Il termine "indipendenza" lo dobbiamo cancellare dalla nostra mente
Articolo di :Mariano-Abis:
Il termine "indipendenza" lo dobbiamo cancellare dalla nostra mente.
Se
la Sardegna dipendesse dall'italia essa ci avrebbe già da tempo reso la
nostra libertà, è vero il contrario, lo stato italiano contrasta
processi di autodeterminazione perchè dipende dalla Sardegna.
Esiste
in terra sarda una sottocultura acquisita e implementata da chi non ci
vuole bene che fa sue certe forme mentali che mirano a convincerci che
noi siamo un "popolo minore", che mai la nostra storia ha avuto picchi
elevati di grande rilevanza, solo perchè queste fesserie vengono
insegnate nella scuola al servizio truffaldino del colonizzatore.
Mi
piange il cuore nel vedere che certi capi-bastone nostrani,
inconsciamente o più realisticamente consapevolmente, fanno proprie
queste tesi scolastiche che andrebbero rifiutate.
E
così per colpa loro, e nostra, siamo diventati un popolo imbelle che si
accontenta della gloria di qualche sporadica manifestazione dove
cantare procurade e moderare per intimidire chi non ha assolutamente
paura di noi.
Del resto chi mai avrebbe paura di una supplica?
"Liberare un popolo che vuol restare schiavo è pericoloso quanto cercare di sottomettere un popolo che vuol restare libero",
L'indipendentismo dal 1921 (anno di costituzione del partito sardo d'azione) ad oggi non ha generato nessun risultato.
I
numerosissimi partiti indipendentisti seppure nati nell'isola sono
partiti italiani a tutti gli effetti, e come partiti italiani si alleano
con i sindacati all'interno delle sedi istituzionali italiane, ras,
province, comuni, enti, albi professionali.
Tutti
enti territoriali italiani, che fanno esclusivamente gli interessi
dello stato italiano, non dei Sardi o della Nazione Sarda.
Tralasciando
il ricorso alla rivoluzione cruenta, non auspicabile ultima ratio,
esiste un solo modo che ci può portare fuori da questa fogna, ma non è
un percorso politico, è un percorso giuridico, che mira alla
decolonizzazione graduale e sistematica, e quindi alla libertà.
Non all'indipendenza, ma alla libertà, perchè se parliamo di indipendenza stiamo presupponendo di dipendere da qualcuno.
Noi non dipendiamo da nessuno, semmai è proprio il contrario.
Il nostro obbiettivo è e deve essere la decolonizzazione sistematica della nostra terra.
Quindi
il termine "indipendenza" lo dobbiamo cancellare dalla nostra mente,
dalla mente di tutti i Sardi che realmente vogliono essere liberi,
rivogliamo la nostra libertà, e quella della nostra Madre Terra, del
nostro Santuario.
Analizziamo un altro aspetto di "dipendenza".
La totalità delle sigle che si definiscono indipendentiste, dipendono dalla giurisprudenza del colonizzatore.
Ne adottano le regole, le leggi, anche in termini elettorali.
E ribadisco, anche in termini elettorali, a parte qualche raro caso.
Mi si consenta di scrivere che questo atteggiamento è contro producente, per i fini che quelle sigle si prefiggono.
I
movimenti di Liberazione, invece, non accettano regole scritte dal
colonizzatore, considerando che il colonizzatore in Terra Sarda è in
difetto di giurisdizione.
Il diritto internazionale è più utile alla causa, perchè più favorevole.
Rimandiamo
al relatore il famigerato articolo 5 della costituzione più brutta del
mondo, perchè la legge 881 del 1977 riferita all'articolo 10 di quella
costituzione afferma che lo stato italiano non è affatto indivisibile.
Ci
si chiede spesso come mai i migranti sono favoriti rispetto allo stesso
popolo italico, ci si indigna per una giustizia al contrario, che
sembrerebbe una inspiegabile ingiustizia.
Gente
che ha versato fior di contributi previdenziali, e tasse a dismisura,
si vede scavalcare in tutte le manifestazioni statali di aiuti vari dai
migranti.
Ho l'ardire di scrivere
che tutto ciò è ampiamente plausibile, i migranti sono effettivamente
favoriti in tutto, al confronto di come viene trattato il popolo
italico, i cui componenti sono "cittadini", cioè proprietà dello stato.
Lo dice la legge, lo dicono le leggi. E' lecito porsi la semplicissima domanda : "perché?"
E
qui mi ricollego, non certo casualmente, ai Movimenti di Liberazione
Nazionali dei vari popoli italiani. Il diritto italico è una derivazione
di logiche da SpA, da corporazioni private, lo stato che dispone, e il
popolino che subisce.
Il diritto
internazionale, invece, dispone che i popoli, l'individuo, hanno delle
prerogative imprescindibili di libertà, che ogni stato deve soddisfare,
verso tutti gli esseri umani del pianeta.
Gli
stati, in definitiva, secondo il diritto internazionale, devono tener
in massimo conto i diritti naturali, universalmente accettati, che ogni
individuo, alla sua nascita, possiede, in quanto essere umano.
I
MdL sfruttano queste disposizioni favorevoli al suo fine, che è la
libertà della nazione ospitata dall'isola sarda, libertà, non
indipendenza.
E allora, senza
voler forzare la mano alle dirigenze e ai militanti delle varie sigle
indipendentiste, credo che una seria ed approfondita riflessione
sull'adozione o meno del diritto internazionale, sia necessario, per
loro, discuterla.
Una discussione
però, scevra da fini di convenienze personali, un confronto che abbia
come unico scopo il bene della nostra gente.
Con
ciò non sto dicendo che tutte le sigle suddette si debbano considerare
occupanti di spazi creati all'interno di una immaginaria cupola, ma un
minimo di collaborazione, secondo il diritto internazionale, con esso,
penso che sia indispensabile e vantaggioso.
Non unione visti i presupposti, ma stretta collaborazione.
A
voi la scelta, continuare a lottare in ambiti non favorevoli, in spazi
cioè scelti dal colonizzatore, oppure abbandonare pratiche palesemente e
storicamente perdenti, e affidarsi al diritto internazionale.
Sia
ben chiaro un concetto, non demonizzo chi alla ricerca della libertà
pensa che il ricorso al diritto positivo italiano sia utile, ma sturarsi
occhi e orecchie e valutare i vantaggi che il D.I. ci concede penso sia
indispensabile.
I sardi,
precisando meglio, i patrioti sardi, o pseudo tali, quando qualcuno
evidentemente più sveglio di loro, fa notare che il termine
indipendentista è surreale, sbagliato, fuorviante, controproducente,
perchè evoca dipendenza, una sorta di sindrome di stoccolma verso il
colonizzatore, e sudditanza psicologia, non volendo recedere da parole
da loro stessi usate per decenni, non ammette le incongruenze che tale
parola evoca.
Mai cercare di estirpare dalla mente mantra acquisiti, l'impresa diventa ardua, in assenza di elasticità mentale.
E
allora cerca di minimizzare, inquinare la discussione, dice che si
disquisisce del sesso degli angeli, ma si comporta allo stesso modo in
cui gli struzzi mettono la testa sotto la sabbia, per non vedere, non
sentire, e non mettere in funzione la materia grigia.
I
termini di paragone non si esauriscono nel mero uso di quella parola,
usata il più delle volte a sproposito e in modo inopportuno, il discorso
è molto più complesso.
Usare
quella parola è semplicemente una forma mentis, contestano il fatto che
tutti siamo dipendenti da qualcosa o da qualcuno, e su questo punto di
vista hanno ragione, ma la dipendenza reale, concreta, incontestabile,
ha valenza immensamente inferiore all'atteggiamento mentale che li
spinge ad usare quella parola.
In
sintesi, se io concretamente dipendo, me ne faccio una ragione,
cercherò di minimizzare gli effetti, ma più di questo non posso fare.
Altro
è essere dominati, devastati oserei dire, da quella parola, mentalmente
io non dipendo dallo stato colonizzatore, loro si, sia realmente che
mentalmente.
Sperando che questo
lo capiscano, affermo che noi siamo le parole che pronunciamo, vengono
direttamente dal nostro intimo, se tu pensi e dici di essere
indipendentista, significa che dipendi.
LIBERTA', non indipendenza!
Pocos,
Locos, Malunidos, Centu concas e centu berritas, un popolo rivoltoso,
gli spagnoli avevano paura delle nostre sublevacion, Banditi, Ignoranti,
Sardignoli, Plebei, Sporchi e Cattivi, è stato detto nel parlamento del
regno d'italia che il sardo è di poco superiore alle bestie, hanno
fatto studi sul cervello dei sardi per scoprire i geni della
delinquenza, i morti della brigata Sassari e di Buggerru, il grande
Cilloco, carne da macello, Retrogradi,
Non sappiamo fare impresa, Non sappiamo fare sistema,
Zona franca, zona procrastinata all'infinito, sembra che godiamo quando diritti acquisiti non ci vengono riconosciuti,
Sindrome di Stoccolma da colonizzazione, Emigrazioni massive fin dai primi del novecento,
Spopolamento,
Uranio, Torio, Fabbriche di bombe, Poligoni militari stranieri, sembra
che la Sardegna sia la fabbrica dell'infelicità, infelicità indotta da
politici nostrani tra i più infingardi, le industrie cancerogene della
fine degli anni sessanta,
Eccellenze
archeologiche stuprate, la nostra storia ridicolizzata, secondo loro i
geni nascono tutti altrove, qui nascono solo pastori e banditi.
Abbiamo
imparato la tiritera che i vari colonizzatori ci hanno propinato,
inculcato, siringato, instillato, hanno compresso il cervello dei sardi
di amenità italiane e globaliste, adesso vogliono sostituire la nostra
gente.
Dobbiamo dimenticare i
mantra che ci hanno cucito addosso, dobbiamo ricordare il passato
glorioso del popolo shardana, della Antica Civiltà Sarda, abbiamo
distribuito cultura in tutto il mondo occidentale, dimentichiamo chi ci
hanno detto che siamo, ricordiamo chi veramente siamo, non è difficile,
basta rifiutare tutto quello che viene dall'italia e dal mondo
globalizzato, noi siamo Sardi, parliamo la lingua più antica del mondo,
la cultura occidentale ha radici sardiane e la Sardegna è il più grande
Santuario a cielo aperto che esiste al mondo.
;Mariano.Abis:
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