Il mio coinquilino si chiama Fly.
Ha una grossa storia da raccontare, grossa come la sua stazza.
E'
un incrocio tra pastore tedesco e pastore belga, ora sta invecchiando, e
qualche chiazza bianca comincia ad apparire, ma da giovane era
completamente nero.
E'
nato in campagna, precisamente in un piccolo aeroporto, che funge anche
da base operativa per uno sport affascinante: il paracadutismo.
Per
due anni e mezzo ha vissuto in assoluta libertà in quello spazio
aperto, coccolato da tutti i paracadutisti dello skydive di Serdiana.
Per tutto quel periodo ha vissuto a fianco di Marco, istruttore del centro.
Non
aveva mai conosciuto nè recinto, nè giunzaglio, aveva persino, oltre
che l'affetto di tutti i soci dello skydive, la sua piscina personale,
un piccolo laghetto all'interno della struttura.
Sospetto che da cucciolo abbia fatto alcuni lanci con Marco.
All'età
di due anni e mezzo avvenne la svolta della sua vita, il suo Marco è
dovuto partire in continente, raccomandando i soci della struttura di
accudire Fly, fino al suo ritorno.
Mia
figlia Angi decise, visto che Marco tardava a tornare, di accudire Fly;
chiese a più riprese sia a me che alla mamma di poterlo tenere in casa
per un periodo, noi, dopo innumerevoli resistenze, accettammo.
Visto
che Fly aveva l'argento vivo addosso, decisi di costruirgli uno
spazioso e robusto serraglio, per sua sicurezza, essendo certo che
avrebbe tentato la fuga.
La mattina successiva di Fly non esisteva più nessuna traccia, e il recinto, pur robusto, era stato disintegrato.
Come abbia fatto a scappare dalla casa resta per me ancora un mistero irrisolto.
Lo cercammo per quattro giorni, alla fine fu lui stesso che si fece vivo una mattina, stanco e affamato.
Marco
intanto tardava a tornare in Sardegna, e Fly di tanto in tanto si
prendeva delle salutari vacanze, in giro per la campagna, lasciandoci
ogni volta in apprensione.
Un giorno lo vedemmo triste, sempre più triste, pianse per quattro giorni di fila.
Scoprimmo dopo alcuni giorni che Marco era morto.
Come abbia fatto a captare la tragedia a mille chilometri di distanza, è un altro mistero.
Mi
raccontano che Fly, che intanto si era affezionato a me, si era sentito
triste per tutto il tempo (una quarantina di giorni), durante il quale
io mancavo da casa, assente per lavoro in continente.
Al
mio ritorno mi accolse con manifestazioni di affetto di cui, ne sono
certo, nessun essere umano è capace nemmeno di immaginare.
Qualche primavera fa avvenne la tragedia.
Dopo,
o durante una delle sue scorribande, venne attaccato da un insetto
infetto, non reagiva più, e Angi decise di ricoveralo in una struttura
cagliaritana, vi restò una decina di giorni, fu dimesso, ancora debole,
ma ristabilito.
Da
quel periodo in poi, fu sottoposto a innumerevoli cure, per due volte
ha dovuto subire dei radicali cicli di iniezioni, e l'assunzione di due
pastiglie al giorno, vita natural durante.
Un
giorno venne a trovarmi a casa il mio amico Vittorio, maestro di arti
marziali e prano-terapeuta, il suo incontro con Fly è stato
leggendario.
Tra i due si è instaurata immediatamente una simbiosi che ha dell'incredibile.
In
uno dei suoi primi incontri Vittorio è riuscito persino ad
addormentarlo nel giro di pochi minuti, evidentemente Fly si fida di
lui.
A volte lo sentiamo piangere, e immancabilmente veniamo a scoprire che persone che Fly conosce, sono state male in quei giorni.
Quando
passa una ambulanza, Fly piange sempre, nessuno gli ha mai insegnato
che il suono dell'ambulanza significa sofferenza, eppure quella
sofferenza, quell'apprensione, quel dolore, lui riesce a captarli.
Quando
viene a trovarmi qualche amico che apprezzo, Fly lo accoglie con gioia,
quando invece viene a casa qualcuno che non apprezzo, Fly gli notifica
tutta la sua avversione.
Ormai mi sono abituato a valutare le persone con le quali vengo a contatto osservando il comportamento di Fly.
E lui non sbaglia mai!
Ha
una caratteristica, pur essendo lui stesso di colore nero, per dirla
con chi ha la mente ricoperta da termini inventati dai sionisti, è
"razzista" verso le persone di colore, specie quelle che distribuiscono
opuscoli e volantini, in giro per il paese.
Sono
arrivato ad una conclusione, il mio amico Fly è collegato in maniera
stupefacente col campo vibrazionale, ha sicuramente la ghiandola pineale
libera e attivissima, che gli consente di sentire, come succede spesso
agli animali, cose per noi umani inimmaginabili, possiede quelle facoltà
che gli esseri umani hanno irrimediabilmente perso, per colpa di questa
società fasulla e innaturale.
Sono
ormai trascorsi undici anni dal mio primo incontro con Fly, e l'affetto
reciproco è restato immutato, non me ne vorranno i miei pochi amici,
amici scelti ed eccellenti, se la considerazione che ho per loro è pari a
quella che ho per il mio coinquilino a quattro zampe.
:Mariano-Abis:
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