Mariano Abis
Posso capire chi trae vantaggi dal di-pendere dal sistema, non capisco i morti di fame e di sonno che lo di-fendono
Mario Haussmann Non sanno. Tutto il problema sta nel fatto che non sanno. Se sapessero si sveglierebbero.
Mariano Abis ho postato alcuni link in un gruppo del mio paesello "per rendere edotta la popolazione" come direbbe un grande, ma mi sta attaccando alla grande gente miserevole che avrebbe tutto l'interesse a osteggiare questo sistema, fare lo schiavo è bello perchè non comporta responsabilità, al contrario, a ragionare, per chi non è abituato, fa venire un gran mal di testa
Mario Haussmann Amico mio, ne so qualcosa! Se tenti di svegliare i dormienti, diventano feroci. Ma purtroppo non abbiamo altra scelta, perché da ciò dipende la sopravvivenza di tutti. Schopehauer, Gandhi e tanti altri sostenevano in sostanza la stessa tesi, e cioè che prima ti ignorano, poi ti attaccano, e poi alla fine ti dicono che non dici niente di nuovo, perché lo hanno sempre saputo. Ma bisogna aggiungere che se non ci mostreranno gratitudine, in cuor loro un giorno ci saranno grati. Sursum corda!
Mariano Abis grande commento Mario
Giovanni Nicolò Puggioni Detto bene, Mariano,ormai mi stanco di ragionare, specialmente quando è inutile. Lo diceva il Duce, governare l'Italia non è impossibile è inutile. Ti fa cadere le braccia e hai già perso. Contro l'ignoramza, la fame, la subordinazione mentale, non puoi farci nulla e sei destinato a soccombere, come quando combatti contro la burocrazia infinita.
Mario Haussmann Sembra impossibile, ma non lo è! C'è solo bisogno di un nuovo metodo, perché non si può combattere il sistema con le sue stesse armi. Per ottenere il successo ci vuole qualcosa di più potente, di più astuto. Lottare contro l'establishment è impossibile e ogni strategia in questo senso è perdente. Quello che bisogna fare, è dare vita a qualcosa di completamente nuovo che aiuti gli zombie ad orientarsi. Contro il buio non si può combettere, ma basta accendere la luce perché scompaia. Quindi non serve discutere con gli ignoranti o manifestare il dissenso in piazza, ma piuttosto bisogna dare vitalità alla rete organica dei risvegliati, sistematizzare e organizzare questa rete, fino a raggiungere una massa critica che dia inizio ad una reazione a catena. Così si vince il sistema..
Mariano Abis Concordo, mi sa che da questo post ne esce un copia incolla che va direttamente su jolao77
Giordano Bruno Mario Haussmann .....il sistema non si combatte, si ignora!!!
Giovanni Nicolò Puggioni Eh, Mario, siamo già morti. Alto Adige, Irlanda, Corsica, hanno usato il "plstic" è hanno ottenuto ciò che volevano. Siamo, noi, capaci e decisi ?
Mario Haussmann Giordano Bruno Esatto! Già Socrate aveva riconosciuto che “Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo”.
Mario Haussmann Giovanni Nicolò Puggioni Si! Lo siamo!
Mariano Abis il sistema non si combatte,
si ignora, ma solo se riesci a dimostrare che hai delle soluzioni che fanno diventare obsoleto il sistema, altrimenti è guerra persa in partenza
Giovanni Nicolò Puggioni Il sistema è autoreferenziale si autorigenera. Al sistema basta avere un tallone duro del 20% che ha sistemato," clientelarizzato" che lo rivotano sempre e sono la maggioranza mentre gli altri non vanno a votare.
Giordano Bruno Mario Haussmann SIAMO IN SINTONIA!!!
Mario Haussmann Il sistema c'è e pure le soluzioni di provata efficacia. L'ho spiegato tutto dettagliatamente nel mio libro. In esso è descritta la strategia vincente, perché in armonia con le leggi naturali.
Giovanni Nicolò Puggioni
Mario Haussmann Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio! Dal mio libro: << I filosofi hanno spiegato la libertà soprattutto nei termini dell’interiorità umana. Spinoza, per esempio, diceva che era «perfetta razionalità», Hegel la definiva «accettazione della necessità». Come i pesci d’acquario che si sono abituati a girare in tondo in una piccola boccia di vetro continuano a girare in circolo per un po’ anche quando sono liberati nel lago, così il popolo si è abituato a un concetto puramente interiore di libertà, proveniente da un’era pre-democratica. La libertà interiore, cioè la libertà di essere, è sempre stata considerata di competenza della filosofia, mentre quella esteriore, cioè la libertà di fare, era vista come di competenza della politica. Ma la libertà interiore e quella esteriore non solo altro che componenti della libertà una e indivisibile, vera, totale e completa.
La libertà come “non-impedimento” è autonomia. Autonomia vuol dire essere liberi “da” qualcosa. Essa è incompleta senza la libertà “di” fare qualcosa. Ovviamente bisogna essere liberi “da” per potere essere liberi “di”. Essere liberi “da” è condizione per poter essere liberi “di”. Senza l’autonomia, tutto può essere vietato, e l’unica libertà che rimane è quella di ubbidire.
Il problema della libertà non è tanto un problema interiore dell’essere liberi “da”, quanto un problema prettamente politico dell’essere liberi di fare. Anche gli schiavi possono sentirsi liberi interiormente.
Viktor Schauberger, il genio naturalista austriaco, annotava in proposito: «La libertà non è “libertà da qualcosa”, ma è “libertà per qualcosa”. La libertà e la responsabilità sono unite. Se comprendiamo questo mistero, diventiamo un “pericolo” per i potenti di questo mondo, e diventiamo un raggio di luce per una parte del Creato. Non per ultimo diventiamo in questo modo ciò che siamo veramente. Comprenderlo significa comprenderlo sempre nuovamente, prendere di volta in volta la decisione, e di volta in volta resistere alla tentazione di sgusciare via semplicemente, di non essere all’altezza della responsabilità e della libertà, e quindi dell’essenza dell’esistenza umana». Politicamente è necessario porre una netta obiezione alla libertà “da”, che essendo incompleta può solo costituire una via di accesso alla più ampia libertà “di”.
Jeremy Rifkin, nel suo best-seller del 2000, scrive: «Rammentiamo che per gran parte dell’era moderna abbiamo associato al concetto di libertà quello di autonomia, e fatto coincidere l’autonomia con la capacità di offrire il nostro lavoro sul mercato. I frutti del lavoro – la proprietà – sono stati considerati simboli della nostra libertà. Il diritto di escludere gli altri da ciò che ci appartiene è stato considerato il miglior modo di proteggere la nostra autonomia e la nostra libertà personale. La vera libertà, però, è figlia della condivisione, non del possesso: non si può essere davvero liberi se non si può condividere, provare un sentimento di empatia nei confronti dell’altro, abbracciarsi». La libertà individuale è la chiave evolutiva. Tutta la storia umana, anzi, l’intera evoluzione, può essere compresa in termini di libertà crescente.
Per il termine “libertà” esistono molte accezioni diverse. Per Aristotele «La libertà è la base di uno stato democratico». Al di là di tutti i vari significati che sono stati attribuiti a questa parola, possiamo dire che la libertà è quella condizione che permette ai valori umani di fiorire e alla creatività di espandersi. Tra tutte le qualità umane, la libertà è quella che rende l’essere più simile a Dio.
Giovanni Nicolò Puggioni Premesso che la libertà assoluta è nell'animo e nello spirito, solo con quella si vive da soli sino a estinzione. In genere la libertà è relativa, ovvero nel rispetto della libertà degli altri e nel pensiero comune di una società uniforme che condivide le stesse idee, cultura, lingua e tradizioni. Per essere liberi in questa dimensione, bisogna combattere per averla e combattere per mantenerla.
Mario Haussmann Possiamo, però, cambiare la dimensione umana, in modo da non dover più combattere per quello che è un nostro diritto di natura. 😉