martedì 13 dicembre 2016

Editoria in italy

Siamo certi solo di una cosa, in ambito editoriale, in questa sottospecie di ambiente pseudo culturale, di questa ridicola pseudo repubblica delle menti immature e inscatolate, passa per la grande informazione, solo quello che al potere sion-bancario-americano fa comodo diffondere.
Siamo in matrix, mi stupirei del contrario.
Uno scrittore ha due frattali aperti, o si adegua al sistema culturale dominante, e magnifica partigianerie, bancherie, napolitanismi e bolgrinaggini, pontifica libri più o meno sacri, o scrive di vhemt, o di mielose migrazioni, oppure si comporta in maniera onorevole, alla ricerca della verità.
Nessuna grande casa editrice pubblicherà mai testi che realmente vanno a demolire sistemi culturali collaudati, anche i proprietari delle case editrici tengono famiglia.



La strada del self publishing tramite strutture apposite, sarebbe interessante, se realmente lo scrittore potesse controllare le vendite.
La mia esperienza personale dice che ciò non avviene.
E' interessante dissertare anche sulle case editrici che chiedono contributi per pubblicare. 
Un romanzo, un racconto, una raccolta è sempre il risultato di anni di esperienze, ha bisogno di molto tempo per essere stilato, servono anche ore rubate al sonno, quando sentiamo che siamo in vena di scrivere, o, come nel mio caso, di disegnare.
Non possiamo perdere l'occasione, una pagina, può essere scritta in mille modi, magari tutti comprensibili, ma scrivere per pubblicare è un'altra cosa, bisogna trovare lo stato d'animo adatto, esprimere idee in modo chiaro, essere assertivi all'ennesima potenza, e scrivere per destare attenzione. 
In un mondo come quello editoriale, basta un nonnulla per vanificare un impegno. 
E allora perchè spendere per pubblicare un lavoro che verrà gestito esclusivamente da loro? 
Case editrici che non chiedono contributi per la stampa esistono, certo, all'autore andrà solo una minima parte dei guadagni, ma questo è il prezzo che bisogna pagare da un esordiente, poi , "se" il pubblico riterrà valido il nostro lavoro, i risultati economici non tarderanno ad arrivare.
Ci si dovrà adeguare, e fidarsi, dei resoconti di vendite forniti dalle case editrici. 
Ma la strada maestra per pubblicare sarà pubblicare in maniera completamente diretta, avvalendosi di una tipografia, e non di una casa editrice, con rischi e introiti elevati, e impegno a cercare librerie o amici disposti a promuovere le nostre opere. 
Pensate che per pubblicare un libro di 40000 battute ho ricevuto da una tipografia una proposta strepitosa: meno di mille euro per mille copie! 
E allora, se avete risorse finanziarie e credete in ciò che avete scritto, rischiate del vostro, ma non date un soldo a chi vi chiede contributi, quasi sempre il valore effettivo di ciò che vi danno è immensamente inferiore a quello che spendete.
:Mariano-Abis.

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