venerdì 3 aprile 2015

balentìa



















A cosa stai pensando?

Mah, ti dirò, sto pensando a cosa significhi esattamente la parola balentìa, per noi sardi.
La nostra storia recente, quella che dalla dominazione spagnola in poi, ci ha classificati come un popolo rivoltoso, e ha dato risalto a quella parola, anche durante il periodo più recente del banditismo, forse, aveva ancora una sua ragione di essere.
Intendiamoci, la parola racchiude in se immagini di coraggio, determinazione, se vogliamo anche voglia di lavare in maniera cruenta i soprusi rivolti a noi stessi e ai nostri amici, racchiude , insomma , anche un bisogno di altruistica giustizia, e di per se, questa parola è ampiamente positiva.
Ma attenzione, che non sia disgiunta da una naturale analisi dei risultati che finora ha prodotto.
Racchiude in sé, l'orgoglio di essere sardi, la consapevolezza che farsi rispettare non è poi una brutta cosa, racchiude in se , però, anche la chiusura a tematiche che esulano dal ragionamento, spesso, in nome di quella parola, si fa di tutto , per lasciare da parte ragionamenti, analisi obiettive.
Certo, chi cerca di dare di sé una certa immagine stereotipata che magari gli è stata trasferita da qualche personaggio ammirato in passato, gli fa fare la sua bella figura, gli altri sono spinti a catalogarlo come una persona da ammirare, seguire e rispettare, tutto bene, ma se tutto ciò non è accompagnato da reali azioni che ne certifichino l'effettiva appartenenza, il fatto di aver compiuto qualche azione eclatante o pericolosa, allora diventa voce nel deserto.
Durante le manifestazioni che sono seguite alla mobilitazione del 9 dicembre, ho conosciute tante persone valide, balentes, ma ho conosciuto tanti, ma tanti rivoluzionari da tastiera, che a vedere i loro scritti determinati e incuranti del pericolo, mi hanno fatto venire in mente che forse, che guevara, impallidirebbe di fronte a tanto decisionismo. 
Solo che poi, alla prova dei fatti, si sono dimostrati dei perfetti ingenui, gente che magari dimostra coraggio, ma il coraggio fine a se stesso, non serve.
In un mondo dove tutto è falsità, a cominciare dalla informazione di regime, perché proprio noi, gente del popolo, ci dovremmo adagiare ad azioni leali verso i nostri nemici? Loro non ci concederebbero certo questo vantaggio!
E allora, facciamo come loro, accanto alla nostra naturale balentìa, mettiamoci una montagna di determinata malizia, anzi malignità, già siamo di fronte a loro abbastanza indifesi e soccombenti, ci manca solo che sveliamo loro i nostri reali obiettivi, la strada che intendiamo percorrere contro di loro.
Capisco che qualsiasi progetto va pubblicizzato, ma dobbiamo imparare da loro, creare diversivi, intorbidire le acque, noi sappiamo perfettamente dove miriamo, ma loro non lo devono sapere.
Penso che però loro sappiano perfettamente cosa aspiri l'umanità quando è sottomessa:aspira alla libertà.
Se lavoreremo in maniera decisa e intelligente, avremo qualche speranza, altrimenti la sola balentìa, non ci consentirà di arrivare alla meta, come al solito dovremo registrare una nuova sconfitta.






La parola è balentìa, esplicita in una parola quanto una persona valga, quanto giuste risultano le sue scelte, quanto coraggio si mette in campo, alla ricerca di rispetto , degli altri , ma prima di tutto verso noi stessi.
una parola che ti spinge a dare il massimo delle tue possibilità, a decidere per il meglio, ad evitare azioni sleali o poco rispettose, ma tenendo bene a mente che ogni azione deve essere compiuta con il massimo della decisione.
e allora via i mille pensieri che mi affliggono, via questo facile adagiarmi alla auto commiserazione, via quest'aria dimessa che mi accompagna da troppo tempo.
da: la sovranità appartiene al popolo

Nessun commento:

Posta un commento