IS VISIONERIS
Hanno ragione.
Hanno ragione, anzi avete ragione, a volte per dire nero, è più conveniente dire grigio scuro.
Abbiamo letto molto, abbiamo assorbito con passione.
Ora è venuto il momento di trasmettere.
Di donare.
Ora per un foglio bianco, consegneremo un foglio segnato.
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Abbiamo letto molto, abbiamo assorbito con passione.
Ora è venuto il momento di trasmettere.
Di donare.
Ora per un foglio bianco, consegneremo un foglio segnato.
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Non saremo certo noi che ricopriremo cariche ambasciatoriali, nel futuro, imminente judicau de sardinnia, nel giusto mondo futuro che si andrà a configurare, probabilmente non ricopriremo proprio alcuna carica, visto e considerato che abbiamo la innata predisposizione a dire e scrivere esattamente come pensiamo, concetti, parole e pensieri.
Anzi, se dobbiamo dire cento, nel bene o nel male, ci esce spontaneo dire centoventi.
Più nel male che nel bene.
Non ci sfuggono i significati di lettere, parole, simboli, numeri, colori, noi siamo noi.
Non ci sfuggono i significati di lettere, parole, simboli, numeri, colori, noi siamo noi.
Avete ragione: assodato, certificato e sottoscritto, in questo sistema noi siamo eternamente schierati nel torto.
Ci piace più il fucsia che l'indaco, ci piace più il giallo cromo che l'ocra, ci piace mirare più a centoventi che a cento, è uno dei nostri numerosi, dannatissimi limiti.
"Possibile che sia così difficile per voi trovare parole meno offensive di quelle che dite?
Possibile che non riusciate a comunicare serenamente con la gente?"
Avete ragione, ci proviamo, ci proviamo, ma quando vediamo gente plagiata dall'unica cosa che ci fa andare in bestia, e cioè la sia pure incolpevole sudditanza alla cultura schiavista della fetenzìa mondialista, è più forte di noi, sbottiamo, scleriamo, il senso di giustizia innato porta anche a questi brutti scherzi !
A parte il fatto che non offendiamo mai per primi, (ma questa non è una ragione valida) il fatto di essere visioneris ci porta a considerare come evidente la malignità che impregna molte volte chi ci attacca, malignità spesso gratuita, generata da sentito dire, o da loro limiti personali di valutazione, o da pregiudizi e ipocrisie congenite, o leggerezza di giudizio.
Non so se a voi non visioneris una frase detta o scritta, una parola usata al posto di un'altra equivalente, un concetto espresso in maniera macchinoso, vi creino delle vibrazioni, (non lo so, ma mi piacerebbe saperlo), una frase detta in un certo modo, ci rilascia spontaneamente sensazioni anche contrastanti se espressa diversamente.
Sensazioni fondamentali per capire.
Siamo dentro il campo, voi non so.
Siamo dentro il campo, voi non so.
Abbiamo guardato attentamente, abbiamo letto con passione, cerchiamo di immedesimarci in chi scrive o dice, cerchiamo di cogliere lo stato d'animo, le motivazioni che lo spingono a scrivere una frase, esattamente come la ha scritta , o pronunciata.
Voglio raccontarvi una storia realmente accaduta.
Ad un grafologo capitò in mano un manoscritto del fidanzato della figlia.
Gli bastarono venti secondi con quel foglio in mano, per capire che il futuro genero, sarebbe stato deleterio per la figlia.
Comunicò le risultanze delle sue conclusioni alla figlia, implorandola di abbandonare il fidanzato.
Lei non ne volle sapere, ebbene, trascorsero appena pochi mesi, e i due si lasciarono, lei aveva capito che la velocissima analisi grafologica del genitore era corretta, inappuntabile.
Così siamo noi, ci bastano due righe scritte o una frase sentita, per capire quante miserie circolino indisturbate tra i neuroni sani e funzionanti, e più sono i neuroni marci, più ci viene voglia di aggredire l'interlocutore, se gli dobbiamo dire cento, gli diciamo cento venti.
Avete ragione, sbagliamo, siamo sempre dalla parte del torto, sempre a cercare di cambiare questo sistema, ma pure sbagliando siamo e restiamo comunque visioneri.
Fatevene una ragione, e soprattutto, non siate invidiosi.
Fatevene una ragione, e soprattutto, non siate invidiosi.