sabato 17 dicembre 2016

Autogiustizia di contrada

Autogiustizia di contrada.
dai quaderni di Shardinyan Kingdom.


Perché la democrazia funzioni in maniera corretta, riteniamo che sia necessario adottare un concetto di giustizia comprensibile a tutti, essenziale, chiaro, locale, e senza leggi scritte. 
Ci si domanda a cosa servano le leggi scritte. 
Secondo il nostro modo di vedere, l’aggiunta di norme scritte, postille, distinguo, codici, rimandi, non fa altro che rendere l’esercizio della giurisprudenza ingessato, non fruibile in maniera inequivocabile, macchinoso e in definitiva non funzionale agli scopi che una vera giustizia debba avere tra i suoi fini istituzionali, cioè il corretto riconoscimento dei diritti personali e collettivi. 
Leggi troppo macchinose generano dubbi sulle sentenze, mentre dibattimenti snelli, con confronti diretti, eseguiti con norme intuitive, non fanno altro che generare fiducia nella gente, che si riconoscerà in tal modo, più agevolmente, come facente parte attiva del Regno di Sardegna. 
Autogiustizia collettiva significa che ogni paese o città debba avere una struttura giudicante autonoma, locale, diretta, e gestita dagli abitanti di ciascuna contrada, che in altra sezione definiremo.



Ogni essere umano, dedicherà il suo tempo ad essere utile alla sua famiglia e alla collettività, si impegnerà in quello che altri chiamano lavoro, ma che Shardinyan Kingdom definisce produzione, che può essere manuale, intellettuale, agricola, artistica, artigianale, e quant’altro. 
Produrre oggetti inutili in ottica consumistica, per noi significa produrre povertà. 
Produzione di reale, utile ricchezza, che migliora la qualità della felicità della gente, sia essa umanistica, artistica, organizzativa o quant’altro, e siccome riteniamo che impegnarsi in produzioni per gli attuali tempi troppo estesi, sia una limitazione, sia alla serenità della gente, che alla corretta realizzazione delle produzioni, che hanno bisogno di lucidità e non di tempo eccessivamente esteso.
Siamo certi che ogni essere umano abbia diritto a vivere e godere, e non solo a lavorare.
Produrre per vivere sereni e senza assilli, e non vivere per il lavoro. 
Nel sistema iniquo attuale passa per acquisita la modalità che leggi anche se ingiuste, debbano essere applicate, ciò va contro ogni possibile legge naturale e universale, e non può essere giusta. 
E se la legge viene dalla sensibilità della gente, e non da rappresentanti delegati a usare il loro potere contro gli interessi delle stesse persone che li hanno delegati, è necessariamente corretta.

Con tempi estesi da dedicare a se stessi, alla famiglia e alla collettività, in attività che rendano felici, ciascun individuo potrà avere l’opportunità, se lo desidera, di dedicare parte del suo tempo all’esercizio di un diritto fondamentale che spetta alla gente, e non allo stato : l’esercizio della giustizia. 
In quel caso darà la sua disponibilità ad occuparsi dell’esercizio della giustizia di contrada, o anche dell’esercizio della sua sovranità decisionale. 
In quel caso si potrà definire Legislatore e Giudice Sovrano (LGS). 
In presenza di leggi semplici, intuitive, che tengano in gran conto il diritto universale, quello naturale, e quello consuetudinario, con eventuali rimandi al codice barbaricino, chiunque è in grado di giudicare correttamente, ed emettere sentenze come membro di un collegio giudicante. 
Una giustizia gestita dai cittadini che oltre ad essere giusta sarà pure immediata, funzionerà anche da deterrente per chi fino ad oggi ha commesso deliberatamente reati confidando su leggi mai chiare e ingiuste, sul fatto che potevano permettersi di pagare abili avvocati per capovolgere la realtà dei fatti in concomitanza con i tempi biblici delle cause giudiziarie.
marianoabis

https://jolao77.blogspot.it/2016/05/la-risacca-narrazione.html

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