Sono reduce da una interessantissima discussione con un mio amico.
Si diceva che le priorità per difendere la nostra terra, risultano infinite.
Si valutavano, appunto, le mille priorità, e quali di loro dovessero avere preminenza.
Presenza di servitù militari. (colonizzazione orrenda)
Presenza di residui radioattivi da esse indotti.m(animali che nascono orribilmente deformi)
Trivellazioni selvagge. (Problemi indotti che resteranno per migliaia di anni).
Arrivo di scorie radioattive da usi civili. (Cosa ci sia di civile nell'uso dell'energia nucleare non è dato sapere).
Aste giudiziarie e pignoramenti. (Infamie allo stato puro).
Il fondamentale problema della dispersione e nebulizzazione della nostra lingua. (mi si accusa di scrivere in italiano, ma si dimentica che l'italiano è un dialetto della lingua sardo-sumerica-accadica).
Devastazione della nostra economia. (Passaggio dalla civiltà contadina al niente assoluto).
Sbarchi selvaggi di immigrati per lo più clandestini. (fetenzìa mondialista, loro sono vittime, come noi).
Desertificazione della sardegna, suo spopolamento. (emigrazione endemica ).
Presenza massiccia di "elettori" morti di sonno. (I sardi che non sanno scegliere un movimento sardo che non partecipa alle elezioni italiane, e votano sempre partiti italiani, siano essi o meno indipendentisti).
Il diritto acquisito alla controversa zona franca, orrendamente negato. (Prevaricazione colonialista con implicazioni a doppia lama di sfruttamento selvaggio delle nostre risorse).
La disinformazione universitaria e mediatica. (Tutto parte da li, se il nostro popolo non ha omogeneità di intenti ).
Il disconoscimento della nostra storia e della nostra archeologia. (Un popolo fiero trasformato in un gregge malamente eggregorizzato di inoffensivi ovinidi ).
Non avrei finito, ma termino qui, altrimenti, vedendo un articolo troppo lungo, nessuno mi legge.
Il punto.
Per ovviare a ciascuno di questi problemi esistono moltissimi gruppi di volenterosi, loro stanno combattendo con impegno e dedizione la loro fondamentale battaglia.
Esiste un gruppo, sa retza de is attivistas localis de su movimentu de liberatzioni natzionali sardu, che sta combattendo non una battaglia, ma la guerra per la libertà del nostro popolo.
Esiste un gruppo, sa retza de is attivistas localis de su movimentu de liberatzioni natzionali sardu, che sta combattendo non una battaglia, ma la guerra per la libertà del nostro popolo.
La guerra che, se vinta, risolverà tutte le problematicità elencate prima.
Cosa chiediamo?
Chiediamo a tutti gli attivisti, di non lasciare assolutamente la battaglia che conducono, anzi di cercare nuovi patrioti, ma allo stesso tempo, partecipare, per quanto possibile, con la retza, alla imprescindibile guerra che ci porterà alla libertà.
Il passaggio dalla battaglia alla guerra.
Il passaggio dalla battaglia alla guerra.
La guerra, si, perchè di guerra si tratta, e non ci nascondiamo dietro parole compiacenti, (le guerre possono essere combattute in maniera intelligente, cioè in maniera non cruenta), si vince facendo nostre le singole battaglie, ma è necessario vincere la battaglia campale decisiva, l'ultima, che sa retza sta attualmente combattendo, e poi sarà libertà per tutti.
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