mercoledì 7 dicembre 2016

Il paradosso.

Sia nel reale che in rete se ne vedono e se ne sentono delle belle.
Potrei fare migliaia di copia incolla di discussioni o considerazioni circostanziate, riguardo al sistema attuale, nelle quali ad un inappuntabile serie di ragionamenti, circa la inconsistenza e fasulleria di questo sistema, si conclude con paradossi che hanno dell'incredibile.
Si disquisisce di come gli stati siano delle società private, del fatto che siamo immersi in un sistema non democratico, del fatto che le votazioni sono una orrenda truffa, quando la gente è plagiata pesantemente dai media di regime, della sostanziale mancanza di equità e di democracitità, dello strapotere delle oligarchie, dei 4000 morti all'anno per indigenza, dell'inconsistenza formale e sostanziale di parlamenti "eletti" dalla gente, dell'uso di monete illegali, e via discorrendo, salvo poi, una volta indetti referendum o elezioni, vedere tanta gente scannarsi verbalmente a difesa di un si o di un no, o a difesa di un particolare candidato o partito.
E non va meglio nemmeno sul fronte indipendentista, tutti a reclamare libertà per la nostra terra, e contestualmente appoggiare il candidato di turno destinato a diventare un soggetto completamente diverso una volta eletto.
Un soggetto che giurerà sulla pessima costituzione italiana.



Sui soggetti investiti da dignità internazionale, come possono essere i movimenti di liberazione, seppure un gradino o due al di sopra degli indipendentisti classici e "storici", bisognerebbe aprire un problematico frattale.
Pur essendo sorretti da inappuntabili certezze teoriche circa la migliore strategia per conquistare la libertà, che contempla la disobbedienza totale al colonizzatore, e la altrettanto inappuntabile certezza che col diritto interno italiano non ci si può autodeterminare, si perdono in assurdi "piani A", che prevedono un parziale assoggettamento al colonizzatore, fondando e promuovendo strutture "italiane", che a rigor di logica, possono evolversi e prosperare solo con l'adozione di moneta corrente, privata, illegale, e oligarchica.
Se non si capisce che un passo fondamentale è basilare compiere, è inutile appoggiarsi a teorie indubbiamente vincenti, se poi il necessario e improcrastinabile ricorso a moneta sovrana del popolo, viene tenuto in stand by, fondamentalmente congelato.
Si può accelerare la nostra liberazione solo in due modi, o cercando di convincere i sardi ad abbandonare paradigmi e comportamenti che fanno comodo alle fetenzìe, e generalizzando tali strategie, oppure stampando grandi quantità di moneta sarda, al portatore, di proprietà della nazione sarda.
In un mondo dove il fattore finanziario domina incontrastato, il ricorso a moneta sovrana è il toccasana inderogabile per la nostra economia, la logica conseguenza di ragionamenti corretti.
Non voglio indagare più di tanto, su come mai questa ultima strategia non viene adottata, in fondo, per immettere nel circuito economica sardo, grandi quantità di moneta nostra, non è poi un così rilevante impegno finanziario.
Si può fare, e se non si adotta immediatamente questa lapalissiana strategia, si continua a fare fumo, a girare in tondo, partendo da un punto, e dopo un giro completo, si torna allo stesso punto di partenza.
Si continua a illudere i sardi che ci possiamo liberare.
Servono idee chiare, intelligenza, lungimiranza e coraggio, tutte caratteristiche che vi riconosco, liberiamoci con l'unico modo realmente vincente: moneta sovrana del popolo sardo.

marianoabis



https://jolao77.blogspot.it/2017/10/slf-fronte-produzione.html



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