con qualche amico e conoscente per difendere il suo operato, col risultato di venire tacciato persino di ingenuità. AVEVANO RAGIONE, LO CONSTATO AMARAMENTE!
Sono certo che Lei sa che sono impegnato in su Movimentu de Liberatzione Natzionale Sardu (Logudorese) e forse sa anche che non mi sto risparmiando; intendo dire che non è facile per me e per noi del Movimento trovare consensi (a buon mercato), Sa perché? Noi raccontiamo la verità, cosa a cui i sardi ahimè, non sono più tanto abituati. Raccontare la verità sulla loro, nostra libertà è pericoloso, non ci dà consensi immediati; noi continuiamo a raccontarla spiegando in modo semplice che cos’è l’autodeterminazione e quali i suoi effetti e, che cos’è l’indipendentismo e quali i suoi effetti ad oggi ottenuti. Miro e miriamo non già a fare sterile proselitismo, quanto piuttosto far conoscere quale via sia maggiormente percorribile e quale no per il raggiungimento della libertà, lasciando loro la scelta, ovvero la partecipazione anche esasperata ma, PARTECIPAZIONE. Desidero a questo punto dirLe, non faccia l’ulteriore errore di considerare queste mie righe, superficiali o peggio inconcludenti, poiché in tal caso avrei ulteriore conferma che poco Le interessa la partecipazione mentre le confà accumulare sudditi pronti a stendere la manina per ottenere l’obolo in cambio del voticino. Le mie parole Sig. Pili, sono le parole di un sardo che grida a scuarciagola fin dal grembo di sua madre LIBERTA’… LIBERTA’….LIBERTA’ ALL’INFINITO; SONO LE PAROLE DI UN UOMO CHE PER SE E I SUOI COMPATRIOTI, E’ DISPOSTO A FARE QUALUNQUE COSA, senza mentire mai e per nessuna ragione perché di menzogne la Nazione Sarda ne è ricolma.
Il tempo delle chiacchiere è finito; il tempo della menzogna è finito; il tempo di strategie politiche insane è finito, è finito il tempo delle favole e non mi riferisco a quelle delle janas. E’ il tempo dell’unione vera, quell’unione che DEVE vedere persone pronte a tutto per l’ottenimento della libertà della nazione sarda e per una volta presti credito al fatto che l’autodeterminazione mediante l’applicazione del diritto sia esso internazionale che nazionale italiano è l’unica via che garantisce il raggiungimento della libertà giustamente pretesa, e non chiesta e quasi certamente negata, attraverso altri mezzi dispersivi e alquanto incerti.
Ora quel post messo nella pagina del sig. Mauro Pili mi obbliga a pensare che lui lo abbia pubblicato o quantomeno qualcuno a lui vicino con il suo consenso. E’ stato pubblicato in occasione della presenza ad Oschiri del medesimo Sig. Pili per l’inaugurazione di una nuova sede di UNIDOS. Questo l’antefatto. Lì per lì non ho dato peso alla questione che anzi mi ha fatto sorridere ma a ben pensare mi ha portato a fare alcune considerazioni, e non di poco conto. Sig. Pili, non potendo interagire nel suo diario, mi rivolgo a Lei e lo faccio con questo mezzo a mia disposizione. Primo: In alcun modo ho cercato lo scontro con Lei né con altri a Lei vicino, volendo semplicemente farLe notare che quella persona (pseudoarcheologo) ha marionettato su qualcosa di realmente sacro e non solo per i sardi; Secondo:Comprendo che Lei abbia necessità del consenso popolare per poter continuare la Sua carriera politica, comprendo anche che pur di ottenerlo Lei continui ad usare gli stessi mezzi ed argomenti da sempre usati dai politici (?) avvicendatisi al governo della Sardegna dal dopoguerra in qua; Terzo: Non ho potuto fare a meno di constatare che Lei non accetta il confronto nemmeno di persone che estranee ed avulse dal sistema politico, potrebbero in ipotesi, darle qualche buona informazione, soprattutto se queste sono desiderose di libertà vera. A fronte di quanto su detto mi corre l’obbligo, da sardo settantenne, libero nell’anima, nel cuore e nella mente da sempre, chiamato a forza a dover in qualsivoglia modo PARTECIPARE alle attività politiche e non per la liberazione del popolo sardo sono costretto a dirle: MI SENTO DELUSO E ANCHE TRADITO PER L’ENNESIMA VOLTA anche da Lei! Lei come tutti gli altri, non ama la reale fattiva partecipazione dei sardi destinatari della loro stessa LIBERTA’ ovvero la ama sì ma nella misura in cui, loro, i sardi, incantati dal suono del flauto, le concederanno il loro consenso attraverso il voto. E pensare che ultimamente non sono stato avaro di compiacimento nei suoi confronti, specialmente quando ha pubblicamente denuciato il malaffare italiano in terra di sardegna. Mi sono anche scontrato con qualche amico e conoscente per difendere il suo operato, col risultato di venire tacciato persino di ingenuità. AVEVANO RAGIONE, LO CONSTATO AMARAMENTE!
Sono certo che Lei sa che sono impegnato in su Movimentu de Liberatzione Natzionale Sardu (Logudorese) e forse sa anche che non mi sto risparmiando; intendo dire che non è facile per me e per noi del Movimento trovare consensi (a buon mercato), Sa perché? Noi raccontiamo la verità, cosa a cui i sardi ahimè, non sono più tanto abituati. Raccontare la verità sulla loro, nostra libertà è pericoloso, non ci dà consensi immediati; noi continuiamo a raccontarla spiegando in modo semplice che cos’è l’autodeterminazione e quali i suoi effetti e, che cos’è l’indipendentismo e quali i suoi effetti ad oggi ottenuti. Miro e miriamo non già a fare sterile proselitismo, quanto piuttosto far conoscere quale via sia maggiormente percorribile e quale no per il raggiungimento della libertà, lasciando loro la scelta, ovvero la partecipazione anche esasperata ma, PARTECIPAZIONE. Desidero a questo punto dirLe, non faccia l’ulteriore errore di considerare queste mie righe, superficiali o peggio inconcludenti, poiché in tal caso avrei ulteriore conferma che poco Le interessa la partecipazione mentre le confà accumulare sudditi pronti a stendere la manina per ottenere l’obolo in cambio del voticino. Le mie parole Sig. Pili, sono le parole di un sardo che grida a scuarciagola fin dal grembo di sua madre LIBERTA’… LIBERTA’….LIBERTA’ ALL’INFINITO; SONO LE PAROLE DI UN UOMO CHE PER SE E I SUOI COMPATRIOTI, E’ DISPOSTO A FARE QUALUNQUE COSA, senza mentire mai e per nessuna ragione perché di menzogne la Nazione Sarda ne è ricolma.
Il tempo delle chiacchiere è finito; il tempo della menzogna è finito; il tempo di strategie politiche insane è finito, è finito il tempo delle favole e non mi riferisco a quelle delle janas. E’ il tempo dell’unione vera, quell’unione che DEVE vedere persone pronte a tutto per l’ottenimento della libertà della nazione sarda e per una volta presti credito al fatto che l’autodeterminazione mediante l’applicazione del diritto sia esso internazionale che nazionale italiano è l’unica via che garantisce il raggiungimento della libertà giustamente pretesa, e non chiesta e quasi certamente negata, attraverso altri mezzi dispersivi e alquanto incerti.
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