domenica 25 dicembre 2016

Sa prucessioni

Sa prucessioni.

Questo è uno dei periodi che ricordo sempre con una certa gioia, ma anche con una certa preoccupazione, non fosse altro perchè si tornava a casa un pochino traballanti.
Sto parlando della insana consuetudine che obbligava la "cricca" degli amicii, ad un rituale ripetitivo, ma oltremodo coinvolgente.
Parlo del rito delle "processioni".
Eravamo un gruppo abbastanza numeroso, diciamo una quindicina di amici, e 15 amici, allora voleva dire (ahimè non più) 15 cantine.
Uno dei periodi topici per la nostra "gang", desiderosa di assaggiare e valutare il risultato enologico degli amici, e timorosi del giudizio sul proprio operare tra "filtrus", "cupponis", travasamentus e travisamentus di quella nobile arte che chiamano vinificazione.
Era il periodo dell'assaggio del vino novello di 15 cantine diverse.



Naturalmente, immersi in quella ridicola e sorpassata civiltà che definiscono contadina, il vino era accompagnato sa sartizzu, olias, ous a tostau, gureu, pani, casu, druccis de mendula, cancioffa, e filu e'ferru.
Mischiare vino e "abbardente" non va bene, ma il mangiare solido attutiva eventuali danni del bere in abbondanza.
Fatto sta che botti e botticelle venivano messe a dura prova da quell'orda di beoni ( beoni, non leoni).
L'impresa eroica non era tanto trangugiare ettolitri di vin novello, quanto il problematico ritorno a casa.
Alcuni di quei vini, una volta maturati a dovere, sarebbero restati a perenne memoria ai posteri, perchè di qualità eccezionale.
Uno di questi era il cannonau che mio padre volle trattare in una maniera particolare.
Lo vendemmiammo senza raccoglierlo subito, restò in terra per quasi una settimana, concentrandosi e preparandosi a diventare un fantastico vino liquoroso, che ancora i miei amici ricordano con piacere e nostalgia.
Mio padre, accortosi che la prelibatezza alla quale teneva tanto, era stata intaccata dall'orda selvaggia, lo travasò in una botte più piccola, e ci proibì di godere di quella bevanda sublime.
Quando la riassaggiammo dopo ben più di un anno, era diventata quello che mio padre sperava, un vino da ricordare a perenne memoria.

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