Mi sembra evidente che chi decide di andare a votare non vede al di là
del suo naso, e non riesce ad immaginare scenari futuri più favorevoli.
Ciascuno ha la sua logica, evidentemente la logica di chi dispone, decide, e stabilisce, è molto diversa da chi è destinato a subire.
Alla fine di tutto resterà un disco rotto che continuerà a suonare per molto tempo ancora.
Sappiamo benissimo che le buone azioni passano per lo più inosservate.
Tiene banco questi giorni (persino nei media italiani) la rivolta dei pastori sardi, che hanno scelto di buttare per strada ottimo latte ovino, piuttosto che conferirlo alle industrie di trasformazione, a prezzi irrisori.
La Sardegna ha una superficie di 24K circa Kmq contro 301k circa dell'italia cioè circa l'8% della superficie. 
Certe osservazioni riguardo alla costruzione intelligente della libertà del nostro popolo, purtroppo confondono il comune sentire, comune sentire dettato da una sottocultura voluta da chi per secoli ci sta colonizzando. 
Quando nessuno aveva mai trattato certi concetti inerenti le nostre
origini, la nostra storia, e la nostra lingua, la gente sarda era
convinta che il sardo fosse un dialetto derivato dalla lingua latina, niente di
più falso, la lingua sarda ha generato tutte le altre lingue
occidentali, o quanto meno ha interagito da volano principale con le parlate di
altri popoli.
Alcuni giorni fa ho avuto una discussione abbastanza movimentata con un tizio in perfetto stile tiraccampà, mi diceva che se non mi piace come vanno le cose in questa società posso benissimo cambiare nazione, gli ho risposto che la mia nazione è la sardegna, e invece di andarmene da questa terra che amo, preferisco lottare per cambiare radicalmente tutto questo sistema fetente.
