martedì 5 aprile 2016

La voce dei sardi

La voce dei sardi
Scrivo questo testo in omaggio ad una delle pochissime pagine FB che si interessano di indipendentismo e ne discutono.
A volte un po' troppo animatamente, ma così è, non faccio nessuna colpa a nessuno, per questo, le proprie idee bisogna esprimerle con forza, magari senza superare l'umana decenza.


Si parla di libertà della sardegna, il fatto è che questo termine non è condiviso, c'è chi la intende solo dal punto di vista economico, chi sociale, chi politico.
Le tre cose non vanno disgiunte.
Siamo tutti d'accordo che la sardegna meriterebbe ben altri politici e amministratori di quelli che, purtroppo, abbiamo.
Siamo tutti d'accordo che a parole bisogna staccarsi dall'italia e dai partiti italiani.
A parole.

Nei fatti sappiamo che, benchè la maggioranza dei sardi non vada a votare ( la qual cosa ritengo che ci faccia onore, perchè riconoscere uno stato che è privato a tutti gli effetti è una stupidaggine) , molti ci vanno, e sono contenti di andarci.
Il guaio grosso è che alla fine emergono partiti gestiti da roma, e non da cagliari, o da sassari.
Ne sto parlando, ma normalmente non mi interesso di infima politichetta italica, non mi interessa se i mondialisti M5S siano da appoggiare o meno, non mi interessa se il pd discenda da Gramsci, quello che so è che la società sarda è estremamente ideologicizzata, ancorata a orrendi paradigmi del passato, la destra, la sinistra, ma lasciamo perdere, l'unico obiettivo che ci deve interessare è la nostra completa libertà.
Abbiamo due strade di fronte a noi, riconoscere in maniera intrinseca lo stato trust italia andando alle votazioni, o non riconoscerlo, affidandoci al diritto internazionale.
Nel primo caso, che non approvo, ma che rispetto, bisognerebbe scegliere partiti o movimenti che fanno capo in sardegna, e che non siano emanazioni di partiti italiani, con un po' di intelligenza, si possono raggiungere buoni risultati, almeno in ambito economico e sociale, dato che in ambito politico l'italia non ci concederà mai la libertà.

L'altra strada è quella che fa capo al diritto internazionale, uno degli strumenti più potenti, per un popolo che abbia veramente intenzione e coraggio di formare un nuovo stato.
Decolonizzando a tappe più o meno forzate, sempre più ampi tratti di territori, si può liberare tutta l'isola dalla influenza colonizzatrice, in maniera incruenta, non c'è bisogno di referendum o votazioni.
Quando l'italia avrà capito che in sardegna, per lei, non ci sono più risorse da sfruttare, perchè l'isola è destinata ad essere messa sotto giurisdizione di un movimento o di un fronte di liberazione, se ne andrà spontaneamente, senza troppo baccano, con la coda tra le gambe, contenta di averci sfruttato per 155 anni e più.
Quello che avevo da dire lo ho scritto, ora sta a voi scegliere la strada migliore, io ( e noi) so (sappiamo) esattamente cosa fare: decolonizzare.
marianoabis


https://jolao77.blogspot.it/2015/01/separatismo.html

https://jolao77.blogspot.it/2015/01/delitterazione.html

https://jolao77.blogspot.it/2015/01/sciocca-sardegna.html

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