mercoledì 13 aprile 2016

Democrazia degenerativa, ovvero gente soddisfatta di fare il solletico al potere


Sono stati distribuiti in cagliari, alcune migliaia di volantini, con l'idea di formare un folto gruppo che rivendicasse diritti sacrosanti dei disoccupati e dei precari, ai politici regionali.



 





L'idea è quella di richiedere un reddito sociale, è quella di coinvolgere il maggior numero di sardi, specie quelli che versano in condizioni di estremo disagio, la platea sarebbe immensa, come è facile immaginare.



La concezione che passa per buona è che senza grandi numeri, senza cioè grande partecipazione popolare, non si ha il diritto di chiedere niente al potere, nemmeno in presenza di incontestabili dati di fatto, che stabiliscono che in sardegna le più elementari leggi naturali, sancite anche dal diritto internazionale, sono pesantemente disattese.  
Un suicidio alla settimana in sardegna, quattro mila omicidi di stato all'anno, che passano per suicidi in italia, undici al giorno.


Chi è pesantemente inglobato in concettualità proprie del sistema "democratico" delegativo, considera valido solo il diritto interno italiano, senza tener conto che al di sopra di quel diritto, esiste il diritto internazionale, e il diritto naturale, sormontati tutti dal Diritto Divino.

Esistono i fondamentali diritti dell'uomo, sanciti, oltre che dal Diritto Divino, anche dalle nazioni unite.

Sono stato invitato alla conferenza stampa cagliaritana del 13 Aprile, indetta dal movimento disoccupati e precari, la sede era la USB (Unione Sindacale di Base), ho fatto presente che intervengo per il quotidiano LINEAQN, (Linea Quotidiano Nazionale) informo che detto quotidiano ha tutti i crismi possibili e immaginabili, per essere considerato alla stessa stregua di un comune giornale che si vende regolarmente in edicola in quanto iscritto al tribunale di Roma, ancora attivo e già presente in edicola tempi addietro.

Si è data ampia facoltà di intervento, al giornalista dell'Unione Sarda, e fin qui tutto regolare.

Dopo aver sentito ripetere all'infinito concetti più che justi, ma orrendamente ripetitivi, in mancanza di capacità di sintesi, o di assertività, ho chiesto la parola. 

Ho chiesto, e chiedo come mai, non si sollevi di livello, l'asticella delle rivendicazioni, ho chiesto e chiedo se non sia il caso di non chiedere ma di costringere i politici sardi ad adottare nel giro di dieci giorni, le misure necessarie per un immediato reddito dignitoso, tramite una specie di ultimatum, al che sono stato interrotto da chi gestiva la conferenza stampa, e non mi si è stata data la opportunità di terminare il mio intervento.

Avevo altri quattro punti da far presenti, sono restati lettera morta, in quanto inespressi.

Inespressi non per colpa mia, ho fatto vari tentativi di intervento, ma ogni volta sono stato "democraticamente" messo nelle condizioni di non potermi esprimere.

Ciascuno è responsabile delle proprie azioni, io sono sereno.

Il mio amico Pietro che mi accompagnava, ha fatto un video dove tutto quanto descritto è certificato, ma non so perchè, il video non si trova più.

Conclusione.

E' la prima volta che partecipo ad una conferenza stampa, nella quale le più elementari regole sono state calpestate.

E' la prima volta che vedo organizzatori che hanno fretta di chiudere la loro conferenza; a rigor di logica avrebbero dovuto, secondo il mio parere, darle risalto, certo è che non dovrebbe essere conveniente farla terminare anzi tempo.

Eppure...

NON è la prima volta che mi trovo a dover commentare una delle innumerevoli distorsioni di questa sottospecie di democrazia delegativa, che si potrebbe anche definire degenerativa.

Distorsioni che si evidenziano nelle nostre attività più semplici e quotidiane, distorsioni che ormai passano per normalità, in una qualunque discussione dai toni del già sentito e dell'ovvio non dimostrabile, perchè generato da un mantra che si è insinuato nella mente, e non può più essere scacciato, alcuni usano il termine ottusità, altri scarsa elasticità mentale.

Mettere in dubbio verità acquisite genera, a volte, un gran mal di testa, generato dalla certezza di comportamenti disonorevoli.

Democrazia significa potere del popolo, ma se il popolo la esercita per un momento, nel momento in cui vota, e poi per una intera legislatura, cinque anni, non può più esercitarla, lasciatemi dire che questa è una democrazia sospesa, fasulla democrazia una tantum, democrazia di un istante, solo gli sprovveduti possono pensare che questa sia coerentemente definibile democrazia.

Democrazia significa che io, non cittadino ma uomo, devo poter esprimere la mia sovranità di continuo, rendetevi conto che questo attuale concetto di democrazia rappresentativa è una colossale truffa ai danni della gente.

E allora perchè legittimare politici che operano con spirito demeritocratico, chiedendo loro delle concessioni?

Loro con tutto il codazzo sindacale NON rappresentano certo la gente, loro sono al servizio delle oligarchie, Jolao non chiede favori a chi sa che obbedisce alle elite, Jolao cerca di combattere con tutta la forza di cui dispone, questo illusorio senso di democrazia-degenerativa.

La gente ha perso un grande dono, inglobata da logiche distribuite dalle elite, logiche supportate inconsciamente dalla stessa gente, che non ha capito che questa falsa democrazia, e le ideologie, sono state inventate per dividere.

Il popolo è stato costretto dal potere mediatico, a innamorarsi di tutti gli "ISMI" possibili e immaginabili.

La strategia è di una semplicità disarmante, dividere quello che altrimenti sarebbe pericoloso, unire quello che non può essere unito.

Certo, dà un certo piacere personale profumarsi la bocca dicendo di essere democratici, ma non accorgersi del plagio in atto, è dabbenaggine.

Certo, dà un certo piacere personale cibarsi di mantra; informarsi, infatti, costa fatica, è molto più facile rivolgersi ad una struttura vicina al potere, che prendere di petto la situazione, l'importante è che si facciano le cose in maniera democratica, implorando magari il potere la concessione di poter piazzare un banchetto, per esercitare il sacro santo diritto a informare la gente, e raccogliere firme o adesioni.

Si, avevano intenzione di chiedere il permesso di piazzare un banchetto per informare la gente. dissi loro che non dovevano chiedere niente a nessuno, perchè avrei firmato io (facevo parte del governo provvisorio del movimento di liberazione nazionale sardo) una risoluzione nel quale in rappresentanza del popolo sardo li autorizzavo a piazzare tutti i banchi che volevano, se ciò andasse a favore del popolo sardo, secondo il diritto internazionale potevo farlo. 
Non presero nemmeno in considerazione le mie parole, preferivano chiedere piuttosto che esercitare, potete ben immaginare il loro livello di tzerakimini

Certo, dà un certo piacere ottuso esercitare il proprio diritto alla sindrome di stoccolma.

Certo, dà una certa tranquillità sapere che è meglio non rischiare, che è più opportuno ossequiare il potere.

Riprendiamoci il dono migliore che in tempi andati ha fatto grande la nostra società, il dono dei diritti conquistati, (diritti conquistati, non concessi) il dono che la natura dell'uomo ci ha fornito, quello che dice che se ti hanno ingabbiato, tu dovrai lottare per liberarti dalle sbarre, quello che dice che tutti i diritti delle Donne e degli Uomini vanno rispettati, quello che dice che bisogna puntare alla meritocrazia e al sano, elevato umanesimo, e non farsi impollare da chi fiancheggia il potere facendo finta di essere con la gente.

Questo tipo di democrazia NON va rispettata, va combattuta, è il momento di riappropriarci di quel grande dono insito nel nostro intimo, quello che ha portato a grandi risultati di libertà individuale e collettiva, è ora di riprendiamoci il nostro radicalismo.




Auguriamo che l'iniziativa del movimento disoccupati e precari abbia grandi consensi, che una marea umana si accalchi presso i palazzi del potere, e dato che ci si incammina nella strada tranquilla del consenso popolare e dei grandi numeri, che tutte le proposte avanzate vengano "democraticamente" "accolte", detto questo vi siamo sinceramente vicini, ma la nostra strada è un'altra, noi non intendiamo fare il solletico al potere, la nostra strada è un'altra, quella del diritto internazionale e del diritto naturale, per una reale rivalutazione degli esseri umani nella loro interezza, che naturalmente non chiedono, ma lottano per i propri diritti.
 Mariano Abis









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