Libri di interesse pubblicati o pubblicizzati da ilsovranista.it
Romanzo
Il gioco delle tre carte
romanzo di Mariano Abis
Romanzo completo in 15 puntate.
Libro su tematiche monetarie
Perchè le tasse non sono dovute
di Paolo Maleddu
LINK PER L’ACQUISTO
un sentito grazie all'ottimo Jacopo Cioni e
a tutta la redazione de ILSOVRANISTA
LA PRIMA LETTERA DELLA PAROLA WORLD
romanzo di ©marianoabis
“E itta esti, non stadiasta beni innoi, ca tindi andas, bai, bai con Deus e con Silviu, attesu de innoi.
Babbu Nostru, castiadda.
Custu prattu chi t’ha donau a papai, du segu in terra, po chi non ti serbada prusu, e non torristi a domu mai prusu assoba.
Babbu Nostu castiadda.”
Il piatto in ceramica si frantuma in mille pezzi, scagliato con forza e con rabbia da mamma Luisa a pochi centimetri dai piedi della futura sposa, e qualche scheggia vola, impazzita tra gli invitati, e fa compagnia a chicchi di riso e grano che si spargono tutt’attorno, impigliandosi tra i capelli delle invitate.
Le espressioni campidanesi che mamma Luisa usa per dare un risentito addio alla sua unica figlia, è quanto mai chiara: vai, se non stavi bene con noi, vai, vai con Dio e con Silvio, lontana da noi.
Padre Nostro, proteggila.
Questo piatto che tante volte ti ha dato da mangiare, lo taglio in mille pezzi, e non tornare mai più in questa casa da sola.
Il rito de “s’aratzia”, compiuto secondo i dettami della tradizione di villasor, paese natale di mamma Luisa, è stato particolarmente toccante, sia per i molti invitati da papà Gesuino e mamma Luisa, sia per Sandra stessa, che si commuove solo quando c’è bisogno di certificare un importante addio.
Le due donne si abbracciano forte, e certo qualche lacrima fa capolino, prontamente asciugata da impercettibili gesti, che nascondono espressioni di commozione che in sardegna non sono né gradite, né usuali, o quanto meno si cerca di tenerle ben celate, almeno in pubblico.
E appena si riprende dalla commozione, e si avvia verso la chiesa che la vedrà sposa, ecco altri piatti frantumarsi a pochi centimetri dai suoi piedi, anche i vicini di casa le danno l’addio allo stesso modo, certo è che qualcuno di essi è stato usato da Sandra più di una volta, perché più di una volta è stata invitata a pranzo dai vicini di casa.
Indossa un semplicissimo abito celestino, ma è acconciata sui capelli con un voluminoso alternarsi di pizzi, veli, e fiori posticci, forse per nascondere il fatto che, da vero maschiaccio, usa portare i capelli cortissimi.
Nemmeno il giorno delle sue nozze è voluta venir meno a questa sua caratteristica, e i capelli di un nero corvino, tagliati il giorno prima, quasi non si vedono.
Non è una ragazza che si lascia andare spesso alla commozione, ma oggi è per lei, forse, il giorno più importante della sua vita, e tutti sono stupiti nel vedere due lacrime solcarle il viso, che rovinano parzialmente l’accurato lavoro della visagista.
Andrà a sposare l’unico uomo che le abbia comunicato un senso di protezione, in quanto raramente ha avuto bisogno di essere appoggiata da altri.
Sandra è una ragazza che ha sempre saputo come difendersi, e già da bambina, era lei che prendeva le difese, anche dei suoi amici maschietti, incurante di qualsiasi pericolo.
Ma ora ha Silvio al suo fianco, e dovrà per forza di cose abbandonare certi atteggiamenti, che dovranno lasciare il posto alla sua femminilità.
Il viso ovale, leggermente allungato, trapuntato da due occhi grandi, scurissimi ed espressivi, è grazioso in maniera persino troppo evidente, e il deciso rossetto di un inusuale colore rosa le danno un’aria da sofisticata bambolina.
Una donna bellissima; ora più che mai, il suo uomo deve restare sorpreso dalla sua splendente bellezza.
E il corteo si avvia verso le auto, parcheggiate lungo una delle strade principali di olbia, la grande casa dei genitori è molto bella, situata nella piazza più importante della cittadina.
E gli invitati non sono da meno, tutti elegantissimi, stona solo il bianco accecante dell’abbigliamento del suo amico sceicco di dubai, mentre le sue mogli indossano abiti che potrebbero definirsi, con le dovute cautele, occidentali.
Accanto agli invitati maschi, vestiti tutti pressoché allo stesso modo, fanno da contraltare i mille colori dalle innumerevoli tonalità accese degli abiti delle loro signore, adeguati al periodo, la primavera.
Capitani di industria, due sottosegretari, finanzieri, fanno da contorno alla bellezza della sposa.
Il corteo arriva in breve tempo alla chiesa, lo spazio antistante è quasi completamente occupato dagli invitati dello sposo.
Sandra, che per una volta, ha deciso di emozionare il suo uomo, vista la grazia e l’abbigliamento; sente un tuffo al cuore appena lo vede, andranno a certificare che non si dovranno separare mai, essendo entrambi profondamente cattolici.
Non praticanti.
Ma non sa che l’immagine della donna che si presenterà di fronte a Silvio, sarà per lui addirittura sconvolgente.
Troppa la differenza di stile tra la persona che è abituato a vedere durante la quotidianità, femminile, si, ma senza forzature che mirino a condizionare un uomo, ma tra poco lui sarà di fronte ad uno splendore quasi abbagliante.
Gli invitati di Silvio, che occupano la parte centrale della piazza, all’arrivo degli amici e parenti della sposa, si dispongono sui lati, e allo sposo appare all’improvviso l’immagine della sua donna, a braccetto col genitore.
Anche tra gli invitati della famiglia di Silvio, ci sono rappresentanti politici della sua zona di origine, imprenditori, ufficiali dell’esercito, e parenti altolocati.
Un matrimonio “politico”, si potrebbe definire, ma così non è, i due si sono conosciuti in circostanze abbastanza inusuali, e la politica ha fatto da contorno al loro primo incontro, solo in maniera marginale.
E poi Sandra, pur essendo il genitore impegnato in politica, svolge un’attività che non ha alcuna relazione con essa.
Certo, mamma Luisa e papà Gesuino avrebbero voluto che lei si impegnasse in politica, sulle orme del papà e del nonno, ma lei non ne volle sapere, ed entrò subito, appena terminato un corso professionale, nel mondo del lavoro.
E durante le vacanze estive, tra una classe e l’altra, scelse di lavorare in strutture di accoglienza di turisti tra le più prestigiose della sardegna, per dare un senso al suo futuro curriculum.
Lavorava in strutture alberghiere per lo più a cinque stelle, e in prestigiosi centri vacanze dove, oltre che rendere appetibili le sue competenze, prestava molta cura a scoprire i segreti di ottimi chef e barman tra i più prestigiosi.
Due anni dopo essersi diplomata decise che era venuto il momento di dare un senso concreto alla sua professionalità, e lavorare finalmente per se stessa.
Aprì il più prestigioso dei bar nella piazza considerata tra le più esclusive di tutto il pianeta, quella di piazza san marco, a venezia.
E i suoi clienti, attirati, oltre che dalla raffinata ambientazione che aveva voluto conferire al bar, anche dalla sua esclusiva capacità di accogliere i clienti in maniera inappuntabile, diventavano sempre più importanti e numerosi, e capitava spesso che dovesse servire capi di stato, finanzieri e personalità tra le più importanti del pianeta, varcò la soglia del prestigioso bar, persino qualche testa coronata.
Era diventata una delle barman tra le più conosciute dal jet set.
Fu in quel periodo che conobbe uno dei suoi più grandi amici, un emiro di dubai, perennemente in vacanza, a bordo del suo panfilo, per lo più in viaggio lungo le coste della dalmazia, e che quando decideva di fare costosi omaggi alle sue quattro mogli, sceglieva gli esclusivi atelier e gioiellerie della piazza veneziana, e non mancava mai all’appuntamento con il miglior caffè del mondo, quello di Sandra.
Le mance, in quel periodo, superavano di gran lunga il pur salato conto.
I potenti, se ben serviti, dimostrano di essere generosi, e Sandra faceva del suo esclusivo modo di accogliere, un pilastro del suo successo.
Quando l’emiro, avendo deciso di tenere una sontuosa festa sul suo panfilo, delegò proprio lei per la realizzazione del ricevimento, la ragazza sapeva che non poteva fallire, e organizzò con pignoleria la festa.
Fu portata avanti così bene, che gli invitati scelsero lei, per realizzare le loro feste seguenti.
Ad una di quelle feste conobbe uno degli uomini più ricchi del pianeta, un Americano che sarebbe diventato il suo più convinto ammiratore, sia per la sua bellezza, sia per la sua professionalità.
Ma la cosa che lo invogliava a frequentarla era la sua particolare personalità.
Sandra abbandonò il prestigioso bar, si trasferì in sardegna, e si dedicò alla sua nuova professione, quella di organizzatrice di eventi, per lo più gastronomici.
Sceglieva i cibi senza tener conto del loro prezzo, e in genere presentava solo eccellenze, siano stati alimenti per cene o feste, buffet o pause pranzo di importanti riunioni, o meeting, mettendo particolare cura soprattutto nella scelta dei vini.
E un jet privato del committente era generalmente a disposizione per mettere la ragazza nelle migliori condizioni di scegliere il meglio, in giro per il pianeta.
Quando doveva operare nel continente americano, era ospite del magnate e finanziere Statunitense, che aveva ville dappertutto nei due continenti americani.
La principale base operativa dell’Americano, era comunque a dubai, posto estremamente comodo per raggiungere ogni angolo del pianeta.
Una tappa obbligata per gli approvvigionamenti di Silvia, era naturalmente la sardegna, e accanto al caviale, come in una sfida che sembrerebbe impari, faceva bella mostra di se, anche la classica bottarga sarda.
Le uova del raffinato storione contrapposte a uova della più plebea muggine, che però non ne uscivano mai sconfitte.
E alla bottarga, facevano compagnia nelle stive degli aerei, formaggi pecorini e dolci isolani scelti tra le più rinomate aziende artigianali, e i due liquori tradizionali dell’isola, il filu’e ferru ed il mirto artigianale, erano scelti con assoluta pignoleria.
Quando invece doveva organizzare cene più informali, preferiva far assaggiare un’altra eccellenza della gastronomia sarda, il porchetto arrosto.
I primi tempi, pur apprezzando certi particolari vini isolani, preferiva non imporli in maniera troppo evidente, consapevole che gente così raffinata non avrebbe apprezzato subito gli aromi persino troppo decisi dei prodotti enologici sardi.
Ma quando doveva presentare il porchetto, allora non potevano mancare i vini che più si sposavano con esso, la facevano così da padroni esclusivi i vini sardi, monica, carignano o cannonau.
Anche i molti petrolieri arabi e musulmani, ad onta di quel che si crede, non disdegnavano i liquori e i vini sardi, e soprattutto il porchetto, ma spinti da un doveroso senso di bisogno di acquietare la loro coscienza, lo chiamavano con altri nomi.
Molte tra le cene e ricevimenti tra i più importanti del pianeta, erano organizzati da lei, doveva razionalizzare la sua nuova attività, e non poteva risiedere più in sardegna, perché non servita da aeroporti internazionali.
L’emiro di dubai la convinse che il posto ideale per i suoi spostamenti poteva essere la sua città, servita da un ottimo aeroporto internazionale, senza contare che a un centinaio di chilometri ne esisteva un altro importantissimo, quello di abu dhabi.
Scelse di risiedere nella seconda località, tra i sette emirati si faceva preferire perché il suo aeroporto era in più servito di voli internazionali.
Ma, nonostante tutto, dovette scoprire che la frequentazione col suo amico emiro, proprio nella vicina dubai, veniva ridimensionata, in quanto lui trascorreva molto più tempo in mare che nella sua città.
Paradossalmente lo aveva visto molte più volte nel periodo in cui operava a venezia, in quanto l’emiro rientrava raramente a casa.
Vedeva più spesso il suo ammiratore Americano, che non perdeva occasione di invitarla a cena, e consegnarle costosi regali, e nonostante fosse felicemente sposato, affermava che per lei avrebbe abbandonato persino sua moglie, che risiedeva in america.
Per lui, Sandra era una vera ossessione.
Un giorno la invitò nella sua casa, la definizione sarebbe quella, ma era in pratica una stupefacente reggia, che aveva ben poco di occidentale; le doveva esporre una proposta che avrebbe dovuto essere valutata con la massima ponderatezza:
“Sai quanto ti apprezzi, e ti voglio fare una proposta, ascoltami attentamente, e appena trovi qualcosa che non ti va a genio, interrompimi subito.
Faccio parte di un’organizzazione, ti dirò poi di cosa si occupa, e siccome trovo che mi rubi tempo a quello che mi piace di più, cioè stare perennemente in vacanza, curandomi nello stesso tempo dei miei affari, ho pensato a te per prendere il mio posto all’interno di essa.
Come ben sai, il mio unico strumento di lavoro è il telefono, ho sparsi per il mondo una dozzina di uomini e donne che curano nel dettaglio i miei interessi, ed ho tempo di rilassarmi dove mi pare, ma ultimamente mi pesano le riunioni dell’organizzazione.
Ti trasferirò tutti i privilegi di cui godo, avrai riscontri economici che nemmeno immagini, ti chiedo solo di informarmi costantemente delle più importanti decisioni che verranno prese, e di avallare, spiegare e far approvare, eventuali mie proposte.
Se tu dovessi scegliere di portare avanti un’iniziativa imprenditoriale che ha bisogno di grandi capitali, sappi che sarebbero a tua disposizione in maniera quasi istantanea, come a tua disposizione sarebbe, per esempio, un aereo, se avessi l’esigenza di spostarti in capo al mondo, messo a tua disposizione in tempi rapidissimi.
Tutto questo non lo fornirò io, ma l’organizzazione.
E non avrai bisogno di lavorare, se vorrai, perché avrai a disposizione tante di quelle informazioni, che potresti giocare in borsa continuamente a colpo sicuro.
Le borse azionarie sono rischiose solo per i comuni mortali, per così dire, ma non per noi, noi sappiamo tutto, e decidiamo tutto, fai conto che la storia e l’economia del pianeta, per i prossimi dieci anni, è già stata scritta, tu sarai chiamata, insieme ad altre cinquanta persone, a prendere decisioni per il futuro.
Bene, ti ho illustrato, a grandi linee, cosa comporta far parte dell’organizzazione, ora vorrei sapere, prima che ti spieghi altri particolari, se sei disposta a parteciparvi.
Sappi però, che dall’organizzazione, non si esce, sarai legata ad essa per tutta la vita.”
“Mi hai incuriosito, sai che non mi tiro indietro di fronte a nulla, accetto volentieri, puoi continuare a parlare senza problemi”.
“Bene, ci speravo, non avrei saputo a chi altri chiederlo, in effetti non ho un’altra persona veramente fidata a cui delegare l’incarico, che reputo di gran lunga il più importante della mia attività.
Siamo una specie di organizzazione planetaria di affari, ma non nel senso comunemente inteso, bensì nel più ampio modo che possa esistere, i nostri affari sono stratosferici, globali, e non ci fermiamo di fronte a niente.
Nel momento in cui decidiamo qualsiasi azione, facciamo conto che sia già avvenuta, niente e nessuno riesce a fermarci.
Le nostre azioni sono finalizzate a controllare tutte le economie mondiali, e interveniamo anche a livello politico, o militare, quando si rendesse necessario.
Diamo molta importanza all’aspetto culturale, il controllo della cultura e dell’informazione nel mondo è uno dei nostri principali obiettivi.
Farai parte dell’unica elite finanziaria che esiste al mondo, quella che prende grandi decisioni, quella che decreta se una parte del pianeta debba entrare in crisi, o no, se una società multinazionale possa continuare a operare o debba fallire, abbiamo potere decisionale sull’evoluzione o meno della ricerca scientifica, controlliamo la totalità dei satelliti e stiamo acquisendo i servizi essenziali; sai bene che quando si è passati dalla civiltà contadina a quella industriale, il passo è stato grande, e proprio in quel periodo storico è nato il germoglio dell’organizzazione.
Ora, ma non da ora, sentiamo che dobbiamo indirizzare il mondo verso il superamento della fase industriale, e passare, come già sta avvenendo, alla fase dei servizi.
Stiamo acquisendo tutti i beni essenziali, acqua, energia, servizi pubblici di cui disponiamo la privatizzazione, telefonia, la rete informatica, e quant’altro, le nazioni di fronte a noi perdono rilevanza, perché sono al nostro servizio.
Governiamo, oltre che l’informazione, e quindi anche la storia, tutti i processi economici che abbiano rilevanza, le nostre teorie, funzionali ai nostri bisogni, sono dominanti, chi non si adegua viene zittito, attraverso l’economia controlliamo tutto il pianeta.
Se dovessimo accorgerci che un certo governo è restio a sottoporsi alle nostre direttive, abbiamo i mezzi per esautorarlo.
E se volessimo, anche in breve tempo.
Persino qualche nazione che si pensa sia estranea ai vari sistemi politici, è costretta a concordare con noi future strategie, e in genere è comunque succube delle nostre decisioni.
Operiamo in una sorta di celato monopolio, anche se la gente non se ne accorge.
Non siamo in grado di gestire nelle loro fasi iniziali, solo movimenti estemporanei, nati dalla gente, e fin quando restano di dimensioni ridotte, non ci danno fastidi, ma stai certa che quando acquisissero rilevanza numerica, saremmo in grado di controllarli, infiltrando nostri uomini tra i loro dirigenti.
Il nostro dio, quello a cui dobbiamo attenzione, e che in qualche modo modula le nostre azioni, è la borsa finanziaria.
È forse l’unica componente che ci impone di darle rispetto, l’unica che non possiamo sottovalutare, ma che in genere viene modulata a nostro piacimento.
È l’unico ente a cui dobbiamo obbedire.
Sappi che possiamo fabbricare moneta, tramite stati da noi controllati, e persino, in casi estremi, fabbricarla noi stessi, di nascosto dalle banche centrali.
Moneta corrente perfettamente legale, naturalmente.
Esiste così tanta moneta nel mondo, ma non in circolazione, che è un gioco da ragazzi, per noi, aumentare o diminuire le disponibilità finanziarie di ciascuna nazione, o zona, o continente.
Tutto è sotto al nostro esclusivo servizio, quando controlli economia e cultura, puoi dominare il mondo.
Posso continuare, o ti sto chiedendo troppo?”
“Continua , ma rispondi ad una domanda, mi puoi fare qualche esempio, di grandi avvenimenti passati decisi da voi, o che non siete riusciti a controllare?”
“È presto detto, ti faccio due esempi in cui abbiamo avuto, in passato, enormi difficoltà, ed un altro problematico caso, che però siamo riusciti a risolvere in modo molto proficuo, ben al di là delle nostre aspettative, anche se in tempi lunghissimi; bada bene però, sono solo tre esempi, il mondo, in genere, gira come decidiamo noi.
L’esempio che ci ha dato molte soddisfazioni, è riferito al mondo occidentale del lavoro, con particolare attenzione alla tua nazione.
Partiamo dalla fine della seconda guerra mondiale, come ben sai il mondo, allora, era diviso in due blocchi contrapposti, quello sovietico e quello atlantico, e la nostra organizzazione, che chiamiamo w, la w di world, era presente in entrambi i blocchi, a noi stava bene così, li controllavamo comunque entrambi.
Avevamo l’esigenza di far ripartire la macchina industriale del pianeta, di incentivare la produzione di beni, di riconvertire, insomma, le produzioni, bada bene, anch’esse precedentemente controllate da noi stessi; anzi, in questo caso, mi spingo ancora più in là, e ti dico che effettivamente possedevamo tutte le industrie più rilevanti, creavamo organismi multinazionali, per noi il mondo non ha né confini, né frontiere, quelli li lasciamo volentieri alla gente, per poterla controllare meglio.
E se una nuova grande industria nasceva, automaticamente veniva informata dell’esistenza della w, e spontaneamente aderiva all’organizzazione.
Dovevamo, prima di tutto, invogliare la gente a consumare i nostri prodotti, nacque così la società dei consumi, un nostro vecchio progetto che non si è potuto attuare prima, per varie ragioni.
Avendo a disposizione la totalità dei mezzi di informazione, decidemmo che bisognava convincere la gente ad acquistare oggetti inutili, invogliando chi possedeva un oggetto funzionante, a sbarazzarsene, e acquisire un suo sostituto, dalle caratteristiche superiori e meglio presentato, il fattore estetico in materia, giocava un ruolo decisivo.
Usavamo continuamente la tecnica del restyling, che funzionava egregiamente, capitava, per esempio, che producevamo un oggetto perfettamente uguale al precedente, ma presentato in maniera più moderna, la gente credeva di avere tra le mani un bene più attuale, ma era esattamente lo stesso.
Oppure presentavamo oggetti non necessari, perfettamente superflui, li mettevamo nelle mani di attori e cantanti, o sportivi dal grande seguito, loro apparivano in televisione e sui giornali, con in mano quegli oggetti, e la gente li acquistava solo per quel motivo; all’atto dell’acquisto si immedesimavano in quelle persone, ed erano felici di avere a disposizione beni perfettamente inutili.
Il giochino, come ben sai, continua ancora.
Era, ed è, effettivamente un grosso imbroglio, ma la gente era soddisfatta, e la sua vita aveva fatto un rilevante salto in alto nella scala dell’autostima.
Naturalmente, per essere certi che il progetto andasse in porto, dovevamo mettere in mano alla gente, qualche soldo in più per gli acquisti.
Nessun problema.
Per un trentennio, bene o male, avevamo lasciato margini operativi alla gente, noi invece aumentavamo in quel periodo, in maniera esponenziale, la nostra potenza finanziaria.
I capitali che sono stati messi a disposizione per l’operazione, erano inizialmente derivati per lo più dai vari discendenti di monarchi del passato, che miravano a riprendersi le varie sovranità che hanno dovuto cedere dalla rivoluzione francese in poi, ma dopo appena una quindicina di anni dalla fine della seconda guerra mondiale, nuovi poteri si erano formati, e si affiancavano alle vecchie casate del passato.
E la gente era soddisfatta della sua vita, aveva riacquistato la speranza nel futuro, ma non si accorgeva che la forbice tra loro e le elite, aumentava in maniera esponenziale.
Esisteva però un problema, gli operai capivano, in un’economia florida, che potevano ottenere di più, che avrebbero potuto lavorare meno, con la stessa paga, acquisivano diritti su diritti, e in genere i loro atteggiamenti, e quelli dei sindacati, erano improntati a discutere poco, e agire molto; con la forza degli scioperi, in genere, ottenevano sempre maggiori concessioni.
Quel radicalismo spinto dava fastidio alla w, bisognava escogitare un metodo per annichilire le loro rivendicazioni.
Poi ti parlerò di questo, ma ora è necessario aprire una piccola parentesi.
La tua nazione allora, era in assoluto quella che ci dava più fastidi, i sindacati avevano conquistato poteri troppo rilevanti, i politici si rifiutavano di seguire le nostre direttive, un partito favorevole alle istanze degli operai si apprestava a prendere il potere, ricordo la grande autorevolezza del suo segretario, originario della tua terra, e la situazione stava per sgusciarci dalle mani.
Ma non perché il partito in ascesa aveva connotazioni comuniste, no, quello non era un problema, dato che controllavamo anche quel sistema, il vero problema era che la gente assumeva sempre più rilevanza, se rapportata ai poteri dello stato.
Ricordo che la vostra economia era dominante in europa, non potevano contrastarvi, per lunghi tratti, né la francia, né la germania, la vostra capacità industriale e manifatturiera superava spesso quella tedesca, e quella agricola, spesso, era superiore a quella francese, in entrambe queste nazioni aveva grande rilevanza la figura dello stato, ma non da voi.
In italia era in atto un progresso economico senza precedenti, lo stato stampava moneta in maniera incontrollabile, metteva in circolo in vari modi troppa valuta, finanziava opere pubbliche in continuazione, e pagava operai e materiali semplicemente stampando moneta, avevano capito che quando in una nazione circola molto denaro, tutti stanno meglio, risparmiano, acquistano le loro case, restavano disoccupati solo coloro che non gradiscono il lavoro, ma loro erano una sparuta minoranza.
I nostri avvertimenti mettevano in luce che si stavano affermando due fattori deleteri per considerare sana una economia: aumentavano il debito pubblico e l’inflazione.
Ma quei politici non prendevano in considerazione le nostre teorie, e continuavano come se nessuno li avesse avvertiti, a stampare moneta.
I vostri concorrenti europei, germania e francia in primis, erano ligi alle nostre direttive, e tenevano le loro economie in situazioni più controllabili, la loro gente era succube dello stato.
Ma non da voi, in italia assumeva sempre più rilevanza la gente, lo stato diventava più povero e la popolazione più ricca.
Ma quei politici avevano capito una regola che noi abbiamo sempre osteggiato, e affermavano che il debito pubblico è un fattore astratto, e il loro ragionamento era semplice: se l’italia ha un debito, si dovrebbe conoscere l’eventuale creditore, bene, non esisteva nessun creditore, nessuno che avrebbe potuto pretendere indietro quei soldi stampati, e continuarono imperterriti nella loro politica economica.
Dovevamo intervenire.
Fu il periodo delle stragi, e quello successivo dell’entrata in campo delle brigate rosse.
Durante le nostre riunioni, non si parlava d’altro, italia, sempre italia, solo italia, un’ossessione, la gente aveva preso il potere in mano, ed effettivamente era così, non bastarono tutti i guazzabugli che avevamo creato, la situazione non cambiava, la gente aveva ancora troppo potere.
I politici non ne volevano sapere di assecondare le nostre direttive, immettevano nel sistema economico grandi quantità di denaro, la gente e le aziende progredivano, se lo stato immetteva cento, recuperava con le tasse, appena novanta, quel dieci per cento di valuta restava a disposizione della gente, e aumentava anno dopo anno, era speranzosa per il futuro, sempre più benestante, il risparmio individuale nella vostra nazione era di gran lunga superiore a quello delle altre nazioni, le esportazioni andavano a gonfie vele, molti costruirono le loro case.
Circolavano troppi soldi, i politici avevano capito che il debito pubblico era un debito verso nessuno, e quindi fasullo, e, se pure rimpinguavano le loro borse, lasciavano pur sempre grandi capitali a disposizione della gente.
Tentammo di immettere in maniera non fruibile dalla gente, un grande quantità di valuta, che restava però sotto la nostra disponibilità.
Stavamo cercando di mandare in disfacimento il vostro sistema economico, ma avevamo sbagliato i conti, non avevamo capito che l’imprenditorialità della vostra gente era ai massimi livelli, la vostra fantasia creativa non rapportabile a nessun altro popolo, e che le storielle sulla vostra voglia di far nulla, erano inventate ad arte.
Con giochetti finanziari fittizi facemmo aumentare a dismisura sia il debito pubblico che l’inflazione, azioni che più di una volta hanno creato grossi problemi ad altre nazioni, ma con voi tutto questo impegno non funzionò, perché allora avevate politici accorti, che appena scoprirono le nostre intenzioni, presero adeguati provvedimenti.
Il sistema finanziario, industriale e manifatturiero della vostra nazione era così solido dal punto di vista economico, che quella strategia messa in atto per distruggerlo, si rivelò un autentico boomerang, e dovemmo recedere in fretta, e quel che è peggio, abbiamo dovuto lasciare sul vostro sistema economico parte dei capitali investiti.
Tutto questo doveva finire, eravamo in conflitto con una delle poche nazioni che ci teneva testa, dovevamo azzerare tutta una classe politica che non ne voleva sapere di mettersi al nostro servizio.
Ci riuscimmo, tramite un processo, lasciammo in pace solo chi aveva promesso di assecondare i nostri voleri.
Ora chi vi amministra è senza nerbo, i vecchi politici autorevoli sono stati sostituiti da personaggi squallidi che pensano solo a se stessi, facili da manipolare, ignoranti soprattutto dal punto di vista economico, ma non solo, vermiciattoli contenti di firmare trattati sfavorevoli alla gente, a raffica continua, favorivano, condizionati dalla nostra regia, l’integrazione della vostra nazione nella comunità europea.
Essa vi ha espropriato di tutto quello che poteva decidere il futuro della vostra gente, e la vostra partecipazione alla comunità, è un prodigo regalo a quelle nazioni che vi hanno sempre temuto.
Ora possono commerciare per il continente a vostre spese, le risoluzioni adottate, e i personaggi che effettivamente decidono in ambito comunitario, sanno che sono stati messi lì per distruggere le economie della parte meridionale del continente, e della vostra nazione in particolare.
Ora, la vostra classe dirigente, asseconda volentieri le nostre direttive, siamo riusciti a plagiarla e farle perdere prestigio internazionale, la abbiamo coinvolta pesantemente nel nostro progetto di integrazione europea, le abbiamo espropriato sia il potere politico che quello monetario.
La situazione attuale è persino troppo dissimile da quello che la storia ha finora insegnato sui banchi delle scuole, non hanno più rilevanza i conflitti tra nazioni, ora si mette l’accento, in materia di disuguaglianze, sul contrasto eterno tra le classi dominanti e il popolino.
E il popolino, oggi, non ha risorse economiche sufficienti per contrastarci, la comunità mette in circolazione nella vostra nazione, e nelle altre, cento, e pretende in restituzione, dopo un anno, centoventi, la comunità è sempre più ricca e gli Europei sempre più poveri, le economie ristagnano, la gente resta disoccupata, le aziende chiudono, e noi speculiamo in lungo e in largo.
E approfittiamo di continue privatizzazioni, e se prima i soldi finivano nelle mani della gente, ora finiscono nelle nostre, nelle tasche delle elite.
E sappiamo benissimo che concetti acquisiti, sono difficili da estirpare, e in genere questa situazione, continua ad essere a noi favorevole.
Ma la storia è, di per se, quanto di più evolutivo esista al mondo, e la favoletta che la storia insegna quali dovranno essere i comportamenti futuri, è quanto mai obsoleta, ora la parola d’ordine è avanzare.
Avanzare verso un nuovo ordine di cose.
Verso concetti planetari.
Mai più guerre di stati contro nazioni, i veri motivi si possono camuffare in mille modi, guerre di popoli contro etnie, tutti concetti superati, ora la vera lotta è tra miliardi di persone, e noi, le elite.
Quando succede una guerra, i contendenti, alla fin fine, sono solo due: noi e la gente.
Ma la gente non lo sa.
Ti invito a seguire gli sviluppi delle discussioni politiche quando si verificassero situazioni che potrebbero portare a conflitti, bene, ti accorgerai che le dichiarazioni di capi di stato o di politici fanno credere che si stia facendo di tutto per evitare guerre, e ci fanno sapere che le diplomazie stanno dando l’anima, che i telefoni squillano in continuazione, nella speranza di evitare disastri, ma stai ben certa che se una guerra è stata decisa, si farà.
Le daranno tanti nomi affascinanti: esportare la democrazia, intervento umanitario, punizione di stati canaglia, e tante amenità del genere, ma stai certa che gli obiettivi sono unicamente economici.
E tornando ai politici del tuo paese, sappi che non hanno alcuna possibilità di interferire sulle decisioni belliche, se vogliamo che partecipino attivamente ad un conflitto, essi lo faranno, se vorremo solo appoggi logistici, saranno a disposizione, ora vorremmo che ci fossero nel mondo mille italie, rappresentate da politici tra i più ininfluenti che esistano, e meno sono influenti, più diventano arroganti, come in una sorta di vendetta personale contro il fatto che, paragonati a quelli di altre nazioni, fanno una meschina figura. E più si rendono conto che non possono reggere il confronto, più usano la mano pesante sulla gente, forti con i deboli, e deboli con i forti, e meschini con i loro pari.
Gente venduta per pochi soldi, degna rappresentante della tua gente, che possiede una cultura politica arcaica, ma questo non per sua colpa; oltre che vendere se stessi hanno commesso il crimine di vendere anche il loro popolo.
Il vostro sistema informativo è completamente assoggettato a noi, alle televisioni non si parla d’altro che delle vostre veline, dei calciatori, e di attrici e cantanti, i vostri veri problemi vengono accantonati, e se proprio si deve parlare di politica, riusciamo a mettere in evidenza solo aspetti marginali, la gente viene a conoscenza solo di decisioni che hanno un impatto relativamente blando sulla sua vita, le decisioni veramente importanti vengono tenute nascoste.
Come avrai capito, per dominare è necessario che lo stato acquisti rilevanza nei confronti della popolazione, il contrario significherebbe che i processi democratici hanno avuto troppo successo, e questo non ci va a genio.
È una specie di situazione riferibile alla legge economica, ormai assodata, della domanda e dell’offerta, noi che possediamo risorse finanziarie superiori a quelle possedute persino dai vari stati messi assieme, non abbiamo interesse che circoli nel mondo quantità di moneta troppo rilevanti, e moduliamo tale situazione a nostro vantaggio, in vari modi; nel caso del tuo paese, e di tutta l’area comunitaria, stiamo applicando una strategia derivata da leggi economiche datate, ma validissime tuttora.
Il sistema teorizzato ben più di mezzo secolo fa, del neoliberismo in economia, tuttora dominante, è perfettamente confacente ai nostri bisogni, e abbiamo fatto credere che gli stati devono stare attenti a due componenti parzialmente irrilevanti, che metterebbero, se applicate, in circolazione all’interno dei singoli stati, risorse finanziarie troppo consistenti.
Abbiamo descritto come il diavolo in terra l’aumento del debito pubblico e la conseguente ascesa dell’inflazione, entrambi fattori decisivi quando si vuole incentivare la produzione, e mettere la nazione nelle condizioni di poter esportare più agevolmente.
Bisognava togliere dalle mani degli stati la facoltà di stampare troppa moneta; con l’adozione della vostra nuova valuta, abbiamo tolto, sia a voi, che alla totalità dei paesi aderenti alla zona euro, addirittura la sovranità monetaria, ora chi stampa moneta dovrebbe essere la comunità europea, e non i singoli stati, ma non è esatto nemmeno questo.
Stampa moneta la banca centrale europea, non esattamente la comunità, organismo in qualche modo eletto dalla gente.
Penserai che la banca centrale sia un’emanazione della comunità, e in qualche modo ciò è vero, ma solo in maniera parziale.
Come ben sai, essa è composta dalle singole banche centrali di ciascuno stato, ebbene, molte di queste sono banche a capitale privato, in particolare quella del tuo paese è completamente privata, si chiama banca d’italia, ma la proprietaria non è la tua nazione, o il tuo popolo, ma un consorzio di banche private, e dato che non è la sola, all’interno della banca centrale, ad essere non statale, si può affermare che chi stampa l’euro, è un ente privato, siamo noi, proprietari delle varie banche.
L’elite finanziaria mondiale.
Controlliamo e stampiamo, al modico prezzo di dover pagare carta, inchiostro e mano d’opera, persino la moneta comunitaria, ti rendi conto cosa vuol dire?
Vuol dire che siamo liberi di prestare ai singoli stati la quantità di moneta che decidiamo noi, noi privati che prestiamo la loro stessa moneta, una situazione paradossale che crea agli stati europei, oltre il danno di non poter stampare autonomamente moneta, e quindi di non poter modulare l’economia, la beffa di doverci pagare persino gli interessi passivi sulla loro stessa moneta.
E torniamo ai sindacati, la nostra spina dolente dell’italia di quegli anni.
Dovevamo necessariamente screditarli, far perdere loro rappresentatività, scollegarli dagli operai; comprammo molti dirigenti, ma il radicalismo degli operai non voleva scomparire.
Fummo costretti ad inventarci varie crisi economiche ricorrenti, l’ultima, quella decisiva, è ancora in atto.
Ora non si parla più di piena occupazione; nel tuo paese, le parole chiave sono altre: le nostre.
Disoccupazione, precariato, agenzie interinali, globalizzazione, delocalizzazione.
E infine, profonda crisi.
Crisi indotta, bada bene, non reale.
Hanno perso in pochi anni diritti acquisiti in sessant’anni di radicalismo.
Vittoria completa.
E passiamo ai due esempi che hanno decretato che siamo riusciti a controllare il mondo solo in maniera parziale, ma questo unicamente per nostra colpa, per decisioni sbagliate, per non aver valutato correttamente avvenimenti e persone.
Abbiamo tutte le potenzialità perché ciò non avvenga più.
A noi le guerre fanno comodo, perché mettono in moto processi industriali, ma non devono essere troppo distruttive.
Il secondo conflitto mondiale è stato uno dei nostri grandi insuccessi, non doveva espandersi in quella maniera, non siamo riusciti a modularne le aspettative, e a un certo punto, non siamo più riusciti a controllarne gli effetti.
In quel periodo controllavamo il mondo, in maniera così evidente che siamo stati spinti all’errore, forse, per troppa sicurezza.
Erano in atto condizioni favorevoli, il colonialismo ci era molto utile, le dittature prevalevano sui popoli, la gente perdeva autonomia, a vantaggio degli stati.
Ma un gravissimo errore di valutazione ha mandato a rotoli tutto quello che avevamo così pazientemente costruito.
Sai che abbiamo, ed avevamo, tutti i più sofisticati mezzi tecnologici per controllare tutto il controllabile, bene, nonostante questo, abbiamo commesso un grosso errore.
Era in nostro possesso un’indagine grafologica del capo di stato tedesco, in cui si dipingeva il personaggio come un pazziode, una scheggia vagante, un uomo senza sentimenti, che sarebbe potuto arrivare chissà dove, se solo gli avessero dato spazio.
E avrebbe potuto compiere qualsiasi atrocità.
Come se non bastasse una simile descrizione, si affermava che era in possesso di un’intelligenza sopraffina.
Due componenti esplosive, se a contatto.
E noi, non tenendo nella debita considerazione quella relazione che avevamo per le mani, gli abbiamo dato spazio, anzi, per lunghi tratti, lo abbiamo favorito.
Il risultato è sotto gli occhi del mondo.
Non avevamo creduto all’analisi grafologica, forse perché, allora, era una scienza sperimentale non ancora del tutto affermata.
Aleggiava nel mondo, in quel periodo, una cappa maligna di bisogno di espansione, e il mondo si infiammò dappertutto.
Non ci andava bene, a noi non vanno bene le situazioni incontrollabili, e se una guerra deve succedere, bisogna che sia circoscritta.
E in ogni caso, nemmeno allora, come ora, la nostra capacità di conquistare mercati, non si deve necessariamente esprimere tramite una guerra, ci sono altri modi ben più intelligenti a disposizione.
Ma nonostante tutto, una volta terminato il conflitto, si sono aperte per noi, porte favorevoli inimmaginabili.
Le successive diatribe su come dividere il mondo in due tronconi separati, era in qualche modo fumo negli occhi della gente, le decisioni palesi erano la risultanza di riunioni segrete, nelle quali la w aveva grande voce in capitolo, dato che rappresentava soprattutto le industrie che avevano fatto affari d’oro durante la guerra.
Come ti ho ben spiegato prima, le frontiere e gli steccati ci fanno comodo, e la w non fece nulla per impedire la divisione del mondo in due tronconi, solo abbiamo dovuto snaturare anche la nostra organizzazione, e in qualche modo abbiamo dovuto dividerci anche noi in due parti, con strategie differenti, ma costantemente a contatto tra loro.
E la nascita dell’attuale rete terroristica più importante, è stata una nostra risoluzione, ci era utile per mille motivi, ma abbiamo concesso loro troppi finanziamenti, e troppe notizie, e anche in quel caso la situazione ci è sfuggita di mano.
Inizialmente alcune loro azioni che hanno avuto rilevanza planetaria, erano concordate con noi, ma hanno lavorato intelligentemente per acquisire pian piano sempre maggiore autonomia.
Ora è composta da varie cellule operative, e alcune di esse conoscono bene la nostra organizzazione, sanno dove trovare molti nostri componenti, e in una certa maniera siamo sotto tensione, se non sotto ricatto; conosciamo benissimo la loro grande capacità operativa, e siamo costretti a trattare con loro da pari a pari, cosa che non facciamo volentieri, e che, come immagini, non ci tranquillizza per niente.”
“Non capisco una cosa, e vorrei scoprire la filosofia di fondo dell’organizzazione, fermo restando che molte azioni sono da condannare, e ti faccio una domanda, vorrei sapere qual è il fine ultimo dell’organizzazione, è una colossale, per così dire, agenzia di affari, o mira ad altri obiettivi, che non siano unicamente l’appropriarsi di grandi quantità di denari, se così fosse, la troverei abbastanza meschina.”
“E infatti così non è, giocare con l’economia, con le sofferenze della gente, o distruggere quello che non ci serve, non rientra nei nostri fini, qualsiasi azione compiamo, deve essere valutata in modo completo, per creare meno danni possibili; certo è che qualche morto in più o in meno, causato dalle nostre decisioni, non ci mette in apprensione, e in ogni caso riteniamo che questo nostro pianeta debba essere governato. Se lasciassimo fare al naturale evolversi delle cose, si arriverebbe al caos completo, e i danni per l’umanità sarebbero inimmaginabili.
Sappiamo benissimo che la natura dell’uomo è quella di dominare tutto quello che gli passa per le mani, e per la vista, e per l’immaginazione, siano essi suoi simili, oggetti, sentimenti altrui, la natura stessa; è per questo che l’evolversi della nostra storia ha portato alle nazioni, ai blocchi egemoni, alle frontiere di qualsiasi natura esse siano, e ad altre mille manifestazioni, che potrebbero sembrare innaturali, visto che possediamo anche la facoltà di lottare per la nostra stessa libertà, ma che innaturali non sono.
La nostra razionalità ci porta a capire che abbiamo bisogno di una certa quale programmazione, ad un ordine prestabilito, ad una razionale ricerca di assetti governabili, e non a manifestazioni irrazionali e incontrollabili.
La geo politica globale è lo stadio in cui giochiamo la nostra partita, come una colossale sfida tra l’ordine e l’anarchia.
Tra le elite e la gente.
Ecco, quindi, allo stesso modo che la natura stessa ha decretato che devono esistere gli stati, noi sosteniamo che debba esistere un organismo sovranazionale, che razionalizzi il tutto.”
“Ma esiste l’organizzazione delle nazioni unite per questo …”
“Scusa, Sandra, ora non fare l’ingenua, al mondo serve un ente, chiamiamolo così, che agisca e prenda decisioni, non un fantasma che preferisce distribuire veti a destra e a manca, quell’organizzazione non serve, è antiquata, nata da logiche non più attuali, e soprattutto blocca iniziative, sarebbero utili solo alcune sue emanazioni umanitarie e sociali, o ambientalistiche o mediche, ma a livello strettamente politico, sarebbe meglio che non esistesse.”
“Allora la w, composta da persone evidentemente e completamente slegate dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, si arroga il diritto di governare processi che sarebbero appannaggio loro?”
“Non è che ci arroghiamo diritti, è nella naturalità delle cose che debba esistere un efficiente organismo sovranazionale, la gente ha bisogno anche di essere indirizzata, e se non lo facciamo noi, che abbiamo dimostrato di poter gestire aziende colossali, e grandi numeri di dipendenti, oltre che organizzarne la distribuzione dei prodotti, non vedo chi dovrebbe farlo.”
“A me sembrano inutili forzature, e resto dell’idea che la w sia unicamente un mezzo per aumentare le disparità tra la gente e le elite.”
“Ma si, se entri nell’ordine di idee che sia un mezzo per acquisire unicamente capitali, potresti anche aver ragione, ma i soldi non servono per essere posseduti, ma per essere usati.
O nascosti.
E quando più ci fa comodo, naturalmente.
Molti di noi hanno capitali così consistenti, sufficienti per creare industrie, catene commerciali o altro, indirizzati a qualsivoglia attività, ma in genere preferiamo non rischiare singolarmente nel mettere su una grossa attività, preferiamo collaborare tra noi, e diminuire i rischi personali, i più facoltosi di noi hanno già superato il concetto di società quotate in borsa, e stanno studiando altri metodi più innovativi.
Mi spiego meglio, secondo i nostri concetti, non si può intraprendere alcunché se non si ha a disposizione una società finanziaria che protegga chi rischia, ma bada bene, deve essere di esclusiva proprietà di chi si avventura in imprese industriali o altro, sia essa una singola persona, o società, spiego ancora meglio il concetto: quando nasce una grande realtà, sia essa industriale, commerciale o finanziaria, non deve portare dentro di sé il germe dell’inadeguatezza, del rischio, della provvisorietà, questo non è razionale, quando una nuova realtà nasce da noi, deve poter camminare agevolmente con le proprie gambe, e possedere margini consistenti per eventuali disguidi, il rischio, calcolato o meno, non ci interessa, abbiamo capacità di programmazione che nemmeno immagini.
E la rilevanza delle imprese così costituite, deve tenersi ben al di sotto dei limiti consentiti dalla componente finanziaria a disposizione, la w è al mondo per acquisire utili dal denaro, e sarebbe assurdo che un suo componente perdesse risorse in interessi passivi, infatti, quando strategicamente necessario, facciamo nascere imprese a costo zero interessi, e le sosteniamo fino a che non cammineranno con le loro gambe, ma ripeto, solo se strategicamente necessarie.
E poi, ragiona, mi sai dire chi crea lavoro?
Non certo il piccolo artigiano o l’agricoltore, loro esistono per un unico motivo, devono usare i materiali che noi forniamo loro.
A prezzi decisi da noi, naturalmente.
Non certo il piccolo industriale, che se vuole operare deve sottostare alle nostre regole in fatto di produzioni e trasporti, quelle sono gocce in un immenso oceano, e in fin dei conti, nostre emanazioni, nel senso che lui è in qualche modo, dipendente dal sistema in cui agisce, il nostro sistema.
Chi crea veramente lavoro sono le grandi industrie che hanno ramificazioni in più di un continente, i grandi colossi distributivi, le catene editoriali che hanno acquisito diritti di poter trasmettere in televisione, l’elenco sarebbe incompleto se non citassimo le grandi imprese multinazionali che hanno fatto della mia nazione la più importante del pianeta, in definitiva siamo noi che creiamo lavoro, le elite.
Lo creiamo quando e dove ci fa comodo, lo togliamo quando decidiamo che una zona del mondo debba andare in crisi.
Le crisi volute sono il nostro pane.
E ripeto ancora una volta, quando non fossimo direttamente noi che offriamo posti di lavoro, sarebbero nostre emanazioni, perché dipendono da noi.
Ma loro non lo sanno, e credono che l’azienda che hanno creato, sia di loro esclusiva proprietà, niente di più falso, dato che, se volessimo, piccole realtà produttive possono fallire in poco tempo, durante una delle tante crisi ricorrenti, solo se noi lo volessimo.
Immagina se tutto il capitale monetario e patrimoniale si riequilibrasse all’improvviso, e sparissero i grandi finanziatori, i capitani di industria, chi è in grado di gestire colossali aziende, cosa succederebbe?”
“Succederebbe che si vivrebbe in un mondo più giusto.”
“Succederebbe che la gente continuerebbe a sfruttare quello che noi abbiamo costruito, fino alla sua naturale estinzione, e nessuna grande impresa sarebbe sostituita da alcunché, non immagini una regressione dell’umanità?”
“Immagino gente felice di non dover sprecare troppo del suo tempo in lavori che non la soddisfa.”
“Ti sbagli, io immagino uno spreco di risorse che porterà nel giro di pochi decenni ad un regresso dell’economia mondiale, ad un ridimensionamento della ricerca scientifica, ad un lottare per obiettivi minimi.”
“Ad un progresso culturale, alla felicità della gente …”
“Si, ma per breve tempo.
Noi, in ogni caso, siamo convinti di avere una funzione, e prima entrerai in quest’ordine di idee, meglio sarà per te.
Ti metto in mano un piccolo capitale, piccolo per me, naturalmente, lo gestirai in borsa come credi, le informazioni che riceverai dalle varie riunioni, ti indicheranno la strada per utilizzare quel capitale, divideremo il ricavato in parti uguali.
Se sarai in gamba, e imparerai in fretta, cosa di cui non ho dubbi, il tuo capitale personale subirà accelerazioni che nemmeno immagini, avrai denari che non saprai come utilizzare, se non in borsa; e potrai, se vorrai, quietare la tua coscienza, facendo opere di bene, penso di averti concesso un’opportunità colossale.”
La cerimonia nuziale strettamente ecclesiastica è terminata, i testimoni decretano, con una firma, che Silvio e Sandra sono marito e moglie, e tutti sono contenti di fare gli auguri ai due sposini, li attende un raffinato pranzo ad arzachena, nel cuore della costa smeralda.
Per una volta Sandra parteciperà ad un ricevimento, per giunta il più importante per lei, non organizzato in proprio, certo è che non risparmierà critiche se non dovesse essere tutto per lo meno inappuntabile.
Il pranzo nuziale è di quelli che non si scordano, tutto viene presentato alla perfezione, servizio e cibarie sono da ristorante di gran classe, e la fanno da padrone le specialità della sardegna settentrionale.
Terminato il pranzo, e prima del taglio della torta, si avvicinano agli sposi gli amici di lei, con in mano un paio di forbici, non propriamente di dimensioni ridotte.
E si avvicinano allo sposo, per il classico taglio della cravatta, ma l’operazione non termina qui.
Silvio dovrà subire un rito non preventivato, l’allegra brigata toglie in cinto allo sposo, e infila le forbici dentro i suoi calzoni, e con due sapienti tagli, uno a destra, e uno a sinistra, gli taglia e gli sfila le mutande, poi espropriano alla sposa le scarpe, ed infilano la cravatta in quella destra, e le mutande in quella sinistra.
L’intento è subito chiaro, sarebbero passati in giro per i tavoli, ad offrire il contenuto delle scarpe, in cambio di denaro per gli sposi.
Chi, a loro giudizio, avesse depositato in un bottiglione ormai scolato dal suo vino, una cifra congrua, avrebbe ricevuto in cambio un pezzo della cravatta più o meno grande, mentre per i più tirchi, era pronto un pezzo di mutanda.
La strategia funziona benissimo, ed è necessario ricorrere ad un altro bottiglione.
E le mutande sono quasi intatte.
Terminato l’inappuntabile ricevimento, i due sposini partono per un breve viaggio di nozze, lo dovranno vivere intensamente, perché le occasioni per vedersi di nuovo non saranno propriamente giornaliere, entrambi infatti hanno deciso di non cambiare il loro modo di vivere e lavorare, e Sandra tornerà ad abu dhabi, mentre Silvio riprenderà servizio in friuli venezia giulia, terra di addestramento e di origine.
Fa parte dei corpi speciali dell’arma dei carabinieri, un contingente perfettamente addestrato sia dal punto di vista fisico che intellettuale, sempre alle prese con studi in innumerevoli campi, ma soprattutto in informatica e psicologia, materie che consentono loro di agire, quando necessario, in maniera perfetta, è forse il gruppo di rapido intervento più preparato dell’intero esercito Italiano.
Gente che si sacrifica in maniera persino troppo anacronistica, in una nazione che considera i dipendenti dello stato come il prototipo degli scansa fatiche.
Ma loro sono militari, hanno codici comportamentali che la gente comune non può nemmeno immaginare, e sono militari di un contingente di elite, chiamati a risolvere situazioni molto delicate, che hanno bisogno di professionalità estreme, grande intelligenza, capacità di valutare situazioni in maniera istantanea, gente che deve assolvere l’impegno in maniera collettiva, che deve possedere competenze estranee alla sola necessità di intervenire fisicamente in un contesto pericoloso, un’indecisione o un attrezzo inadeguato, potrebbe essere deleterio per l’intero gruppo, e per le persone che dovranno difendere.
Gente sconosciuta, che agisce nell’ombra, e quando deve ricevere elogi, non può nemmeno mostrare il viso apertamente.
Hanno competenze in vari settori, Silvio in particolare predilige agire nell’acqua, che sembrerebbe il suo elemento naturale, anche perché è nato a trieste, città che fa della sua posizione a ridosso del mare, una vera e propria appartenenza.
È lui che comanda il gruppo, non particolarmente numeroso, ma preparato a qualsiasi evenienza, e pronto a partire nel giro di pochi minuti.
E come Sandra, la sua vita si dipana in giro per il mondo, infatti, quando c’è da intervenire a fianco di gruppi simili di altre nazioni, viene mandato quasi sempre il suo gruppo a rappresentare l’efficienza militare italiana.
Hanno a disposizione i più sofisticati aggeggi elettronici che l’industria bellica riesce a costruire, armi e apparecchiature sconosciute, perché frutto delle ultime ricerche militari e scientifiche.
Ma ora è venuto il momento di scordarsi del suo lavoro, e tornare ad essere un comune cittadino, che potrà vivere il sogno di stare accanto alla sua donna, per una dozzina di giorni, ben poca cosa se raffrontata alla frequentazione costante di cui le coppie appartenenti alla gente comune gode per tutta la vita.
Scelgono di dividere la breve vacanza in tre distinti tronconi, i primi quattro giorni verranno trascorsi a casa di Sandra, ad abu dhabi, poi in un centro vacanze in indonesia, e infine in una nazione che entrambi, nonostante tutti viaggi compiuti, non hanno ancora visitato: la nuova zelanda.
Ma i programmi sono fatti per essere disattesi, e i due non hanno occasione di mettere piede a casa di Sandra, sono obbligati a soggiornare nell’abitazione dello sceicco, contento di interrompere il suo girovagare per l’adriatico, e stare a contatto della sua amica Sarda.
Una sera sono tutti invitati a cena dal magnate Americano.
La tappa successiva, quella che li vede trascorrere il tempo in un bel centro vacanze indonesiano, si svolge senza particolari novità, una vacanza che sembra fatta apposta per un autentico anfibio come Silvio, che raramente esce dall’acqua.
E il soggiorno in nuova zelanda è praticamente simile al precedente, come simile è la spesa per i tre soggiorni, zero…
Evidentemente i due centri vacanze, prestigiosissimi, sono di proprietà di qualche componente la w.
Non scoprono nemmeno chi dovranno ringraziare.
E viene il momento per i due neo sposi, di tornare alle loro attività, Silvio riprenderà servizio a trieste, mentre Sandra dovrà organizzare un ricevimento per un facoltoso uomo di affari Messicano.
Ma non prima di aver partecipato alla sua prima riunione della w.
Trascorre la mattinata col suo uomo a bordo di un panfilo, ospite di un armatore Giapponese, che conosce dai tempi della sua avventura veneziana, in attesa di partecipare alla riunione serale, nella quale si dovranno trattare, tra gli altri, argomenti riguardanti la pesca marittima.
Si accorge subito che il soggiorno per poche ore nell’imbarcazione, non è completamente gratuito; il Giapponese ha bisogno del suo appoggio, riguardo la fruizione di certi spazi utili per la sua flotta di pescherecci.
La w, nella riunione precedente, aveva decretato che una certa nazione oceanica, che fa della pesca una delle sue attività principali, doveva essere messa nelle condizioni di non nuocere sotto il punto di vista economico, e le sue capacità produttive in tutti i settori, ridimensionate.
In cambio di finanziamenti indispensabili, era disposta a fare concessioni in vari settori, firmando anche trattati economici non proprio vantaggiosi, ed uno di questi era proprio quello relativo a certe normative sulla pesca.
Il Giapponese vuole approfittare di questa opportunità, e chiede alla ragazza di inserire il suo nome tra chi avrebbe goduto di privilegi, in relazione alla fruizione di quegli spazi marittimi, tutto qui.
Evidentemente non è abbastanza potente da poter essere scelto per partecipare alla w, e deve trovare espedienti per ovviare a ciò, e delega la ragazza a rappresentare i suoi interessi, le dice che non si sarebbe pentita, se lo avesse aiutato.
La riunione si tiene in un’isoletta a ridosso del giappone.
Il primo argomento trattato è proprio quello in cui dovrà intervenire Sandra, e lo fa senza problemi, come senza problemi risulta l’inserimento del nome del Giapponese, nella lista di chi avrebbe approfittato dell’opportunità.
Ma il modo in cui si è sviluppata la discussione, lascia in lei un senso di disgusto, capisce che la strategia dell’organizzazione per approfittare di ogni minima possibilità di guadagno, è unicamente improntata al ricatto pesante, e in termini macroeconomici, ciò è particolarmente immorale.
Avendo lo stato in questione bisogno di ingenti finanziamenti, è disposto a penalizzare i suoi pescatori, a vantaggio di grandi compagnie estere.
Il fatto che il mondo sia agli ordini dei potenti, e a discapito dei più deboli, è la prima considerazione che è sotto gli occhi della ragazza, come primo impatto con la w, le risulta abbastanza traumatico.
Con la semplice immissione di denaro, nel sistema economico di quella nazione, ottengono vari risultati, tutti favorevoli alle elite.
Prima di tutto, chi concede prestiti, in un sistema non malato, dovrebbe pretendere unicamente il risarcimento della somma, negli anni, addizionata degli interessi; ma in questo caso, non volendo favorire la nazione oceanica, anzi cercando di metterla in difficoltà, hanno stabilito interessi da strozzini, aggravati dal fatto che la concessione del finanziamento, era subordinata a concessioni pesanti in altri settori.
Quindi, per il solo fatto di essere in possesso di denaro, aggravato dal fatto che Silvia sospetta che agiscano in regime di monopolio, hanno ottenuto vari vantaggi: interessi sproporzionati, favoritismi verso grandi impresari marittimi vicini alla w, a discapito dei poveri pescatori dello stesso stato, e ricatto finanziario verso il suo sistema politico ed economico, in quanto creditori di ingenti somme.
Ecco come la w agisce: per mezzo della grande disponibilità di valuta monetaria, ricatta tutto il pianeta, e Sandra si rende conto che ha ragione l’Americano quando dice che, ormai, la storia si deve leggere in termini completamente diversi da come si studia nei libri di scuola, il combattimento, oggi, è unicamente tra le elite, e i popoli.
E le elite, vista la presenza ingombrante della w, dimostrano di saper fare fronte comune, quando c’è da ottenere vantaggi, mentre la gente, non riesce a mettersi d’accordo nemmeno sugli argomenti vitali per loro stessi.
Ci saranno da discutere altri tre argomenti all’ordine del giorno, due esplicitati in maniera chiara, mentre del terzo si conosce solo il nome di chi lo ha inserito tra le discussioni, e verrà trattato per ultimo.
Si discute se sia il caso di favorire possibili trasformazioni su un argomento che sta particolarmente a cuore alla w: il consumismo.
Si traccia una sua breve storia, partendo dalle teorie che ne hanno decretato l’utilità della sua nascita, mettendo bene in risalto il fatto che i primi prodotti nati da quell’ottica, erano persino troppo ben costruiti, e duravano troppo tempo.
Inizialmente il sistema della società dei consumi stentava a decollare, perché non esisteva un rapido ricambio di quegli oggetti, funzionali alla messa in moto di un altro metodo di produzione, teorizzato anni prima, cioè la costruzione in breve tempo di oggetti di largo consumo.
Le industrie non dovevano languire producendo quegli oggetti man mano che venivano richiesti, ma bisognava dare una spinta alla produttività, diminuendo i costi per la mano d’opera.
Nacque la logica delle catene di montaggio.
E nacque la logica di dare una vita relativamente breve ad ogni oggetto prodotto, e si costruirono attrezzi e macchinari che presentavano difetti volontariamente inseriti tra i suoi meccanismi.
E nacque la logica che per poter riparare quegli errori volontari, bisognava spendere cifre troppo alte, e si doveva quindi rendere più conveniente acquistare un prodotto nuovo di zecca, piuttosto che scegliere la sua riparazione.
E l’escursione storica finisce qui, ora la priorità, per dare ancora più slancio al consumismo, è un’altra.
Può capitare, seppure non volendolo, che si verifichi il caso che certi oggetti abbiano una vita più lunga di quella preventivata, bisogna trovare una soluzione a questo, e il relatore prospetta una ipotesi.
Parte dal fatto che gli oggetti simbolo del consumismo, oggi, sono abbastanza tecnologici, e cioè computer, stampanti, macchine fotografiche, telefoni cellulari e quant’altro, si suggerisce un nuovo approccio al problema della durata di tali beni.
È stata messa a punto da una industria facente parte della w, una specie di contatore digitalizzato, di dimensioni microscopiche, che potrebbe essere inserito nei vari oggetti tecnologici.
Avrebbe la funzione di bloccare la macchina al raggiungimento di un certo numero di azioni, quantificando con grafici e statistiche il momento presumibile in cui scadrebbe la naturale garanzia, in termini temporali, e rendere così inutilizzabile l’oggetto dopo tale termine.
Naturalmente, la sua riparazione sarebbe semplice in relazione ai costi per l’azienda produttrice, ma dovrebbe risultare proibitiva per qualsiasi comune utente di quell’oggetto, costringendolo ad acquistare una sua nuova variante.
Il relatore chiede, al termine del suo intervento, se l’industria da lui rappresentata, abbia l’autorizzazione dalla w, per poter costruire quell’oggetto microscopico, e distribuirlo in tutto il pianeta.
Ottiene l’autorizzazione, ma deve firmare un accordo che prevede un versamento di una certa percentuale sui ricavi, nelle casse della w; tutto qui, ancora una volta.
Risoluioni di una semplicità disarmante, e mancanza assoluta di fantasia.
Sandra immaginava non sa bene quali meccanismi complicatissimi potesse adottare l’organizzazione, invece il tutto si riduce in una semplicissima truffa a danno della gente, e in un vantaggio a favore delle lobby.
Il terzo intervento mette in risalto come uno stato arabo, produttore di petrolio, e favorevole in passato alle strategie della w, abbia in qualche modo variato le sue strategie commerciali riguardo all’oro nero, contravvenendo alle disposizioni dell’organizzazione, e nonostante i molti avvertimenti, non abbia intenzione di recedere dai suoi propositi.
Si dovrà decidere se e quando esautorare il suo capo di governo, e sostituirlo con un personaggio vicino alla w.
In pochi minuti si decide tutto, persino il nome del nuovo premier, e le strategie per screditarlo non sono per niente raffinate, e prevedono azioni classiche: discredito della sua persona, costruzione di prove fittizie di indegnità politica, finanziamenti di gruppi del suo stesso paese a lui contrari, e, se tutto ciò non fosse sufficiente, coinvolgimento in scandali riguardanti la sua famiglia, e i suoi più stretti collaboratori.
Se ciò non fosse ancora esaustivo, sarebbero pronte prove infamanti che decreterebbero il suo possesso di armi batteriologiche o chimiche di distruzione di massa.
I metodi a disposizione sono così numerosi e facilmente costruibili, che Sandra capisce che il mondo è effettivamente dominato da loro, dalle elite, per giunta coalizzate, il che le fa ancora più impressione.
Ma se tutto ciò, facendo un grosso sforzo di fantasia, potrebbe essere immaginabile, visti anche i discorsi che ha dovuto subire dall’Americano, resta letteralmente allibita quando si introduce l’ultimo argomento da trattare.
Già dalle prime parole capisce che all’interno dell’organizzazione esistono personaggi così infami, che, pur mettendo in campo tutta la malvagità dell’umanità, non si riuscirebbe a capire il senso di una sola virgola di quello che viene detto.
Il relatore, con noncuranza, come se stesse trattando un argomento di geopolitica usuale in quelle riunioni, afferma che è necessario un drastico ridimensionamento della popolazione mondiale.
E le azioni da compiere, a suo vedere, prevederebbero inizialmente strategie abbastanza soffici, come l’approvazione di leggi che penalizzino le nascite, anche di un solo figlio per famiglia, spingendosi poi in ragionamenti pazzeschi che illustrano altri metodi più radicali per ottenere il risultato voluto.
Farneticazioni che se venissero espresse tra la gente comune, certo scatenerebbero grande indignazione, ma la platea ascolta il relatore con attenzione, e interviene persino qualcuno che offre alternative alla strategia messa sul tavolo da lui.
Sandra si chiede in che posto sia capitata, in una gabbia di matti, certamente, anche se si accorge che non tutti approvano una simile assurdità.
Segna in un taccuino che porta sempre con se, i nomi di chi ha fatto gli interventi più assurdi.
Quando va via dal locale in cui si è tenuto l’incontro, sente spontanea l’esigenza di respirare aria pura, come per disintossicarsi dalle malvagità che ha dovuto ascoltare.
Ma è venuto il momento di lasciarsi alle spalle quel senso opprimente che la attanaglia, e dedicarsi all’organizzazione del prossimo ricevimento, in messico.
Presenterà piatti sud americani, soprattutto a base di carne bovina, accompagnato da ottimi vini messicani.
L’aereo privato messo a disposizione fa scalo diretto al piccolo aeroporto di ronchi, Silvio è quasi a destinazione, verrà accompagnato a trieste da alcuni suoi commilitoni, mentre Sandra prosegue alla volta della città messicana di guadalajara.
Il ricevimento si tiene a ridosso di un lago, nelle cui rive sorge una bella casa rustica, che evidentemente il magnate usa per i suoi soggiorni di vacanza, ma il termine non sarebbe del tutto esatto, dato che la gente come lui, è perennemente in vacanza, ma allo stesso tempo, continuamente a lavoro.
E infatti, durante il giorno dedicato da Sandra a predisporre l’ambientazione, come per incanto, ad una certa ora, in tarda mattinata, cominciano a fioccare le chiamate sul telefonino del Messicano, e nota che impartisce continuamente ordini, acquista di là, vendi di qua, informati lì, diffondi tale notizia di là …
Ecco qual è il lavoro della gente che è abituata a frequentare la ragazza, stare attaccati al telefono, e impartire ordini.
Ma sempre e comunque in vacanza.
E non può fare a meno di notare che, durante le feste, tutte le feste, è a disposizione degli invitati, dislocate in vari tavolini, una polverina bianca, cocaina.
Sembra che questa gente, quasi tutti, si nutrano di cibi, bevande e polverina, nonostante siano perennemente in vacanza, lei pensa che le decisioni che dovranno prendere attaccati al telefono hanno bisogno di grande lucidità, e la polverina non è certo la sostanza ideale per quell’evenienza, ma consente loro di sopportare i ritmi frenetici di decisioni continue e importanti, e da prendere in fretta, il tempo è denaro per tutti, ma per loro questa regola è ancora più tassativa.
Un miscuglio di cibi, bevande, droga, informazioni, decisioni, atteggiamenti ora naturali, ora autoritari, telefonini che squillano in continuazione, un non avere tempo di dire grazie al cameriere che porge loro un aperitivo, o alla cameriera che si fa in quattro per soddisfare richieste spesso assurde; e non mancano, a fine festa, ragazzi in vendita per le signore, ed escort per i signori maschi, e forse l’elenco non finisce qui.
Ogni festa è sempre lo stesso andazzo, una, fotocopia dell’altra, e possono essere in atto avvenimenti particolarissimi, che i loro atteggiamenti non cambiano.
La gente comune, quando succede qualcosa di insolitamente eclatante a livello planetario, non fa altro che discuterne, tracciare orizzonti fantasiosi in materia geopolitica o economica, avanzare supposizioni, tra un appena accettabile bicchiere di vino e l’altro, consumati in un fatiscente bar, lamentarsi di terroristi o stati canaglia, concezioni assimilate da tante ore davanti ai telegiornali.
Ma sembra che nelle feste organizzate da Sandra, quegli avvenimenti non abbiano grande rilevanza, lei sospetta che la maggior parte di essi sono stati organizzati proprio da loro, o almeno ne erano al corrente prima che avvenissero.
Lei si accorge subito quando un avvenimento eclatante non è stato deciso da loro, e allora, le poche volte che questo succede, li vede formare gruppetti, e discutere animatamente.
Tutte informazioni che potrebbero essere utili al suo ammiratore americano, ma anche ad un’altra organizzazione per cui lavora, la più segreta di tutte, anche se è agli occhi della gente la sua emanazione pubblica, una fondazione che ha scopi stranissimi, per essere un’organizzazione bancaria.
In genere le organizzazioni segrete, si tengono nell’ombra perché le loro azioni vanno contro la legge, ma l’organizzazione a cui appartiene Sandra, ha fini nobili, azioni rivolte al benessere della gente, anche se a volte adotta comportamenti che violano più di una legge, a volte in maniera pesante.
È stata costituita, qualche anno fa, una fondazione, nata dai capitali messi a disposizione di un vecchio industriale, un magnate che aveva interessi dappertutto nel globo, ma ormai morto, un personaggio tra i più autorevoli del panorama finanziario italiano, un uomo che ha percorso per mezzo secolo e più, la storia economica della nostra nazione, un personaggio che aveva molte azioni da nascondere, ma che negli ultimi anni della sua vita, si è pentito degli atteggiamenti del passato, ed ha fondato un’organizzazione che ha come obiettivo principale il bene della gente, del popolo, come per rimediare agli errori del passato.
Alla sua morte ha messo a disposizione della fondazione da lui creata, una quantità rilevante di moneta, titoli azionari, e certificati di deposito di vari stati europei, sufficienti per mandare avanti la stessa, e per bonificare siti industriali di sua appartenenza, che in passato avevano inquinato pesantemente vari territori, e non solo in italia.
Ma alla fondazione sono restate tante di quelle risorse economiche, che hanno consentito di fondare una banca etica.
Una banca che ha un’unica sede, di sua proprietà, a roma, ma che lavora tramite internet, in tutta italia, e non solo.
La dirige sua moglie, la signora Rita, che ha pensato bene di formare, sicuramente d’accordo col marito, una società segreta, un drappello di persone, costantemente in giro per il mondo, una decina di personaggi tra i più vari, per combattere ad armi pari la w, organizzazione di cui ha fatto parte in passato suo marito.
E proprio il fatto di essere stato a contatto diretto delle aberrazioni dell’organizzazione, tante volte da lui assecondate, ha fatto si che la coscienza dell’industriale subisse un forte scossone, che ha determinato il suo cambio di rotta.
Riteneva, negli ultimi anni della sua esistenza, che dovesse esistere al mondo un ente, un soggetto nascosto, che contrastasse le decisioni dell’organizzazione criminale, che, come da lui stesso rimarcato in seno alla w, stava portando il pianeta al disfacimento.
Un’organizzazione, la w, che non si curava della natura, e a cui ha sempre fatto comodo sfruttare uomini e ambiente, lasciando consapevolmente e volontariamente un intero continente nella miseria, e facendo soffrire milioni di persone negli altri continenti.
Sono stati pubblicati due suoi libri, in cui rivela molti segreti, nella maggior parte dei quali era direttamente coinvolto, e l’immagine che da essi ne deriva è di un personaggio dalla potenza immensa, ma che ha sempre agito in coscienza, la coscienza, spesso poco sana, di chi viene trascinato inconsciamente da avvenimenti e situazioni in cui non era possibile agire diversamente.
Il libro mette bene in chiaro che certe sue scelte avrebbero avuto bisogno di molto coraggio per essere compiute in maniera diversa, e non è detto che le lobby finanziarie lo avessero lasciato agire indisturbato.
Un uomo che, pur con il grande potere che possedeva, non poteva obiettivamente imprimere un corso diverso agli avvenimenti che lo hanno visto protagonista.
E l’immagine che deriva dal libro, è migliore di quella che la gente avrebbe avuto se non avesse pubblicato alcunché.
Ma un risultato lo ha prodotto, ha messo al corrente il mondo intero che esistono organismi che non fanno assolutamente il bene della gente, anzi.
Ora la fondazione, pur composta da pochi personaggi che hanno le stesse capacità dirigenziali, è influenzata dalla stessa moglie dello statista, e lei ha la personalità giusta per amalgamare il gruppo, che le riconosce capacità organizzative fuori dal comune.
Eppure ha vissuto la sua vita all’ombra del marito, pur avendo le qualità per esserne alla pari, ma lui stesso, nella sua autobiografia, le ha riconosciuto grandi meriti nell’aver in qualche modo moderato alcune sue scelte inique.
Le ha riconosciuto il ruolo di principale consigliera, specie nel difficile campo dell’applicazione di corretti concetti economici.
La fondazione ha sede in un enorme palazzo romano, che occupa un intero isolato, dalla forma perfettamente cubica, pure in presenza di alcuni fronzoli che contornano porte e finestre, con quattro ampie entrate in altrettanto importanti strade della capitale.
Una di queste entrate è occupata dalla fondazione che porta il cognome dell’industriale.
Altre due entrate sono state riservate ad una banca, che lo statista ha voluto che adottasse scelte etiche, e quasi l’enorme spazio non basta, in quanto è frequentata da tante persone che scelgono proprio questa banca, dal momento che molti di loro non avrebbero avuto alcuna possibilità di ottenere nemmeno piccoli prestiti dalle banche tradizionali.
Una banca che lavora, per così dire, in piccolo, incamera piccole quantità di denari, spesso risparmiati con sacrifici, e concede prestiti altrettanto piccoli, dà l’impressione che sia un grande alveare frequentato da una miriade di api, che per poter essere definite operose, avrebbero bisogno di un piccolo finanziamento.
Sembrerebbe una banca fuori da ogni logica, eppure la clientela non manca.
È frequentata anche da piccoli risparmiatori, contenti di ottenere almeno lo stesso trattamento che verrebbe riservato loro da altre banche, e non hanno dubbi su chi affidare i loro denari.
Una banca che è stata, negli ultimi anni, un vera e propria gradevole novità, non tanto per la strategia di azione, quanto per la rilevanza che ha acquisito col tempo, anche se è stata aperta da pochi anni.
Un crescere in maniera esponenziale, anche in periodo di crisi.
E mentre le altre banche arrancavano alla meno peggio, soprattutto per mancanza di liquidità, la banca etica invogliava i risparmiatori ad affidarle i loro denari, pur con condizioni pari alle banche tradizionali, ma i risparmiatori erano certi che i loro soldi sarebbero stati utilizzati per il bene della gente, e non per creare colossali strutture che non chiedono altro che generare utili per i proprietari, disinteressandosi delle condizioni degli operai, ridotti ad elemosinare uno stipendio da due soldi.
Una banca che ha attirato, per i suoi concetti sociali, e per la inusuale trasparenza, e la semplicità delle regole, un gran numero di clienti.
Mai che prendesse però in considerazione grandi progetti industriali; quando obbligata a decidere, preferiva finanziare piccole realtà produttive, o aziende individuali, addirittura prestava piccole somme di denaro a persone o progetti che sembravano non del tutto economicamente validi, ma portati avanti in prima persona dal titolare, e finora l’incidenza di sofferenze bancarie si è dimostrata addirittura inferiore alla norma.
E, nonostante le grandi dimensioni dei saloni che accolgono i clienti, e i vari uffici dei piani superiori, è quasi sempre affollata, a differenza delle banche tradizionali, drammaticamente vuote in tempi difficili.
La quarta entrata è a disposizione del nucleo segreto della fondazione, ma all’esterno campeggia la scritta: call center.
Ma è solo la stanza a ridosso della strada che assume quella funzione, lo spazio interno, ben più ampio, è a disposizione dei componenti la piccola pattuglia dalle competenze tra le più disparate.
Ne fanno parte in maniera stabile due giovani che sono dei veri e propri maghi di informatica, Federico e Fabio, con competenze, tra le altre, di grafica digitale, che è stata utile già varie volte, per falsificare fotografie, due programmatori dalle capacità ben al di sopra dei comuni hacker, due ragazzi che non conoscono segreti in ambito digitale.
Il terzo componente stabile è un dipendente di palazzo chigi, Bruno, sempre informato degli ultimi avvenimenti politici, non si fa vedere molto spesso, e non entra mai dalla porta del call center, ma da un’apertura praticata sui muri confinanti la fondazione.
Ma è anche un abile falsario, avendo lavorato per anni alla zecca di stato, e dalle sue mani appaiono come per incanto, carte di identità, passaporti e titoli di stato delle più disparate nazioni, e biglietti aerei che verranno convalidati dai due hacker.
Agiscono nella struttura, anch’essi in maniera stabile, due persone dalle competenze plurime, si potrebbero definire due scienziati, o meglio due persone che potrebbero lavorare tranquillamente in un ufficio di polizia scientifica, ma esperti anche in matematica, chimica e statistica: Alberto e Aldo.
Due persone in grado di fabbricare persino armi organiche, non convenzionali, o inquinare perfettamente prove lampanti, se solo ne venissero in possesso.
E poi c’è lei, la signora Rita, sempre disponibile quando serve la sua presenza, una perfetta organizzatrice delle due strutture confinanti e servite dalla porta segreta, quella che collega la fondazione alla cellula operativa.
Ma il gruppo non finisce qui, loro sono solo i frequentatori abituali dello spazio segreto, in giro per il mondo, o, in ogni caso, sempre pronti a intervenire dappertutto, esistono altre cinque persone, che conducono la loro vita abitudinaria, di lavoro e familiare, come qualsiasi cittadino.
Ma sono sempre pronti a mettersi a disposizione di qualunque esigenza, sono cinque persone dalle competenze multiple, e dalla preparazione fisica e militare perfetta.
Due di loro sono marito e moglie, lei è stata parlamentare comunitaria, ed ha potuto notare l’inutilità del parlamento di strasburgo, che non riusciva a prendere decisioni definitive, sempre trasformate nella sostanza dalle varie commissioni.
Si è così resa ben conto che in europa non comanda e legifera alcun organismo eletto dalla gente.
Da qui la decisione di abbandonare l’assemblea comunitaria, o meglio, non ricandidarsi più, ben conscia che chi comanda nel nostro continente, sono organismi invisibili.
Il fatto stesso che le decisioni fondamentali siano prese da personaggi non eletti dalla gente, i vari burocrati delle commissioni, le ha fatto scemare la voglia di impegnarsi in politica.
Nessuno più di lei può dire che quella del politico sia un’attività sporca, dato che un po’ tutti i parlamentari, sia comunitari che nazionali, si rendevano conto che non erano decisivi in alcunché, e impegnavano il loro tempo unicamente a cercare vantaggi personali.
Ora la sua attività si svolge a contatto con la natura, e vive realizzando consulenze ambientali, soprattutto in italia, ma anche in giro per l’europa, si chiama Delia.
Il suo passatempo preferito è organizzare cene tra amici, sia in casa sua che in casa loro, ben lieta di dare sfogo alla sua passione.
Si è appena sposata con Dario, sensibilmente più grande di lei, e dall’esperienza maturata nel difficile campo del brokeraggio finanziario di alto livello, una persona costantemente informata su cosa si prepara a livello di grandi investimenti.
Da giovane è stato un forte atleta di arti marziali, ha persino partecipato alle olimpiadi.
Asseconda volentieri la passione della moglie, in ambito gastronomico.
Abitano in umbria.
E poi c’è la cellula operativa friulana, tre persone dalle competenze e dalla preparazione militare esclusiva, i loro nomi sono Michele, Salvo e … Silvio.
Si, lo stesso Silvio che ha appena sposato Sandra.
E poi c’è lei, proprio Sandra, che fa le veci di un qualsiasi servizio informativo di uno stato, le notizie per la fondazione vengono quasi tutte fornite da lei.
A cominciare, naturalmente, dal raccontare minuziosamente ogni decisione della w, i suoi indirizzi strategici, e capita di venire a conoscenza anche di informazioni non ricercate, specie nelle feste organizzate da lei stessa, in genere i componenti la w si fidano di lei, in quanto rappresentante di uno degli uomini più potenti del pianeta, l’industriale Americano.
La avvicinano speranzosi di ricevere qualche informazione di ciò che prepara l’Americano, e inconsciamente, come per stabilire una sorta di relazione con lei, le rivelano molti più particolari di quelli che ricevono.
E infine c’è il comandante del nucleo operativo triestino, il generale Attilio, una figura esterna alla fondazione, ma, essendo amico di famiglia dello statista deceduto e di sua moglie, ed essendo stato messo al corrente dallo statista, quando era ancora in vita, dei futuri progetti, ha accettato di collaborare.
La sua azione si limita nel concedere lunghi periodi di ferie a Silvio, Michele, e Salvo, quando impegnati in qualche azione per conto della fondazione.
Tutto qui, una struttura minuta, ma agile, pochi elementi, ma professionalmente ai massimi livelli, con competenze tra le più disparate.
Salvo, per esempio, è un autentico esperto di cariche esplosive, ne conosce gli ultimi sviluppi in fatto scientifico, i componenti più attuali, in grado di preparare marchingegni difficili da localizzare, specie nella sua competenza principale, quella di escogitare nuove forme di innesco, quando riferite a piccole cariche.
È originario di siracusa, si era diplomato come perito chimico, e da ragazzo si divertiva a sottrarre al laboratorio della scuola componenti e sostanze che utilizzava, per divertimento, per preparare piccole cariche esplosive, che faceva scoppiare in compagnia degli amici.
La successiva appartenenza ai corpi speciali dei carabinieri, ne fece un autentico esperto in materia, e, dovendo frequentare continuamente corsi di aggiornamento, venne a conoscenza delle ultime novità in fatto di esplosivi, inneschi, e materiali invisibili a qualsiasi controllo.
Michele, invece, Calabrese di locri, è un ottimo autista, spericolato all’eccesso, riesce a far fare ad un’auto cose impensabili, è uno spettacolo vederlo guidare.
Ha un’altra peculiarità, che viene anche studiata dagli investigatori, ma la sua è innata, riesce a capire attraverso i gesti di una persona, quando parla, se stia mentendo o meno, se sia in uno stato di tensione o sia sincera, una specie di macchina della verità, ma in carne ed ossa.
La strategia della fondazione non è ben definita, in pratica si sfruttano le informazioni, e volta per volta si stabiliscono priorità, tenendo ben presente che il suo fine ultimo è quello di distruggere la w.
La storia ha decretato che l’animo umano, specie quando ha risorse grandemente superiori a quelle che effettivamente servono, per portare avanti una vita agiata, pone obiettivi innaturali.
Il troppo denaro, o il troppo potere, porta a snaturare i bisogni essenziali, e sceglierne via via altri, sempre più contorti e strani, prevale tra tutti il bisogno di dominare i suoi simili, come una sorta di affermazione della propria personalità.
Il mettersi al di sopra di un altro essere umano comporta scelte etiche che non tutti approverebbero, ma esistono persone che hanno innata questa caratteristica.
Ed esistono persone che, a causa della discutibile formazione ricevuta fin dai primi anni di vita, trovano naturale prevaricare i loro simili, e quasi intraprendono una sfida con i loro pari, per vedere chi riesce a prevalere in quel gioco infame.
E più azioni malvagie compiono, più aumenta la loro autostima, non si rendono conto che il loro è un comportamento innaturale, e vivono bene così, senza problemi di coscienza.
Bisognerebbe stabilire inoltre se un’educazione come quella che hanno ricevuto, preveda la presenza di una coscienza.
Ma è troppo facile approfittare delle debolezze altrui, se in possesso di risorse economiche superiori, e le azioni che ne derivano sono quanto mai disumane.
La fondazione ha un unico vantaggio sulla w, essendo nata da poco, è più nascosta, e sa dell’esistenza dell’avversario, mentre la w non è nemmeno a conoscenza dell’esistenza di un organismo che ha deciso di distruggerla, con ogni mezzo disponibile.
Certo è, comunque, che i libri dell’industriale Italiano, e il suo cambio di rotta, avrebbero dovuto metterla in allarme, e non è detto che ciò non sia successo, ma la parte visibile della fondazione che porta il suo nome, si evidenzia solo con la presenza di una innocua banca etica.
Certo, la quantità di potere e risorse della w è immensamente superiore a quella della fondazione, le sue ramificazioni sono fitte e planetarie, anche loro dispongono di un ben foraggiato sistema informativo, ed hanno le mani in pasta dappertutto.
Senza contare che sono a loro disposizione i vari servizi segreti di ciascuno stato che controllano.
Possono arrivare dappertutto, e la priorità del gruppo segreto della fondazione, è quella di restare per quanto più tempo possibile nell’ombra.
Quando dovesse succedere che la w si accorgesse di un così temibile avversario, l’unico vantaggio sparirebbe.
E allora qualsiasi azione cruenta, deve risultare come la conseguenza della casualità.
Ed ogni informazione deve essere acquisita senza dare l’impressione di volerlo fare.
Sandra ha preso contatti con un miliardario cinese di hong kong, che aveva stabilito che fra due giorni si sarebbe tenuta una festa in un grande attico nella città, si trova all’aeroporto di abu dhabi, in attesa dell’arrivo del suo collaboratore, proveniente dall’italia, Michele, che, avendo frequentato qualche anno l’accademia di brera, ha le giuste competenze per completare il lavoro di Sandra.
Dovrà allestire l’ambientazione dell’attico, impegno a cui Sandra ha rinunciato volentieri, visto che è abbondantemente impegnata nello scegliere i cibi.
Sta consumando un caffè che chiamarlo dal gusto discreto sarebbe fargli un complimento, in uno dei bar dell’aeroporto, quando sente una voce conosciuta alle sue spalle.
“Hallo, girl”, è il suo amico Americano.
“Com’è il caffè?”
“Appena passabile, eppure il barman è Italiano, il caffè viene da trieste, la macchina è di costruzione italiana, ma un caffè non è mai buono se non è consumato in italia.”
“Come è possibile?”
“Non so, è una regola da cui non si scappa.”
“Dove sei diretta?”
“A hong kong”
“Anch’io”
“Allora potremmo fare il viaggio insieme.”
Quando si tratta di stare con la ragazza, l’Americano sfrutta ogni minima opportunità, Silvia è una vera ossessione per lui.
“Sto aspettando un jet privato proveniente dall’italia, a bordo c’è un amico di mio marito, che dovrà mettere a punto l’ambientazione di una festa che sto organizzando, e i cibi italiani che ho intenzione di presentare.”
“Anch’io sto andando ad una festa, non è che è la stessa?
Quella a cui sono invitato è tra due giorni, e si terrà in un attico della città, di proprietà di un miliardario Cinese.”
“E allora saremo alla stessa festa, la devo organizzare io.”
“Mi dispiace che non faremo il tragitto insieme, vuol dire che ci vedremo là.”
“Ma no, potresti venire con noi.”
Sandra non termina la frase che già l’Americano ha accettato, una telefonata per disdire il volo, e il suo viso è raggiante.
Quando Michele arriva, li vede parlare amichevolmente ad un tavolino del bar.
“Arrivato … mi ha detto Silvio di controllarti da vicino.”
Dice scherzosamente.
In effetti l’atteggiamento della ragazza è quanto mai naturale e per niente ambiguo, ma l’Americano non le stacca gli occhi di dosso, anche un bambino si accorgerebbe che è innamorato di lei.
“Michele, ti presento John, cosa desideri?
Ti sconsiglio vivamente il caffè.”
“Una specialità del posto, qualunque sia”
“Incappi male, qui non si servono alcolici.”
“Lo so, lascia fare al cameriere.”
Il cameriere si presenta in un lampo; se qualche appunto può essere fatto al sistema di vita negli emirati arabi, probabilmente se ne potrebbero trovare parecchi, ma non devono essere riferiti all’accoglienza verso il cliente, da qualunque parte del mondo provenga, e da qualunque parte del mondo provengano i dipendenti della struttura ricettiva.
Qui è quasi un puntiglioso rito accogliere la clientela, tutto deve essere inappuntabile, e in genere chi sta dietro al bancone di un bar, o gelateria, o semplicemente a contatto col cliente, deve rispettare canoni rigidissimi, in un ambiente dove è in atto una riconversione dell’economia.
Infatti la disponibilità del petrolio, unica risorsa veramente significativa di queste zone, è in netto calo, e si tende a ridurne l’estrazione, giocoforza dovevano indirizzarsi ad un’altra attività, ed hanno scelto di dedicarsi al turismo.
La vicina città di dubai ne è un esempio, là gli alberghi sono sfavillanti, ne esiste uno a sette stelle, uno dei pochissimi al mondo che si possono fregiare di quel livello qualitativo, e dubai, in fatto di luci e colori, regge benissimo il confronto persino con las vegas.
Il palazzo più alto del mondo è proprio là.
Per le strade non trovi un mozzicone di sigaretta, o un pezzo di carta, tutto è lindo e pulito, sembrerebbe un paradiso, il paradiso del consumismo.
E chi viene scoperto a lasciar cadere per terra un semplice cerino, viene multato pesantemente, va da sé che anche i muri sono immacolati, senza quegli interventi artistici che caratterizzano pressoché tutte le città occidentali.
I centri commerciali sono quasi equiparabili a delle regge, marmo italiano dappertutto, e non mancano altre espressioni del made in italy.
Esistono tanti di quei locali gestiti da Italiani, e non, che mettono in evidenza i classici simboli della nostra nazione: sono numerosissime le vecchie vespa, che fanno bella mostra di sé in tanti bar e gelaterie, cartelloni che evidenziano i nostri film più belli, specie degli anni cinquanta e sessanta, ciascuno dei nostri grandi stilisti non può mancare, ed ha aperto lussuosi atelier in ogni città degli emirati, e per le strade la fanno da padrone maserati, lamborghini e ferrari, nettamente superiori di numero alle mercedes o alle porsche.
Hanno una specie di venerazione per qualsiasi prodotto italiano, e i bar, pasticcerie, o gelaterie, che hanno più successo, sono gestite da Italiani, che naturalmente presentano prodotti rigorosamente nostrani.
Conoscendo quella predisposizione, Silvia era titubante, ai tempi in cui decise di affrontare un’attività in proprio, se sfruttare il grande successo di cui l’italianità gode negli emirati, o aprire un bar a porto cervo, in costa smeralda, o a venezia, scelse piazza san Marco, ma le restò la convinzione che avrebbe fatto affari d’oro anche a dubai.
Vi rinunciò per un unico motivo; immaginando che nel giro di pochi anni la sua attività avrebbe avuto successo, e avrebbe potuto vendere così l’attività, nel caso avesse scelto altre vie, come effettivamente è successo, a dubai non avrebbe potuto vendere alcunché, per un semplice motivo.
Chi apre un’attività turistica ristorativa, a dubai, e in tutti gli altri emirati, non la può aprire a suo nome, ma deve intestarla ad un cittadino degli emirati, che pretende fior di quattrini per fare da prestanome, ma il termine non è esatto, perché l’effettivo proprietario dell’attività è lui, e non chi gli sgancia i quattrini.
Ciò sarebbe stato possibile se Sandra avesse avuto intenzione di tenere l’attività per molti anni, e ammortizzare così la spesa, ma lei si stanca presto di qualsiasi lavoro ripetitivo, e immaginava che non sarebbe stato conveniente.
Se avesse deciso, come capita in italia, di voler vendere la sua attività, non ne avrebbe ricavato un centesimo, per il semplice fatto che nulla sarebbe restato intestato a lei.
E infatti ha trovato un lavoro che di ripetitivo non ha nulla, e si trova a gestire un’attività che le dà tante soddisfazioni, sempre a contatto con gente importante, e contenta di operare sempre in ambienti diversi.
“Come posso esservi utile?”
La frase pronunciata in italiano è perfetta.
“Sei Italiano?”
“Siamo quasi tutti Italiani, in questo bar.”
“Mi porti una specialità del posto?”
“Non saprei cosa consigliarle, qui abbiamo tutte le specialità italiane, e se devo scegliere di consigliarle qualcosa di locale, non ci sono molte alternative, o un ottimo thè, o dei datteri ricoperti da abbondante gelato.”
“Vada per i datteri.”
“Perdoni la poca varietà di scelta, qui la natura ha fatto si che non ci fosse altro che sabbia, petrolio, datteri e cammelli.”
Sandra si informa se il carico ha presentato problemi.
“Tutto bene, ho caricato le specialità che mi hai indicato, gli ingredienti per preparare il frico, la brovada, i civapcic dalla slovenia, e una mezza montagna di dolci friulani, tra cui una decina di gubane, per il vino mi hai detto che ci avresti pensato tu.”
“E infatti è già a destinazione, come pure l’acqua che serve per preparare i caffè, e le buste dei caffè non macinato.”
L’Americano è curioso di scoprire perché acqua, caffè e vini, abbiano fatto un tragitto anticipato.
“Abbiamo parlato prima del caffè, che non ha lo stesso sapore se assaggiato in posti diversi, molto dipende dall’acqua che si utilizza, e infatti io uso generalmente la stessa acqua, per la sua preparazione, ma quel che ha più rilevanza è il fatto che trasportando per lunghi tragitti beni commestibili, essi risentono del viaggio, specie se si sorvola il mare.
Ancora di più vale questa regola quando trasporti, per esempio, vino, a bordo di una nave.
I generi alimentari sono, per così dire, delle entità vive, il vino soprattutto.
La salsedine del mare, anche se non viene a contatto diretto del vino, e la bottiglia è ben tappata, riesce a variarne il gusto.
Prova a fare la prova tu stesso, portati appresso una bottiglia di cui conosci le caratteristiche, e stappala una volta arrivato in america, non importa se hai fatto il tragitto in nave o in aereo.
Mi saprai dire, ti assicuro che se lo apri il giorno stesso risulta quasi imbevibile.
Ha bisogno di molti giorni per riequilibrare le sue caratteristiche naturali, per conto mio, non lo aprirei prima che siano trascorsi almeno venti giorni.
Infatti, quando devo organizzare un ricevimento all’improvviso, sono costretta a cercare i vini in località non troppo distanti dall’evento, e in genere l’operazione mi mette spesso in difficoltà, pignola come sono.
Per il caffè, vale la stessa regola, e anche altri alimenti subiscono la stessa legge.
Hai assaggiato molte volte il maialetto arrosto preparato da me, ebbene, che io sappia ti è sempre piaciuto, ma ti invito ad assaggiarlo, che so, preparato nella mia terra, specie in primavera, in campagna o in montagna, magari cotto con arbusti aromatici recuperati a due passi, ebbene, non faccio previsioni, mi saprai dire tu stesso se non è immensamente più buono.”
Quando si tratta di parlare di gastronomia, potrebbe succedere il finimondo, ma Sandra non perderebbe il filo del discorso, la materia che ha fatto di lei una vera e propria esperta del settore, la appassiona.
È proprio vero, se si vuole raggiungere l’eccellenza, in qualsiasi espressione umana, bisogna metterci passione.
“Ho conosciuto un cantiniere, proprio nella regione in cui abiti, Michele, ma lontano da trieste, nella zona del collio, che personalmente reputo la zona più vocata di tutto il pianeta per produrre vini bianchi eccezionali.
La terra di quella zona, chiamata ponca, deriva dallo sfaldamento di particolari rocce, è un substrato povero, ma ideale per coltivare la vite, e il cantiniere sa bene che ha tra le mani, il miglior prodotto disponibile per realizzare uno tra i migliori vini del pianeta.
Il suo operare tra contenitori e cisterne di vino, è quanto di più pignolo possa esistere sulla faccia della terra.
Pulizia maniacale di tutte le attrezzature, dosaggi di correttivi del vino misurati con bilancini di precisione, lo stesso relazionarsi col prodotto ottenuto, è per lui un rito, il maneggiare le bottiglie come se avesse tra le mani un neonato, tutto questo denota passione, e il risultato è quanto mai eccellente.
Bene, uno dei miei maggiori fornitori di vino è proprio lui.”
Vengono informati che il piccolo jet è pronto per affrontare il lungo tragitto che li porterà nella ex colonia britannica, e si avviano verso l’aereo.
Meno di mezz’ora dopo sono già in volo.
E alla loro vista il giallo della sabbia, si trasforma nel verde immenso delle foreste sorvolate.
E arrivano ad hong kong, vengono accolti da un autista, e salgono a bordo di una limousine, con i cibi scaricati dal jet, un’ora dopo varcano la soglia di un altissimo palazzo, e arrivano all’ultimo piano.
Vengono accolti dal committente la festa, che per prima cosa saluta affettuosamente l’Americano, è strano come i ricchi si conoscano tutti tra di loro, e in qualche modo si possono considerare amici, non fosse altro che per il fatto che li accomuna lo stesso desiderio di aumentare continuamente la loro potenza nei vari settori.
Sanno bene che gli obiettivi sono comuni, ed hanno scelto la sinergia, fattore che non appartiene alla gente, pur essendo accomunata anch’essa da una priorità, quella di diminuire il gap che li separa dalle elite.
Ma il Cinese è cordiale anche con i nuovi arrivati, mette a disposizione una grande sala per deporre cibarie e attrezzatura per decorare l’attico, che viene raggiunto dal gruppetto dopo avere sistemato il tutto, mentre lui intrattiene l’Americano.
Il giorno dopo il sontuoso ricevimento è gradevole, tutto è presentato in maniera inappuntabile, e gli invitati hanno modo di gustare alimenti provenienti da una terra così lontana, come il friuli, e in genere gradiscono le specialità presentate, in particolare apprezzano l’ottimo vino di una terra adatta per esprimere eccellenze in quel settore.
Naturalmente non mancano alcuni tavolini, abbastanza ben frequentati, dove fa bella mostra di sé, nemmeno troppo nascosta, la polverina bianca.
Ma un ricevimento, per i potenti del pianeta, non ha mai la sola funzione di nutrirsi, o intrattenere relazioni senza scopo, e tra i vari gruppetti che si formano, Sandra non può non notare che parlano di affari continuamente, e qualcuno degli invitati fa apparire qualche cartelletta che sottopone all’attenzione altrui.
E una di queste cartellette, alla fine della festa, viene dimenticata in un angolo della sala, a fianco di un tavolino svuotato dalla merce bianca che conteneva.
Viene notata da Michele, che se ne impossessa, e che nasconde tra i suoi addobbi, quelli che possono essere recuperati, e che torneranno in italia.
Alla fine della festa Sandra viene avvicinata dall’Americano e dal padrone di casa, le viene chiesto se può trattenersi due giorni, ospite di quest’ultimo, in quanto un personaggio influente Australiano, ha necessità di scambiare due parole con lei.
“Gli lascio il mio numero di telefono, così potremo parlare comunque.”
Il Cinese afferma che gli argomenti da trattare non possono essere esauriti per telefono, e le rinnova l’invito di ospitarla per due giorni, le assicura che, a quanto ne sa, non si pentirà della scelta.
“Va bene, però ho necessità di comunicare con mio marito, e fargli sapere il cambio di programma.”
“Non ci sono problemi, se vuoi c’è un computer a tua disposizione, potrai utilizzarlo quando vorrai, o telefonargli, decidi tu.”
“Vada per il computer, gli manderò un messaggio, e aspetterò la sua risposta.”
Dopo venti minuti il messaggio è stato spedito, e la risposta è arrivata, potrà trattenersi ancora qualche giorno, in attesa dell’incontro con l’Australiano.
È quasi l’alba quando l’attico ha riassunto l’aspetto che aveva prima del ricevimento, ciò che sarebbe dovuto rientrare in italia è sistemato sulla limousine, nessuno si è accorto della sparizione della cartella, e Sandra saluta Michele e l’Americano, avrebbero fatto scalo a dubai, poi ancora in volo per l’aeroporto di trieste.
Stremata dalla faticosa giornata la ragazza si addormenta quasi subito, e pensa di trascorrere il tempo in attesa del colloquio con l’Australiano, come una rilassante vacanza.
Ma è fin troppo rilassata, e si risveglia dopo molto tempo, dalla posizione del sole le sembra che addirittura sia sera inoltrata, quante ore ha dormito?
E la sonnolenza che ancora sente di avere, la invoglia a rimettersi a letto, non sente nemmeno lo stimolo della fame, e sente che è assalita da una strana debolezza, non certo giustificata completamente dal pesante lavoro del giorno precedente.
E si riaddormenta pesantemente, e si risveglia con un forte mal di testa, e non fa altro che dormire, svegliarsi e riaddormentarsi, assumendo qualche alimento, più che altro per la necessità di nutrirsi, non certo perché senta gli stimoli della fame.
E arriva il momento di incontrarsi con l’Australiano.
Le propone di fare il viaggio verso l’australia, le dice che ha un incarico per lei che esula dalle sue naturali competenze, un incarico che le avrebbe portato innumerevoli vantaggi per se stessa, e alla richiesta delle spiegazioni più dettagliate della ragazza, le risponde che l’argomento può essere trattato solo in australia, in presenza dell’ambiente in cui sarebbe dovuta avvenire la sua partecipazione, che l’Australiano dice che fa parte di un progetto più ampio, e rilevantissimo.
Ma la ragazza non è convinta di accettare una proposta così nebulosa, e si rende conto che è la prima volta che sta per accettare un incarico, senza conoscere le reali motivazioni che spingono il suo interlocutore ad essere così deciso, nel volere proprio lei.
“Abbiamo scelto te perché conosciamo le tue qualità, e perché sei una bellissima ragazza.
Inoltre appartieni alla w, e per noi, questo, è una garanzia.”
La situazione si fa sempre più ingarbugliata, e si rende conto, anche, che la sua capacità di decidere, è in qualche modo ridotta dalla stanchezza che sente addosso.
Il suo interlocutore ha un modo di fare deciso, come se avesse non so quali qualità che lo rendono autorevole, la ragazza sente che potrebbe cacciarsi in qualche situazione ambigua, ma accetta, come se la sua volontà fosse in qualche modo condizionata dalla personalità dell’Australiano.
Comunica tramite internet a Silvio la decisione presa, e senza aspettare risposta, parte con l’uomo in direzione della nazione oceanica, a bordo di un jet privato.
Durante il tragitto si addormenta pesantemente, si risveglia, mangia qualcosa, e si riaddormenta di nuovo.
Viene svegliata una volta atterrati, si rende conto di essere all’interno di un’area dall’aspetto generale che definirebbe trasandato.
Viene accompagnata in un grande casermone fatiscente, dando uno sguardo in giro si accorge di essere in un posto che sembrerebbe un vecchio aeroporto quasi abbandonato, con qualche soldato che gironzola, o fa la guardia a non si sa bene che cosa, intorno case vecchie e trascurate, pochi alberi, prati che un tempo potevano essere molto belli, ora sono rinsecchiti, capannoni in pessime condizioni e, lanciando lo sguardo oltre la robusta recinzione invalicabile, le si presenta di fronte agli occhi, un ambiente che definirebbe quasi desertico.
Sente l’esigenza di mangiare qualcosa, e riposare, ma trova il tutto innaturale, si sente stanca, pur avendo avuto tanto tempo per recuperare le forze.
Viene accompagnata in una lussuosissima stanza al primo piano, lusso che stride pesantemente con l’ambiente circostante, ha persino a disposizione un computer, collegato ad internet.
Quando chiede ancora spiegazioni, le viene risposto, dal soldato che l’ha accompagnata alla stanza, che nel giro di pochi giorni verrà a conoscenza del suo ruolo all’interno del progetto dell’Australiano.
Si sente in balia di quella gente, anche se ha l’impressione che il soldato che l’ha accompagnata, abbia verso di lei atteggiamenti stranissimi, un misto tra una sorta di venerazione e modi di relazionarsi che sembrerebbero succubi della bellezza della ragazza, addirittura sottomessi.
Quando si corica, la priorità è valutare quali atteggiamenti prendere verso l’Australiano, sentendosi, ora prigioniera, ora in grado persino di dare ordini tassativi, certa che verranno eseguiti in maniera corretta.
Anche quando passava accanto a qualche gruppetto di soldati, una volta sbarcata dall’aereo, si è accorta che la guardavano con un atteggiamento sottomesso, smettevano di fare quello che stavano facendo, e si posizionavano senza darle le spalle, rivolti espressamente verso di lei, e in genere i loro sguardi non cercavano di incontrare il suo.
Una situazione incomprensibile, ma a furia di pensare, sente che, ancora una volta, ha l’esigenza di riposare, e si riaddormenta pesantemente.
Non vedrà mai più il suo accompagnatore Australiano, lo cerca, il giorno dopo, ma di lui nessuna traccia.
Riceve la visita di quello che sembrerebbe il capo di quella misteriosa struttura; essendo la moglie di un militare, ha memorizzato perfettamente il modo in cui vengono evidenziati i gradi, è un colonnello.
“Mi sento male, ho sempre sonno, voglio rientrare in italia, sono appena sposata, e voglio rivedere mio marito, non ho più intenzione di collaborare con voi, non ho più notizie delle persone care, mi sento prigioniera, voglio andare via, riaccompagnatemi in italia.”
“Prima di tutto mi presento, sono il colonnello Joshua, e in effetti le devo alcune spiegazioni, ma per ora non è possibile riaccompagnarla in italia, abbiamo speso tempo e denaro quando abbiamo scelto lei.”
“Si ma sono io che non ho scelto voi, mi tenete prigioniera.”
“Assolutamente no, faccia conto di essere in vacanza, abbiamo fatto in modo che non abbia impegni riguardo la sua professione, può usare tranquillamente internet, per comunicare con chiunque, e, se vuole, può circolare liberamente all’interno del campo, domani saprà quali saranno i suoi privilegi, e, mi creda, saranno equiparabili a quelli di una dea, almeno all’interno della struttura, faccia conto che ogni persona sia al suo servizio, qui, … anch’io.”
Non che il colonnello non sia stato gentile, con lei, e nemmeno che le è stato impedito di comunicare con il suo uomo, tramite messaggistica internet, ma la ragazza non si sente tranquilla, e in ogni caso l’attività di quella struttura persa nel deserto australiano, le comunica un senso opprimente di vacuità, un buio da cui non riesce ad intravedere uno spiraglio di luce, e si rende conto anche che le sue capacità di ragionare sono inficiate da un terribile mal di testa che non vuol sentir ragioni di scomparire.
“Finora ho comunicato con mio marito, solo tramite internet, ma non trovo più il mio telefono, voglio sentire la voce del mio uomo.”
“Questo, purtroppo, non è possibile, e il suo telefono non sappiamo dove sia, l’avrà dimenticato a bordo del jet che l’ha portata qui.”
“Come, non è possibile telefonare?
Allora sono prigioniera!”
“In un certo senso si, ma solo riguardo alle telefonate, ma qui può circolare liberamente, esca, prenda aria, visiti il posto, le assicuro che una sola giornata non le basterebbe per scoprire tutta la struttura.”
“Ma chi siete?
Dove mi avete portata?
Mi state spaventando e mi avete sequestrata!”
“Apparteniamo anche noi, come lei, alla w, come vede siamo parte entrambi di un grande progetto, e il nostro, all’interno del campo, ha valenze scientifiche di altissimo livello, le assicuro.”
“E quale sarebbe, di grazia, la vostra missione?”
“Stiamo studiando scienze che nemmeno immagina, e siamo in una fase molto avanzata, in tutti i campi trattati, lavoriamo su certi esperimenti che saranno utili alle varie case farmaceutiche, alla scienza del cervello, stiamo scoprendo le immense possibilità che ha la nostra materia grigia, di progredire, esperimenti su come rendere i nostri nemici inoffensivi dal punto di vista dell’intelligenza, sempre alla ricerca di nuove molecole che facciano al caso nostro, studi su quella realtà che ancora la gente non crede possibile, che certifica che l’universo è abitato da altri esseri pensanti, e trattiamo scienze che per molti possono sembrare folcloristiche, ma che così non sono, spaziamo su buona parte del sapere umano, siamo uomini e scienziati di elite.”
“Ma un progetto così ampio, ha bisogno di molta gente, e grandi spazi per gli esperimenti.”
“Abbiamo entrambi, qui sotto, persino sotto ai nostri piedi, ci sono laboratori e alloggi, per un gran numero di persone.”
“Ma chi siete? Mi domando in che mani sono finita, e non credo che facciate tutto questo per il bene dell’umanità.”
“Noi siamo al servizio della w, non chiediamo altro che di essere pagati profumatamente, non ci interessa in che modo verranno utilizzati i nostri risultati, e dato che lei fa parte della nostra stessa organizzazione, non vedo perché debba fare inutili resistenze, sappia che il migliaio di persone che agiscono all’interno del campo, e io stesso, le assicuro, abbiamo capacità decisionali limitate, forse inferiori a quelle di cui godrà lei stessa.
Ma quando andremo via da qui, ben prima dell’età pensionabile di ogni singolo cittadino, avremo il futuro assicurato sia per noi stessi, che per i nostri figli, ma le assicuro, chi arriva a quell’età, molto volentieri decide di restare a lavorare ancora con noi, e le poche persone che hanno deciso di lasciare la struttura, hanno il dovere di non divulgare alcunché, pena la morte, sia sua, che dei suoi cari; ma le dico un’altra cosa, per farle capire che con noi, è tra amici, se al di fuori della struttura, non rivela nulla.
È capitato che due persone, uscite dalla struttura, una volta raggiunta una certa età, si siano ammalate di due patologie distinte, che normalmente portano alla morte, bene, hanno deciso di farsi curare da noi, e una di loro è guarita completamente, e l’altra conduce una vita che può essere equiparabile, né più, né meno, a quella di un individuo perfettamente sano, e la sua malattia, di cui ancora soffre, non avrà nessuna incidenza, né sulla sua data di morte, né sui suoi abituali comportamenti.
E non si è intervenuto chirurgicamente in nessuno dei due casi.
Ora si chiederà cosa c’entri lei in tutto questo, bene, le rispondo dicendole che la sua presenza è funzionale a certi studi di condizionamento sul cervello, come uno strumento che aiuti ad inibire la volontà di chi prendiamo in esame, e faccia apparire loro l’immagine di una entità superiore a loro stessi, condizionati con psicofarmaci e metodi di persuasione occulti, o più evidenti, condizionamenti psicologici o fisici, che li invogli ad ubbidire ad un essere che hanno imparato a riconoscere come superiore.
Avrà capito che lei si presenterà ai loro occhi come un essere superiore, da venerare ed ubbidire, da ammirare come una dea.
Sono già condizionati in questo, il suo volto è stato abbondantemente memorizzato da loro, come pure la sua voce, dovrà imparare semplicemente gesti e parole predeterminate, che avranno valenza di ordine tassativo, perché sono influenzati psicologicamente da molto tempo.
Ma badi bene, sono esperimenti scientifici, volti a varcare certe soglie che il cervello umano possiede, come per difendersi da cose più grandi di lui, bene, noi abbiamo varcato quelle soglie.
Ora i nostri esperimenti andranno ancora più in là, perché abbiamo lei, che scardinerà ogni loro barriera cerebrale che resisteva naturalmente agli stimoli esterni.
Se avrà l’intelligenza di collaborare, trarrà dei vantaggi che nemmeno immagina, potrà avere tutte le soddisfazioni del mondo, e potere sulle persone, solo dovrà sopportare qualche restrizione, ma le assicuro, la capacità che avrà di dominare altri esseri umani, sarà per lei irrinunciabile.
E quando sarà fuori di qui, stia certa che avrà influenza anche su persone mai incontrate prima.
Le insegneremo come fare.”
“Ma cosa sta farfugliando?
Non sono queste le mie priorità, avete un cervello decisamente malato, dominare, controllare persino il cervello di un individuo …
Ma è fuori da ogni logica!”
“Si, è vero, è fuori da ogni logica convenzionale, ma noi non siamo esattamente persone comuni, siamo le elite, siamo quelli che dominano il mondo, sotto tutti gli aspetti, ragioni, la gente non è forse, attualmente dominata da noi, e nemmeno se ne accorge?
Non li abbiamo già resi abbastanza stupidi, per esempio, quando abbiamo imposto loro la società dei consumi?
O quando accettano decisioni a loro sfavorevoli, per via di certe campagne mediatiche che assicurano che la gente deve fare sacrifici, per un non bene identificato vantaggio per la nazione?
O quando credono che non ci siano soluzioni per malattie, disagi, o sofferenze?
O quando assumono cibi forniti da noi, che faranno loro del male, perché contenenti sostanze nocive, o condizionanti?
Le assicuro, possiamo controllare tutto, l’economia, il quadro politico globale, i commerci, la salute, le stesse persone, intese sia come singoli individui, che come collettività.
Se volessimo, tramite una sostanza che abbiamo da tempo costruito proprio qui, potremmo rendere ebete tutta la popolazione mondiale, semplicemente nutrendo gli animali da macello e le vegetazioni commestibili, o versandola semplicemente sull’acqua distribuita.
E dato che controlliamo gran parte delle case farmaceutiche e aziende che producono anticrittogamici, potremmo mettere in circolo quella sostanza molto facilmente, tenendo anche ben presente che gli organismi di controllo sono sotto la nostra disponibilità, come la quasi totalità dei governi.”
“Ma siete semplicemente dei criminali, pur ammettendo che non avete messo in circolazione quella molecola, solo il fatto di aver pensato a sintetizzare una così pericolosa sostanza, vi rende di una pericolosità inaudita.”
“E chi l’ha detto che non abbiamo mai usato quella sostanza?
L’abbiamo usata, eccome, ma saltuariamente e solo contro chi ci osteggiava, e veniva reputato pericoloso.
Li abbiamo resi in poco tempo, così cretini, che nemmeno le loro mogli li riconoscono più.
Si faccia bene i tuoi conti, e prima deciderà di collaborare attivamente, prima smetterà di star male e avere continuamente sonno, si scordi, per ora, di suo marito, e del mondo circostante, e non si pentirà di far parte del progetto più innovativo che mai la scienza abbia messo a disposizione dell’umanità.
Vuol continuare a portare avanti la sua bella vita, o fare veramente qualcosa per il progresso scientifico?
Noi miriamo ad un mondo ordinato, dove la gente conduca la sua vita producendo, mettendo al mondo figli, magari pochi, o solo uno, divertendosi, e raccogliendo le piccole soddisfazioni che la loro vita meschina può offrire, tutto questo è quello che abbiamo da offrire noi a loro, e quando si arriverà all’ordine stabilizzato che abbiamo deciso, per loro stessi, sarà una condizione favorevole.
Le decisioni saranno prese da chi è in grado di capire che senza un ordine planetario, l’umanità non può progredire, e guerre, terrorismo, disparità tra loro stessi, spariranno, ma siamo noi, le elite, che possiamo, e dobbiamo creare quest’ordine mondiale.”
“Se decidessi di non collaborare, cosa mi succederebbe?”
“Non rispondo a questa domanda, perché sono certo che avrà modo di cambiare idea spontaneamente, nel giro di pochi giorni.”
La decisione dimostrata dal colonnello, le fa capire che forse è meglio assecondare i loro voleri, e la sua naturale curiosità, in un certo qual modo, cozza con la consapevolezza che si trova a dover gestire la situazione più problematica della sua vita.
Ripensa alla genesi di tutto ciò, all’invito ad organizzare il ricevimento del Cinese, ad aver trovato all’aeroporto di abu dhabi il suo amico Americano, al fatto che lui era presente quando le è stata fatta la proposta di incontrare l’Australiano, i due giorni trascorsi ad hong kong, il fatto che ha accusato sonnolenza proprio là, e l’apparizione fugace dell’Australiano, la sua scomparsa repentina, che la ha consegnata nelle mani del colonnello.
E poi, tutte le affermazioni di quest’ultimo riguardo ai progressi che stanno compiendo, non giustificano il fatto che si trova in un ambiente pressoché inaccessibile da qualsiasi tecnologia, un ambiente accuratamente nascosto.
Pensare così assiduamente senza vedere alcuno spiraglio di luce, la invoglia a collaborare, anche se non condivide alcunché delle teorie del colonnello, ma pensa che riuscirà ad ottenere maggiori vantaggi se asseconda i suoi voleri, e in ogni caso ha un così forte mal di testa che preferisce non pensare, vuole addormentarsi, e riposare.
Il giorno dopo il male alla testa è, semmai, aumentato, anche se un po’ la sonnolenza si è ridimensionata, fa uno sforzo ed esce ad esplorare lo spazio a disposizione, la mattinata fresca è l’ideale per una salutare passeggiata, perché fra qualche ora immagina che farà molto caldo, in un ambiente quasi desertico, dove è capitata.
Mentre cammina, viene attirata da guaiti di cani in lontananza, e si avvicina ad un grande capannone dove presume provengano tali rumori, si trova alla presenza di una ventina di giovani beagle, rinchiusi in un recinto dalle grandi dimensioni, a fianco di altri spazi dove sono sistemate delle cavie, conigli, grossi topi, e altri animali, che presume siano destinati agli esperimenti.
Esce, è curiosa di vedere il mondo sotterraneo descritto dal colonnello, ma non trova subito una entrata che la conduca nel sottosuolo.
Ma a forza di girare, si imbatte per caso in alcuni soldati che escono da un capannone, tenuto un po’ più ordinato degli altri, vede che al centro di esso esiste una scala, la percorre e si ritrova al piano sottostante.
Là, dopo aver percorso un breve andito, capita in una piccola sala dotata di divani, tavolini, una televisione, e un piccolo bar, che si potrebbe definire meglio come uno spaccio alimentare.
Sono presenti poche persone, alcuni soldati con le divise diverse tra loro, appartenenti cioè a diverse nazionalità, e alcuni uomini e donne in camice bianco.
Si avvicina al bancone e ordina un caffè.
Le viene servito un liquido nero che potrebbe essere definito in molti modi, ma nessuno di questi si può accomunare alle parole buon caffè.
Ne assaggia un sorso, e lascia il restante sulla tazzina.
Gli avventori del bar hanno verso di lei atteggiamenti innaturali, nessuno che la guardi negli occhi, nessuno che le rivolga la parola, e nessuno che le volti le spalle.
E continua la sua passeggiata esplorativa, si incanala in un lunghissimo corridoio, così lungo che quasi non ne vede la fine, in una prospettiva irreale che fa della sua lunghezza una linea diritta che si perde nel nulla, o almeno che si perde dove non po’ essere vista la fine, dalla posizione in cui si trova.
Lo percorre tutto, a fianco, come in un quadro optical art, si stagliano a destra e a sinistra le porte che sembrerebbero nascondere delle stanze, tutte chiuse, nemmeno una che sia stata sbadatamente dimenticata aperta.
Quando si trova ad una distanza notevole dal bar, certa che i suoi movimenti non possono essere interpretati, cerca di aprire qualcuna di quelle porte, ma tutte quelle che ha provato, sono risultate chiuse a chiave.
Finalmente arriva alla fine del corridoio, e si ritrova in una grande sala ottagonale, due delle sette porte sono presidiate da guardie in divisa, la sua naturale curiosità la invoglia ad attraversare proprio una di quelle porte, le viene risposto in lingua inglese che può varcare la soglia delle altre porte, ma non quelle due.
E l’atteggiamento dei soldati, ancora, è fermo, ma rispettoso, e nessuno, come al solito, la guarda in viso.
Trova questi atteggiamenti fuori da ogni logica, visto che nella vita normale chiunque la avesse incontrata, avrebbe cercato di incrociare lo sguardo col suo, e le supposizioni si sprecano.
Potrebbero essere in qualche modo condizionati da qualche sostanza, che lei stessa ha assunto senza volere, visti il mal di testa e la forte sonnolenza, o non sa bene cosa, in ogni caso le ritornano in mente le parole del colonnello che dicevano che per chi viene sottoposto a condizionamenti, la sua figura è paragonabile a quella di una dea.
Si mette l’animo in pace, e decide di attraversare una delle altre entrate, apre la porta e si ritrova in un ampio corridoio, e nota che man mano che si inoltra sempre più all’interno del sottopiano, gli ambienti risultano più raffinati, o almeno meglio curati.
Attraversa una grande sala dove lavorano curvi su varie scrivanie, uomini e donne, la stragrande maggioranza di essi non alza nemmeno lo sguardo per vedere chi sia la presenza estranea nel loro ambiente.
E più va avanti, più gli ambienti le risultano, per così dire, maggiormente tecnologici, incontra una serie di laboratori chimici, poi delle stanze che definirebbe ospedaliere, ma vuote, qua e là incontra degli infermieri che spingono dei letti in cui sono sistemate delle persone, fino a quando arriva ad un altro corridoio, entra in un’altra sala, e incrocia tre lettini spinti in fila indiana da altrettanti infermieri, può vedere distintamente le espressioni dei piccoli pazienti: sono come inebetiti da qualche medicinale, con gli occhi sbarrati, e senza espressività facciale.
Decide di seguire la carovana, ma le viene impedito ad un certo punto di varcare la soglia attraversata da loro.
Ha visto abbastanza, e le supposizioni possono essere varie, ma tutte poco rassicuranti.
Quasi avrebbe voluto non aver visti i tre bimbi, pensa che ciò sia un pericolo per lei stessa, ma la sua curiosità è cosi spiccata, che si ripromette che l’indomani avrebbe cercato di entrare in un altro ambiente sotterraneo.
Roma, sede della fondazione, è in corso una riunione per stabilire quali siano le priorità del momento, e si decide che esiste una sola priorità, la più stringente, e che dovrà trovare risposte in breve tempo.
La questione della sparizione di Sandra.
Lo stesso Silvio non ha notizie della sua donna da qualche giorno, dal momento cioè in cui ha ricevuto una mail quando la sua donna si trovava ancora in cina, la sua mail di risposta non ha trovato più alcun riscontro.
E nemmeno quelle spedite nei giorni successivi.
L’ultimo tra i presenti che l’ha vista è Michele, che racconta che la ragazza sarebbe partita dopo qualche giorno alla volta dell’australia.
Non conosce il nome dell’Australiano che la avrebbe accompagnata, ma sa perfettamente che due persone sono a conoscenza del suo viaggio allora imminente, e sono il miliardario Cinese, e l’Americano.
Devono assolutamente parlare con loro.
Si mettono in contatto con John, che si dimostra stupito della sparizione della ragazza, e che anche lui avrebbe voluto vederci chiaro, dice che si trova in francia, ma che avrebbe abbandonato immediatamente i suoi affari e che li avrebbe raggiunti a roma la sera stessa.
E la sera si trova di fronte ad un nugolo di persone abbastanza scettiche riguardo alle sue dichiarazioni, ci sono tutti i componenti più importanti della fondazione, mancano solo i due ragazzi esperti di informatica, intenti ad analizzare un compact disk che è stato trovato all’interno della cartella trafugata da Michele.
L’Americano entra in relazione soprattutto con lui, che manda avanti in maniera sottile l’interrogatorio bonario, forte dell’infallibilità delle sue conoscenze psicologiche e comportamentali, e alla fine, la macchina umana della verità decreta che John è completamente estraneo alla sparizione di Sandra.
L’Americano afferma che avrebbe messo a disposizione tutto il possibile per il ritrovamento della ragazza, persino una serie di satelliti di sua proprietà, ma che non conosce il nome dell’Australiano.
Gli unici agganci a disposizione per conoscere notizie di Sandra, sono quindi il Cinese e lo sconosciuto Australiano.
Si decide di rapire il Cinese, non sarà facile, dato che è sicuramente ben protetto, ma le persone giuste ci sono: il gruppo di pronto intervento di Silvio.
Ma non ci sarà bisogno di alcuna azione di forza verso di lui.
Nel momento in cui si decide di aggiornare la riunione alla mattina seguente, entrano raggianti i due hacker, con in mano il compact, e una montagnetta di fogli stampati.
Hanno in mano addirittura l’organigramma della w, ricavato da file criptati e ben mimetizzati, ma non abbastanza per le loro possibilità.
Ci sono anche informazioni sull’identità, le abitudini, e gli incarichi che possono essere affidati a lui, lo sconosciuto Australiano, che risulta essere un personaggio di secondo piano, e quindi facile da individuare, rapire, e costringere a parlare.
Due giorni dopo è, suo malgrado, di fronte a gente della quale non può scorgere il volto, costretto a subire uno stringente interrogatorio, che porta ai risultati voluti; almeno fino a quando non sarà compiuta la liberazione di Sandra, sarà ospite involontario della fondazione.
O forse non sarà liberato tanto presto.
Immediatamente, i satelliti di John sono puntati sulla zona indicata dall’Australiano, ora le parti si sono invertite, e il gruppo di Silvio si appresta a partire per la nazione oceanica.
Sandra, intanto, continua il soggiorno forzato in seno alla struttura, ma anche lei ha scoperto un particolare che potrebbe rivelarsi utile in seguito.
Ha scoperto tra i capelli della nuca, nel momento in cui si faceva una doccia, sottopelle, una piccolissima protuberanza a forma di bastoncino allungato, presume sia un microchip, o qualche diavoleria simile.
E dopo la sua passeggiata tra i corridoi e le stanze del giorno prima, è combattuta dal fatto che vorrebbe riprendere la sua vita a fianco del suo uomo, e la certezza che i misteri nascosti nel campo in cui è prigioniera, la attirano come il miele attira le mosche.
E pensa di non essere affatto in pericolo di vita, solo le pesa il pensiero che ogni notte, probabilmente, le vengano somministrate sostanze nocive, che causano mal di testa e sonnolenza.
Forse sostanze gassose, che impregnano la sua stanza da letto, o forse quelle sostanze sono contenute nel cibo.
Certo è che non potrebbe restare in eterno ad assorbire simili sostanze, chissà quali effetti potrebbero causare nel tempo.
Ma per ora è inutile fare mille supposizioni, e si adegua alla problematica situazione.
La mattina dopo Silvio, con una decina di suoi uomini, è nei pressi del recinto del campo di aviazione australiano, a pochi chilometri dalla sua donna.
Le informazioni provenienti dal satellite, abbastanza disturbate, per la verità, lo fanno stare tranquillo, gli viene comunicato che vedono una donna, dalle caratteristiche fisiche simili a quelle di Sandra, passeggiare tranquillamente, e da sola, per i sentieri della struttura segreta, come se stesse cercando qualcosa.
E tra un segnale buono e le frequenti interruzioni, la vedono girovagare tra un hangar e l’altro, e poi passeggiare tranquillamente.
Gli uomini di Silvio, in un attimo, creano un piccolo varco dove il loro comandante potrà passare, e lui, tenendosi basso, arriva alle spalle della sua donna.
“Non fare nessun movimento, sono io.”
“Silvio! Come hai fatto a trovarmi?”
“Pura fortuna, ci è stato utile il compact che Michele ha sottratto durante il ricevimento, penso che sappiamo quasi tutto della w, e non solo.
Ci avviciniamo ad una trentina di metri dalla recinzione, poi strisciando ce ne andiamo da qui.
Raggiungeremo i nostri mezzi e via.”
“Non so se sia la soluzione migliore, mi piacerebbe vederci chiaro su cosa succeda qui, e siccome penso di non essere in pericolo di vita, potrei restare ancora qualche giorno, e vedere se riesco a scoprire altri particolari, ti assicuro che qui succedono cose grosse, che nemmeno immagini.”
“No amore, vieni subito via, non voglio che tu rischi, se veramente succedono fatti strani, lo scopriremo comunque.”
“Ti assicuro, il rischio è calcolato.”
Silvio la fa cadere in terra e le ordina di strisciare verso la recinzione.
“Andiamo e non fare storie, non si risolvono così le cose, lasciatelo dire, ti assicuro che scopriremo tutto.”
“No, tornate stanotte, mi troverete qui, all’ora che decidiamo, loro di sicuro controllano tutto il territorio circostante, e fuggire di giorno è rischioso.”
“Siamo bene armati, e stai certa che non ci fermeranno, e una volta lontani da qui non avranno possibilità di intercettarci, ma forse hai ragione, ci vediamo stanotte, ma tu non ficcare il naso in cose che potrebbero essere pericolose.”
“Va bene amore, ci vediamo alla una di notte.”
A pranzo la ragazza non tocca cibo, fa solo finta di ingurgitare qualcosa, e dice di non sentirsi molto in forma, ha paura che le vengano somministrate sostanze che potrebbero renderla non completamente cosciente al momento dell’appuntamento col marito.
La sera, nonostante che la sua curiosità sia troppo forte, asseconda il volere di Silvio, e non si allontana troppo dal casermone che la ospita, piuttosto cerca di respirare quanto più possibile all’aria aperta, per smaltire le eventuali sostanze che le stanno somministrando.
A cena non mangia nulla, con la scusa di non sentirsi troppo bene, e trascorre il tempo che la separa dall’incontro con Silvio, a ridosso della finestra aperta, per non assorbire dei gas, che sicuramente le somministrano durante la notte.
Alla una precisa incontra ancora il suo uomo, nel punto stabilito, e varcano il recinto.
Dopo una mezz’ora di cammino vengono raggiunti dalle auto che li porteranno in salvo.
Dopo poche ore sono a bordo del jet messo a disposizione dall’Americano, c’è anche lui ad attendere la piccola squadra di pronto intervento Italiana.
Il viaggio verso l’italia, non è né agevole, né breve in termini di tempo, perché, per far perdere completamente le loro tracce, fanno degli scali decisi all’ultimo momento, cambiano persino aereo, a dubai, e alla fine arrivano a ciampino sani e salvi.
Il gruppo della fondazione è presente al completo per accogliere la ex prigioniera, e viene indetta una riunione informale, per fare il punto della situazione.
Viene deciso che Sandra non dovrà più rischiare, e per un lungo periodo dovrà rinunciare a organizzare ricevimenti, ciascuno dei quali potrebbe essere un’occasione per la vendetta della w.
Cade così la maggiore fonte di informazioni per la fondazione, per tenere sotto controllo la w, ma una novità è in atto, l’Americano chiede di poter entrare a far parte della fondazione, garantendo vari servizi utili, come per esempio l’utilizzo della sua rete di satelliti, e gli innumerevoli agganci di cui dispone in giro per il mondo.
La novità è ben accetta da tutti, e dato che il posto lasciato vacante dalla ragazza, è a sua discrezionalità, decide di riprendere in mano la situazione, e partecipare ancora in prima persona alle riunioni della w.
In questo modo non cade l’opportunità di tenerla sotto controllo, e la situazione generale è quasi migliorata, visto il compact a disposizione, e le informazioni, per ora frammentarie, fornite da Sandra.
Viene anche scoperto che la zona dove si trova l’aeroporto australiano, non è assolutamente servito dalla rete internet, è come un buco nero del pianeta in fatto di comunicazioni, l’energia elettrica viene prodotta autonomamente, e i telefoni cellulari sono oggetti inservibili.
I satelliti registrano nella zona strane interferenze che non sempre rendono nitide le immagini trasmesse.
Le risposte alle mail di Sandra erano partite dunque dallo stesso aeroporto.
È come se una fitta cappa lo isolasse dal resto del mondo.
La sera stessa viene estratto il bastoncino che lei aveva scoperto quando era prigioniera, viene opportunamente schermato, e portato lontano dalla fondazione, si deciderà in seguito se sarà il caso di utilizzarlo.
È una specie di microchip, ma di fattura estremamente moderna, nemmeno Silvio ha mai visto qualcosa del genere, lo custodirà lui stesso, a trieste, dentro una cassetta di piombo e altri materiali capaci di isolarlo dall’ambiente circostante.
E nonostante qualche punto a favore per la fondazione, è caduta una grande opportunità di acquisire informazioni, per via del fatto che né Sandra, né Michele, potranno organizzare feste e ricevimenti per gli uomini più facoltosi del pianeta.
Questa situazione è quanto mai negativa, e si decide di formare e finanziare un’altra persona, nel tentativo di sostituire Sandra.
Le persone giuste sono presenti, due persone che hanno la passione per la gastronomia e il buon vino: Delia e Dario.
Seguiranno un corso super accelerato di organizzazione di eventi, tenuto dalla maestra più preparata al mondo: Sandra.
Trascorrono tre settimane, e i due si sentono pronti per la nuova attività.
E le conoscenze giuste non mancano, né tra i politici comunitari, ex colleghi di Delia, né tra le persone con cui ha avuto spesso contatti per via della sua attività di consulente ambientale, senza contare che anche Dario ha il suo consistente bacino di utenze, tra i colleghi broker e alcuni finanzieri, di cui è amico personale.
Con la speranza che alcune delle feste che saranno organizzate, possano vedere la presenza di qualche personalità di rilievo, o addirittura qualche membro della w.
Le prime feste vengono organizzate per personaggi non troppo in vista, come una sorta di preparazione a eventi più importanti, e i due se la cavano abbastanza bene, ma non hanno ancora raggiunto l’eccellenza che pretende Sandra.
E dovranno per forza venire a contatto col jet set, se vorranno essere utili alla fondazione, e l’occasione giusta viene concordata quindici giorni dopo, con il nuovo componente la fondazione, l’Americano.
È lui stesso che decide di tenere un importante ricevimento a dallas, tra i suoi amici petrolieri, ma non mancano finanzieri e politici.
Gli insegnamenti di Sandra si dimostrano proficui, e i due se la cavano egregiamente.
Sono finalmente pronti a prendere definitivamente il posto della Sarda.
E capiscono quando un avvenimento che ha risonanza planetaria, sia stato deciso dalle elite, o meno, forti dei consigli della loro istruttrice.
Ed in effetti un importante avvenimento è avvenuto proprio il giorno, e gli invitati alla festa dimostrano che per loro è un fatto non preventivato, quindi non organizzato, né deciso da alcuno di loro; è caduto il jet del miliardario cinese che aveva commissionato il ricevimento a Sandra e Michele, sembra che sia esploso in volo, a causa di un malfunzionamento dell’impianto elettrico, che ha evidentemente causato un disastroso corto circuito, all’interno dell’aereo: tre morti, più il miliardario di hong kong.
Intanto un paio di satelliti tengono costantemente sotto osservazione l’aeroporto dismesso australiano, ed una serie di immagini mettono in apprensione i membri della fondazione: sembrerebbe che una quindicina di giorni fa, abbiano introdotto nella struttura un gruppetto di una dozzina di bimbi e ragazzi, ma a tutt’oggi, nessuno di loro sia ancora uscito.
Si decide di preparare un corposo dossier, il sospetto fondato è che si eseguano esperimenti scientifici persino sui bambini, o peggio, si usino quegli sfortunati per espiantare loro gli organi.
Del resto Sandra aveva visto tre bambini entrare in quella che a lei è sembrata una sala operatoria; se si raggiungesse una quantità sufficiente di inconfutabili prove di simili aberrazioni, si potrebbero consegnare prima all’opinione pubblica, e poi ad un qualche organismo internazionale, delegato a controllare che non succedano fatti così mostruosi.
Sandra intanto ha deciso di abbandonare abu dhabi, ormai ha dovuto interrompere per motivi di sicurezza personale la sua attività, e si è trasferita a trieste, a pochi passi dalla caserma in cui presta servizio Silvio.
La sua unica attività è quella di giocare in borsa, metterà a frutto il capitale che John le ha consegnato, forte anche dei suoi consigli.
Ma la vita le risulta abbastanza monotona, e non sa decidere cosa fare per renderla più sapida, visto anche che suo marito è chiamato spesso a dirigere qualche azione problematica in giro per il mondo, ed è spesso assente.
Decide così di mettersi a studiare una materia che non la ha mai attirata in passato, ma che ora la appassiona, le scienze economiche.
Essere venuta spesso a contatto con i finanzieri più importanti del mondo, le ha fatto capire che il possesso di ingenti quantità di denaro, può condizionare la vita normale delle altre persone, e la stessa esistenza della w, ha una valenza che la fa riflettere.
In fondo, tutte le azioni disumane che compie l’umanità, sono spinte unicamente dal desiderio di aumentare la sua potenza economica, di dominare il mondo, di sfruttare risorse finanziarie, il modo più immediato quando si decide di prevaricare il prossimo; tutto il resto è una conseguenza.
L’eterno bisogno di dominare, di prevaricare, di sottrarre ad altri per rimpinguare le proprie borse, è un bisogno ancestrale che gratifica l’autostima di ciascuno di noi, e se tutto questo nasce da una personalità che non prevede l’esistenza di una coscienza critica, allora si può raggiungere qualunque tipo di aberrazione.
Le piacerebbe mettere in relazione la materia, che si potrebbe definire fredda, con l’analisi della personalità umana, e capire come mai si è arrivati alla negazione dell’umanesimo, ad un abbrutimento di questa società malata; certo è che in qualche maniera l’affermazione del consumismo, ha spostato equilibri da una vita naturale, ad una artefatta.
In termini umanistici, pensa che la linea di demarcazione tra due concezioni così distanti, non può essere che il passaggio dalla civiltà contadina, a quella industriale.
E si impegna sui libri, e riesce a dare, col tempo, anche qualche esame universitario.
La appassiona il tema della sovranità monetaria, lei che vive in un continente a cui è stata espropriata la prerogativa di stati liberi, quella che decide il futuro della loro gente, in ambito lavorativo e commerciale.
Quella che decide se la gente abbia qualche possibilità di ricercare la felicità, o che non ne abbia alcuna, visto che le è stata tolta la capacità di pianificare il suo futuro, e quello dei suoi figli.
Le viene naturale, col tempo, organizzare qualche conferenza sul tema della sovranità monetaria, all’inizio in modo sporadico, poi sempre più assiduo.
Ma sempre protetta discretamente dagli uomini di Silvio.
E dopo qualche mese non c’è importanza che organizzi alcunché, perché viene invitata spesso a conferenze e dibattiti.
Ottiene l’appoggio incondizionato di varie organizzazioni sovraniste in tutta italia, confederate a molti gruppi del sud europa, e in breve si forma una corrente popolare diffusa, che capisce finalmente che quando si toglie agli stati la loro prerogativa storica, quella di stampare moneta, non si può guardare al futuro in maniera tranquilla.
E lei stessa promuove una federazione, prima nazionale, poi europea, che ha l’ambizione di riunire tutti i movimenti che mirano a riappropriarsi della facoltà di stampare moneta nazionale.
Non le basta il tempo per partecipare ai vari convegni in cui è invitata, e diviene in poco tempo la leader riconosciuta del movimento popolare.
E per una volta lo sport preferito dalla gente, quello di creare distinguo e disparità di vedute, pure in presenza di un obiettivo comune, viene accantonato.
Fatto strano, ma è avvenuto.
Sarà la personalità della ragazza, sarà che le teorie sono così dissimili da quelle che hanno inculcato finora, sarà che la gente è stufa di questa crisi economica, che non può essere causata che da teorie economiche palesemente sballate, così che la federazione dei movimenti che vedono Sandra in prima fila, invogliano la gente a seguire le associazioni sovraniste.
Quando un movimento, un’associazione, o un partito politico, ha un suo leader unanimemente riconosciuto, acquista in poco tempo visibilità, e Sandra possiede la personalità politica giusta, la capacità di polarizzare l’attenzione, e comincia persino ad essere invitata in trasmissioni televisive a livello nazionale.
E la gente è costretta a ragionare su quali possano essere i mali che hanno portato il loro continente a soccombere di fronte a nazioni emergenti.
E mano a mano che la sua preparazione sui libri aumenta di spessore, dà organicità ai suoi ragionamenti, li integra con grafici, statistiche e quant’altro, e la sua capacità di comunicare viene affiancata da riscontri scientifici, che non fanno altro che convalidare ancora di più le sue teorie.
E non si tira indietro, quando c’è da analizzare le cause che hanno portato il nostro continente allo sfascio, e afferma tranquillamente che esiste una organizzazione di criminali che ha pianificato da tempo la distruzione delle economie dell’europa meridionale.
Ma non parla, nello specifico, dell’esistenza della w, ne parla in maniera generica, dandole una connotazione impersonale, e facendo capire che al di sopra di essa, esiste un gruppo di super miliardari freddi e crudeli, che decidono in maniera nefasta il destino del mondo.
Naturalmente questo è vero, potrebbe essere certificato dal compact in possesso della fondazione, ma non è questo il momento di renderlo pubblico.
Teorie indubbiamente affascinanti, ma i suoi detrattori hanno buon gioco quando la accusano di vedere complotti dappertutto, di vedere pericoli e nemici nascosti, ma quando viene invitata a qualche trasmissione televisiva, nel momento dei suoi interventi, si registrano continui record di ascolti.
È forse venuto il momento per fondare un partito politico, ma se sono chiari gli obiettivi in materia economica, restano da valutare mille aspetti per dare organicità ad un eventuale discesa in campo, ne parlerà alla prossima riunione della fondazione.
E per rendere ancora più fruibili le sue teorie, le vengono messi a disposizione dalla fondazione dei denari, per stampare un libro, che dovrà essere venduto a basso prezzo, giusto per recuperare le spese di stampa, in modo tale da diffondere le sue teorie economiche e finanziarie, così innovative.
Ma non esistono case editrici specializzate in economia, disposte a stamparle il libro, pure in assenza di alcun rischio da parte loro, in quanto l’intera operazione verrebbe finanziata dalla fondazione.
Nasce così il sospetto che il panorama culturale italiano sia univoco, indirizzato verso scelte pre determinate, e che le scienze economiche, in italia, siano oggetto di monopolio, presumibilmente della w, e decide di affidare la pubblicazione ad una casa editrice straniera.
Stesso risultato, purtroppo.
Monopolio continentale, purtroppo.
Nessuno è disposto a pubblicare alcunché, se porta la sua firma, e contiene i suoi concetti.
Questo fatto è molto penalizzante riguardo alla diffusione dell’opera, non potendo contare su una catena distributiva, appannaggio delle case editrici, e delle agenzie letterarie.
E se un’organizzazione segreta ha scelto di monopolizzare il panorama editoriale di un intero continente, deve essere stato pianificato da tempo, cioè da qualche decennio.
E le spese per acquisire la totalità delle case editrici che trattano di argomenti economici, saranno state enormi.
Tutto questo progetto estremamente dispendioso, doveva per forza di cose, mirare ad un riscontro economico rilevantissimo, e nemmeno dai risultati immediati.
E quelle teorie hanno, col tempo, condizionato i politici Europei, che vedevano solo luci nella fondazione della comunità europea, mentre le problematicità che essa ha generato, sono attualmente persino troppo evidenti.
Il continente europeo non è un territorio omogeneo, non uniscono i vari popoli né economie simili, né i percorsi storici, e, in un certo qual modo, nemmeno la religione, anche se risulta diffuso dappertutto il Cristianesimo.
Prima causa del fallimento, è la espropriazione della sovranità monetaria dei singoli stati aderenti al progetto euro; con la scusa di rimettere a posto le economie dei vari paesi, stanno facendo soffrire milioni di persone, come se per loro fosse più importante salvare un continente che i suoi abitanti.
Scelte, secondo Sandra, criminali, perché sanno benissimo che togliendo dalla circolazione risorse economiche sempre più consistenti, ogni sistema nazionale diventa economicamente asfittico.
E nascono così licenziamenti e disoccupazione, una fabbrica dopo l’altra entra in crisi, non girano più né merci, né moneta, il grafico delle esportazioni punta decisamente verso il basso.
Per ovviare a ciò si cerca di rendere le economie continentali più simili a quelle dei paesi emergenti, e allora spariscono uno ad uno diritti dei lavoratori conquistati con fatica, destinati ad assomigliare ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo, dimenticandosi della storia che ha fatto della nostra europa la culla della tecnologia e della ricerca stilistica.
Ma non si capisce a quali risultati mirino le lobby finanziarie quando decidono di distruggere competenze che potrebbero essere utili a loro stesse.
Che provino gusto a far soffrire la gente senza ottenere nulla in cambio, è assolutamente da scartare, ma non si capisce a cosa mirino con quegli atteggiamenti criminali.
E poi l’altro atteggiamento che lascia Sandra interdetta è voler unire politicamente popolazioni che non hanno in comune alcunché.
Ma il libro deve essere pubblicato, e non esiste altra strada percorribile, se non quella di affidare i testi ad una tipografia, e distribuirli in proprio.
Certo, la diffusione degli stessi, subirà rallentamenti, ma chi veramente si interessa al problema sollevato dai gruppi sovranisti, partecipa alle conferenze, e in genere i libri, al termine delle stesse, spariscono letteralmente.
Ma non esiste alcuna televisione, o quotidiano importante, che pubblicizzi quei testi, il monopolio non riguarda solo le case editrici specializzate, ma l’intero panorama culturale italiano.
La riunione della fondazione, quando tratta i temi cari a Sandra, decide che una sua discesa in campo, in ambito più strettamente politico, è necessaria e auspicabile, ma trasformare un movimento in partito politico, non è cosa semplice, e nemmeno immediata.
E poi, se i temi trattati si estinguono con la rivendicazione della sovranità monetaria, non si potrà contare su grandi numeri, e probabilmente potrebbe verificarsi il caso di non poter nemmeno raggiungere la soglia minima di eleggibilità.
O si ampliano i temi di riferimento, o ci si allea con altri movimenti compatibili con la filosofia di Sandra, e del suo gruppo.
Viene preferita la seconda ipotesi, e si delega la ragazza a prendere contatti con altre formazioni politiche.
Le viene spontaneo prendere contatti con un movimento che si ripropone il raggiungimento della democrazia diretta in italia, il successivo colloquio risulta producente, e si da vita ad una formazione più ampia, capace di superare lo sbarramento minimo di eleggibilità.
I due movimenti, pur conservando le relative specificità, avrebbero lavorato in sinergia, portando avanti sia le proprie tematiche, che quelle dell’alleato.
Alla riunione della fondazione si parla anche di come sfruttare il possesso del microchip impiantato sottopelle a Sandra.
Alberto e Aldo, nel loro laboratorio scientifico, lo hanno analizzato a fondo, chiedendo consiglio a certi loro amici esperti del settore, e accertano che ancora sta trasmettendo la sua posizione, potrebbe essere utilizzato come esca per un eventuale attacco verso la ragazza.
Ma non lo dovrà portare lei, troppo rischioso, specie ora che la fondazione ha aperto un’altra strada di contrasto alla w e alle lobby, quella politica.
Viene scelta una ragazza sottoposta agli ordini di Silvio, facente parte cioè del gruppo operativo dei carabinieri di trieste.
Si chiama Loredana, ha una certa rassomiglianza con Sandra, se guardata da lontano, e accetta il rischio calcolato di fare da esca.
Ma non stravolge la sua vita, solo che quando deve uscire dalla caserma triestina, è protetta da quattro suoi colleghi, e da un leggero giubbotto anti proiettile, naturalmente è in contatto col gruppetto tramite una impercettibile ricetrasmittente.
Un giorno, a trieste, i quattro uomini delegati alla protezione di Loredana, si accorgono che la ragazza è seguita da due asiatici, e quando ne hanno la certezza, li fermano, li caricano su un furgone chiuso, e li interrogano separatamente all’interno della caserma comandata dal generale Attilio.
Conduce l’interrogatorio, naturalmente, la macchina della verità umana più precisa di cui dispone l’esercito Italiano, e cioè Michele.
Ma sono due brutte gatte da pelare, comunicano solo i loro nomi, e ammettono di far parte di un gruppo operativo di pronto intervento, di una fantomatica organizzazione, di cui non rivelano il nome.
Ma Michele ha la sua brava carta da giocare, e al momento opportuno pronuncia la lettera che chiarirà tutto: la w.
La reazione dei due è inaspettata per gli interroganti, e la loro conclusione è che, seppure i due siano a conoscenza dell’esistenza di quell’organizzazione segreta, non ne fanno assolutamente parte.
Michele è intimamente convinto che non hanno mentito, osservando le loro espressioni facciali, e le loro gestualità.
Vuole scoprire se facciano parte della struttura australiana, e in questo caso si accorge che non sono nemmeno a conoscenza di una simile struttura.
L’interrogatorio è andato parzialmente a vuoto, le informazioni ricavate sono ininfluenti, e il fatto acclarato che appartengano ad un’organizzazione estranea alla w, è particolarmente preoccupante.
Esiste dunque al mondo, un’altra organizzazione, ancora più nascosta di quella che la fondazione sta combattendo, e proprio per questo, forse, più pericolosa.
Anche dal compact in mano a Federico e Fabio, ci sono elementi che evidenziano la presenza di una non identificata organizzazione, o non si sa cosa, estranea alla w, ma in qualche modo ad essa relazionabile, buio completo, comunque.
Ma i due devono assolutamente parlare, e vengono avvisati che verrà adottato verso di loro qualunque mezzo per scoprire la verità.
Viene interpellato telefonicamente John, chiedendogli se sia o meno al corrente di un’altra organizzazione simile alla w, ma più nascosta, e lui risponde che assolutamente no, non ne è al corrente, fa sapere loro che il giorno dopo sarebbe arrivato a roma, e che spera di incontrarli.
L’incontro dell’Americano con i militari Italiani avviene nella sede della fondazione.
“Esiste un’organizzazione segreta al di sopra della w, secondo le mie informazioni ne è scollegata, ma sospetto che sia la sua vera struttura dirigenziale, naturalmente non ne ho alcuna prova, il mio è solo un sospetto, ma penso di non essere lontano dal vero quando dico che ogni organizzazione, palese o nascosta che sia, ha i suoi dirigenti nascosti che trasmettono le indicazioni generali, è nella logica delle cose.
In ogni caso il telefono non va usato quando si tratta di parlare di qualunque cosa riguardi la fondazione, ho il controllo di molti satelliti, e vi assicuro che ogni telefonata viene registrata, anche quella che effettua la madre verso la figlia che fa la spesa, e le chiede di comprare anche il latte.
Non crediate che sia una bugia, è proprio così.
Sapete benissimo che oggi è estremamente facile archiviare dati, esistono delle sottilissime lastre che possono essere impilate agevolmente, e collegate tra loro, un centimetro cubo di quegli aggeggi, prima di non avere più spazio disponibile, può contenere la registrazione di miliardi e miliardi di telefonate.
E non crediate nemmeno che non esista un metodo per codificare ogni chiamata telefonica, funziona secondo un meccanismo che intuitivamente accorpa serie di telefonate che abbiano una certa relazione tra loro.
Mi spiego meglio, quando mi avete chiamato avete usato delle parole: la w, segreta, organizzazione, bene queste parole vengono associate ai due numeri di telefono, quello che chiama e quello che riceve, e ai loro cento contatti più frequenti, e questi ad altri, da questa miriade di numeri telefonici vengono isolate quelle parole, o altre che ricorrono spesso, e, automaticamente, il sistema vaglia le più interessanti, e le inserisce in una lista che consegna a degli operatori, espertissimi nel settore, che ascoltano un migliaio di telefonate al giorno.
E loro stessi fanno una cernita, scartando molti numeri telefonici, per esempio quei due utilizzati dalla madre alla figlia, che dovrebbe comprare il latte, ma nemmeno questi escono definitivamente dal circolo di telefonate controllate, solo che sarà poi difficile che rientrino tra quelle da analizzare, per così dire, personalmente.
Le parole utilizzate nelle telefonate restanti, si associano poi a certe parole chiave utilizzate in ambito di organismi investigativi, e il gioco è fatto, si può controllare qualsiasi attività umana, commerciale, investigativa, militare e politica, senza possibilità di errore, e la fase di intervento umano su quelle telefonate va via via assottigliandosi, lasciando spazio a meccanismi elettronici digitali per fare la cernita delle chiamate più interessanti.
E poi esistono tre milioni di utenti telefonici in tutto il mondo, che rientrano in una particolare categoria, quella più controllata assiduamente, e i cui numeri vengono associati automaticamente a qualsiasi telefonata, anche a quella della madre che parla con la figlia.
Quindi, sappiatelo, mai telefonare per argomenti che riguardano qualcosa di segreto, specie se riferito alla fondazione, e attenti anche a mail, baracchini, ricetrasmittenti, computer o quant’altro, tutti gli abitanti del mondo sono controllati, e si può venire a sapere quale fosse la posizione dei loro telefonini anche mesi prima.
Infatti il sistema è diviso in due distinti settori che stiamo cercando di uniformare, il fattore tempo, e il fattore spazio.
Se volete, vi posso fornire un marchingegno che scherma il vostro telefonino, quando è spento, perché sappiate anche questo, abbiamo stabilito che ogni telefono cellulare venga costruito in modo da lasciargli una carica residua che consente di localizzarlo anche quando è spento e con la batteria staccata.
A quest’ora, il capo della struttura australiana dove avete fatto il blitz per liberare Sandra, sa esattamente la posizione attuale di chi ha partecipato all’operazione, se aveva un telefonino con sé.
Quindi vi consiglio di liberarvi di quegli aggeggi, e convincere i vostri contatti più frequenti, a fare altrettanto.
Spero di essere stato convincente; una volta che un telefonino viene agganciato da un satellite, non se ne può liberare tanto facilmente, e in ogni caso i dati ricevuti restano in eterno.”
Interviene Silvio.
“Potresti mettere in relazione i due telefonini che abbiamo sequestrato ai due Asiatici, con quello che abbiamo preso all’Australiano, e gli eventuali numeri posseduti dal defunto magnate di hong kong, e associarli al nome del comandante Joshua?”
“Perché no?
Appena vedo uno dei miei collaboratori, impartisco l’ordine.
Imparate a servirvi del telefonino o dei computer solo per comprare il latte ragazzi, non è conveniente usarlo per cose più importanti.”
Certo che la visione del mondo che appare agli uomini del contingente militare Italiano, risulta loro un pochino problematico, e d’ora in poi dovranno variare alcune loro abitudini.
E arriva il momento di fondare concretamente il nuovo soggetto politico che dovrà contrastare chi ha visioni del mondo contrarie alla gente, i partiti di destra, di centro, e soprattutto quelli di sinistra, ormai venduti a logiche di profitto personale, incuranti del percorso storico che li ha visti nascere e affermarsi tra milioni di Italiani.
E proprio il fatto che la loro storia è stata, in passato, a favore della gente, unita alla certezza che le convinzioni della gente, una volta stabilizzate, sono difficili da estirpare, li rende particolarmente pericolosi.
Sono collusi dappertutto, banche, società finanziarie e assicurative, grandi catene di distribuzione in ossequio a quelle teorie consumistiche, che tanto hanno osteggiato, e previsto dal teorico che ha accompagnato i loro primi passi attraverso la storia, in poi.
E la loro influenza sulle dirigenze dei sindacati, che hanno perso la loro unica arma utile a contrastare poteri economici, il radicalismo, è persino troppo ingombrante.
Sono proprio loro i più subdoli servitori dei poteri nascosti, i più pericolosi, e in definitiva, la frangia politica da contrastare in maniera più assidua.
E si fanno portatori di teorie derivate dalla destra più retrograda, che il panorama politico italiano abbia mai conosciuto.
E infatti i due principali partiti, quello di destra, e quello che ha l’arroganza di definirsi di sinistra, sono alleati di governo, in nome di una stabilità politica che ossequia i mercati finanziari.
E se tutto deve essere rapportato alla finanza, all’economia, al denaro, mettendo in secondo piano esigenze di etica sociale, di contrasto agli innumerevoli disagi, e in definitiva non tenere nel giusto conto il benessere della gente, snaturando la filosofia del passato, allora non si può pretendere di contrastare poteri forti, che diventano sempre più dominanti.
E quando viene organizzata una colossale riunione costitutiva di innumerevoli movimenti che si dicono a favore della gente, Sandra resta allibita dalle loro esternazioni, frutto di lavaggi del cervello mediatici, che hanno inculcato nella gente le parole chiave delle lobby e dei poteri nascosti.
Deve impegnarsi in discussioni approfondite, per esempio, per contrastare la opinione diffusa che ci sia bisogno di una decrescita generale dell’economia, assunto imposto da chi non ha a cuore il benessere della gente.
Tanto più che loro, i poteri economici, non hanno alcuna propensione a fare sacrifici, che lasciamo volentieri alla gente.
Preferiscono il lusso sfrenato, conquistato a discapito della gente e dei lavoratori, e più questi soffrono, più il loro potere aumenta.
È stupefacente come il bombardamento mediatico che è in atto, riguardo a quell’argomento, porti a non tenere nel giusto conto vari fattori acquisiti, quando il radicalismo della gente era forte.
Non si capisce come mai il fatto acquisito durante gli anni ottanta e novanta, che affermava che l’economia mondiale, potesse girare senza intoppi, anche lavorando tutti, trenta, trentacinque ore settimanali, ora sia finito nel dimenticatoio, surclassato da teorie che hanno il solo scopo di schiavizzare il lavoratore, di togliergli capacità decisionale, e di relegarlo in un angolo buio dal quale non potrà, mai, far sentire forte la sua voce.
Non capisce come mai, il principale gruppo alleato della corrente dei sovranisti, quello che propugna la democrazia diretta, sia influenzato da teorie che affermano che una decrescita sia necessaria.
E si apre un feroce dibattito su questo, con Sandra che deve combattere contro una maggioranza preponderante.
E le sue parole vengono volutamente travisate, afferma che se la gente dovrà fare sacrifici, non devono essere funzionali al profitto dei potenti, ma rivolti ad un riequilibrio economico globale della popolazione mondiale.
Le viene detto con convinzione, che dobbiamo espiare il benessere del passato.
Ma se decrescita ci deve essere, per lei dovrà essere indirizzata ad un ritorno alla vita semplice del passato, ad una vita a contatto con la natura, ad un ritorno alla civiltà contadina, troppo presto messa da parte perché contraria a principi consumistici.
Se decrescita ci deve essere, non deve prevedere un recesso da diritti conquistati in anni di radicalismo popolare.
Se decrescita ci deve essere, deve avere uno scopo, che non preveda sofferenza per la gente, ma che sia funzionale ad un riequilibrio di diritti persi, un impegno verso continenti svantaggiati, ad uno stile di vita sobrio, si, ma che garantisca i servizi essenziali necessari per portare avanti una vita a misura d’uomo.
Se decrescita ci deve essere, deve essere decisa volontariamente dalla gente, senza condizionamenti da logiche massoniche, così imperanti nel panorama politico e sociale del nostro sistema.
E molti interventi a lei contrari, sono illuminanti riguardo al fatto che la popolazione sia pesantemente plagiata, qualcuno afferma che, pur dovendo fare sacrifici, non può essere smantellata la logica consumistica, pena la perdita di molti posti di lavoro.
E anche tra gente che si definisce progressista, appaiono aberrazioni concettuali che dicono che la nostra generazione ha vissuto finora al di sopra delle proprie possibilità.
Sandra non sa che dire, vorrebbe esprimere mille concetti contemporaneamente, spiegare che chi trae benefici da certe logiche, specula sulla dabbenaggine delle persone, del resto il tam tam mediatico a cui è sottoposta la gente, è assillante e ripetitivo, come mille messaggi subliminali che entrano con forza, e continuamente, nel cervello della gente.
Decrescita, ma quale decrescita ….
Ciò è già in atto, e la gente non se ne accorge, certe teorie nefaste hanno inquinato la stragrande maggioranza dei cervelli, e il nostro popolo sembra che non chieda altro che espiare il benessere del passato.
Se decrescita ci deve essere, la devono compiere le elite, la gente deve lottare per la diminuzione delle grandi disparità create ad arte.
Ma è difficile, per Sandra, smontare modi di vedere troppo stabilizzati, e deve rispondere a destra e a manca alle pressanti considerazioni che le piovono addosso.
In poche ore, sta perdendo tutto il prestigio conquistato finora, decide di ascoltare, e riflettere come cercare di variare concetti difficili da sradicare.
Farà un solo, conclusivo intervento, alla fine del congresso, e intanto prende appunti su ciascuna delle assurdità che è costretta a sentire.
Deve assolutamente far capire alla gente la sua visione globale dei problemi; in definitiva, la sua filosofia personale di approccio agli stessi, che all’atto di quel che sente, le sembrano ancor più irrisolvibili, visto che persino chi ha capito che esistono le elite, restano comunque condizionate da esse, concetti che le sembrano difficili da far capire.
E gli interventi che è costretta a subire, sono quanto di più analiticamente scorretto possa esistere, un leggere la storia in maniera superficiale, un sentirsi dire che la storia si ripete, e che si possono trarre conclusioni in maniera intuitiva.
Ma Sandra sa benissimo che così non è, la storia è forse la espressione umana che maggiormente bisogna leggere in maniera evolutiva.
Sa benissimo che gli sforzi delle lobby per affermare le loro strategie, sono pianificati da tempo, e risentono dei consigli di psicologi, sociologi, storici e filosofi.
Sa benissimo che la loro nefasta fantasia nel trovare criminali soluzioni, non ha limiti.
E sa benissimo che non si fermeranno di fronte a nulla, se decidessero, per esempio, che la crescita demografica che nel nostro pianeta sta creando problemi, dovesse in qualche modo contrastare i loro progetti.
E troveranno una soluzione che non ha riscontri nella storia.
E quando decideranno che una guerra non è abbastanza distruttiva, sanno di avere a disposizione soluzioni molto più raffinate e subdole.
Soluzioni che farebbe rabbrividire chi pensa che la seconda guerra mondiale sia un avvenimento impossibile da duplicare.
No, se decidessero di attuare una radicale decrescita demografica, non ricorrerebbero certo ad una guerra.
Ma come può, Sandra, parlare di queste supposizioni, nel suo intervento finale, se capisce di trovarsi di fronte a persone che negano persino che esista un progetto criminale che mira ad affamare ampie zone del mondo, già deciso e preventivato?
E non sa come intervenire, non riesce a dare organicità al suo intervento, non trova una soluzione a come relazionarsi di fronte a gente, politicamente preparata, si, ma che non conosce dati di fatto per lei abbondantemente assodati, ma nascosti alla totalità della gente.
E non deve dare l’impressione di essere una persona che vede complotti dappertutto, se passasse quella teoria verrebbe meno il grande prestigio che si è conquistata finora.
E arriva il momento del suo intervento, dovrà parlare a ruota libera, e farsi trascinare dai suoi stessi ragionamenti.
Non ha una precisa linea di intervento, ma forse questo potrebbe essere un vantaggio.
“Mi avete concesso il privilegio di terminare la conferenza, e cercherò di rubarvi il minor tempo possibile; non mi addentrerò ancora sul problema della decrescita, ho visto che siamo su lunghezze d’onda differenti, ma vorrei parlare di altri argomenti.
Lascerò da parte anche le mie teorie, che, vi assicuro, sono ampiamente certificabili, riguardo ai pesanti condizionamenti che la massoneria impone alla politica mondiale.
Come ben sappiamo siamo chiamati a unire vari movimenti e fondare un unico partito, che si confronterà con formazioni politiche ben più strutturate nel territorio, con tutti i limiti e le opportunità che questo comporta per loro; dovremo trarre forza dai loro limiti e spiegare alla gente che una sola è la nostra priorità, quella che può consentire al nostro movimento di distinguerci nettamente da loro.
La parola è sovranità; monetaria, politica, e individuale.
Se questa parola, che oggi come oggi è svuotata da ogni possibilità concreta, riprendesse la sua naturale importanza, sarebbe più facile risolvere gli altri problemi.
Sovranità monetaria e politica da riconquistare a scapito della comunità europea, e riappropriarci di quella individuale a scapito di un concetto di rappresentatività in ambito nazionale, persino troppo osannato e condiviso.
Il riappropriarsi dei primi due punti che ho elencato, fanno parte della nostra azione di sovranisti, mentre i secondi due sono appannaggio delle concezioni di bisogno di democrazia diretta dell’altra componente, la più importante del nostro movimento.
Attorno a questi due movimenti ruotano altre formazioni dalle idee pienamente condivisibili dai primi due, pacifisti e ambientalisti in primis.
Bene, bisognerebbe discutere a quale componente dare più rilevanza, ma penso che, fermo restando che i concetti portanti dei piccoli movimenti siano da sposare senza troppe discussioni, vorrei mettere l’accento su due fattori che ci devono contraddistinguere dagli altri partiti con i quali andremo a confrontarci.
Le due parole da tenere ben presenti sono: sovranità e cittadinanza.
E non è detto che non possano convivere.
Ma penso di non sbagliare se affermo che non ci può essere cittadinanza consapevole e reale, se non ci riappropriamo delle nostre sovranità.
Quindi bisognerà lottare per l’uscita dal sistema euro e dal sistema europa, che non sono stati certo creati per favorire la gente, e che ci hanno espropriato di tutte le nostre sovranità.
Vi lascio riflettere su questi argomenti.”
Viene presentato un progetto di simbolo da adottare per il futuro partito, che, con stupore di Silvia, riassume in grafica i suoi concetti che non ha voluto esprimere nell’ultimo intervento, e cioè la presenza di entità segrete che manovrano la politica occidentale e mondiale.
Riproduce un simbolo presente nei dollari statunitensi, una piramide che, non solo secondo Silvia, rappresenterebbe il dominio delle elite sulla gente, quest’ultima collocata alla base della piramide, molto numerosa, e indifferenziata, mentre i pochi che dominerebbero il mondo sarebbero posizionati sul vertice della piramide stessa, bene in vista e in posizione di prestigio.
E fin qui nulla di strano, il mondo, purtroppo va così, il popolino a faticare, e le elite a dominare, decidere, e lucrare.
E il progetto non ottiene grandi consensi, in quanto derivato da una valuta e da un simbolismo troppo lontano dalle posizioni della gente, ma quando chi ha progettato il simbolo traccia una linea a ridosso del vertice della piramide, e la capovolge, rende evidente che così le elite si trovano sottoterra, e devono sopportare il peso della base, la gente presente si dimostra subito entusiasta del simbolo, che viene approvato senza troppe storie.
Inconsciamente, approvando quel progetto grafico, viene tracciata addirittura la linea guida del futuro partito politico, e le teorie di Sandra vengono accolte nel momento in cui viene accettato il simbolo.
L’eterna lotta tra i sovrani assolutistici e la gente, tra le elite e il popolo, tra il ricco e il povero, tra il potente e la gente umile, e in fin dei conti, volendo esagerare, ma in maniera realistica, tra il male ed il bene.
Qualche giorno dopo viene indetta una riunione nelle sede della fondazione, come primo argomento viene trattato il tema della costituzione del nuovo partito politico, e le notizie vengono accolte con una certa soddisfazione, verranno così contrastate, anche a livello politico nazionale, le logiche lobbistiche che la fondazione combatte.
Ma è il tema su come sfruttare le eventuali notizie che i tre prigionieri riescono così bene a nascondere, che impegna in una accesa discussione successiva i componenti della fondazione.
L’Australiano e i due Asiatici catturati, finora hanno resistito bene ai vari interrogatori, ma ora si decide che bisogna cambiare strategia.
Si decide, pur con innumerevoli distinguo e precisazioni, di passare alle maniere forti, al limite della tortura fisica e psicologica; sarebbe inutile trattenerli ancora stando così le cose, e viene assicurato loro che verranno liberati se comunicheranno nomi e avvenimenti di cui sono a conoscenza.
Bastano due giorni di “trattamento”, per avere le notizie che serviranno.
E saltano fuori così, nomi eccellenti, e salta fuori una novità che farà fare un rilevante salto di qualità alle indagini della fondazione.
E ora la fondazione dispone di un parziale organigramma di chi effettivamente domina il mondo.
Le risultanze degli interrogatori comparati dei tre, eseguiti singolarmente, mettono in luce che sovrasta la w, una componente ad un livello decisionale superiore, parzialmente staccata da essa, che prende decisioni autonome, e che impone scelte persino alla w.
Ciò è parzialmente certificato dai riscontri informatici in possesso della fondazione.
Esiste al mondo una dozzina di personaggi estremamente nascosti, cocainomani all’eccesso, sempre col telefonino in mano, che impartiscono ordini a destra e a manca, ma nessuno di essi ha mai partecipato ad alcuna riunione della w.
Preferiscono delegare i loro poteri a rappresentanti che fanno parte dell’organizzazione segreta, e agire, ora influenzando le sue scelte, ora agendo autonomamente.
La w è così parzialmente al loro servizio.
Saltano fuori solo tre nomi, ma il risultato è considerato decisivo, agli occhi della fondazione.
Da soli tre nomi, si potrebbe materializzare l’opportunità di conoscere i restanti personaggi.
Sono un Egiziano, che usa l’integralismo mussulmano per indirizzare scelte nel mondo arabo, a lui favorevoli in ambito finanziario e commerciale, facendo della religione uno dei suoi principali mezzi per accrescere la sua potenza.
Controlla buona parte del sistema informatico e delle comunicazioni in vari continenti, prediligendo zone del pianeta dove hanno rilevanza realtà Islamiche, visto che intrattiene ottimi rapporti, sia con i Sunniti, che con gli Sciiti, e con componenti terroristiche di varie tendenze.
Un altro è un Russo dal passato oscuro, ex funzionario comunista, che ha approfittato del cambiamento di regime verso logiche occidentali; la sua potenza economica è aumentata a dismisura in poco tempo, in maniera poco chiara.
Possiede varie compagnie che operano nel settore energetico, e fa affari soprattutto col mondo occidentale, specialmente in ambito europeo.
Il terzo è un Americano, conosciuto alla perfezione da John, in quanto operano entrambi nello stesso ambito finanziario, anche lui in possesso di alcuni satelliti che mette a disposizione di compagnie telefoniche e televisive, un vero e proprio concorrente quasi esclusivo dell’Americano che fa parte della fondazione.
Ma la sua attività preminente, è avere consistenti azioni in quasi tutte le industrie belliche, aereonautiche e navali, che servono il lucroso mondo delle forniture militari.
Uno che non si è mai esposto in prima persona, ma che tutti sospettano come il più assiduo suggeritore di conflitti.
Si decide di indirizzare gli sforzi verso la ricerca dei rimanenti nomi, ed abbandonare, per ora, il contrasto alla w.
Naturalmente si partirà dai dati accertati, e si terranno sotto osservazione i tre personaggi.
Il primo da mettere sotto osservazione sarà l’Americano.
Verranno coinvolti nella problematica operazione, il contingente Friulano, e i due organizzatori di eventi: Delia e Dario.
Ma anche John dovrà avere una rilevantissima parte nelle operazioni.
Quando si scopre che l’Americano guerrafondaio parteciperà ad un ricevimento in una nazione centro americana, John convince il suo amico organizzatore, a delegare a Dario e Delia la cura del ricevimento, e il contingente di Silvio si mette in viaggio verso il centro america.
Tutto viene organizzato a puntino, e per tempo, si decide di rapire l’Americano, soprattutto per conoscere i restanti nomi dell’organizzazione al di sopra della w.
Arriva anche lui, il guerrafondaio, per tempo, il giorno stesso del ricevimento, a bordo di un jet privato, il gruppo di Silvio nota che la sua scorta è poco consistente, due soli uomini lo accompagnano, e quando i tre decidono di concedersi un rilassante bagno in una struttura ricettiva a pochi chilometri dal sito del ricevimento, entrano in azione, rendono inoffensiva la scorta, e sequestrano l’Americano.
Le improvvisate celle ricavate all’interno della fondazione, ospitano così sei persone che non vedranno mai i volti dei loro carcerieri.
Il giorno dopo viene dato inizio all’interrogatorio dell’Americano, facendolo passare some una sorta di processo, lui è convinto di essere nelle mani di un pericoloso gruppo terroristico, e non oppone eccessiva resistenza.
Ma nemmeno lui conosce tutti i nomi degli altri padroni del mondo, però stila una lista dividendola in due parti: nella prima scrive i nomi di otto personaggi, dicendo di essere sicuro che effettivamente loro sono al di sopra della w, e ne indirizzano le scelte, mentre nella seconda lista inserisce cinque nomi, affermando che probabilmente sono proprio loro i rimanenti, i più importanti, ma che non ne è sicuro al cento per cento.
Sono così potenti che riescono ad essere parzialmente invisibili persino agli altri dominatori del mondo, mai che si espongano in prima persona, i loro nomi non risultano da alcun documento pubblico che certifichi il possesso di industrie, società di servizi o commerciali, dei perfetti fantasmi, insomma.
Ma proprio per questo ritenuti dall’Americano di gran lunga i più potenti uomini della terra.
Sempre impegnati a delegare incarichi, a spostare di qua e di la uomini e cose, a disporre di tutto quello che è disponibile, e utile per i loro fini.
E l’Americano è convinto che siano le cinque persone più crudeli al mondo, gente senza cuore, nati da famiglie che hanno impostato la loro educazione giovanile, proprio in funzione del fatto che dovranno dominare il mondo, e per un progetto così ambizioso, è indispensabile non avere sentimenti, quelli ti fanno fare scelte non completamente razionali.
Delle macchine perfette costruite per prevaricare tutto il genere umano, e la natura, gente che probabilmente non sente alcun peso di coscienza quando compie azioni orribili.
Gente che di sicuro non sa cosa significhi obbedire ad un fattore astratto che non esiste nei loro dizionari, la coscienza è appannaggio dei deboli, loro non se la possono permettere.
Secondo l’Americano hanno gran parte del settore della ricerca scientifica a loro disposizione, sempre al corrente delle ultime novità, in qualunque campo.
E proprio in ambito scientifico hanno il loro punto di forza, si sospetta che ritengano che vivere secondo natura è obsoleto e irrazionale.
E allora finanziano progetti assurdi, per cambiare persino la natura di cose e persone, e modularne i risultati a loro convenienza esclusiva.
Aberrazioni come intervenire su animali, uomini, e natura, e modificarne la naturale struttura che l’unica Persona che è al di sopra di loro, è riuscita così mirabilmente a costruire, si pensa che li faccia sentire persino al di sopra di quella stessa Entità.
E allora non sarà certo un problema dare ordini assurdi che impongono a scienziati e ricercatori di modificare geneticamente ogni forma di vita, e introdurre cibarie dannose nell’alimentazione umana e animale in modo criminale, ben sapendo che non esiste alcun riscontro immediato sulla pericolosità di tali aberrazioni.
E forse le loro azioni potrebbero non essere rivolte esclusivamente alla ricerca di potenza economica, ma eseguite con lo scopo di auto gratificarsi e dimostrare a se stessi di essere onnipotenti.
Creare e modificare la vita, allontanandosi quanto più dall’ordine naturale del creato, certo le farà sentire al di sopra di qualsiasi essere pensante.
E non si fermano davanti a nulla, l’Americano sospetta che abbiano progetti riguardo alla popolazione mondiale che di umano non hanno nulla, ha sentito di straforo che sono in atto esperimenti che addirittura mirano a condizionare il cervello della totalità del genere umano, progetti così assurdi che lui stesso ha stentato a credere che potessero scaturire da un cervello pensante, e chi più di loro potrebbe aver partorito simili congetture?
Stanno costruendo e sintetizzando molecole che potrebbero essere di gran lunga più pericolose di qualunque bomba, per quanto potente essa possa essere.
E sa per certo che esistono persone, in questo pianeta, che auspicano una drastica riduzione della popolazione mondiale, e anche in quel caso sospetta che siano proprio loro i registi della assurda pianificazione.
L’Americano pensa che quello sia l’unico campo dove collaborano tra loro, mentre per qualsiasi altro progetto agiscono singolarmente, vista la loro immensa potenza economica.
Tutto il discorso dell’Americano ha incuriosito oltre ogni limite Sandra, e inconsciamente, si lascia trascinare dalle sue congetture; sono saltate fuori dalla sua mente supposizioni su quale luogo potessero venire attuati simili esperimenti, e a mano a mano che lui parla, lei è sempre più convinta di sapere esattamente dove vengono eseguiti.
E sapendo che uno dei cinque sospettati è Australiano, ha l’intima certezza che l’arcano verrà risolto.
A volte i ragionamenti arrivano dove possono, a volte bisogna dare spazio all’immaginazione, e dove la mente o le informazioni non esauriscono il problema, bisogna saper leggere tra le righe, e fidarsi del proprio istinto.
E l’istinto le dice che l’aeroporto australiano in cui è stata tenuta prigioniera, sarebbe l’ideale per esperimenti così segreti.
E il dispendio di risorse finanziarie che ha potuto vedere, in quel posto è immenso.
Un migliaio di persone stipendiate profumatamente, avranno pure una loro valenza in termini di utilità, e si sta parlando proprio di chi passa loro lo stipendio, che non possono essere altri che gli uomini più ricchi del mondo.
Coalizzati, per giunta.
Ed ha ascoltato attentamente quando l’Americano ha accennato alla manipolazione dei cervelli, e il colonnello Joshua, al riguardo, è stato chiarissimo.
Si, il posto non può essere che quello.
Esprime i suoi ragionamenti e le sue sensazioni, e bene o male, riesce a convince un po’ tutti.
Si decide che il prossimo obiettivo dovrà essere l’aeroporto dismesso, seguito dal fatto che sarà necessario verificare, e certificare, che le supposizioni dell’Americano corrispondono alla realtà.
Il giorno stesso vengono liberati lontano da roma i due Asiatici, e i due della scorta dell’Americano; non potranno essere pericolosi perché nessuno di loro ha visto i volti dei loro sequestratori, di quelli cioè che hanno eseguito le due azioni in maniera rapidissima, e nemmeno quelli delle persone all’interno della fondazione che li hanno tenuti prigionieri.
Dura ben più di un mese l’assiduo controllo verso la struttura australiana, tenuta sotto osservazione sia tramite i satelliti di John, sia per un pignolo lavoro di intelligence degli uomini del contingente Triestino.
E quando Delia e Dario organizzano una sontuosa festa, si accorgono che quegli uomini potenti hanno perso parte della loro baldanza, e discutono principalmente sulla sparizione dell’Americano.
Sanno perfettamente che è stato sequestrato, per via delle informazioni delle guardie del corpo liberate, ma non sanno altro, né se si tratti di un’organizzazione terroristica o che altro, ma certo non possono immaginare che il pericolo viene dai capitali messi a disposizione dall’industriale defunto, che hanno conosciuto molto bene.
E sanno che le informazioni in possesso di quella fantomatica organizzazione, potrebbero mettere in pericolo ciascuno di loro, e paradossalmente i più tranquilli potrebbero essere proprio i cinque magnati nel mirino della fondazione.
Ma loro non partecipano quasi mai alle feste, anche se quegli avvenimenti sono fonte di preparazione a lucrosi affari.
E infatti si pensa che, pur non partecipando ai ricevimenti, certo qualche loro emissario è presente, sia alle feste, che alle riunioni della w.
Ma le informazioni di chi siano questi rappresentanti, sono estremamente complicata da accertare, anche se i sospetti sulle loro identità sono fondati.
I due Umbri, ad ogni festa organizzata, scattano nascostamente delle foto a tutti i partecipanti, e ormai la fondazione ha una corposa banca dati sulle persone più sospettabili del pianeta, i cinque nomi dei miliardari sono anch’essi presenti in quella fonte di informazioni.
E i dati in possesso della fondazione, rendono evidente il fatto che sono così protetti, e così restii ad apparire in pubblico, che sarebbe impossibile catturarli.
Ma un fattore a favore della fondazione esiste: anche loro non possono fare a meno di apparire qualche rara volta in pubblico.
Hanno bisogno di dare al mondo un’immagine di se stessi completamente dissimile dalle loro azioni nascoste, e provano sicuramente un sottile piacere quando appaiono con in mano corposi assegni, che elargiscono a organizzazioni che fanno il bene della gente, un rivelarsi per quello che non sono, e la coscienza, in tutto questo, non c’entra nulla.
È solo una questione di opportunità.
E le loro azioni disumane vengono portate avanti in maniera nascosta, e delegate a loro sottoposti, mentre hanno piacere di apparire in prima persona come personaggi degni del massimo rispetto e ammirazione.
Si decide che, visto che non possono essere catturati, di seguire alcune diverse strategie, da portare avanti contemporaneamente, è necessario prima di tutto raccogliere prove sugli esperimenti nell’aeroporto australiano, dato che ormai si è certi che esistono e sono estremamente pericolosi per l’intero genere umano.
E soprattutto accertare chi effettivamente siano i finanziatori del progetto.
Ma non sarà indispensabile raccogliere prove certe, e se pure ciò si potesse realizzare, una dettagliata denuncia ad organismi internazionali, probabilmente non servirebbe a nulla.
Si discute molto su questa opzione, e alla fine passa la strategia suggerita dalla signora Rita: se in possesso di prove inconfutabili, sarà più facile ucciderli che catturarli e consegnarli alla giustizia, che di sicuro non riuscirà a condannarli, se pure in presenza di prove schiaccianti.
Una ipotesi decisionale presa in scioltezza, senza patemi d’animo, senza problemi di coscienza, visto che i danni verso l’umanità che presumibilmente quei criminali hanno intenzione di compiere, saranno catastrofici.
Ma la decisione definitiva non è stata ancora presa, si dovranno acquisire prove inconfutabili sulla loro pericolosità, ad uso e consumo della fondazione, e non certo per azioni giudiziarie pubbliche.
Loro hanno buona parte del mondo alle dipendenze, e certo una denuncia pubblica sarebbe pericolosa per la fondazione, che ha deciso di utilizzare la sua emanazione segreta in sicurezza, è e deve restare segreta, giusto per non dare inutili vantaggi agli avversari.
E non sorgono problemi etici, quelli vengono lasciati agli ottimisti, a quelli che pensano che al mondo esista una parvenza di giustizia, e che i colpevoli potrebbero pagare se scoperti a compiere azioni illegali, il mondo non va così, e contro la malvagità bisogna agire con determinazione, e di nascosto, inutile concedere vantaggi a chi ne ha già troppi.
Il giorno dopo il contingente di Silvio è in partenza per l’australia, col difficile compito di trovare prove delle aberrazioni che si compiono nell’aeroporto dismesso.
Arrivano a destinazione a bordo di tre fuoristrada; a poche miglia dalla struttura, si accorgono che certe funzioni elettroniche dei mezzi non funzionano alla perfezione, e che le comunicazioni tra loro stessi non sono possibili, è come se una invisibile cupola ricoprisse il territorio attorno al sito.
Internet non funziona, le comunicazioni telefoniche sono impossibili, non funzionano nemmeno i sofisticati aggeggi elettronici in loro possesso, e nemmeno certe armi, che inglobano meccanismi elettronici per aumentarne la precisione: non potranno sparare un solo colpo.
Si trovano di fronte ad una situazione assurda, è come se fossero tornati al medioevo.
Sanno che esternamente simili aggeggi non possono essere utilizzati, bisognerebbe fare una prova per accertarsi del loro funzionamento, almeno all’interno del sito.
Infatti, esternamente, a poche miglia dal sito, non ricevono nemmeno segnali dai satelliti, e un’eventuale azione cruenta dovrebbe essere portata avanti con mezzi tradizionali, un agire troppo dissimile dalle loro azioni consuete.
E trova difficoltà a mettersi in contatto con la sua donna, per eventuali consigli e informazioni logistiche, se vuole comunicare con lei deve spostarsi a decine di miglia, e durante uno di quegli spostamenti, in compagnia di Michele, viene a contatto con un piccolo gruppo di aborigeni.
Uno di loro parla uno stentato inglese.
Entrano in relazione, e Michele, col suo fare psicologicamente corretto, come se stesse parlando del più e del meno, riesce a carpire all’indigeno alcune informazioni.
Anticamente la zona, prima della messa in opera dell’aeroporto, era di loro competenza, la vegetazione, anche se abbastanza stentata, esisteva, e forniva cacciagione e frutti agli aborigeni.
Sono stati costretti a rispettare una immaginaria zona di rispetto intorno all’aeroporto, e anticamente molti di loro sono spariti dalla circolazione.
Avendo tanto territorio a disposizione, non sono state necessarie particolari azioni, per convincere la tribù a lasciare la zona, diventata nel frattempo pericolosa, e ora vivono a decine di miglia da quella zona.
Ma a volte spariscono inspiegabilmente dei bimbi, cosa che non era mai successa in tempi antichi, e la vegetazione a ridosso dell’aeroporto è costantemente in diminuzione.
Certi giorni di materializzano in cielo delle reti di vapore di dimensioni enormi, a volte si vedono delle lunghissime scie cangianti al sole, che definiscono spettacolari.
Ma avvenimenti del genere non erano mai successi, né a ricordo dei più vecchi, né attraverso i racconti tramandati da padre in figlio.
E quando appaiono le scie o le reti in cielo, si nota perfettamente una gigantesca cupola biancastra traslucida, che avvolge completamente il pur grande aeroporto.
I due Italiani vengono a conoscenza che ogni mese, in date prestabilite, cioè in fase di luna calante, spariscono una giovane donna e un bimbo, a turno, da vari accampamenti degli aborigeni, principalmente da tre in particolare.
E tra pochi giorni è la data presunta per simili sparizioni.
Michele chiede se le tribù vorrebbero essere protette, e loro affermano che per questa decisione si dovrebbe parlare con il capo di un piccolo villaggio, a molte miglia da dove si trovano.
Qualche ora dopo i due sono al cospetto del capo villaggio, e non fanno fatica a trovare alcune persone che parlano perfettamente la lingua inglese.
Si decide che per una volta, non dovrà sparire nessuno, e l’accordo è che alcuni militari Italiani presidieranno i tre accampamenti, per cercare di catturare gli eventuali rapitori.
E la notte successiva vengono catturati cinque militari che si aggiravano furtivamente in uno degli accampamenti, vengono interrogati e caricati su un aereo messo a disposizione da John, e trasportati in un’isoletta dell’oceano pacifico di sua proprietà.
In segno di riconoscenza, il capo delle varie tribù della zona, invita i militari Italiani a disporre liberamente degli spazi del villaggio principale, anche lui ansioso di liberarsi dell’ingombrante presenza dei militari che hanno occupato in passato territori appartenuti alla sua gente.
E assicura la loro collaborazione, nel caso dovessero succedere avvenimenti che metterebbero in contrasto i due contingenti militari contrapposti.
Certo è che una dozzina di militari Italiani, se non avessero il vantaggio della sorpresa, e quello fondamentale dato dal fatto che nessuno sa della loro presenza nel territorio, ben poco avrebbero potuto fare contro forze preponderanti.
Ma nei giorni successivi, un’altra decina di militari dell’aeroporto, certamente alla ricerca dei compagni spariti, vengono catturati senza che avessero avuto la possibilità di sparare un solo colpo.
Anche loro faranno il viaggio verso l’isoletta di John.
Indebolito di numero il contingente avversario, Silvio convoca una riunione per decidere il da farsi.
È necessario prelevare prove quanto più numerose e certe del fatto che vengono svolti esperimenti illegali, e si decide che una minuta pattuglia Italiana dovrà entrare nell’aeroporto.
Saranno armati di armi leggere, senza dispositivi elettronici, certi che saranno inservibili; ma contano sul fatto che, paradossalmente, il loro compito verrà agevolato proprio dal fatto che anche il contingente avversario non può controllare elettronicamente il suo stesso territorio.
Scelgono di entrare in azione nella notte meno illuminata dalla luna.
E la notte stabilita, Silvio, Michele e Salvo entrano nell’aeroporto dismesso, vengono accompagnati da tre commilitoni, che avranno il solo compito di introdurre una rilevante quantità di piccole cariche esplosive, a disposizione dell’esperto Salvo; una volta depositate le cariche in un capannone prestabilito, questi ultimi abbandonano il sito.
Forti delle informazioni di Sandra, i tre si dirigono verso il capannone indicato da lei, scendono le scale, e con un’azione fulminea riducono all’impotenza due militari che presidiavano l’entrata, e li abbandonano in una stanza legati e imbavagliati.
La perlustrazione della struttura sotterranea avviene senza particolari patemi d’animo, è completamente e stranamente deserta, e una volta arrivati ai laboratori chimici, piazzano alcune cariche esplosive che hanno portato con sé, scoppieranno tra due ore esatte.
Attraversano il lungo corridoio che li porta nella piccola struttura sanitaria descritta da Sandra; in stato di semi incoscienza, sono ricoverati alcuni bambini.
Proseguono lungo il corridoio, e sentono rumori e voci, con circospezione osservano quello che succede in un enorme locale affollatissimo di gente, hanno l’impressione che sia in corso una specie di funzione religiosa, infatti al centro della sala, legati a fianco di una struttura che assomiglia ad un altare, si lamentano una giovane donna e un bimbo, Silvio sospetta che sia atto un disumano sacrificio.
Non hanno tempo di dedicarsi all’orribile spettacolo, e piazzano all’entrata due cariche esplosive in grado di far crollare quella che ritengono sia l’unica entrata della sala.
Scoppieranno nello stesso momento di quelle già piazzate.
Tornano indietro ed ispezionano i due locali che Silvia aveva indicato come presidiati, e all’interno dei quali non era potuta entrare.
Sono dei semplicissimi laboratori, Salvo piazza le ultime, poche cariche a disposizione nei due laboratori, ed esce.
Recuperano metà delle cariche portate dai tre commilitoni, e il Siciliano piazza alcune di esse all’entrata, in modo da farla crollare, e tenere così prigionieri gli occupanti i locali serviti da quell’entrata.
Recuperano le ultime cariche a disposizione, e vanno in direzione di una casa che Sandra aveva indicato come la presunta abitazione del colonnello Joshua.
Infatti tutto fa presumere che quella sia effettivamente la sua residenza, per via della presenza di un raffinato ufficio pieno zeppo di documentazione.
Recuperano molti documenti, sia cartacei che informatici, e poi vanno alla ricerca di altre eventuali uscite dai locali sotterranei, in modo da precludere alle persone all’interno ogni possibilità di fuga.
Ne trovano due, eseguono il solito lavoro per bloccare anche quelle uscite, e varcano incolumi il recinto.
Hanno il tempo di rimettersi in cammino verso il villaggio degli aborigeni, e quando fanno il loro ingresso, sono investiti da un forte bagliore, tutto il territorio circostante, per miglia e miglia, a perdita d’occhio, è illuminato da una luce irreale fortissima, che resta attiva per qualche minuto.
Un attimo dopo il bagliore, si sente un fragoroso boato, Salvo afferma che l’effetto dirompente visto e sentito è di gran lunga superiore a quello che prevedeva, e vengono investiti da un fortissimo vento provenire dal luogo dell’esplosione.
Fanno immediatamente i bagagli, e abbandonano il villaggio, raccomandando agli abitanti di fare altrettanto.
E lasciano la zona in fretta e furia, la corsa sui fuoristrada è a rotta di collo, ogni secondo di disposizione per lasciarsi alle spalle il brutto e pericoloso scenario, deve essere sfruttato senza indugi, la strada illuminata dai fari ha, per miglia e miglia, la stessa identica, sinistra configurazione.
Sopra di loro il cielo non è più completamente scuro, ma assume uno spettrale colore rossastro.
Ma quando i primi bagliori dell’alba, illuminano fiocamente il tragitto, anche il loro stato d’animo migliora, e parlano dell’azione militare compiuta, si congratulano tra loro, ma sanno che la loro professionalità militare non potrà essere riconosciuta pubblicamente.
Poco male, nel loro intimo sanno di avere purtroppo decretato la morte di molte persone, ma sanno anche che probabilmente hanno salvato l’intera umanità da un orrendo disegno, deciso da personaggi pazzoidi e lontani da ogni razionalità etica.
Molto dipenderà dalle risultanze dei documenti in mano al contingente, e non è detto che le azioni verso quei personaggi siano terminate.
Arrivano poco dopo l’alba in un punto prestabilito, puntuali all’appuntamento con un grande elicottero che li porterà in salvo.
Vengono fatti scendere i prigionieri delle due imboscate precedenti, raccomandando loro di tenersi lontani dai fuoristrada.
Nel momento in cui l’elicottero decolla, i tre fuoristrada esplodono.
Il gruppo arriva in un aeroporto privato, e a bordo di un jet, si dirigono verso casa.
Appena arrivati a roma, viene indetta una riunione per fare il punto sulla situazione; se pure la pericolosa struttura segreta australiana è stata rasa al suolo, i criminali più pericolosi sono ancora vivi e vegeti, forse un po’ delusi dagli ultimi avvenimenti, ma sempre in grado di ideare e duplicare altre strutture simili.
Risulta prioritario analizzare la documentazione in possesso, e tutti i componenti stabili del palazzo della fondazione dovranno lavorare a quei documenti per molti giorni; il contingente militare è atteso a trieste per fare un dettagliato rapporto al generale Attilio.
Alberto e Aldo controllano puntigliosamente il rilevante materiale cartaceo, aiutati da Bruno, mentre Federico e Fabio si assumono l’onere di controllare una ventina di compact disck.
Ad una prima, frammentaria analisi, non trovano eccessive difficoltà a decodificare i vari compact, ma due di loro sono criptati così bene, che non bastano alcuni giorni per scoprire i giusti meccanismi per rendere evidenti i testi.
E le prove che saltano fuori dai primi compact sono illuminanti riguardo sia al coinvolgimento di tre persone dalla potenza enorme, in avvenimenti dalla portata planetaria, sia per il fatto che le generalità di quelle persone sono ampiamente assodate.
Le persone che attirano maggiormente l’attenzione dei cinque
sono un Egiziano, un Russo, e un Australiano.
Dalle documentazioni si capisce che hanno continui rapporti tra loro, contatti quasi giornalieri, il loro raggio di azione spazia in tutto ciò che può avvantaggiarli nell’acquisizione di tutti i tipi di poteri, danno molta rilevanza al fattore culturale, e a quello scientifico, con il fine di assoggettare alle loro teorie l’intero genere umano.
Ma al loro fianco operano teorici delle più disparate discipline, al loro servizio per formulare nuovi modi di vivere da imporre alla gente, e per assoggettarla persino fisicamente.
E la naturalità del vivere, per loro è un concetto da tenere in alcuna considerazione, tanto sono contorti e assurdi i concetti che esprimono.
Teorie finalizzate a schiavizzare la popolazione, i monarchi assolutisti del passato, certo gioirebbero se leggessero le conclusioni che vengono prospettate, molto più dettagliate e subdole di qualsiasi pensiero loro contemporaneo, come se siano la conseguenza mentale logica del loro bisogno di dominare il mondo sotto tutti i punti di vista.
Non viene tralasciata alcuna espressione umana, ma il fattore culturale la fa senz’altro da padrone, quando rendi la gente disponibile a qualunque assurdità, per avergli fatto accettare dogmi condivisi, il gioco è facile.
La gente oggi ha smesso di fare il sacrificio mentale di mettere tutto in dubbio, e si adatta a qualunque teoria dominante, anche se va contro il suo stesso interesse.
Il far credere che crisi economiche e finanziarie ricorrenti siano nella naturalità dei processi produttivi attuali, consente loro di ingannare la gente, e la conseguenza logica di tali assunti è che la gente deve soffrire, perché le nazioni non possono immettere nel sistema, secondo loro, grandi quantità di moneta.
E così vengono create le crisi, che hanno svariati scopi: indurre operai e sindacati ad accettare qualunque proposta, purché si lavori, condizionare scelte politiche e favorire processi di privatizzazioni selvagge, ma non solo.
Le elite hanno capito che bisogna imporre continuamente le stesse cantilene, sia alla gente che ai politici, come chiodi fissi che bloccano il pensiero.
E allora, in situazioni del genere, non è difficile far passare il concetto che la vita è sacrificio, intervallato solo da qualche sporadico momento di serenità.
La vecchia teoria che diceva che al popolo basta poco per non creare problemi, è ancora valida, soprattutto ora che non si può affermare che non siamo in regime democratico.
Naturalmente ciò non è vero, ma basta che la gente lo pensi.
La formula è sempre la stessa, la regola è quella che riassume in tre lettere il codice per dominare: le tre effe che hanno sempre fatto girare il mondo, festa, farina e forca.
A mano a mano che i documenti vengono analizzati, i concetti saltano fuori in maniera chiarissima, e tra analisi delle teorie esposte, e le azioni che vengono raccomandate per assoggettare la gente, ci si accorge che il pensiero di chi scrive ha la stessa matrice, sono derivate tutte da antiche tendenze che personaggi ambigui adottavano per ingraziarsi gli antichi monarchi assolutisti del diciottesimo secolo, trasformatesi in dogmi prima della seconda metà del novecento, a ridosso delle due guerre mondiali.
Teorie neo liberiste che mirano a dividere il mondo in tre distinti tronconi, sintetizzabili con l’espressione grafica di una piramide.
La base, massiccia e di gran lunga la più corposa, è formata dalla gente, assoggetta al vertice composto da pochissime persone, i nuovi monarchi, in mezzo trovano posto una miriade di loschi personaggi messi là unicamente per mantenere la situazione consolidata: giornalisti accondiscendenti, politici col loro sottobosco, funzionari asserviti al potere, che conducono così una vita agiata, e fanno da tramite con gli altri due elementi della piramide.
E tutti gli altri, la base, a trascorrere una vita disumana di sacrifici e rinunce, con la sola soddisfazione di poter consumare continuamente, e accrescere così il potere economico delle elite.
Un mondo che, secondo le elite, consente di non creare eccessivi contrasti sociali, e alla fin fine, convinti che la gente si può accontentare di poco.
E chi non si adegua all’ordine stabilito, può comunque condurre una vita da eremita, ma il prezzo da pagare sarà salato, in quanto verrà considerato semplicemente un pazzo.
La gente impegnata a lavorare e produrre per stipendi da fame, e quei pochi soldi guadagnati, verrebbero incamerati nuovamente tramite la nuova società dei servizi, che si raccomanda, dovrà prendere gradatamente e parzialmente il posto di quella industriale.
È in atto, secondo i documenti in possesso della fondazione, una strategia parziale di uscita dal modello industriale, per far posto a quello dei servizi.
Controllato anch’esso, naturalmente, da loro stessi, che in questo periodo stanno acquisendo le società che forniscono acqua, cibo, elettricità, trasporti e comunicazioni.
E si raccomanda di controllare assiduamente la fruizione del denaro da parte della gente, un tempo appannaggio di stati sovrani, che mettevano troppa valuta in circolazione.
Ma ora i capitali sono in possesso dei nuovi imperatori, ogni tentativo di riappropriarsi della sovranità monetaria deve essere contrastato con ogni mezzo, anche cruento.
E chi, tra i politici, ha capito che il debito degli stati è fasullo, perché è un debito verso nessuno, in quanto finalmente si è messo nelle condizioni di poter stampare continuamente moneta, deve essere eliminato fisicamente.
Si raccomanda in maniera esplicita di eliminare chiunque, capo di stato o di governo, che adotti una simile strategia finanziaria, i soldi devono essere forniti dalle elite, devono essere di proprietà privata, e non dei singoli stati.
Se ogni nazione adottasse una simile strategia economica, nel mondo circolerebbe una quantità di moneta troppo consistente, la gente rialzerebbe la testa, gli stati avrebbero meno influenza, e i nuovi monarchi assolutisti sanno benissimo che controllare qualche politico è molto più facile che controllare interi popoli.
Hanno paura di un solo componente la società, e questo fin dalla notte dei tempi, una marea di gente incavolata con i forconi tra le mani.
Hanno paura della piazza, e sopportano solo movimenti e partiti che convogliano la rabbia della gente, che dopo ogni manifestazione popolare, torna a casa un po’ più tranquilla.
Hanno paura del radicalismo della gente, dei pazzi solitari, da far passare, appunto, per pazzi, dell’anticonformismo, dell’intelligenza, delle azioni cruente, isolate o collettive, dell’anarchismo, delle organizzazioni poco accondiscendenti all’interno di forze militari delegate alla loro protezione, dei magistrati integerrimi, da isolare e rendere ininfluenti.
O uccidere.
E la gente non è più quella del diciottesimo secolo, e, seppure pesantemente condizionata, potrebbe rialzare la testa, ma c’è sempre la terza effe a disposizione per ovviare a certe pretese.
Ed esistono anche altri mezzi a disposizione, ben elencati dai documenti.
E allora vengono spontanee certe aberrazioni espresse nelle teorie della documentazione, con quei fogli la gente capirà che il sistema di vita che è costretta a sopportare, è ingiusto e penalizzante, ma solo per la base.
Capirà che i sacrifici imposti sono ingiusti e soprattutto inutili.
Costretti ad una vita grama di sacrifici, a dover sopportare le vessazioni che la parte asservita alle logiche delle elite le impone, a dover dedicare al lavoro molte più ore di quelle che effettivamente servirebbero, a crescere i figli tra impedimenti e steccati che non consentono il massimo dell’attenzione, e alla fine sentirsi una classe subalterna.
E come se ciò non bastasse, coscienti del fatto che le elite si fanno continuamente beffe di loro, soprattutto per il fatto che la gente, pur avendo priorità comuni, non riesce a impostare azioni comuni, impegnate tra distinguo, non ancora, vedremo e problemi di coscienza.
E banchieri, finanzieri, grandi industriali, lassù, ad osservare il popolino ignorante e sottomesso che lavora per loro.
Ma questa situazione finirà presto, quando verranno pubblicate le documentazioni che attestano che alla gente non è stata concessa nemmeno una piccola parte dei suoi legittimi diritti.
E le elite spariranno, sommerse dal peso morale dei loro stessi fogli, finalmente alla portata di tutti.
Il rendersi conto di essere considerati classe subalterna, e derisa e vessata dai poteri forti, invoglierà la gente a promuovere una seconda, grande rivoluzione, stavolta non più solo francese, ma mondiale.
Fogli che attestano quali siano le corrette strategie per rendere inoffensivi interi popoli, verranno messi a disposizione della gente.
E la visione neo liberista del mondo, sarà chiara a tutti, sarà chiaro il fatto che in un sistema economico dove circola poca moneta, non è possibile il progresso, né generale, né personale.
Ed il fatto stesso che quelle elite hanno fatto soffrire inutilmente così tanto la gente, quando avrebbero potuto lucrare comunque sul loro lavoro, e per ingordigia hanno decretato situazioni invivibili, decreterà la loro fine.
E la questione dei confini sarà spiegata dettagliatamente; confini che non sono altro che recinti, per poter controllare meglio quantità di persone quanto più disunita possibile, il frazionare il mondo è un vantaggio per loro, e accettano gli accorpamenti di nazioni solo dopo aver tolto loro ogni capacità decisionale, accorpamenti aventi come unico scopo l’allargamento dei loro mercati commerciali.
E quando la gente aumenta di numero, come sta succedendo ultimamente, sono pronte strategie criminali per diminuirne la consistenza.
E la fondazione ha in mano anche un loro progetto di drastica riduzione della popolazione mondiale; si raccomanda, attraverso grafici e freddi numeri, che il mondo girerebbe meglio, se i tre quarti della popolazione venisse eliminata.
Quando la gente leggerà quei documenti, farà di tutto perché di simili criminali non resti nemmeno l’ombra.
E giù a suggerire strategie di spopolamento che non prevedono più guerre, quelle vengono concesse alle singole nazioni dominanti, e alle loro elite subalterne, ma loro, i veri dominatori del mondo, nel complesso, hanno altri metodi più subdoli a disposizione.
E sono indiscutibilmente al di sopra di qualunque nazione, hanno una visione globale che prevede serragli per la gente, e campo libero per loro stessi.
In un compact sono spiegati nel dettaglio gli indirizzi che il distrutto sito australiano stava rendendo realistici, l’uso e la produzione massiccia di sostanze che avrebbero reso la coscienza critica della gente, meno pericolosa per loro.
Un mirare a rendere la gente ebete, nel vero senso della parola, ma fisicamente in grado di espletare i compiti loro assegnati.
Progetti criminali che prevedono l’uso di gas inodori da somministrare agli operai, impegnati al lavoro nei capannoni aziendali.
Teorie ben esplicitate nei documenti.
Un voler rendere il pensiero della gente non più pericoloso per il potere, un esercito di manichini ai quali viene consentito di vivere, ma solo fino a quando possono essere utili alle produzioni.
E la distruzione di intere popolazioni del terzo mondo, messe in atto con vari metodi, tra cui interventi con sostanze chimiche, già abbondantemente sperimentate, che non lascerebbero alcuna traccia, sono raccomandate, e rientrano tra i compiti della struttura australiana; facile per loro inventare una nuova pestilenza a cui la scienza non sarebbe volutamente riuscita a porre rimedio.
E quando una persona, espletato il suo compito produttivo, non serve più, anzi diventa un peso, verrebbe abbandonato a se stesso, senza cure, assistenza e medicine.
Logiche criminali già ben avviate, e ben descritte nelle finalità del sito australiano, ma la sua funzione non si ferma qui.
Il sospetto di Sandra ora trova conferme nella documentazione in possesso della fondazione, migliaia di bambini e giovani sequestrati in ogni angolo del mondo, a disposizione dei potenti, per la ricerca scientifica e medica a loro esclusivo uso e consumo, fino ad arrivare all’espianto di giovani organi che hanno il compito di sostituire quelli vecchi dei dominatori del mondo.
Il popolino utile sia da vivo che da morto.
Teorie che mirano a prolungare le nobili vite quanto più possibile, a scapito della base plebea.
Ma i due compact sapientemente criptati resistono all’urto di Fabio e Federico, e i due hacker lavorano in maniera frustrante, mai nessun documento ha resistito così tanto, al loro cospetto.
I documenti cartacei e il loro stesso lavoro sugli altri supporti informatici, sono di per se prove abbondantemente sufficienti per mettere al muro il vertice della piramide, ma per loro diventa un punto di orgoglio districare l’intricata matassa.
Ma non c’è niente da fare, i due compact non cedono.
Hacker che sono entrati in innumerevoli siti super protetti, entrambi esperti programmatori, che riescono a utilizzare internet e telefonini senza pagare canoni, che utilizzano i vari codici come se fosse il loro pane quotidiano, che sguazzano tra formule binarie e programmi che non si possono toccare con mano, ora che hanno fisicamente a disposizione materiale solido, concreto, non riescono a cavarne un ragno dal buco.
Decidono di separare il lavoro, ciascuno di loro ragionerà autonomamente su un compact in particolare, e si portano il lavoro a casa.
Fabio, una volta rientrato a casa, inserisce il dischetto nel vecchio computer che usava da bambino, quello che gli ha consentito di diventare un eccellente programmatore.
Il sistema operativo di quell’elaboratore, è una sua creazione, che utilizza principi diversi dai soliti in circolazione, una macchina obsoleta, che però, riesce a scardinare parzialmente le difese del compact.
Sullo schermo qualcosa si vede, linee e interferenze, colori sovrapposti e testi non completamente comprensibili, immagini che ora si vedono chiaramente, ora spariscono improvvisamente.
Il giorno dopo, con il compact in mano, arriva alla fondazione raggiante, sa di poter svelare l’arcano, e con l’aiuto di Federico, riusciranno, dopo qualche giorno, a leggerne il contenuto.
Hanno dovuto sviluppare l’antico sistema operativo di Fabio, che non ha altri riscontri al mondo, o forse solo uno, quello che ha generato quei documenti, e quando hanno messo tutto a punto, il gioco è fatto.
E iniziano a leggere il supporto informatico, convinti che quei documenti ben protetti, devono per forza contenere informazioni così segrete, da fare grande scalpore, se venissero divulgate.
E infatti i due non vengono delusi, sono riportate informazioni riservatissime sulle due famiglie che storicamente sono state per secoli le più ricche del pianeta, e si capisce che, pur avendo interessi comuni, e quindi essendoci la possibilità di venire in contrasto su certe situazioni, in genere riescono a concordare strategie condivise, e a non disturbarsi vicendevolmente, in un gioco planetario dalle innumerevoli valenze.
E salta fuori agli occhi dei due hacker che, pur operando in modo planetario, discendono entrambe dal vecchio continente.
Ciò è logico, l’europa ha dominato per millenni il mondo, i due continenti americani, e l’area oceanica, sono una derivazione della società europea, l’africa è un continente a se stante, e l’asia ha percorso ampi tratti di storia, obiettivamente a ridosso del progresso europeo, ma mai avvicinandosi allo stesso livello.
Chi ha accumulato risorse, nel vecchio continente, ha aumentato progressivamente il suo potere, in una situazione chiaramente dominante.
I nuovi ricchi degli altri continenti, sono infatti ben distanziati dalle due dinastie che hanno sempre dominato il pianeta.
Il potere porta soldi, e i soldi portano altri soldi, in una spirale che coinvolge questi due casati in tutti i processi economici di questo spicchio di universo.
E la loro potenza, col tempo, è aumentata a dismisura.
Generazione dopo generazione, in maniera esponenziale.
Riescono a trarre immensi profitti da tutte le espressioni commerciali, finanziarie e produttive, è bene specificato come considerano il mondo e i suoi abitanti dei sudditi, se non addirittura facenti parte di una nuova classe da schiavizzare senza problemi, con nuove forme di prevaricazione, molto ben evidenziate.
E raccomandate.
La prima famiglia discende da personaggi che hanno operato soprattutto a livelli finanziari per secoli, e hanno tratto vantaggi da guerre, da crisi, e da prosperità.
La seconda famiglia proviene da una antica generazione di sovrani, che hanno fatto del colonialismo la loro arma per aumentare a dismisura la loro potenza, e il fattore schiavismo, anche in quel caso, non è marginale.
Il quadro, a questo punto, è chiarissimo, e dovranno essere loro le prime famiglie ad essere colpite dalla fondazione e dalla gente.
Le loro strategie prevaricatrici sono ben evidenziate, hanno a disposizione gli eserciti più potenti al mondo, gran parte delle disponibilità valutarie dell’intero pianeta, i servizi segreti ed operativi più efficienti sono al loro servizio, col denaro comprano tutto e tutti, hanno in mano la chiave che scardina qualsiasi porta.
Ma non possono restare immobili, percorrendo la storia in maniera che scelga da se, la strada da seguire, no, devono loro stessi condizionare eventi a loro uso e consumo, obbligare stati a percorrere strade non da loro preventivate, a costringere l’opinione pubblica a essere dalla loro parte, perché in possesso di tutti i mezzi di informazione.
Lo stesso uso della rete, che si potrebbe essere definito quanto mai confacente alla libertà di pensiero e di informazione, è pesantemente controllato e indirizzato da loro, se un giorno dovesse essere un pericolo, non avranno problemi a distruggerla.
E saltano fuori dai compact, affermazioni che lasciano sbigottiti i due hacker, alcuni avvenimenti già passati alla storia, e che hanno generato nella gente odio per le varie organizzazioni terroristiche, sarebbero stati pianificati da loro, costringendo varie nazioni, ad uccidere i loro stessi abitanti, vittime di azioni terroristiche.
Essendo avvenimenti già abbondantemente pianificati, avevano a disposizione prove pre confezionate, che avrebbero consentito di affrontare, col consenso della gente, guerre distruttive e generalizzate contro i fantomatici stati canaglia, che proteggono i terroristi.
Interi eserciti a disposizione di due sole famiglie, che portano, a loro dire, democrazia e progresso.
Che assurdità portare democrazia e progresso per via di una guerra, che a questo punto assicurerà la pace per quelle parti di mondo!
La loro pace, pianificata e imposta.
E i due hacker passano a controllare il secondo compact, anch’esso sviluppato con lo stesso programma operativo, e quindi chiarissimo da leggere.
Tratta il tema dei migranti, quanto mai attuale in questi tempi.
Ed è una sorpresa il modo in cui questo tema viene trattato, nella sua prima parte lo definirebbero quasi buonista.
I principi esplicitati fanno parte di una certa filosofia clericale, si mettono in risalto certe propensioni del genere umano, che discreditano la nostra comunità di persone pensanti.
I temi della condivisione, del ripudio di ogni forma di razzismo, il problema della xenofobia, vengono trattati in maniera umanistica, una vera sorpresa per i due hacker.
Si raccomanda di far passare per persone indegne chi difende diritti acquisiti, a scapito dei nuovi arrivati, di gente che ha bisogno di assistenza, il problema degli sfollati e dei profughi, dei dissidenti politici provenienti da situazioni terribili, che avrebbero diritto ad una vita non più disumana; si mette in evidenza come un continente, l’europa, abbia in se i geni di una propensione ad aiutare il prossimo meno fortunato.
Sembra quasi che i due stiano leggendo la continuazione del libro più importante che sia mai stato scritto, il vangelo.
Ma come possono, simili documenti, essere mischiati con tutti gli altri che contengono disumane aberrazioni?
Il mistero è subito chiarito.
A mano a mano che si avanti con la lettura, si evidenziano certe strategie che mirano a spopolare il continente più disagiato che esista, e tutta indistintamente la fascia costiera settentrionale lambita dal mediterraneo, le popolazioni dovranno essere costrette ad emigrare, raccomandando il fatto che deve essere proprio la parte meridionale dell’europa, a prendersi carico di quella marea umana.
Come un coltello a doppio taglio, si raccomanda di rendere più fruibile alle elite, le immense capacità che ha il continente nero di fornire materie prime, e distruggere al contempo le economie del sud europa.
In africa potranno operare più agevolmente, e informano la popolazione che esiste un continente ben contento di acquietare la sua coscienza per aver spadroneggiato dappertutto nei millenni precedenti, che ha nel frattempo approvato leggi favorevoli ai migranti, imposte dalle stesse elite, ormai padrone di legiferare a loro piacimento anche in europa.
E le strategie per spopolare un intero continente, sono tra le più varie: guerre e pestilenze indotte, la fanno da padrone.
Quando si hanno a disposizione eserciti, soldi e il sistema sanitario mondiale, si può pianificare qualsiasi aberrazione.
Popoli che per millenni hanno vissuto, forse, in maniera serena, ora vedono prospettarsi in maniera fittizia, un nuovo sistema di vita, valori che non appartengono a loro, sponsorizzati in maniera sistematica, facendo intravedere loro un sistema, quello occidentale, che falsamente promette progresso individuale.
E le logiche consumistiche che martellano cervelli, hanno fatto presa anche su quelle popolazioni, che si trasformeranno in breve tempo da libere e povere, in schiave e ancora più povere.
Ma non basta spopolare un intero continente, bisogna estirpare anche le popolazioni delle nazioni medio orientali, e indirizzarle verso il sud europa.
E i metodi raccomandati sono vari, ma si basano principalmente sull’uso dell’esercito più potente del pianeta, e dei suoi alleati, creando assiomi che si possono sintetizzare in pochi punti.
Screditare governi che si oppongono al sistema occidentale, accusandoli di infamità contro le sue stesse popolazioni, creando prove artefatte, definendoli stati canaglia, e regalando loro la vera democrazia, quella consumistica occidentale.
Uno spopolare intere zone, o mettere al comando delle stesse, governi fantoccio, che in cambio di pochi soldi, acconsentono alle loro stesse aziende, di approfittare delle loro riserve naturali, che, una volta terminate, renderanno deserte quelle nazioni.
Ma c’è l’europa buonista che accoglierà quelle popolazioni, e che verrà invasa da milioni di sfollati, profughi, e disgraziati.
Ed ecco materializzato il secondo obiettivo delle elite, distruggere le economie europee.
Rendere la sua popolazione sempre meno ricca, togliere al radicalismo della gente, l’unica arma in suo possesso, e cioè il fatto che quando un sistema gira alla perfezione, deve soddisfare un semplice principio, la piena occupazione.
La strategia è semplice, creare una marea di possibili lavoratori, dalle pretese irrisorie, e lasciare a casa chi non si accontenta di lavorare per un tozzo di pane, abbandonando diritti acquisiti in decenni di lotte, sangue e sudore.
Ed ecco che torna utile la filosofia buonista, non bisogna essere né razzisti, né xenofobi, e chi non si adegua all’andazzo comune, viene accusato di essere disumano.
Ma ormai è chiaro ai due hacker che disumane non sono le popolazioni europee, ma il criminale disegno dei nuovi sovrani, che creano problematicità in due continenti che finora, tra lotte e auto adeguamenti, hanno vissuto la loro storia in maniera abbastanza fluida.
Uno stravolgere usanze acquisite, che ha del criminale.
Ogni continente ha la sua strada da percorrere, e così come la culla della civiltà, l’europa, ha percorso la sua, altrettanto avrebbe fatto il grande continente africano, un incedere secondo regole naturali; avrebbe sviluppato pian piano la sua economia, e la gente avrebbe progressivamente conquistato il benessere.
E invece le lobby hanno decretato che bisognava stravolgere tutto quest’ordine di cose, hanno forzato processi che altrimenti si sarebbero sviluppati in maniera più organica e progressiva.
Un creare problemi dove non ci sono, un avallare teorie di progresso disumane, tutto frutto dei sistemi che hanno sostituito il modo di vivere contadino, con quello industriale, consumistico, e dei servizi.
Fare soffrire così, due grandi continenti, darebbe l’impressione che sia la loro intima soddisfazione, ma può essere che non provino piacere a far soffrire milioni di persone, ma se questo è il prezzo da pagare per aumentare la loro potenza, allora lo fanno volentieri.
Hanno prima di tutto distrutto la naturalità del lavoro agricolo, in vari modi, caratterizzato in principio da un incedere lento e progressivo, senza inutili forzature, che si accontentava di piccoli avanzamenti, ponderati e soddisfacenti.
Un operare in modo velocemente progressivo, prima con l’introduzione di sementi ibride, prodotte da loro stessi, e vendute a prezzi esorbitanti, ma che hanno consentito di produrre grandi quantità di alimenti, e dato che la stessa quantità di produzione di beni alimentari poteva essere espletata da pochi addetti agricoli, hanno spopolato le campagne, fornendo mano d’opera alle loro industrie.
E la recente introduzione di sementi e organismi geneticamente modificati ha fatto il resto.
Tutto questo ha un alone inesplicabile, non si possono prevedere sviluppi futuri, se siano veramente innocui, o portano dentro di loro i geni della distruzione di chi li consuma.
E le clonazioni in ambito animale, sono altrettanto problematiche, ma consentono loro di considerarsi dei nuovi dispensatori della esistenza, equiparandosi, forse, a Chi effettivamente ha creato la vita.
La scienza nelle loro mani, potrebbe portare a disastri planetari, si salveranno solamente i popoli che non avranno abbandonato lo stile di vita naturale.
È urgente prendere una decisione, e viene stabilita una riunione per decidere il destino dei nuovi sovrani.
E quando si discute non ci sono patemi d’animo o tentennamenti morali, le elite devono essere azzerate con la morte di ciascun componente.
E i nomi dei colpevoli sono sui compact, ben evidenziati e a disposizione della rabbia della gente.
Ma è il metodo da adottare per la loro eliminazione fisica, che non trova unanimità, anche se la maggioranza propende a far fare giustizia alla gente stessa, che una volta a conoscenza dei loro disegni criminali, non avrà certo bisogno di tribunali, e nessuno dei nuovi sovrani riuscirà a sfuggire, in nessuna parte del mondo.
La maggioranza dei componenti la fondazione, è convinta che persino gli eserciti a loro assoggettati si ribelleranno, ed in ogni caso nulla potranno contro la stragrande maggioranza della popolazione.
Già durante la fine dei poteri assolutistici, questi hanno sperimentato che gli eserciti sono composti dal popolo stesso, e non si ritiene esista alcun rischio nell’adottare tale strategia.
Ma John e la signora Rita insistono sul fatto che deve essere la fondazione a fare giustizia, senza aspettare l’intervento della gente, che però dovrà nel frattempo essere messa al corrente delle aberrazioni delle elite.
Interviene Sandra, e spiega nel dettaglio il suo punto di vista, analizza le due opzioni, e trae le sue conclusioni mettendole in relazione all’utilità storica che si andrebbe a creare:
“Vediamo di ragionare sulle due opzioni, abbiamo stabilito che la fondazione deve restare quanto più segreta possibile, sia per non correre eccessivi rischi personali da parte di ciascun nostro componente, sia per preservarla da eventuali configurazioni che potrebbero avverarsi, nel caso in cui i risultati dell’azzeramento delle caste, non seguisse il corso che abbiamo preventivato.
Si tratta di stabilire se, non intervenendo noi direttamente, la gente sarebbe in grado di ribaltare l’attuale sistema, personalmente penso che la popolazione mondiale, una volta a conoscenza delle aberrazioni che questi individui mettono in atto, sia perfettamente in grado, ed in meno tempo, di azzerarli.
Ma è l’analisi storica e geo politica, che mi preme mettere in evidenza.
Io penso che da quel punto di vista sia più utile l’intervento diretto della gente, per un semplice motivo: deve passare il concetto che chi si mette contro il popolo, sarà punito dalle sue stesse vittime; e poi, perché arrogarci il diritto di fare giustizia noi stessi?
Abbiamo le autorizzazioni morali per farlo?
No, il mio punto di vista è che il tribunale che li deve giudicare e condannare deve essere il popolo, non noi, anche se abbiamo avuto finora un ruolo indispensabile in tutto questo, e abbiamo fatto finora molto.
Il nostro compito finale è quello di fornire unicamente le prove, non dobbiamo arrogarci il diritto di essere né giudici, nè boia.”
Passa la teoria della Sarda, e si decide così di stampare un libro da diffondere in milioni di copie alla gente, suffragato dalle foto dei documenti sequestrati, in modo che non esistano dubbi sulla veridicità delle affermazioni.
Verranno stampati anche qualche migliaio di particolareggiati dossier da consegnare a ciascuna nazione, e agli organismi internazionali, contemporaneamente.
Viene acquistata una piccola casa editrice, e pochi giorni dopo le sue stamperie funzionano a pieno regime.
Qualche tempo dopo, vengono messi in commercio i libri a prezzi irrisori, e spediti a governi e organizzazioni varie, innumerevoli dossier che stroncano senza ombra di dubbio le nuove monarchie assolutiste e dispotiche.
Un sito internet, realizzato per lo scopo, ottiene tanti di quei contatti che alla fine dell’operazione, nel mondo, non si parla d’altro che del disegno aberrante dei nuovi imperatori.
E il mondo si ribella, e in pochi giorni non resta traccia di quei criminali.
Non esiste, a quel punto, nessun posto sicuro al mondo per loro, e vengono scovati ed eliminati, e la gente non ha nessuna remora morale per tutto ciò, ben sapendo che hanno sofferto per troppo tempo e ingiustamente a causa loro.
I loro beni vengono incamerati dagli stati, si preannuncia una nuova vita per la gente, una nuova serenità, un mondo più giusto.
Venezia, piazza san Marco, al tavolino di un raffinato bar, sono seduti due personaggi, che gustano due ottimi caffè, uno si chiama John, l’altra Rita.
Parlano degli ultimi avvenimenti, della nuova realtà delle cose, e dei progetti futuri.
“Ti rendi conto che siamo riusciti nel nostro intento?”
“Si, siamo le due persone più ricche del mondo, al vertice della piramide.”
“E ora, che progetti hai?”
“Sto pensando a come disegnare il nuovo ordine del mondo.”
Ogni eventuale riferimento a fatti realmente avvenuti, o a persone esistite o esistenti, è da ritenersi puramente casuale
Questo romanzo è dedicato alla memoria del reverendo don Antonio Abis
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