mercoledì 9 dicembre 2015

Etica sociale 1




Etica sociale 1
Inizio con questo articolo, una serie di testi che tratteranno questioni di etica sociale, che ahimè, sono assolutamente da trattare, visto che molte manifestazioni di voleri statali, convenzioni acquisite, e comportamenti mentali, vanno dalla parte opposta ad un corretto concetto di etica, che si è trasformata nel tempo, perdendo quei valori sociali che dovrebbero essere ben chiari e favorevoli alla gente.
Così non è, purtroppo.





 


 
L'esposizione mediatica tambureggiante ha fatto si che lapalissiane verità, abbiano imboccato la strada dell'assurdo.
Il progressivo strapotere di concezioni monetariste hanno pian piano preso il posto di valori ancestrali di vita che dovrebbero essere immutabili, ma che risultano stravolti.
La costituzione italiana, che non riconosco perchè è la base di uno stato che giuridicamente non può esistere, recita un assioma condivisibile, dice all'articolo 53, che chi non può pagare tasse e servizi, dovrebbe essere esentato dal farlo.
Ciò nella realtà non avviene.
L'articolo 54 del codice penale dice che chi non assolve a obblighi verso lo stato perchè non è nelle condizioni di poterlo fare, dovrebbe essere assolto in eventuali dibattimenti in tribunale.
Così non è.
Oggi prendo in esame in maniera succinta solo due aspetti del vivere civile che dovrebbero essere pesantemente e radicalmente variati, stravolti.
Parlerò anche, in seguito, anche di come sia necessaria una evoluzione di concetto di stato, e se esistano, o quando esisteranno, le condizioni per superare questi concetti di organizzazione sociale, ormai fin troppo estranei alle discussioni che di solito vengono affrontate.
Equità sociale, dicevo.
Oggi affronto in maniera sintetica due aspetti del vivere quotidiano, riguardano l'approvvigionamento di energia elettrica, e di quel bene indispensabile che è l'acqua.
Espongo la mia visione, affermando che lo stato deve provvedere ai bisogni essenziali del cittadino, in maniera gratuita.
Lo stato, o in sua vece le varie amministrazioni da cui derivano, devono fornire senza spese una quantità di energia e acqua indispensabile e vitale per ciascun componente di ciascuna famiglia.
Superato quel limite, per così dire "di sopravvivenza", è corretto tassare il surplus, ma solo ed in maniera esclusiva se si supera quel limite.
Se una famiglia ha la fortuna di godere, per esempio, dell'uso di una piscina, bene voluttuario e non indispensabile, è giusto che paghi l'eccedenza di acqua che consuma per quello scopo.
Se una famiglia consuma energia elettrica, per suoi lussi particolari, o comodità, è giusto che paghi l'eccedenza dei consumi per quegli scopi.
Questo è vera etica sociale, non quella alla quale assistiamo, disposte da uno stato che asseconda voleri elitari, sovra nazionali, lobbistici e penalizzanti per la gente, che dovrebbe essere l'unica beneficiaria, specie nella parte di essa meno fortunata, di quelle condizioni di giustezza che una organizzazione sociale che chiamiamo stato, normalmente inteso, deve garantire.
Tutto ciò, in italy, al momento attuale, è pura utopia, è impensabile valutare che ci restano ancora alcuni miseri diritti, ma noi siamo qui per contrastare, e far capire, che esistono logiche assurde imposte da uno stato che non vuole bene alla sua gente.
In definitiva, e termino, direi che è ora di riappropriarci dei nostri diritti, che, come recita la storiella della rana bollita, pian piano ci hanno tolto.

Mariano Abis


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