venerdì 10 aprile 2015

Damasco un nome, una garanzia


Damasco un nome, una garanzia.
Giorno di pasquetta.
In nave.
Di ritorno dalla bella (e cara) isola di san pietro, il porto di carloforte rimpicciolisce sempre più, in una tiepida giornata primaverile funestata però da un freddo vento fastidioso.

Al largo è ancora più ingombrante, anche più freddo, sembrerebbe; 
poco male, troviamo rifugio all'interno della nave, qui si sta bene, e non solo per il clima.
La compagnia è splendida, gente notevole, e abbiamo il grande Damasco a farci compagnia.




Ci racconta una storia, lui dice che l'ha sentita altrove, ma sicuramente la ha personalizzata secondo la sua sensibilità. 
Poco male, tutto ciò è irrilevante, specie dopo che ho conosciuto il suo valore, e il racconto della sua vita intensamente vissuta.

Trascorriamo il tempo del viaggio in rilassatezza, quando si è tra amici, il tempo vola, e si vorrebbe non terminasse mai.

Ci racconta che un giorno, un albergatore, vide entrare nel suo hotel, un tizio ben vestito, con un logan inappuntabile, borsa in mano, sciarpa e un vistoso cappello di borsalino.
Il signore fa sapere all'albergatore di non sapere esattamente quanto dovrà trattenersi in albergo, e che avrebbe pagato il soggiorno per la giornata, e sborsato in sovrappiù cento euro, nel caso dovesse trattenersi più a lungo, rimborsabili nel caso questa eventualità non dovesse succedere.

E' li per affari, e non può preventivare quale sia la sua permanenza in città.
L'albergatore incassa i soldi (sa perfettamente che gli euro, che notoriamente sono falsi, sono pur sempre moneta corrente, e quindi hanno il loro valore).

E gli euro, in quella città, scarseggiano in maniera persino troppo evidente, lui stesso ha un debito proprio di cento euro con il macellaio, pensa bene di rischiare quella cifra di soldi non ancora suoi, e paga il macellaio.

Costui, essendo in debito con un trasportatore, gli consegna i cento euro a mo' di acconto, salderà definitivamente il debito in seguito.

Il trasportatore ha ricevuto del gasolio dalla stazione di servizio sulla fiducia, e decide di pagare il debito con i famosi cento euro (moneta falsa, non dimentichiamocelo mai.)

Il gestore della stazione di servizio, frequentatore di prostitute, decide di saldare il debito con una di esse, la cifra è esatta : cento euro.
Costei, dato che a volte le capita di prenotare una stanza di albergo per lavoro, decide (e daje!) di saldare il debito con l'albergatore, la crisi, inutile dirlo, colpisce tutti alla stessa maniera, a meno che non si appartenga alla categoria di persone alle quali fanno comodo situazioni di crisi e di precarietà, che di per se sono innaturali e dannose per la stragrande maggioranza della popolazione.

L'albergatore è costretto a fare una riflessione, ora che ha di nuovo i cento euro in mano, pensa che avrebbe fatto malissimo a non metterli in circolazione, con quella sua decisione, scaturita da uno stato di sofferenza economica, ha risolto una miriade di problemi.

I denari fermi, stagnanti, servono a poche persone, solo a chi ha interesse a rendere scarsa la fruizione di moneta, a chi pensa che bloccando l'economia, ottenga vantaggi personali.

Impariamo a far circolare moneta, magari moneta popolare, magari creata coraggiosamente da noi stessi, e dato che loro, fetension, vogliono scarsità di risorse (risorse di tutti i tipi), difendiamoci così.

Grande Damasco !!!

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