martedì 9 novembre 2021

2033



Sono trascorsi pochi anni da un ritrovamento stupefacente avvenuto in terra di sardegna.

Durante una campagna di archeo-scavi  in campidano è stata estratta una lastra di ossidiana scritta in antica lingua sardo-mesopotamica.






Antica ma attuale, visto che ancora le radici delle parole usate in tutto il mondo occidentale sono le stesse sillabe che venivano pronunciate dodicimila anni fa.

Racconta la storia dell'umanità, racconta che i due poli più evoluti di una positiva globalizzazione erano situati uno a ridosso del fiume eufrate, l'altro intorno al fiume tirso.

Racconta di nuraghi, di ziqqurat, di piramidi, di strani spostamenti luminosi nel cielo, e racconta di popoli blu.

In quella lastra esistono riferimenti ad antiche civiltà come quelle greche, somala ed egizia, ma si evince che il sistema allora in atto aveva come centri di potere principali varie località a ridosso dei due fiumi, così lontani tra loro, ma culturalmente in sinergia e stretto contatto.

Qualcuno teneva i contatti usando il pensiero e sfruttando le correnti magnetiche planetarie.

Inoltre i due luoghi erano collegati tra loro attraverso portali energetici.

Si scrive che i due popoli avevano evidentemente le stesse identiche radici.

La sardegna era intensamente popolata, e giocoforza i suoi abitanti cercavano nuove terre da abitare, visto che altrove esistevano terre generalmente spopolate.

Un manipolo di navigatori-gherradores fondò la città di Tiro, ma dopo due generazioni parte dei loro nipoti rientrarono nell'isola e fondarono, tra le altre, anche la contrada di Bithu-Tzor, che significa la dimora dei costruttori di Tiro.

Dei tanto decantati fenici in quella lastra non esisteva nemmeno un cenno, dunque mai esistiti, un popolo inventato di sana pianta per motivi ancora sconosciuti.

I sette milioni di abitanti che abitavano allora una unica isola formata da sardegna e corsica erano esperti costruttori di grandiosi e immortali edifici, avevano a disposizione fertili terre dove praticavano allevamento e agricoltura, qualcuno lavorava in miniera, costruivano le armi più resistenti del periodo, e inventarono il sistema politico migliore in assoluto: la democrazia meritocratica, vera, viva, e partecipativa. 

Il popolo decideva nel momento in cui si riuniva intorno alle esedre al cospetto delle tombe dei giganti, che tra l'altro, dispensando alla gente energia orgonica, favoriva le juste decisioni.

Ma tutto questo doveva finire.

Era troppo bello per durare,

In una notte il mare spazzò via quella civiltà lasciando solo pochi superstiti.

Questi avevano i geni justi per poter ricominciare, avevano a disposizione il santuario-sardegna che trasferiva energia, Qualcuno dal cielo li guardava compiaciuto, procrearono e nel giro di un solo millennio gli abitanti dell'isola tornarono ad essere uno dei popoli di riferimento del bacino del mediterraneo, e oltre.

Fino a quando il sardo era un popolo libero il progresso era costante, ma ad un certo punto non riuscì a contrastare invasioni, venne colonizzato da popoli meno evoluti ma militarmente superiori, e si assistette ad un regresso economico costante e inarrestabile.

Una dozzina di anni fa tutto il pianeta subì un duro attacco da parte delle oligarchie.

Si diede corso ad una campagna di vaccinazioni planetarie che trasformò parte della popolazione in esseri viventi si, ma non più pensanti, utili per le produzioni di macchine destinate a sostituire le maestranze, e un'altra parte di trans-umani istruiti alla protezione degli oligarchi.

Una parte consistente di popolazione non superò l'impatto dei trattamenti sanitari e del nuovo stile di vita imposto, e lasciò, adesso si può dire, questa valle di lacrime.

Un'altra parte di popolazione si accontentava di vivere come automi attraverso redditi statali miserevoli e gratuiti, alla stessa stregua di mandrie non più utili al sistema.

Tutti schedati e scannerizzati, quasi tutti sterilizzati, muniti di ridicoli lasciapassare, controllati e incapaci di dare un senso alla loro esistenza, una moltitudine di servi ai quali non si chiedono servigi, e destinati a scomparire nel giro di poche generazioni.

Le città e le pianure erano praticamente spopolate, ma resistevano sulle montagne delle anime elette che a suo tempo, scherniti dalla massa obbediente, rifiutarono vaccini e sistema.

La parte più cosciente e consapevole della società, seppure emarginata, riusciva a difendersi dagli attacchi del sistema, e cresceva nel tempo anche di numero.

Si stava preparando a dare il colpo di grazia a chi malignamente aveva tentato di sostituirsi a Dio. 


:Mariano-Abis:


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