giovedì 5 gennaio 2017

Capisco

Posso capire chi è nato in una metropoli.


Ma probabilmente voi che siete nati in una grande metropoli, non riuscite a capire la serenità di chi è nato in campagna, o in piccolo borgo, senza tutte le vostre possibilità e comodità.

Metropoli abitate da persone fin troppo "programmate" ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, ad impossessarsi di centomila numeretti "elimina fila", a considerare il tempo e l'orologio come due tiranni, convivere con la fretta.
Spendere la propria vita di lavoro, aspettando il sabato o le bene amate ferie annuali.



Il rebus che dovreste risolvere è immaginare una altra civiltà, nella quale conti il valore dell'uomo, espresso come individuo, e non come parte di una collettività, immaginare quanto valga la sua naturalità, la sua predisposizione a vivere in simbiosi con spazi aperti e infiniti, senza impegni burocratici e sottomissioni che tolgono dignità all'essere umano. 
Parlo così, forse, perchè sono un figlio della civiltà contadina, ho sempre lavorato all'aria aperta, e non mi saprei vedere inglobato tra cemento e palazzi, con pochi, infimi spazi verdi a disposizione.
Penso che l'impresa di immaginare tutto ciò, per chi è nato in una metropoli, sia ardua e forse impossibile.

Nascere in un grande ospedale, crescere in un ambiente, diciamocelo pure, innaturale, percorrere la propria vita godendo per pochi attimi di vacanze felici la bellezza della natura.
La natura, se saputa apprezzare, è curativa, rilassante, il contatto con i nostri amici animali, a volte è tearapeutico.
Trascinare la propria vita a contatto con una miriade di persone, credendo di essere in simbiosi con loro, eppure irrimediabilmente solo (nonostante ), e infine morire nello stesso posto nel quale si è nati, in un letto di ospedale.
©marianoabis

https://jolao77.blogspot.it/2017/09/una-storia-fantastica.html

https://jolao77.blogspot.it/2017/05/in-contrada-sorres-il-sole-sorge-prima.html

Nessun commento:

Posta un commento