giovedì 17 novembre 2016

Copyright

Il copyright (termine di lingua inglese che letteralmente significa diritto di copia) è l'equivalente del diritto d'autore nei paesi di common law, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dal quale però differisce, sotto vari aspetti.
È solitamente abbreviato con il simbolo ©. Quando tale simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera "c" posta tra parentesi: (c) o (C).
Questa è la definizione data da wikipedia, del termine inglese copyright.
Certifica la proprietà intellettuale di chi ha scritto, per esempio un libro.
Un romanziere o saggista, in genere protegge i suoi testi tramite il copyright, richiede contestualmente il codice ISBN in modo da identificare a livello planetario il suo lavoro.
Mettiamo il caso che lo scrittore abbia stampato in proprio, tramite tipografia, il suo lavoro, riservandosi tutti i diritti di proprietà intellettuale del libro, ebbene, egli, per qualunque motivo, potrebbe interrompere in qualsiasi momento la diffusione del libro, visto che esso è totalmente di sua insindacabile proprietà.
Verosimilmente nessuno avrebbe niente da obiettare per quella azione.
E facciamo un parallelismo.
Forse non tutti sanno che la moneta che usiamo è una moneta privata, non è di proprietà nè dei popoli, nè degli stati, non è nemmeno una moneta cosiddetta al portatore.
E' moneta falsa, circola indisturbatamente solo perchè gli stupidi europei, la hanno inverata, riconosciuta come valida.
E circola in tutto il mondo.
Molta gente non ha mai osservato attentamente una banconota €uro, davanti alla dicitura BCE appare il simbolo del copyright.
Applicare quel simbolo ad una moneta, mi sembra cervellotico, irrazionale, truffaldino, plagiante, è un equilibrismo che non ha ragione di essere, eppure la gente riconosce senza alcun tipo di remora quella moneta.
Mettiamo il caso che coloro che dirigono la BCE, siano dei criminali e dei ladri, ammesso e non concesso (non ho fatto nessuna affermazione, vedete un po' voi) , dal momento che l'euro è di loro proprietà, potrebbero legittimamente fare una certa azione, cioè potrebbero non immettere più moneta.
Potrebbero contestualmente non riconoscere validità alla moneta in mano alla gente, in questo caso qualunque individuo possessore di ingenti quantità di euro, si ritroverebbe col classico pugno di mosche in mano.

Tutto questo per mettere in evidenza il fatto che ciascuno di noi non è proprietario delle banconote che alloggiano nel suo portafogli, o nel suo conto corrente. 
E' ora che la gente si desti dal sonno in cui è costretta dallo strapotere mediatico delle oligarchie, e che cominci a stampare moneta al portatore di proprietà dei popoli, e non di organismi privati e criminali.
Mi piace ricordare qui che qualunque movimento di liberazione, può stampare moneta popolare, e immetterne grandi quantità, a spese irrisorie, nel circuito produttivo ed economico della nazione che rappresenta.
Una simile moneta avrebbe tutti i crismi della legalità, sarebbe molto più accettabile e veritiera della moneta privata europea.
E vado a compiere un equilibrismo mentale, e ragiono al limite dell'umano sentire, dico che dal momento che esiste il copyright su ogni banconota euro, ragionando per assurdo, potrebbe stampare persino euro, con valute però differenti da quelle protette dal copyright della banca centrale europea. 
Questo comportamento non è completamente privo di fondamento o raziocinio, ma naturalmente è più opportuno stampare moneta popolare, con la dicitura dell'organismo che rappresenta il popolo di riferimento.
:Mariano-Abis.






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