mercoledì 1 aprile 2015

ilsovranista







Tag Archive for Mariano Abis

CORAGGIO!!!!

CORAGGIO!!!!

di Mariano Abis
guvernu sardu provvisoriuNon solo pigiare tasti .
Non solo fare i toghi su fb
Non necessariamente essere soddisfatti di qualche mi praxidi per una frase ad effetto.
NON SOLO:
A volte qualche disinformato mi chiede con aria indagatrice: e tu cosa hai fatto finora?
Rispondo in genere,: quasi niente, per ora, ma ho intenzione di impegnarmi, e lui, rassicurato da quella frase , capisce che può spingersi ben oltre.

GOOD AMERICA

Testi e illustrazione di Mariano Abis
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Che bella cosa la dichiarazione di indipendenza da un paese colonialista!
Quanto mi piace la ricerca della felicità.
Quanto ammiro la figura del grande Abramo. Read more

Parliamo di movimenti di liberazione nazionali

Parliamo di movimenti di liberazione nazionali

di Mariano Abis
guvernu sardu provvisoriuIn italy esistono molti movimenti di liberazione nazionali, essi hanno ragione di esistere per via di una storia che classifica la popolazione che rappresenta, come appartenente ad una nazione, con lingua, tradizioni e peculiarietà omogenee.
Se chiedi ad un appartenente ad un determinato popolo che ha diritto, secondo il diritto internazionale, a lottare e reclamare la sua totale indipendenza dall’italia, se si senta più italiano o appartenente a quella nazione, nella stragrande maggioranza dei casi risponderà di NON considerarsi italiano.

LA MANO PESANTE DEL POTERE

LA MANO PESANTE DEL POTERE

di Mariano Abis
Che non passi l’idea che chi è vessato dallo stato e dalle sue strutture NON ABBIA IL DIRITTO DI DIFENDERSI COME PUO’!!!!!!
Questo concetto NON deve passare, non siamo ANCORA degli schiavi!!!!
Non è soltanto una questione di autostima, è una questione di DIGNITA’ E . O N O R E.
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Esistono, in azienda Spanu, degli allevamenti, capre, pecore, maiali, un simpaticissimo asinello , Chachi/lè, ebbene , vorrebbero, se ancora non lo hanno fatto, appropriarsi anche di quegli animali.
E’ stato nominato dal signor

la stazione ferroviaria

la stazione ferroviaria

Mariano Abis
da : i racconti di Jolao
piramidi rovesciate mariano abisNella stazione ferroviaria del mio paesino, mooolti anni fa, era tutto un brulicare di gente, c’era il capo stazione, il bigliettaio, un addetto agli scambi dei binari, un inserviente che teneva puliti e in ordine tutti gli spazi, c’era persino un piccolo bar, con due addetti, uno preparava a tutto spiano cappuccini, l’altro panini. il bar era stracolmo di studenti e operai. Allora il servizio di trasporto pubblico era inteso come una necessità, dato che in pochi avevano un mezzo proprio per spostarsi, eravamo immersi in quella problematica e scomoda situazione che veniva chiamata civiltà contadina.
A voler essere cattivi, si poteva definire antiquata. Ma tant’è, quell’ambiente Read more

Sciocca Sardegna

Sciocca Sardegna

Di Mariano Abis
sardegnaEcco , il momento è arrivato.
Non avrei mai e poi mai voluto scrivere questo articolo.
Eppure lo devo fare, mi avete costretto VOI.
E mi rivolgo alla gente italiana, non vorrò mai più sentirvi dire che appartenete ad un unico popolo.
NON LO SIETE:
Mi odierete per queste frasi, ma ve le devo scrivere , urlare.
un popolo deriso e schiaffeggiato reagisce, eccome se reagisce, ma voi non siete un popolo.
Siete una massa informe di gentucola senza nerbo e senza dignità.

Il mondialista in galera

Il mondialista in galera

mondialista in galera

Mariano Abis
Mariano Abis

Mi hanno chiesto se penso all’italia come a un paese normale.

Mi hanno chiesto se penso all’italia come a un paese normale.

di Mariano Abis
mariano quadroAll’apparenza, si, sembrerebbe un paese normale, le gente conduce la sua vita, sapendo cosa la attende, in futuro, una vita di lavoro, intervallata da qualche gioia, e qualche contrarietà, una vita normale, insomma, basta adeguarsi all’andazzo corrente e …bon…Ma ho scoperto che quando un bimbo nasce, diventa proprietà di un trust chiamato repubblica italiana, una società per azioni, insomma, che sfrutta questa nuova nascita per finanziarsi, meccanismo incomprensibile , per me , ma mi hanno assicurato che è così. E poi questo bimbo , fino a che è a contatto con i genitori, scopre da se tutto il mondo che lo circonda, fa le sue esperienze, inizia il suo percorso di vita senza condizionamenti che non siano quelli per la sua sicurezza , la sua alimentazione, e pochi altri, gli viene insegnato in maniera soffice il valore della morale, del coraggio, e della lealtà. Poi intraprende il suo percorso di vita, in seno alla società, in seno alla scuola. Là scopre che la morale che gli è stata insegnata dai genitori va modificata, va modellata per essere più proficua in seno ad una società organizzata. Il concetto di coraggio, anche quello va modificato, non bisogna mai usarlo per contrastare l’ordine stabilito, solo per minuscoli scopi personali, o sportivi, o di immagine. E la lealtà… quella si che va trasformata pesantemente, in un sottile gioco di adeguamenti che non sopporta picchi di umanesimo. E inizia così il plagio programmato, pianificato per benino, per creare un individuo che sia utile ad una società organizzata. inizia il lungo cammino che non si interromperà mai. Si, perchè quando la scuola avrà terminato il suo compito, il lavoro dovrà essere svolto dall’informazione, Dall’istruzione all’informazione, in fondo il passo è breve, non c’è bisogno di grossi stravolgimenti, è un fluire liscio verso la creazione di una personalità utile a tutti, A tutta la società…E si entra nel mondo del lavoro, e magari, se sei sveglio, ti accorgi che forse qualcuno ti sta rubando il tuo tempo, sta sfruttando le tue qualità, senza pagarti adeguatamente.
Senza riconoscere che tu stai dando molto di più di quello che ricevi. E con qualche soldino in tasca, alimenti il meccanismo voluto da loro, generi altri figli, consumi quello che loro decidono, usi i loro servizi pagandoli profumatamente, a prezzi imposti da loro, contribuisci, con l’espressione del voto, a legittimare chi deciderà per te, e infine, se Dio vorrà, potrai goderti la sospirata pensione in tranquillità.E forse allora, avendo finalmente il tempo di pensare, ti accorgerai che la tua vita è scivolata secondo binari imposti, ti renderai conto che non sei mai stato in grado di scegliere, di indirizzare la tua vita.
Mi hanno chiesto se penso all’italia come a un paese normale, si, penso di si, anche se penso che la gente non abbia valore, non possa decidere. Ci hanno così pesantemente condizionati, che riteniamo che i soprusi che subiamo siano la normalità. e se nemmeno, quando la gente esprime un parere attraverso un referendum, viene assecondata, mi viene il dubbio che forse questo non è un paese normale. O almeno non è una democrazia normale. Abbiamo stabilito di abbandonare il nucleare perchè troppo pericoloso, e ci ritroviamo sul nostro territorio novanta bombe atomiche di un paese straniero. Abbiamo stabilito che i servizi essenziali non possono essere estraniati, e pullulano aziende private che lucrano sui bisogni semplici della gente. abbiamo stabilito che una corretta informazione sia la base per una giusta democrazia, e scopriamo che questo non è un paese per gente che scrive quello che pensa. Abbiamo stabilito di ridimensionare gli introiti dei politici, e loro guadagnano sempre di più, e sono sempre più coinvolti in faccende di malaffare.
Nessuno di noi ha stabilito che dovessimo dotarci di una moneta straniera, eppure la nostra è una moneta , oltre che straniera, anche privata. Mi viene il dubbio che questa sia una dittatura, ma forse no, mi sbaglio. Anche se vedo che magistrati che compiono il loro dovere, in contro tendenza alla prassi corrente, vengono messi nelle condizioni di non operare. Vedo che la nostra nazione è, però , dalla parte del giusto, combatte gli stati canaglia, esporta democrazia, compie missioni militari umanitarie, cosa poi abbia di umanitario una guerra, quello non l’ho ancora capito. Come non ho capito come mai si preferisca spendere miliardi in armamenti , sottraendoli al benessere della gente.
Non ho capito come mai chi ruba per necessità, per sfamarsi, venga condannato al carcere, in una società opulenta come dovrebbe essere la nostra, no, non l’ho capito.
Non ho capito come mai, nonostante la costituzione affermi il contrario, vengano espropriati i beni di chi non può pagare le tasse. Mi viene il sospetto che sia una colossale truffa. Mi viene il sospetto che questa società sia stata costruita per il benessere di pochi, e per la creazione di nuovi schiavi.
Mi viene il sospetto che il mondo, e non solo la nostra nazione, sia nelle mani di autentici criminali. Non capisco perchè, tanti popoli, desiderosi di riacquistare la loro autonomia, e indipendenza, vengano costretti ad appartenere a nazioni sempre più grandi.
Si, perchè ormai alcuni di noi hanno capito che la creazione di stati estesi a dismisura sono, oltre che innaturali, anche funzionali al dominio di poche famiglie di criminali finanzieri internazionali, sull’intera popolazione mondiale, loro mirano a questo, ad un governo globale, ad una unica moneta , e soprattutto ad un unico pensiero, quello imposto da loro. Mi sto interessando , in questo periodo, di questioni legate a quello che reputo sia giusto e naturale, cioè alla auto determinazione dei popoli, intesi come abitanti di zone di territori omogenei, in fondo l’umanità è partita da questa situazione, anzi da realtà sociali molto più frammentate di quello che intendo io, in seguito sono state le varie massonerie che hanno sempre auspicato accorpamenti innaturali.
Esistono tre regioni , in italia, che mirano ad auto determinarsi, più di altre, e sono gli splendidi e decisi abitanti del veneto, stanchi di produrre e creare ricchezza , che viene sistematicamente espropriata da questa società per azioni, poi i combattivi abitanti della sicilia, sicuri che l’unità d’italia sia stata realizzata per annichilire tutto il sud, e infine ci siamo noi, Vera Nazione riconosciuta dalla storia, e già dotati di un governo provvisorio, certi che il disfacimento dell’italia è già in atto. Sappiamo benissimo che l’italia è nata dal regno di sardegna, siamo noi il vero germe che ha fatto nascere questa nazione, oggi, ahimè troppo diversa dall’idea di struttura a servizio della gente. Ma lo sappiamo, il cammino non sarà né agevole, né breve, e al di là di giuste rivendicazioni separatiste, avremmo voluto che che non si arrivasse a questo punto, avremmo voluto che l’italia fosse una nazione del popolo, che la sua moneta fosse del popolo, che l’istruzione fosse improntata alla reale affermazione dell’individuo, e non al suo uso in termini speculativi , situazione che fa comodo solo alle elite.
Si, mi sento di affermare che questa nazione ha fallito, perchè hanno preso il sopravvento sul popolo logiche elitarie e massoniche, Un voler vedere il mondo in maniera piramidale, e non , come dovrebbe essere , a servizio della gente. il processo di disfacimento di questa nazione , che non temo a definire iniqua, è già in atto, sia in termini politici, che morali, La democrazia, ormai è diventata una parola vuota di significati, La rappresentatività partitica ha fallito miseramente, chi può affermare , oggi, di essere veramente rappresentato da un solo politico? Penso nessuno, Qui si tratta di capire che non può esistere democrazia in nazioni estese, abitate da milioni di persone, nessuno , in queste condizioni, si può sentire rappresentato, la democrazia rappresentativa ha fallito. ora costruiamo una vera democrazia dei popoli.
Per fare ciò, è necessario che la gente si interessi del bene comune, si riappropri della corretta informazione, si dia inizio ad una radicale trasformazione delle istituzioni scolastiche, e decida una buona volta che delegare non porterà mai nessun risultato positivo per la gente.
E soprattutto, al fine di velocizzare questi processi, uscire immediatamente da questo lager chiamato unione europea, e abbandonare al suo destino una moneta innaturale e fittizia, nata da criminali bisogni elitari, non certo pensata per il benessere della gente.
Mi hanno chiesto se la gente conti ancora qualcosa, ebbene si, sono sicuro che non passerà molto tempo, che la gente riprenderà nelle sue mani il proprio destino.
Mariano Abis
Mariano Abis

Moneta locale

Moneta locale

di Mariano Abis

moneta marianoDalla parte di un sindaco, e di una amministrazione comunale, di un qualsiasi paese o città della Sardegna.
Appello rivolto a tutti i rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, componenti di associazioni culturali, polisportive, onlus, commercianti, industriali, agricoltori, artigiani, eccetera, e ad ogni singolo cittadino.
Questo testo propone un modo di vivere e di pensare innovativo, non è adatto a chi ha paura dei cambiamenti, ed è contrario allo stravolgimento radicale di questo sistema palesemente fallimentare, e a chi si conforma in maniera passiva alle regole di vita dettate da personaggi lontani dalla nostra isola, nella fattispecie da dirigenze politiche che non hanno a cuore il benessere di una terra lontana, come può essere la nostra Sardegna.
Leggendo ed informandomi, mi è sorta spontanea una riflessione: come mai, una terra come la nostra, che ha risorse umane e materiali invidiabili, si trova in queste condizioni di abbandono?
Per realizzare una qualsivoglia opera, servono essenzialmente quattro cose, primo, la volontà di realizzarla, secondo, le risorse umane, terzo, i materiali da costruzione, quarto, essere in possesso della tecnologia adatta.
Ammettiamo di voler costruire un grande mercato comunale, composto da piccoli box destinati a chiunque abbia merci da vendere, bene, abbiamo tutto, lo possiamo costruire a costo zero, secondo il mio punto di vista, e spiegherò perché faccio questa affermazione.
Quasi sempre, quando non esiste la volontà politica per affrontare un problema, viene giustificata l’inerzia con una semplice frase ripetuta come un mantra: “non abbiamo i soldi.”
Faccio parte di un gruppo di persone che operano un po’ dappertutto nell’isola, per affermare l’utilità, divenuta ormai impellente, di adottare in ogni paese, a costo zero, risoluzioni che consentirebbero di azzerare la disoccupazione, costruire infrastrutture, abbellire paesi e paesaggi, dare impulso a quella eccellenza tutta sarda che si chiama archeologia.
Chi è quel sindaco che vorrebbe vedere i suoi uffici di assistenza sociale costantemente deserti?
Penso tutti, con la moneta comunale è possibile.
Chi è quel disoccupato felice di lavorare, piuttosto che prendere sovvenzioni gratuite e moralmente penalizzanti?
Penso tutti, con la moneta comunale è possibile.
E il meccanismo è intuitivo, si tratta di certificare, con una semplice annotazione contabile, o direttamente con banconote emesse dal comune, un lavoro, un acquisto, un servizio ricevuto, un’opera realizzata.
Tutto a costo zero.
Impossibile? Si se restiamo in questo ordine di idee che penalizza la gente e favorisce i grandi gruppi speculativi finanziari di oltre Tirreno, e di oltre Atlantico.
No, se siamo convinti che il lavoro sia un bene di gran lunga più positivo del denaro, e delle logiche del consumismo.
Si tratterebbe di tornare ad una vita più semplice, dai bisogni essenziali, non indirizzata ad obiettivi fumosi, e irrazionali; la società industriale ha mostrato i suoi molti limiti, quella dei servizi ha fallito, l’attuale società fondata sul denaro, è addirittura criminale, non ci resta che tornare ad una vita a misura d’uomo, alla civiltà contadina, dove nessuno muore di fame, nessuno si suicida.
Il debito globale dell’intero pianeta, è a vantaggio per lo più di poche famiglie di finanzieri senza scrupoli, ammonta a settecento mila miliardi di dollari americani, mentre il prodotto, la ricchezza generata dall’intero pianeta, ammonta alla decima parte, cioè settanta mila miliardi.
Va da se che ormai il debito globale è praticamente inestinguibile, loro, i finanzieri mondialisti, sono padroni delle nostre case e di tutti i nostri averi, la moneta corrente è di loro proprietà, non certo del popolo.
Per uscire da questa spirale, possiamo percorrere una unica strada, quella delle monete complementari, da affiancare all’euro, per dare respiro alle varie economie disastrate, non abbiamo altra scelta, dato che abbiamo in costituzione il pareggio di bilancio, che significa che se lo stato mette in circolazione mille, deve per forza recuperare, con le tasse, mille, ma deve estrapolare da quella cifra il debito annuale che attualmente ammonta a novanta miliardi all’anno, e ogni anno diventa sempre più pesante.
Tutto ciò porterà progressivamente alla matematica povertà di tutta la nazione.
E allora, prima adotteremo la moneta comunale, perfettamente legale dalle norme vigenti, e meglio sarà.
Il progetto è quello di passare, col trascorrere degli anni, e con l’esperienza acquisita, finalmente, alla nostra moneta regionale, valida in tutta l’isola.
La Sardegna ha visto, nel corso dei millenni, le navi arrivare vuote, e ripartire stracariche di beni, prodotti dal nostro popolo, l’economia globale è, per noi, penalizzante, la nostra economia deve ruotare all’interno del territorio, e attrarre investimenti per via di quella rara eccellenza che risponde al nome paesaggio incontaminato, la Sardegna potrebbe vivere di turismo, produzioni agro-pastorali, e artigianato, tornare insomma alla civiltà dei nostri avi, mantenendo il territorio sano, senza abbandonare le ultime conquiste tecnologiche.
Lo dice la storia, lo dice il senso di giustizia che ci appartiene, lo dice una legge naturale, quella che certifica che ogni uomo deve operare per sé, per la sua famiglia, e per il contesto economico e sociale a cui appartiene, i banchieri che operano a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra terra, non ci possono dare niente, loro aspirano a schiavizzare interi popoli, col controllo del denaro, ormai quasi tutto il mondo lavora gratis per loro.
La nostra isola ha tutto quel che serve, clima, territorio, materie prime per costruire, e la genialità dei suoi abitanti, discendenti dalla civiltà che è stata la più evoluta del mediterraneo, anche se l’archeologia ufficiale, timorosa di creare un senso di appartenenza della nostra gente, cerca disperatamente di occultare.
Ormai è assodato, i meccanismi che regolano la circolazione monetaria, hanno creato nuove elite, nuovi faraoni, e nuovi schiavi.
Abbiamo una sola speranza, interrompere al più presto questa spirale, la soluzione, ripeto, esiste, ed è legale.
Si chiama moneta complementare, moneta sociale, popolare, comunale, e infine regionale, il nostro grande obiettivo.
È giunto il momento di districarci da logiche che non vanno mai a favore della gente, di dare una svolta epocale alla nostra storia, ciascuno di noi dovrà fare la sua parte, il commerciante accettare la moneta comunale, l’agricoltore e l’artigiano vendere ai suoi concittadini, il frutto del suo lavoro, gli ex disoccupati abbellire e costruire, rendere servizi, che risulteranno, per la collettività, quasi a costo zero, e, forse, non ci sarà nemmeno l’esigenza che vengano richieste gabelle di alcun genere ai cittadini.
Ciascuna famiglia che lo richiedesse, potrebbe usufruire di un box al mercato comunale, concesso a prezzi politici, per poter piazzare sul territorio la sua produzione, qualunque essa sia.
Si tratta di immaginare il nostro futuro, e quello dei nostri figli, in un ambiente sereno, fattivo, e di collaborazione, siamo nati per trovare le giuste soluzioni, con risorse finanziarie sufficienti, a rendere le nostre scelte, non forzate, ma consapevoli.
Questo testo è forzatamente succinto, troppo ci sarebbe da scrivere, sono comunque a disposizione di chi fosse interessato, ad intavolare una costruttiva discussione, materiale esauriente si può comunque trovare sulle pagine internet di you tube, digitando il nome del mio amico Paolo Maleddu, che ha caricato numerosi ed esaustivi video al riguardo.
Mariano Abis
Mariano Abis

Il mercatino dei politici in vendita

sardi sovrani

Il mercatino dei politici in vendita

di Mariano Abis

L’offensiva dei poteri forti finanziari mondialisti continua indisturbata, il popolo non si ribella ai suoi continui soprusi, dopo aver preso di mira ogni attività in passato floride, ora tocca all’agricoltura, alle piccole banche (sic) , e si apprestano, dopo aver dato il colpo di grazia ai meno abbienti, a distruggere la piccola borghesia, quindi chi crede di essere esente dai loro attacchi, solo perchè ha qualche risparmio, farebbe bene a considerare che anche lui è sotto attacco.

L’italia è in vendita, non solo i beni dello stato, ma tra poco anche chi crede di possedere qualcosa, farebbe bene ad allarmarsi e a ribellarsi a questa classe politica che ha venduto il nostro territorio e le nostre vite, se loro non ci difendono da questi attacchi, lo dovremo fare noi.
Adottando in costituzione il pareggio di bilancio, significa che se lo stato mette in circolo 1000, ne deve recuperare 1000, meno i 90 miliardi di euro che ogni anno sborsiamo alla finanza mondialista per interessi.
Va da se che siamo destinati, ogni anno, a stare sempre peggio.
Consideriamo un altro fatto: il debito complessivo che tutto il pianeta è di 700.000 miliardi di dollari americani, mentre il prodotto interno annuale di tutto il pianeta è di 70.000 miliardi di dollari, va da se che il debito contratto è inestinguibile, siamo TUTTI destinati a perdere le nostre case e tutti i nostri averi, conquistati da noi stessi e dai nostri avi, quando esisteva la lira sovrana, quando eravamo il quinto popolo più ricco del mondo. 
Come è stato sperperato tutto questo? Dovremmo ringraziare i nostri politici che ci hanno VENDUTO ad un sistema finanziario controllato da una moneta straniera, l’euro.
fate voi stessi i vostri bravi conti, e decidete una buona volta se non sia il caso di ribellarci TUTTI
Mariano Abis
Mariano Abis

Siamo quelli che….

Siamo quelli che….

di Mariano Abis
sardi sovraniSiamo quelli che sono stati svegliati dai tuoni e dal rumore sinistro della grandine, nel corso di una notte tempestosa, siamo quelli che hanno preferito attendere l’alba, affrontando il vento sferzante di una notte buia. Siamo quelli che sanno perfettamente che le prime luci dell’alba sono ancora troppo lontane a venire, e nonostante ciò, hanno deciso che sarebbe da uomini poco valorosi, attendere gli eventi al calduccio del loro letto comodo e confortante. Siamo quelli che hanno capito che la strada che stanno percorrendo li porterà inevitabilmente verso un problematico bivio. Abbiamo capito che dovremo scegliere di percorrere la strada più disagevole. Sappiamo che adagiarsi in comode decisioni, a lungo andare, sarà deleterio per tutto un popolo. E allora abbiamo scelto la passione. Abbiamo scelto il coraggio del sacrifico, ad onta di chi ci vorrebbe ancora al calduccio della nostra stanza rassicurante. Siamo gente che sanno perfettamente che i diritti decennali acquisiti, non vanno dispersi, che sarebbe una disdetta distruggere le conquiste coraggiose dei nostri avi. Discendiamo da un popolo fiero di appartenere ad una granitica civiltà millenaria, una civiltà che altri vorrebbero disperdere, in nome di un modernismo di facciata che dimentica gli antichi valori. E se la storia si indirizza e si costruisce giorno per giorno, sappiamo che sarebbe da vigliacchi, lasciarsi trascinare dagli eventi voluti da chi non apprezza le nostre radici. Sappiamo che dovremo combattere per non perdere diritti conquistati sessanta cinque anni fa, all’alba, quella si, luminosa, della costruzione di una nazione che sarebbe nata dalle macerie di una guerra assurda e disastrosa. Ma ancora più luminosa è l’alba che ci attende, se sapremo prendere decisioni razionali e coraggiose. le nuvole spariranno, la grandine cesserà, il vento si placherà. e dalla nostra terra potrà nascere un esempio per tutti i popoli, un nuovo sistema di auto determinazione dei popoli, uniti dalla consapevolezza che nasciamo con diritti inalienabili. Lasciamo ad altri la decisione di adagiarsi in comode scelte, di crogiolarsi in situazioni che trasmettono un insopportabile senso di apatia. noi siamo per il coraggio, il decisionismo, il sacrificio, la consapevolezza che dovremo tenere la schiena dritta, di fronte a chi vorrebbe annichilire la nostra civiltà millenaria, e tendere la mano a chi ci sta di fianco, e formare un immenso ballo circolare, su ballu tundo, che abbracci tutto il nostro popolo. un popolo attualmente numeroso, checchè se ne dica, un popolo che si è frazionato in due assurdi tronconi, delle stesse dimensioni. che ha deciso che non è più il caso di sopportare condizioni disumane di sussistenza, ed ha confezionato una triste valigia, e si è diretto verso popoli forse più fortunati del nostro, alla ricerca di una parvenza di serenità economica. il secondo troncone, invece, ha deciso che bisogna lottare per la propria terra. Sa che il cammino sarà faticoso, ma ha gli strumenti e le competenze per raggiungere la meta. lo strumento è a portata di mano, è già un diritto, certificato e riconosciuto, si chiama zona franca integrale, ed è la soluzione ai nostri problemi, l’unica soluzione applicabile non solo dal nostro popolo, ma da tutti i popoli della terra, che hanno deciso di non sottostare più ad una assurda e ingiusta globalizzazione, voluta da gente che ha in mente solo di rendere schiavi interi popoli. di gente che ha in mente di costruire un mondo governato da poche persone che ritengono di essere le uniche delegate da non si sa bene da chi, a indirizzare verso un assurdo disegno elitario, tutte le popolazioni del pianeta, a sottometterle economicamente, attraverso la costruzione di una unica moneta. di una unica religione. di un unico pensiero. No, noi siamo per i particolarismi, per la difesa delle specificità di tutti i popoli della terra, sappiamo che le tradizioni popolari sono il sale che mantiene vitale l’esistenza dei singoli popoli, abbiamo capito che lo sviluppo di ciascuna nazione, passa attraverso la consapevolezza che le proprie radici ci portano in direzioni differenti, che nessun popolo deve arrogarsi il diritto di indirizzare un altro popolo verso le sue concezioni di società. Abbiamo capito che il concetto che ci ha portato a conoscerci, in una luminosa giornata domenicale di febbraio, a cagliari, è quello giusto, un concetto che trae lo spunto da un antico ballo sardo, tutto un popolo che si tiene idealmente per mano, e ogni singola persona, ” a manu tenta” con chi gli sta di fianco, forma un immenso cerchio, una figura che abbandona concezioni verticistiche, ahimè fin troppo diffuse tra la sensibilità della gente, ma che assegna a ciascuno di noi gli stessi diritti.
La notte burrascosa è terminata, ora splende il sole, su tutto il popolo sardo, perchè abbiamo deciso che la strada è segnata, percorribile e sicura, che da un antico popolo, nascerà un esempio di auto determinazione, a disposizione di tutti i popoli della terra.
Mariano Abis
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