martedì 27 ottobre 2015

lettera ad un Professore


Lettera ad un Professore
Sono, come lei probabilmente sa, o immagina, Professor Dedola, completamente e costantemente d'accordo con suoi testi. In un suo testo ha scritto una frase che non mi convince del tutto, e cioè che la caratteristica tutta sarda dell'essere tzeracus, non sparirà mai, le dico questo non perchè la frase sia destituita da ogni fondamento, so benissimo anche io che la predisposizione all'"ascarismo" è ben radicata ( purtroppo ) nel nostro popolo, e sono d'accordo anche sul fatto che fino a che non saremo liberi, questa prerogativa, ahimè, resterà sempre, ma il progetto di libertà nel quale siamo impegnati, e che lei ben conosce, e che spero goda della sua vicinanza sostanziale, e approvazione, è indirizzato in tutt'altra direzione.
Possediamo una capacità ferrea di considerare i nostri propositi, ampiamente realizzabili, che ci fa dire che quello che decidiamo, per noi è cosa già fatta, tanta è la passione, unita al sapere che tra noi c'è gente motivata e competente. Questo, senza voler fare troppi proclami a nostro favore , è il nostro approccio alle varie tematiche e incombenze, senza voler apparire presuntuosi, le dico che il nostro progetto non è indirizzato solo alla libertà della nostra nazione, se tutto intorno ci sono negatività diffuse, il nostro compito sarà anche cercare di inficiarle e cancellarle, in un percorso di consapevolezza collettiva che, se corposo e diffuso, porterà risultati in ottemperanza alla teoria scientifica denominata della centounesima scimmia.
Sempre senza voler far apparire che il Movimento sia affetto da presunzione, o manie di onnipotenza, le dico che, per come la vediamo noi, con le nostre conoscenze, con il valore di chi ci sta vicino, e le ponderate decisioni già prese, per le nostre capacità comunicative, e per altro ancora che non può essere diffuso, ci sentiamo di affermare che nel giro di un lustro, la nostra Patria sarà libera.
Ho (purtroppo) lasciato nelle pagine del defunto, dimenticato governo provvisorio, oltre cento pagine, che non ho salvato, su tematiche e su argomenti che riguardano educazione, formazione, scuola, ed istruzione, intese in maniera assolutamente innovativa, tanto innovativa che nemmeno gli intellettuali che ci sono vicini, le hanno approvate (o comprese) del tutto.
In pratica si tratterebbe, una volta liberi, di intraprendere, per le nuove generazioni, un processo di de programmazione di termini e concetti che tendono a ingabbiare la coscienza critica di scolari e studenti, un nuovo modo di estrapolare non forzosamente dalle giovani menti, concezioni naturali che cervelli non inquinati possiedono, e quindi non affetti da atrofizzazioni varie. E' per questo che le dico che l'essere tzeracus tipico dei sardi, per come la vediamo noi, sparirà completamente con le nuove generazioni. Sarà mia cura farle conoscere la nostra visione della nuova scuola, e magari avere il piacere, se lei vorrà, di discuterla con lei.

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