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LORO LE ELITE
LORO
LE ELITE
di Mariano Abis
Loro, le elite, associano termini positivi alle loro istituzioni, gesti e simbologie coinvolgenti alle loro porcherie sociali e mediatiche, usano la lingua e il linguaggio in maniera strumentale, e dato che hanno predominanza mediatica, in maniera fondamentalmente plagiante. Il problema è solo uno, è che la gente non sa riconoscere quelle imposizioni mentali, e ne è assoggettata, la gente non ha capacità di discernimento, dopo il lavoro costante sul lobo sinistro del cervello di tutti noi. La razionalità, il distinguere, la capacità di estrapolare concetti nascosti e naturali del nostro essere. Esse impongono figure aleatorie, facendole passare per realtà, mentono spudoratamente, e lo fanno così tante volte che la gente, alla fine, assorbe le loro bugie e le assimila.
Hanno così tanta disponibilità di denaro ( abbondantemente sudato da noi ) , che trovano naturale utilizzarlo per sottometterci culturalmente ancora di più.
Lo scherzetto è definibile eterno.
E’ un loro diritto, fino a che noi lo permetteremo.
E fanno anche peggio, naturalmente.
L’inflazione? Una disdetta!
Il debito pubblico? Bisogna azzerarlo!
Importare? Si, ma con moderazione!
Esportare? Ecco, quello bisogna fare!
Regalare il frutto del lavoro della gente in cambio di che cosa? Di carta colorata che loro chiamano moneta.
Come possono dei luridi pezzi di carta colorata male, e spesso sudicia, compensare il tempo, la sofferenza, l’estro e il sudore di chi produce beni reali?
Ecco a cosa ci hanno portato, a considerare la moneta come bene essenziale, primario, ma ci rendiamo conto o no che siamo immersi in una colossale truffa?
Ma a noi, ora, interessa analizzare la sudditanza sia psicologica che culturale che inconsciamente subiamo.
Gesti ripetuti, simbologie diffuse, parole create ad hoc, sia attuali che antiche, neologismi condizionanti, il tono e la sinuosità delle parole, la loro durezza e gravità, il ricorso a personaggi noti per diffondere i loro messaggi, il più delle volte subliminali, le vibrazioni o che altro, dei centri commerciali, quelle che distribuiscono le tecnologie che stanno a nostro stretto contatto, questo ci distribuiscono a piene mani, frasi ad effetto, indirizzate solo ad uno scopo, farci credere che noi, la gente, al loro cospetto, valiamo meno di niente.
Spazzatura umanoide.
Ma quando mai?
Il loro freddo ed egoistico pensare, in funzione del dominio del portafogli, non può raggiungere le vette che la nostra creatività, estro, passione, amore per questo pianeta, la fondamentale predisposizione al bene, e al bene comune, alle interrelazioni personali concrete, virtuali e subliminali, che ciascuno di noi ha, per persone valide e, in definitiva, in costante contatto spirituale e mentale.
Avvenimenti e scoperte più concrete di quello che si potrebbe pensare; mariano abis, e lo dico senza timore di venire deriso ( non mi tange) , è in contatto costante, mnemmonico e vibrazionale, quantico, con una decina di persone, alcune delle quali distanti migliaia di chilometri.
Con alcune persone che nemmeno conosco personalmente.
Assolutamente non mi offendo se state sorridendo.
Alcune di loro parlano una lingua che non conosco, ma che capisco.
Alcuni di loro.
Alcuni di loro siamo noi stessi, tanta è la sinergia che ci lega.
Non c’è bisogno di tecnologia per questo, abbiamo tutto dentro, nei nostri intimi, derivato dalla nostra necessità impellente e robusta di metterci in comunicazione con l’universo, quello positivo, quello a noi più congeniale, quello che mira ai nostri stessi principi.
E alle persone che mi leggono, alla maggior parte, dico che sono certo che magari sono propense a inarcare verso l’alto la forma delle labbra, in una compassionevole forma di sorriso di circostanza, benevolo e sdrammatizzante, un sorriso che certifica la nostra autoreferenzialità come risibile, ma non è a loro che i miei sensi si rivolgono, io comunico con chi sa recepire correttamente il messaggio, e con chi ricambia.
Certo, grande valenza ha la constatazione che sarebbe meglio pensare unicamente ai nostri obiettivi, senza curarci di chi contrasta i giusti aneliti della gente, constatazione tipicamente di genere, risparmiare energie per esprimerle in funzione dei nostri fini, giusto, ma noi, appartenenti all’altro genere, abbiamo bisogno non di risparmiare, ma di spendere, evidenziare ed esprimere energie.
Abbiamo bisogno di reagire, anche immediatamente, ad una frase impropria, che magari dissacra il nostro operare.
Abbiamo bisogno di dissipare quel senso malefico che una determinata frase altrui può trasmettere, e lo possiamo fare solo contrastandola, ignorarla mi sembra innaturale.
All’altro genere chiedo di comprendermi, i meccanismi mentali sono distanti, magari avete ragione voi.
Tanti e soprattutto tante, mi dicono che sbaglio, che disperdo il mio tempo, sarà!
Difendere la nostra operatività, il nostro agire ed il nostro esprimerci, giusto o sballato che sia, mi sembra doveroso.
E’ un mio limite?
Devo evidentemente compiere un percorso che altri (altre) hanno già fatto, ma così è, tempo al tempo; come direbbe un mio grande amico, bisogna cogliere la mela quando è matura, la mela che dovrò cogliere è ancora in fase di fioritura, passerà molto tempo ancora perchè maturi.
Me ne dispiaccio.
(Per voi, io sto sereno.)
Mi dovrete scusare per questo, e se scrivo questi pensieri che voi chiamereste inutili o perfino dannosi, dispersivi, è per dare un orgoglio di popolo alla gente, per inficiare quando possibile i messaggi che loro ci trasferiscono, in maniera certo molto più massiccia di come posso fare io con queste righe, forse lette distrattamente da poca gente, si fa quel che si può.
Può essere che stia sbagliando, ma è un mio bisogno.
Comunico, e questo mi basta.
Trasferisco quel che posso, e questo per me, è sufficiente.
PS. Loro hanno il contratto, che avevano stipulato con le forze del male, in scadenza, forse hanno sbagliato i conti temporali, non quelli strategici, vogliamo dare loro la possibilità di recuperare in fretta?
Direi che non sarebbe cosa buona e giusta disinteressarci di loro, direi che un pochino del nostro tempo va dedicato a loro, per una volta pensiamo in maniera non positiva, ma in termini di contrasto, pensiamo alle loro malvagità, e consideriamo doverosamente un fattore preminente e inappuntabile, loro hanno lavorato per i fini maligni senza l’assillo del tempo, finora, e finora hanno agito con pazienza e perseveranza, come è che adesso hanno la frenesia di velocizzare, col rischio di compiere errori madornali?
Siamo in attesa di questi errori, errori che faranno capire alla gente che il loro dominio non si concretizzerà, che il nuovo ordine mondiale è di là da venire, chissà quando, forse MAI !
Mariano Abis
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