La sua cultura ancestrale è restata immutata nel tempo, esattamente come le costruzioni possenti e solide che la contraddistinguono.
Sembra che il tempo, nella pace della ruralità della stragrande parte del suo territorio, abbia smesso di scorrere.
E così rinverdiscono i miti del passato, che visti dalle città "civilizzate" sembrano provenire da altri lidi.
Ma così non è, nelle campagne e nei paesini resistono ancora le antiche storie di cogas, janas, acabadoras, bruscias, resiste la pratica de sa mexina de s'ogu, de s'ogu puntu, de is frastimus setzius, resiste, in ultima analisi, la nostra sardità ancestrale, non inquinata da modernismi internettiani industriali e americaneggianti.
E queste storie, così magicamente tramandate, hanno la propria valenza etica, immancabilmente il cattivo verrà punito e il buono ricompensato.
Per i buoni c'è sempre una jana a proteggerli, ma i cattivi si devono aspettare i dispetti malefici de is cogas.
E' la versione ancestrale della eterna legge del karma, presente nell'isola, come nel resto del pianeta, ma qui la tradizione sembra più verosimile, per via del fatto che la gente sarda ha avuto pochi contatti esterni, e le storie sembrano più direttamente tramandate.
Sembra che le janas, secondo tradizioni orali ben radicate, siano esseri benevoli e notturni con aspetto femminile, di proporzioni minuscole, si trasformino però in cogas, streghe, se di fronte a comportamenti poco rispettosi nei loro confronti.
In quel caso perdono alcune loro caratteristiche, perdono la luce che le avvolge, i capelli setosi e dorati, diventano ispidi, il rosso fuoco delle loro vesti diventa nero, e possono uscire anche di giorno.
La tradizione vuole che abbiano costruito le loro case, con il solo aiuto delle loro unghie lunghe e robuste, la sardegna è trapuntata da case delle fate, is domus de janas, diffuse sui rilievi dell'isola.
Quando percorrete sentieri poco battuti, potreste avere la fortuna di scoprire nuove domus de janas.
Essendo le domus de janas, costruite per lo più in costoni scoscesi, e poco comodi da raggiungere, si presume che quegli esseri minuti riescano a volare, ma nessuno le ha mai viste compiere quel gesto.
Appaiono nei sogni della gente, e in genere dispensano gioie e favori, se chi le vede è una persona buona, altrimenti il sogno diventa un incubo, che si materializza anche al di là del sogno.
Hanno paura della luce, anche perchè non ne hanno bisogno, esse stesse sono luce.
Sono delle abili tessitrici, confezionano vestiti con lino e canapa, che trapuntano con fili d'oro e d'argento.
I bimbi appena nati, i più fortunati, vengono avvicinati dalle janas, che trasferiscono loro una quantità impercettibile della loro luce.
Oggi sono sempre più rare, disertano le grandi città, e si concedono alla vista solo a gente semplice, campagnola, che forte della luce ricevuta, sarà fortunata in eterno.
©marianoabis
https://jolao77.blogspot.it/2017/01/quando-il-maestro-vittorio-marongiu-10.html
https://jolao77.blogspot.it/2016/11/maistu-serapiu.html
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