Alcuni anni fa, di ritorno dalla mia proficua esperienza friulana, durata sette anni, decisi di interessarmi di problematiche attinenti al mio popolo.
A parte il dirompente avvenimento del 22 dicembre 2010, che mi aprì la mente su molte verità, decisi di interessarmi dell'argomento identitario principe del nostro essere sardi.
Mi iscrissi ad un corso di lingua sarda, frequentai alcune lezioni, in compagnia di pochi, ma attentissimi allievi.
Tenevano le lezioni due "linguisti", uso le virgolette perchè ora mi rendo conto che le loro lezioni erano manipolatorie.
Anche se ero, in quel momento (non che adesso abbia fatto grossi progressi, comunque), completamente diguino di tematiche linguistiche, mi sentivo a disagio, venivano esplicitati concetti che mi lasciavano dubbioso.
Pur non affermando esplicitamente, gli insegnanti, che tendevano a diffondere una sorta di lingua comune, lo confermavano coi fatti e tra le righe delle loro affermazioni.
Mi scattò una sorta di campanello di allarme, quando uno di essi, affermò che gli apostrofi verranno aboliti, ciò mi mise in allarme, reputando io, che gli apostrofi, nella nostra lingua, la rendono fluida, poetica.
Frequentai ancora alcune lezioni, giusto per capire se il sospetto che avevo, era fondato, mi resi conto che erano finanziati dalla regione sardegna, il comune che organizzava le lezioni, faceva da intermediario, e in un attimo mi fu tutto chiaro: volevano trasformare le nostre lingue, le loro innumerevoli varianti, e codificarle in maniera strumentale, alla formazione di una lingua comune.
Quando sento puzza di mondialismo mi si drizzano le antenne, con alcune mie domande espresse ad hoc, capii dalle loro risposte che erano al servizio di concettualità mondialiste, e dopo aver espresso alcune mie considerazioni, li abbandonai al loro destino, se non li avessi abbandonati io, sono certo che mi avrebbero costretto loro, a disertare le loro lezioni.
Troppo ingombrante per loro.
Fine della storia.
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