venerdì 1 luglio 2016

Monete








<<Far credere al popolo, che può conquistare la propria libertà, mettendo schede nelle urne elettorali, equivale a far credere agli schiavi che possono liberarsi, spolverando, lucidando e facendo splendere le proprie catene>>
Il pensiero è profondo, ma non è mio, e lo adotto volentieri.
Ma di un argomento più infimo vorrei parlare, un argomento che di filosofico non possiede nemmeno la parvenza, si parla di vil denaro, anche se il discorso schiavitù è assolutamente pertinente, come è pertinente il discorso votazioni, che servono per mantenere in essere sempre lo stesso sistema, a danno della gente.
Chiedendomi per che cosa sia stato "inventato" il denaro, il primo pensiero che mi sovviene è che per superare il sistema del baratto, sistema abbastanza "ingessato", serviva riconoscere il valore delle merci o dei servizi, con una entità universalmente riconosciuta, e di comode proporzioni fisiche.
Inizialmente le monete possedevano un reale valore intrinseco, stabilito dalla quantità di oro o di argento con le quali erano state costruite.
Di per se stessa l'idea era geniale, se non esistesse un piccolo particolare : il reale motivo per cui si è pensato di stampare moneta.
Le monete, fin dal loro primo apparire, sono state inventate per un unico scopo, consentire agli stati, di poter imporre delle imposte.
Va da se che il denaro si può definire come una "impostura".
Oggi questa affermazione è ancora più realistica che in passato, oggi non esiste un reale controvalore al valore attribuito a monete fabbricate con miserrimo metallo o carta straccia.
Se poi si considera che il contro valore di quelle valute viene data da organismi privati che io chiamo fetenzìe, si capisce al volo che le attuali valute sono uno strumento di creazione del debito, per tenere interi popoli sotto il giogo finanziario.
Il debito globale del planetario è oltre dieci volte volte superiore al valore che il mondo riesce a generare in un anno.
E' come se io, avendo per ipotesi uno stipendio annuo di dieci mila, ho un debito di cento mila, di per se inestinguibile.
Quando poi queste "risorse" scarseggiano, ecco che si creano le condizioni ideali per generare crisi, parola cara alle fetenzìe, è in quel caso è matematicamente certo che non riuscirò mai a "onorare" il debito.
Questa è pratica disetica e criminale, un metodo per indurre la gente in stato di sudditanza, in vista di una malaugurata schiavitù globale, che alla fine comporterebbe una unica moneta planetaria in mani private, in mani fetenti.
E allora esiste solo una strada, se proprio si vuole accettare il denaro, che ogni comunità, ogni popolo, ogni nazione, stampi la sua moneta popolare, fine delle tasse, fine delle imposte, fine degli stati, fine dei soprusi.
Mille popoli?
Mille nazioni.
Mille nazioni?
Mille monete.

Solo così il denaro, con quantità congrue riguardo alla reale possibilità di avanzamento e progresso, diventa utile per i popoli, in ottica rivolta al superamento degli stati, mai più cittadini debitori e pagatori, ma esseri umani con tutti i propri diritti riconosciuti.
Mai più agglomerati innaturali di stati, come è il mostro europeo attuale, è ora che l'essere umano, ogni essere umano, riacquisti completezza, e riconsideri la moneta come un mezzo, e non come il fine ultimo della nostra esistenza, come le oligarchie ci vogliono far credere.
Ri acquistiamo e ri valorizziamo i veri valori di ogni esistenza, il vero progresso non si misura in quale sia stato il prezzo per il suo conseguimento, ma in quale sia il suo reale valore, che stabilisce che il mero fattore finanziario è solo uno dei componenti del valore.

































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