Comunicando
Chi scrive, parla o recita lo fa per una platea reale o virtuale.
Farlo non rispettando l'intelligenza (eventuale e non garantita, per carità) del pubblico è una mancanza di rispetto molto grave.
Non tanto per il gesto in sé, quanto perché, quel gesto, vanifica la comunicazione stessa, pertanto risulta inutile.
Si può "mancare" nei confronti del più o meno folto pubblico in molti modi.
Il più subdolo è scrivere male.
La lingua parlata è più semplice, anche se necessita di un atteggiamento spigliato per essere usata su un palcoscenico, ma quando scriviamo dobbiamo tenere conto di poche e fondamentali regole per non incappare in errori macroscopici.
Molti si soffermano sui refusi involontari, o errori di battitura, ma non sono poi così importanti, a meno che non stiamo scrivendo su supporto cartaceo.
Altro è non sapere come si scrive correttamente un cognome o confondere sostantivi simili che definiscono cose diverse.
Se avete un dubbio, controllate: meglio un minuto perso che una figuraccia.
Vediamo le cose importanti
- Punteggiatura corretta, né troppa, né poca, evitate punti esclamativi se non necessari e puntini di sopensione oltre i tre canonici.
- Andate a capo appena finita l'esposizione di un concetto.
- Gestite gli spazi tra le parole, mai più di uno.
- Accenti ed apostrofi, usateli in maniera appropriata.
- Non cercate frasi ad effetto ogni tre parole: ne mettete molte, non ne esce nessuna.
- Evitate la terza persona, se Giulio Cesare o Napoleone fossero su Facebook, eviterebbero.
- Evitate ingiurie, calunnie e diffamazioni, oltre che essere antipatiche anche agli occhi dei non destinatari, possono farvi passare un brutto quarto d'ora.
Carlo Pompei
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