mercoledì 10 febbraio 2016

La società del piffero

La società del piffero
Già il fatto che i peggiori sono chiamati ad amministrare e governare in questa società disetica, la dice lunga su come funziona, cioè al contrario. L'inedia viene scambiata per signorilità, il coraggio per scelleratezza. Ci si guarda allo specchio, e si elegge uno che vi dovrebbe rappresentare, chiaro che poi il livello di chi amministra risulta appiattito al ribasso, è nell'ordine delle cose. Emerge chi fa la voce grossa, chi le "spara" più grosse, chi, pur avendo niente da dire, ti parla addosso, senza ascoltare o capire quello che hai da dire. Del resto è tutto evidente, basta guardare il livello di insulsaggine che regna a monte citorio, e in tutte le stanze della decisioni. Che decisioni non sono, dato che è un obbedire ciecamente e in maniera irrazionale a imposizioni delle oligarchie dominanti.
Una società ben felice di adeguarsi all'andazzo e all'appiattimento generalizzato, dicono che chi viene delegato dalla gente a governare sia la risultanza del livello culturale della gente. Chi ha idee rivoluzionarie da esprimere viene zittito, troppo avanti per potere essere capito. Delegare, delegare sempre, hanno strappato dal dizionario della maggioranza il foglio contenete il termine meritocrazia. Chi non si vuole interessare del bene comune, non ha diritto di scegliere, chi non ritiene di essere all'altezza, farebbe bene a starsene in disparte, e interessarsi unicamente dei fatti propri. Chi ha intenzione di speculare su eventuali opportunità che il potere gli offre, farebbe bene a ripensarci. Verrà il giorno, che chi veramente merita di governare, per sue capacità innate o acquisite, lo potrà fare, questa società innaturale fondata sul denaro, sulla truffa e sulla fatica, è destinata a scomparire, ne prenderà il posto la società delle produzioni felici, della cultura e della meritocrazia.

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