martedì 18 agosto 2015

Facebook

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Carlo Pompei Falcone

Facebook ha tanti difetti e un pregio.
Vedo post di amici "di sinistra" condivisi e piaciuti da amici "di destra" e viceversa. Che c'è di particolare? che tra loro non si conoscono. Almeno personalmente, quindi ignorano l'orientamento politico di colui, sebbene per un attimo, stanno supportando.

Questo significa due cose.
La prima, positiva, è che stanno saltando le etichette e si sta controllando il contenuto dei barattoli.

La seconda, negativa, è che un nuovo pensiero unico basato sui post preconfezionati per i social network potrebbe prendere ancora più piede.

Potremmo arrivare ad eleggere una persona morta soltanto perché ha detto una cosa giusta (fortunatamente non corriamo questo rischio con il capo dello Stato).

Sono ottimista, però, una condivisione è, paradossalmente, un atto intimo che decidiamo di fare in assoluta libertà, molto più del voto in cabina elettorale, nessuno ci obbliga a mettere un mi piace o a condividere il pensiero altrui.
Perché? Perché nell'immediato non ci guadagniamo nulla, non un appalto, una assunzione, uno scivolo pensione, nulla, se non la speranza di un futuro migliore per le prossime generazioni.

Pertanto, se l'umanità ha ancora qualcosa da dire, lo dirà su un socialnetwork. 
Non è il massimo, ma è meglio di niente.
Carlo Pompei Falcone

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